04 giugno 2014

Se l'uragano è femmina fa meno paura (e più danni)

Negli Stati Uniti gli uragani con nome di donna provocano in media un numero di vittime più grande rispetto agli uragani a cui è stato attribuito un nome maschile. La differenza non è dovuta a una diversa intensità delle tempeste, ma a un fenomeno psicologico legato agli stereotipi di genere. Gli uragani con un nome femminile sono infatti percepiti come più deboli e meno violenti, per cui le persone sono meno inclini a seguire le misure precauzionali e le direttive di evacuamento(red)

Gli uragani a cui è stato assegnato un nome femminile provocano un numero di vittime molto più grande rispetto agli uragani di pari intensità ma che hanno un nome maschile. E non si tratta di un caso: queste tempeste dal nome femminile sono percepite come meno minacciose, inducendo le persone a ritardare o ridurre le misure di sicurezza e di prevenzione che dovrebbero mettere in atto. A scoprirlo è un gruppo di psicologi dell'Università dell'Illinois a Urbana–Champaign, che firma un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Ogni anno negli Stati Uniti gli uragani provocano in media 200 morti, ma l'analisi dei dati degli ultimi cinquant'anni mostra una forte differenza fra il numero di vittime provocate da quelli con un nome maschile (in media 15,15) e da quelli con un nome femminile (ben 41,84). Questa differenza appare ancora più significativa se si considera che nel calcolo della media sono stati esclusi gli uragani Katrina (del 2005) e Audrey (del 1957), la cui intensità e mortalità è stata decisamente anomala rispetto a quelli tipici.

Lo studio di Kiju Jung, Sharon Shavitt e colleghi si inserisce nel quadro delle ricerche mirate a identificare i fattori sociali che possono influire sulla risposta delle persone in caso di rischio di disastri naturali.

Se l'uragano è femmina fa meno paura (e più danni)
Una casa devastata da passaggio dell'uragano Sandy nel New Jersey. (© Ramin Talaie/Corbis)
In passato agli uragani erano dati solo nomi femminili, una pratica che i meteorologi ritenevano adatta alla natura imprevedibile delle tempeste e che è stata superata alla fine degli anni settanta con l'acquisizione di una maggiore consapevolezza dei problemi di genere. Attualmente i nomi vengono assegnati arbitrariamente, sulla base di un elenco predeterminato che alterna nomi maschili e femminili e non c'entra nulla con la loro forza.

Gli stereotipi di genere sono però
molto radicati, e nel giudicare l'intensità delle tempeste, le persone sembrano attribuire a questi fenomeni estremi il comportamento tipico del sesso di cui portano il nome: “Questo fa apparire un uragano dal nome femminile, specie se dolce come Belle o Cindy, più debole e meno violento”, osserva Shavitt.

La conferma di questo pregiudizio è venuta da una serie di esperimenti in cui i ricercatori hanno sottoposto a un campione di oltre 1300 persone sei differenti scenari. Per ciascun scenario sono state fornite, oltre al nome, varie informazioni su un ipotetico uragano in arrivo, chiedendo poi ai soggetti di valutarne la pericolosità, quali misure precauzionali intendessero adottare, e se avrebbero deciso di rimanere a casa o evacuare. E' risultato che in tutti gli scenari gli uragani dal nome femminile inducevano un livello di allarme più basso, e in particolare una minore disponibilità all'evacuazione, rispetto agli uragani con nome maschile. Questa tendenza, inoltre, è apparsa altrettanto forte sia nelle donne sia negli uomini.

Considerato che i cambiamenti climatici lasciano prevedere un aumento dell'intensità dei fenomeni estremi nei prossimi anni, osservano gli autori, questa scoperta ha importanti implicazioni. Anzitutto dovrebbe indurre autorità istituzionali e meteorologi a valutare la possibilità di adottare un nuovo sistema di denominazione degli uragani per ridurre l'influenza dei pregiudizi sulle valutazioni del rischio. Ma dovrebbe anche portare i mezzi di comunicazione a sottolineare maggiormente che la forza della tempesta è indipendente dal suo nome e più in generale contribuire ad affievolire gli stereotipi di genere.