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25 Novembre: giornata contro la violenza sulle donne

25 Novembre: giornata contro la violenza sulle donne

Insieme per la giornata contro la violenza

25 Novembre: Giornata internazionale contro la violenza contro le donne. La giornata condanna una violazione dei diritti umani. Intesa come una conseguenza della discriminazione contro le donne, dal punto di vista legale e pratico.

Rafforzare pace e sicurezza

La violenza contro le donne influisce negativamente e rappresenta un grave ostacolo nell’ottenimento di obiettivi cruciali. Come l’eliminazione della povertà e il rafforzamento della pace e della sicurezza. La carenza di risorse da destinarsi all’eliminazione della violenza contribuisce a far sì che questo fenomeno persista. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile offrono grandi possibilità, ma necessitano di finanziamenti per apportare cambiamenti reali e significativi.

Dal 1981, gli attivisti dei diritti delle donne hanno segnato il 25 novembre come un giorno contro la violenza. In ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche nella Repubblica Dominicana. Successivamente, il 20 dicembre 1993 l’Assemblea Generale, con la risoluzione 48/104, ha adottato la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne.

Raggiugere l’uguaglianza

In questo contesto, nel 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale contro la violenza contro le donne. Ha invitato governi, organizzazioni internazionali e ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare. La disuguaglianza di genere ancora persiste in tutto il mondo. Raggiungere l’uguaglianza e l’emancipazione del genere femminile richiederà sforzi più vigorosi per contrastare una discriminazione basata sul genere profondamente radicata.

Raggiungere l’uguaglianza di genere aiuta a prevenire i conflitti e gli alti tassi di violenza contro le donne. Una delle maggiori sfide agli sforzi per prevenire e porre fine alla violenza contro le donne in tutto il mondo è la mancanza di finanziamenti. Di conseguenza, le risorse per iniziative volte a prevenire e porre fine alla violenza contro le donne sono gravemente carenti.

Quali sono i segnali che indicano che una donna è vittima di violenza di genere

«I segnali possono essere di natura fisica, psicologica o essere intuiti da atteggiamenti bizzarri e incoerenti.

La presenza di ferite, lividi o altri segnali sul corpo, ricorrenti e spiegati con reticenza sono sicuramente un indicazione. Poi ci sono i segnali più psicologici: cambiamento dell’umore, tendenza a spaventarsi anche di fronte a stimoli apparentemente neutri, diffidenza verso chi fa domande, ritiro e isolamento sociale anche rispetto alle persone più significative come genitori e cari amici. L’isolamento sociale ha la doppia funzione: di accondiscendere le richieste del partner violento che spesso spinge a isolarsi. Di nascondere agli altri (e a se stesse) i segni e la gravità di quello che accade e di cui ci si vergogna.» spiega Mattioli.

Ecco un pratico elenco per aiutarci a riconoscere le manifestazioni più diffuse di violenza di genere

  1. Violenza giustificata dalla semplice appartenenza al genere femminile
  2. Linguaggio sessista
  3. Disuguaglianza uomo e donna
  4. Violenza che inizia nella maggior parte dei casi con quella di tipo psicologica
  5. Offese, minacce e umiliazioni
  6. Aggressioni fisiche
  7. Aggressioni sessuali
  8. Controllo costante e stalking
  9. Generazione di senso di colpa della vittima
  10. Isolamento sociale
Dipendenza affettiva: perché la vittima non si allontana dal proprio carnefice

«Spesso si tratta di relazioni caratterizzate dalla dipendenza affettiva. Il partner che poi si rivela violento è stato inizialmente (e lo è generalmente dopo ogni episodio violento) amorevole e premuroso e c’è la difficoltà di integrare i due atteggiamenti. È come se di fronte all’atteggiamento affettuoso la donna si dimenticasse che è la stessa persona che le ha fatto del male, tendendo a giustificare i motivi della violenza o attribuirsene la responsabilità.» Ma perché non si denuncia? «Molte volte non si denunciano le violenze proprio perché si ritiene di averle in qualche modo provocate. Non si denuncia anche per la paura di ulteriori ritorsioni, per non rendere di dominio pubblico il problema, per la difficoltà di ammettere con le persone care di aver sbagliato, soprattutto nelle scelte fatte contro il parere della famiglia o delle amiche, altre volte per la paura di non essere credute, per la scarsa fiducia nella possibilità di essere aiutate.» afferma la dott.sa Mattioli.

La violenza è un fenomeno trasversale

«Secondo alcune ricerche il livello di istruzione potrebbe avere un ruolo inversamente proporzionale sul rischio di subire violenza da un partner, ma i risultati non sono univoci. In linea generale – continua l’esperta – si può dire che non ci siano sostanziali differenze, che la violenza sia un fenomeno trasversale che riguarda indistintamente le persone a prescindere dal livello di studi raggiunto e dal ceto sociale, sia per quel che riguarda la vittima che il carnefice. Lo stesso si può dire per l’età, anche se la maggior parte dei casi si concentra in una fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni

Aumenta la consapevolezza, aumentano le richieste di aiuto

«Negli ultimi anni sono di più le donne informate, consapevoli di essere in una relazione pericolosa ma non sanno come uscirne – racconta Mattioli – Poi vi sono donne che chiedono aiuto per altri aspetti e sono meno consapevoli. In questi casi viene sollecitata l’attenzione sugli atteggiamenti del partner, per esempio le richieste di esclusività e di allontanamento dalle persone significative. Gli psicologi cercano di stimolare la presa di consapevolezza del proprio bisogno di dipendenza che è quello che maggiormente ostacola il distacco da un partner violento che in certi momenti viene percepito come molto protettivo.»

Violenza psicologica: come riconoscerla e come contrastarla

Secondo l’analisi svolta a maggio, confrontando i dati del lockdown con quelli dello stesso periodo del 2019, si può osservare un aumento del 65% nelle ricerche finalizzate a scoprire quali sono i segnali per riconoscere se si è vittima violenza psicologica. È molto importante non trascurare tale fenomeno.

 

About Francesca Dessì

Ho 23 anni e una grande voglia di mettermi in gioco

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