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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2012 alle ore 08:15.

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di Alfonso Fuggetta
Il recente decreto del Governo sulla crescita contiene importanti norme per favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese, le startup. Il tema è certamente importante per una serie di motivi. In primo luogo, le startup sono uno strumento essenziale per favorire la nascita di imprese innovative, capaci di contribuire al rinnovo e allo sviluppo del nostro tessuto industriale ed economico. In secondo luogo, le startup sono una eccellente opportunità per i giovani, in quanto permettono da un lato di creare nuove forme di sviluppo personale e professionale e, dall'altro, di liberare energie e intelligenze che nelle forme di lavoro dipendente tradizionali corrono il rischio di essere limitate o sottovalorizzate. Infine, le startup sono anche il simbolo di un Paese dinamico. Tuttavia, se è indubbio che la nascita di nuove startup sia un obiettivo da perseguire, è altrettanto importante mantenere una visione organica e ampia di quelle che sono le problematiche del sistema imprenditoriale nel suo complesso. Le startup da sole non possono risolvere i problemi della nostra economia. Anche perché in assenza di un tessuto economico forte, diviene più difficile offrire quelle opportunità di consolidamento e di exit che ogni startup al termine del suo periodo di avvio deve necessariamente prevedere. In Usa le startup o diventano dei colossi in grado di operare autonomamente sul mercato oppure giunte ad un livello significativo del loro sviluppo, sono acquisite da altre aziende interessate al loro know-how, all'Ip generata o allo spazio di mercato coperto. In Italia, abbiamo avuto casi di startup di successo che sono state acquisite da aziende straniere. Ciò rappresenta un fatto positivo per coloro che hanno costruito quelle startup. Sicuramente, questi successi possono anche dare nuova linfa ad altri imprenditori che vogliano intraprendere un percorso simile. Ma se l'obiettivo è quello di rafforzare il tessuto imprenditoriale, allora bisogna osservare che l'exit con acquisizione da parte di società estere rischia di spogliare il nostro territorio proprio di quei piccoli tesori preziosi che le nostre intelligenze hanno creato. Come rendere possibili strategie di exit che mantengano nel nostro Paese il valore generato dalle startup? Questa domanda, in realtà, ha un collegamento non secondario con una questione che il Paese si trascina da decenni: la dimensione molto piccola (in media) delle nostre imprese. Le Pmi sono certamente un elemento vitale e indispensabile del nostro tessuto industriale. Ma se la struttura media delle imprese è troppo piccola, è difficile fare innovazione: in poche parole, si fa fatica ad investire sulla crescita. E uno dei modi più interessanti per crescere è l'acquisizione di startup innovative. In altre parole, il nostro Paese deve porsi il problema di come far crescere la dimensione delle imprese, tutte, incluse le startup. È questo il punto centrale: far crescere la dimensione media delle imprese, oltre a uno strumento utile in sé, costituisce anche una forma di accompagnamento e di possibile supporto all'exit delle startup. Favorire la nascita di startup nel tessuto imprenditoriale attuale significherebbe mettere in campo un'iniziativa zoppa, sicuramente meritoria, ma incapace di incidere in modo sistemico e lungimirante.
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