Il progetto sui batteri “mangia plastica” ideato da un team tutto al femminile dell’Università di Milano-Bicocca, guidato da Jessica Zampolli e diretto dalla professoressa Patrizia Di Gennaro
Liberare i rifiuti organici dai residui di plastica a base di polietilene grazie ai batteri in grado di ‘digerirla’. È l’obiettivo di Micro-Val (Microrganismi per la VALorizzazione di rifiuti della plastica); il progetto ideato da un team tutto al femminile dell’Università di Milano-Bicocca, guidato da Jessica Zampolli, assegnista di ricerca presso il laboratorio di Microbiologia diretto dalla professoressa Patrizia Di Gennaro del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze.
Infatti, si tratta del quarto progetto lanciato quest’anno da Biunicrowd, il programma di finanza alternativa dell’Ateneo, promosso per consentire a studenti; ex studenti, docenti; ricercatori e dipendenti di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi su Produzioni dal basso; prima piattaforma di crowdfunding e social innovation.
“Una soluzione per la riduzione di queste plastiche che contaminano i rifiuti organici urbani; spiega Jessica Zampolli; è la rottura e la trasformazione delle catene del polimero. Questo processo può avvenire grazie all’utilizzo di microrganismi(batteri) in grado di biotrasformare e biodegradare; almeno parzialmente; il polietilene”. Micro-Val si articolerà in due fasi. Le prove in laboratorio serviranno a studiare le proprietà dei batteri mangia-plastica; e a valutarne la loro efficacia per liberare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu); dalla componente di rifiuto indesiderato, costituita per lo più da polietilene (circa 5%).
Nella seconda fase, il team di ricerca verificherà la possibilità di applicare il trattamento biologico per uno scale-up in un impianto; in collaborazione con un’azienda leader nel settore del il riciclo di rifiuti. Il progetto prevede anche lo sviluppo di un’applicazione per smartphone; che fornirà consigli all’utente nello svolgimento della raccolta differenziata, permettendo a ogni cittadino di contribuire all’ambizioso obiettivo del team di ricerca.