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Flavio Secchi

“A gente che non sente”: ritorna Rāmprasād Flavio Secchi

Il nuovo singolo che inaugura il suo nuovo percorso artistico di Secchi che affonda le radici nella musica di matrice afroamericana. Il brano (presto su tutte le piattaforme di streaming online) analizza il periodo di lockdown conseguente alla pandemia da Covid-19 ed è accompagnato da un video pubblicato sulla piattaforma YouTube.

Rāmprasād Flavio Secchi prosegue il suo cammino di ricerca artistica e professionale e pubblica il brano A gente che non sente, composizione che affonda le sue radici nella musica rap e hip hop interamente suonato e arrangiato dall’artista di Capoterra con la collaborazione del produttore e musicista Massimo Satta che ne ha curato il mastering.

“A gente che non sente” vede Secchi cimentarsi con il campionatore Roland SP404SX, marchio di fabbrica dell’hip hop e del beatmaking, a cui è approdato dopo un intenso periodo di studio e ricerca artistica.

Il brano racconta e analizza il periodo di quarantena da Covid-19, analizzato e filtrato dal suo sguardo e tradotto dalla sua penna. Al suo interno vengono raccontati personaggi e storie incontrati durante il periodo di quarantena sui social network e vengono declinate in musica tutte le innumerevoli suggestioni percepite.

E se è vero che ogni composizione racchiude in sé un obiettivo, in questo caso Secchi si pone come scopo principale quello di avvicinare le persone, per far sentire tutti “sulla stessa barca”, accomunati dalla stessa condizione di incertezza, e salvati dalla stessa soluzione: stare a casa e limitare il più possibile le occasioni di contagio. La tanto agognata salvezza, soprattutto ora, dipende dalla responsabilità di tutti, e mai come in questo momento si ha avuto la presa di coscienza netta che dalle scelte del singolo può dipendere la vita di tutti.

“Ho pensato di realizzare un video molto casalingo – racconta Flavio Secchi – riproponendo le quotidiane immagini con le quali intratteniamo contatti e relazioni in questo delicato e inedito momento storico: quello delle videochiamate. Ci siamo abituati a incontrare l’altro attraverso uno smartphone, e ognuno di noi entra quotidianamente in altre abitazioni, senza trucco, ma decisamente più sinceri e reali. E tutti cantano le parole della canzone, non solo io. Non è la riflessione di un autore verso un pubblico. E’ la riflessione di tutti. Non c’è pubblico e artista. Ci son persone chiuse in casa, confinate da un pericolo che non ha fatto figli e figliastri, fin troppo democratico. Da alcuni mali i ricchi si salvano. Dal covid no. Ho raccolto con grande sorpresa e gioia la partecipazione di tanti amici artisti (Francesca Corrias, Stefania Secci Rosa, Andrillo, Lavinia Viscuso, solo per citarne qualcuno) e da tante persone che hanno sentito affinità con il progetto. Sono molto contento della loro partecipazione.”

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