Veneto, 30 agosto 2017 - 08:12

Razzismo in ristorante a Cortina
Critiche alla cameriera di colore,
TripAdvisor rifiuta la censura
Ma il giorno dopo ci ripensa e la toglie

Il giudizio: «Non apprezzo africana in costume ampezzano». Lo sconcerto dei ristoratori

shadow

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) «Il ristorante? Un posto incantevole, ma sinceramente non ho apprezzato che a servire, con un costume ampezzano, fosse una persona di colore». Lo ha scritto proprio così, letteralmente, su TripAdvisor, l’utente Fabio C. di La Spezia (nick di Fabio Cenerini, capogruppo della Lista Toti in consiglio comunale a Spezia), venuto a cena a fine agosto nel ristorante El Brite de Larieto, graziosa malga con agriturismo subito sopra Cortina. E’ stato servito da Suaila Sà, ventiseienne, originaria del Guinea Bissau, che vive a Verona da molti anni. E qualcosa non gli è piaciuto: la cameriera. Postando subito la sua critica su Tripadvisor. Un commento che i titolari hanno chiesto al portale di rimuovere, ma che Tripadvisor ha voluto mantenere. Almeno fino a mercoledì mattina, quando Tripadvisor ha fatto marcia indietro ed eliminato il commento.

Ma andiamo con ordine. Quando i titolari di El Brite di Cortina hanno letto la recensione su Tripadvisor hanno stentato a crederci. La loro colpa, secondo il cliente, sarebbe stata di avere consentito alla cameriera, unica tra i dipendenti di origini africane, di indossare un costume etnico ispirato ai vestiti tradizionali delle Alpi. «Inappropriato», evidentemente, per il colore della pelle. Succede anche questo nell’estate 2017, in cui un albergo svizzero è balzato al (dis)onore delle cronache per avere invitato con un cartello «i clienti ebrei a farsi la doccia» prima di entrare in piscina.

«Non ho apprezzato una persona di colore a servire con costume parzialmente ampezzano», aveva scritto Cenerini su Tripadvisor. «Se fossimo in un ristorante internazionale a Milano sarebbe diverso, ma sarebbe come andare in Marocco e in un ristorante tipico invece di trovare un marocchino che serve in sala ci trovassi un tedesco biondo vestito da marocchino». E’ di poche settimane fa la notizia della guest house di Santa Maria, nei pressi di Tropea, che a una coppia di uomini aveva scritto: «Qui non si accettano né animali, né gay». Poi il proprietario aveva precisato: «Mi scuso se posso sembrare troglodita».

In questa storia cortinese, invece, nessuno inizialmente si scusa per il commento basato, incredibilmente, sul colore della pelle della cameriera. Non lo fa Cenerini, politico ligure e utente con all’attivo ottantacinque recensioni sul popolare sito di recensioni turistiche e gastronomiche. In un primo momento non lo fa nemmeno TripAdvisor, salvo poi ripensarci il giorno dopo ed eliminare il commento. «Se vado a mangiare in un ristorante cinese vorrei che fossero cinesi a servirmi a tavola. È una questione di contestualizzazione», dice.

Quando Giuliana, Ludovica e Riccardo Gaspari, famiglia proprietaria del ristorante ampezzano - che ha tra i suoi collaboratori un lavapiatti cingalese, due ucraini, una moldava, un tunisino, una siciliana, in un’atmosfera di allegra diversità etnica all’ombra dei larici delle Dolomiti - hanno letto la recensione, l’hanno immediatamente segnalata al sito web. Esiste infatti una sezione fatta per sottoporre al giudizio dei gestori del portale recensioni “inappropriate, incitazioni all’odio, pregiudizi”.

TripAdvisor, in modo sorprendente, in prima istanza aveva risposto così: «A seguito della segnalazione, abbiamo completato la nostra indagine. La recensione rispetta le nostre linee guida. La nostra community è globale e multi culturale. Proprio perché si tratta di un contesto unico e diversificato, certi modi di dire, termini in gergo o frasi che possono essere considerate ingiuriose per qualcuno, possono non esserlo per altri. Dato che conforme alle nostre linee guida, la recensione rimarrà pubblicata». Dunque, seguendo l’ardita logica della risposta, siccome un commento discriminante su base razziale come quello dell’utente Fabio C. può risultare ingiurioso “per qualcuno”, ma non “per altri”, non si deve fare niente. Poi, però, a distanza di qualche ora, il sito web fa retromarcia. TripAdvisor ci ripensa. Il sito, fa sapere in una nota, «rivede la decisione» di non censurare il commento. «Abbiamo un team dedicato il cui compito è quello di analizzare le recensioni segnalateci e che lavora duramente per far rispettare le linee guida in vigore. In questo caso, dopo aver rivisto la nostra decisione iniziale, siamo giunti alla conclusione che la recensione non era conforme alle nostre linee guida ed è stata quindi rimossa», spiegano i gestori italiani di TripAdvisor. Cancellato il post, dunque.

E l’autore del commento, Fabio Cenerini, spiega: «Non ho detto niente di razzista, forse quelli del ristorante hanno utilizzato il polverone di polemiche per farsi pubblicità. Non è razzismo - ribadisce il consigliere comunale spezzino - . Come ho scritto nella recensione confermo che si tratta solo di una questione di tipicità. Io vado anche in un ristorante marocchino e lì voglio trovare i marocchini e non gli italiani, per questo sarei considerato razzista contro gli italiani? Quando si va in Alto Adige o in Trentino o a Cortina ci si aspetta una donna “modello Heidi”».

Ma a esserci rimasti molto male per il commento di Cenerini, oltre a Suaila Sà, la diretta interessata, sono i proprietari del locale. «Al Brite de Larieto siamo tutti uguali. Da sempre assumiamo le persone per la loro competenza e qualità professionale, non certo per le loro origini. La nostra collaboratrice è molto brava, siamo felici che sia con noi. Che cosa avremmo dovuto fare, costringerla a essere l’unica a non vestire in stile tirolese perché è di colore? Restiamo sconcertati che possano esistere ancora persone che considerano l’origine etnica un problema». Eppure succede, anche a Cortina. Non più tardi di un mese fa, una cliente si era lamentata perché la cameriera di un altro ristorante della stessa proprietà, il SanBrite, spiegava le pietanze con accento meridionale. E sempre su TripAdvisor aveva scritto: «Ogni piatto viene spiegato da una cameriera che non è del luogo e non sa cosa siano i knoedel». Degli gnocchi di pane si occupino esclusivamente i ladini, insomma. E gli africani stiano lontani dai vestiti locali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA