21 agosto 2019 - 23:05

Google dice di sapere di cosa è morto Buttarelli (anche se l’informazione non è pubblica)

Il motore di ricerca restituisce una risposta secca sul decesso del Garante europeo della protezione dei dati. Non ci sono, però, pagine che confermano che sia corretta e il diretto interessato e la famiglia non hanno mai avuto intenzione di rendere la notizia pubblica

di Martina Pennisi

Google dice di sapere di cosa è morto Buttarelli (anche se l'informazione non è pubblica)
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La privacy e la riservatezza del Garante europeo per la privacy sono state violate. Proprio nel giorno della morte del magistrato che da più di 20 anni si occupava con competenza e dedizione della protezione dei dati personali, se un utente qualsiasi digitava su Google «Giovanni Buttarelli causa morte» poteva vedere scritto a chiare lettere il nome di una malattia. Peccato che l’informazione non fosse pubblica — come non lo è tuttora, motivo per cui non la scriviamo in queste righe.

Tradotto: non se ne trova traccia da nessuna parte — siti web, giornali, blog — perché come confermano fonti vicine alla famiglia di Buttarelli al Corriere «la causa del decesso è un’informazione riservata e personale di cui hanno preferito non parlare e a proposito della quale non avevano mai fatto cenno in precedenza».

Come faceva Google a sapere della malattia? Perché l’ha resa pubblica? Perché ha dato l’informazione come certa senza linkare alcuna fonte e in assenza di conferme? Abbiamo posto le domande all’azienda californiana che ha risposto così: «In seguito alla presa in carico della segnalazione stiamo intervenendo per sistemare il risultato. Ci dispiace per l’accaduto». In parole povere: non sa cosa sia successo, ma risolverà il problema.

L’informazione (rimossa nella notte fra il 21 e il 22 agosto) era visibile nel cosiddetto «snippet in primo piano» (vedi il riquadro foto in alto), formato che BigG ha cominciato a spingere con convinzione per provare a dare agli utenti la risposta che cercano senza obbligarli a cliccare su uno dei link delle pagine che indicizza ed elenca. L’avrete visto comparire più volte cercando l’ora esatta o in risposta a quesiti sul meteo o sull’età di qualcuno. Che tempo fa oggi a Milano? 31 gradi. Quanti anni ha Millie Bobby Brown? 15 anni. Qual è l’isola greca più bella? Santorini (seguita da una lista e dal link del sito che ha fatto classifica).

Risposte secche e immediate, che secondo i dati di Jumpshot relativi agli Stati Uniti hanno reso il motore di ricerca una sorta di motore di risposta: ormai al 50 per cento delle domande non corrisponde alcun clic successivo. Tutto molto comodo, lato utente soprattutto se si consulta Google da smartphone e lato Mountain View molto utile alla causa dell’Assistente vocale, che quando viene interrogato a voce deve dare una sola risposta.

Però: Google dove pesca le informazioni che poi decide di evidenziare, pur chiarendo che non vanno intese come fonte unica? Dalle pagine che indicizza e, come detto, anche mentre scriviamo non ce n’è alcuna in lingua italiana o in lingua inglese che abbia un testo con il nome e il cognome di Buttarelli e un riferimento alla sua malattia. C’è solo un quasi omonimo Giuseppe Buttarelli che nel 2018 «ha perso la sua battaglia». Mentre facevamo le nostre ricerche è comparsa una citazione su Wikipedia nella pagina Deaths in 2019, che però segnala come fonte l’articolo di un giornale italiano che al suo interno non ha il nome della malattia.

C’è un altro quesito da porre: anche se ci fosse stata una citazione e una conferma del problema di salute, perché Google, che ovviamente non agisce manualmente ma in modo automatico, dà per scontato che sia stata la causa della morte? Sembra un dettaglio, ma non lo è. Facciamo un esempio: la conduttrice e inviata delle Iene Nadia Toffa ha parlato apertamente del suo tumore e giornali e siti Internet ne hanno scritto per mesi. Quando è venuta a mancare, martedì 13 agosto, è stata pubblicata ovunque la notizia del decesso e il suo contesto. L’algoritmo di Google aveva entrambe le informazioni: sapeva del tumore e a un certo punto, a una determinata ora di un determinato giorno, è stato in grado di evidenziare che è stato la causa del decesso di Toffa. Infatti lo scrive nello snippet e linka uno degli articoli in merito. Il caso di Buttarelli, insostituibile paladino della privacy, è andato diversamente.

L’articolo è stato aggiornato giovedì 22 agosto con la notizia della rimozione da parte di Google del box con il nome della malattia.

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