31 ottobre 2017

L'impossibilità matematica di fermare l'invecchiamento

La selezione naturale non potrebbe fermare il processo d'invecchiamento degli organismi multicellulari perché l'eliminazione delle maggior parte delle cellule non più funzionali favorirebbe la proliferazione di cellule tumorali, mentre eliminare le cellule tumorali porterebbe all'accumulo di quelle che non funzionano più. E' questo il circolo vizioso scoperto grazie a un modello matematico(red)

Cento, centodieci, c'è chi dice addirittura centotrent'anni: saranno questi i limiti del longevità umana delle prossime generazioni, grazie ai continui progressi della medicina e al miglioramento delle condizioni di vita. Ma chi già pensa alla prospettiva di una futura immortalità: la matematica dimostra che è impossibile non invecchiare.

A scriverlo sono i ricercatori della Università dell'Arizona, guidati da Joanna Masel e Paul Nelson in un articolo apparso sui "Proceeedings of the National Academy of Sciences". Stando al loro studio, infatti, per gli organismi multicellulari, come noi, sarebbe matematicamente impossibile arrestare il processo di invecchiamento.

L'impossibilità matematica di fermare l'invecchiamento
Image Source/AGF
La questione non è oziosa: l'attuale comprensione dell'evoluzione dell'invecchiamento lascia aperta la possibilità che possa essere fermato, se solo la scienza trovasse un modo per rendere perfetta la selezione tra gli organismi.

Una via dell'evoluzione verso l'immortalità, in linea teorica, potrebbe essere quella di utilizzare la competizione tra le cellule per eliminare quelle non più funzionali, lasciando le altre cellule intatte. Ma la soluzione non può essere così semplice, argomentano gli autori.

Quando l'organismo invecchia, a livello cellulare accadono due cose. La prima è che la maggior parte delle cellule rallenta le proprie funzioni, che a poco a poco vengono meno: per esempio, i capelli diventano bianchi perché le cellule smettono di produrre pigmento. L'altra è che un'esigua minoranza di cellule aumenta il proprio tasso di crescita, favorendo la formazione di cellule tumorali, anche se non produrranno mai sintomi. Masel e Nelson hanno scoperto che questi due fenomeni opposti portano a un circolo vizioso.

"Se
riuscissimo a disfarci delle cellule scarsamente funzionanti, allora le cellule tumorali prolifererebbero, mentre se riuscissimo a disfarci delle cellule tumorali si accumulerebbero quelle non funzionanti, e non è possibile fare entrambe le cose contemporaneamente", spiegano.

"Alcuni studiosi si sono chiesti perché la selezione naturale non abbia ancora eliminato il processo di invecchiamento", aggiungono i ricercatori. "Noi rispondiamo che non è una questione di evoluzione: non può essere fatto né dalla selezione naturale né da nient'altro: la matematica spiega che prima o poi qualcosa inizia ad andare storto, e cercare di porrviun rimedio non fa che peggiorare le cose".

Dunque l'invecchiamento si può rallentare, ma non si può fermare: è il prezzo da pagare per essere degli organismi multicellulari.