Quasi un italiano su due teme di non avere soldi abbastanza per provvedere alla cura di sé in vecchiaia, quando potrebbero presentarsi necessità di assistenza. Il dato (44% è la quota precisa) emerge dall'ultima ricerca dell'Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare. La "non-autosufficienza" si pone dunque come un "problema gravoso anche per le stesse finanze personali. Al punto da nutrire forti dubbi sulla capacità di far fronte alle spese con i propri risparmi".
I numeri del Censis, d'altra parte, danno consistenza al fenomeno: secondo l'istituto sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia, vale a dire il 5,5% della popolazione. Tra questi, le persone con una condizione di non autosufficienza grave, costrette in modo permanente a letto, su una sedia a rotelle o comunque confinate nella propria abitazione per impedimenti fisici o psichici, superano gli 1,4 milioni. Il costo per l'assistenza di queste persone viene scaricato all'interno dei nuclei familiari: sempre il Censis dice che 910.000 famiglie italiane si sono dovute autotassare per far fronte al costo privato dell'assistenza e altre 561.000 hanno già utilizzato i propri risparmi, arrivando anche a indebitarsi.
Secondo Reale Mutua, che preme ovviamente perché ci si cauteli attraverso una polizza, la risposta degli italiani di fronte a questi problemi arriva ad esser drastica: il 56% si rivolgerebbe ai sussidi messi a disposizione dal sistema di welfare pubblico, come l'assegno di accompagnamento, mentre il 49% attingerebbe fino in fondo ai propri risparmi. Non manca chi pensa, qualora i soldi non bastassero, che si debbano vendere i propri beni, come l'abitazione (il 19%), mentre un ulteriore 11% arriverebbe a indebitarsi, chiedendo un prestito alla propria banca o ai familiari.
I numeri del Censis, d'altra parte, danno consistenza al fenomeno: secondo l'istituto sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia, vale a dire il 5,5% della popolazione. Tra questi, le persone con una condizione di non autosufficienza grave, costrette in modo permanente a letto, su una sedia a rotelle o comunque confinate nella propria abitazione per impedimenti fisici o psichici, superano gli 1,4 milioni. Il costo per l'assistenza di queste persone viene scaricato all'interno dei nuclei familiari: sempre il Censis dice che 910.000 famiglie italiane si sono dovute autotassare per far fronte al costo privato dell'assistenza e altre 561.000 hanno già utilizzato i propri risparmi, arrivando anche a indebitarsi.
Secondo Reale Mutua, che preme ovviamente perché ci si cauteli attraverso una polizza, la risposta degli italiani di fronte a questi problemi arriva ad esser drastica: il 56% si rivolgerebbe ai sussidi messi a disposizione dal sistema di welfare pubblico, come l'assegno di accompagnamento, mentre il 49% attingerebbe fino in fondo ai propri risparmi. Non manca chi pensa, qualora i soldi non bastassero, che si debbano vendere i propri beni, come l'abitazione (il 19%), mentre un ulteriore 11% arriverebbe a indebitarsi, chiedendo un prestito alla propria banca o ai familiari.