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Perché Mosca e Kiev vanno allo scontro diplomatico a Roma

Ambasciata Russa Ucraina

Duro botta e risposta tra l’ambasciata russa e l’ambasciata ucraina in Italia, con quest’ultima che attacca le autorità italiane. Sullo sfondo le iniziative filorusse in varie città italiane che hanno sollevato una bufera di polemiche 

Una dura e cruenta battaglia diplomatica è in corso tra l’Ambasciata ucraina e l’Ambasciata russa. Il teatro è Roma. Ad accendere la miccia le polemiche che da una decina di giorni stanno infiammando i social e travolgendo alcune amministrazioni comunali di città del centro nord, tra cui Modena, Bologna, Latina, Lucca.

Il botta e risposta delle ultime ore tra le due sedi diplomatiche in Italia ha come oggetto del contendere appunto l’evento programmato a Modena sulla ‘ricostruzione’ di Mariupol, in programma il 20 gennaio e che non si terrà più nella sala civica, dopo che la Giunta comunale ne ha revocato la concessione.

COSA HA SCRITTO L’AMBASCIATA RUSSA

La rappresentanza russa in un messaggio sui propri canali social ha postato “scene di vita tranquilla da una Mariupol liberata”, accusando le autorità italiane di “posizione ambigua se non vile” e di “soccombere alle pressioni del regime di Kiev”. In un post su Telegram, l’Ambasciata afferma che “suscita perplessità la posizione ambigua, per non dire vile, delle autorità italiane, che in un primo momento concedono gli spazi necessari per l’allestimento della mostra dal titolo ”La rinascita di Mariupol” a Modena, per poi soccombere alle pressioni della ‘polemica’ e del marcio regime oligarchico ucraino rappresentato dal temibile ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk il ”Terribile”, e tornare indietro su una decisione già presa”.

LE DURE ACCUSE DELLA RAPPRESENTANZA RUSSA ALLE AUTORITA’ ITALIANE

“Sorge un ragionevole dubbio – si legge nel post russo – su chi dipenda davvero da chi: è forse Kiev, che come sostengono gli autorevoli esperti occidentali non resisterebbe nemmeno una settimana senza il sostegno dell’Occidente (Italia compresa) a dipendere da Roma? O è forse Roma in realtà a dipendere da Kiev, la quale non ha proprio nulla da offrire al di là dell’ideologia nazista di Stepan Bandera e di una tracotanza e ingordigia che non conoscono limiti? Altrimenti come si spiega il fatto che gli ucraini dettino legge alle autorità e al popolo italiano per quanto riguarda gli eventi sociali e culturali ai quali si deve partecipare, e quelli a cui non si deve partecipare, o per quanto riguarda quali produzioni mettere in scena e quali invece ostacolare, quali artisti e musicisti invitare e di quali invece deve essere annullato lo spettacolo?

Se all’interno dell’opinione pubblica italiana già da tempo circola la convinzione che molte decisioni vengano prese in via Veneto, evidentemente oramai si può anche affermare con certezza che le autorità italiane, sia centrali che locali, sono obbligate a tenere in considerazione per qualunque questione l’opinione dell’Ambasciata Ucraina, situata… a proposito, ma dove è situata? Come mai non è ancora diventata una delle principali attrazioni turistiche della città, e della politica, di Roma?”

LA RISPOSTA DELL’AMBASCIATA UCRAINA

In una nota inviata all’Adnkronos, l’Ambasciata ucraina ha così risposto: “Il cinico post dell’AMBASCIATA russa a Roma riguardo alla ‘ricostruzione’ della città ucraina di Mariupol devastata dall’esercito russo è nient’altro che un altro tentativo vergognoso di manipolare l’opinione pubblica e un atto sfacciato di mancanza di rispetto nei confronti della volontà del popolo italiano di non farsi coinvolgere nella propaganda russa nel proprio paese”.

La rappresentanza di Kiev avverte: “Tutto ha i suoi limiti, e ciò si applica anche alla menzogna e al nichilismo russi. Nel suo post, la missione russa ha ‘dimenticato’ di menzionare le azioni della Russia: l’assedio della città, i massici bombardamenti, le sparatorie, le torture, le violenze sessuali contro la popolazione civile e la deportazione forzata dei bambini ucraini, quelli sopravvissuti, nel territorio della Federazione Russa”.

RAPPRESENTANZA KIEV: “NON C’E’ POSTO PER MANIPOLAZIONI RUSSE NELLA DEMOCRATICA ITALIA”

L’Ambasciata ricorda che “quella che un tempo era una città fiorente e moderna, Mariupol, la Russia l’ha trasformata in cenere e ora cerca di giustificare pubblicamente la propria politica genocida con le menzogne e gli attacchi arroganti verso gli altri”. Ma, chiosa, “la dittatura manipolativa russa non ha posto nella democratica Italia!”. Nei giorni scorsi, l’ambasciatore ucraino a Roma aveva già denunciato una serie di eventi culturali ‘filorussi’ – oltre che a Modena, anche a Lucca, dove è prevista la presenza in videocollegamento del cosiddetto ‘ideologo di Putin’ Alexander Dugin, e a Milano – avvertendo che l’Italia “sta diventando vittima di manipolazioni del Cremlino, con l’obiettivo di seminare discordia tra i popoli e i Paesi e distogliere l’attenzione dai cinici bombardamenti russi di obiettivi civili”.

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