Think tank e fondazioni, dove non arrivano i partiti Partiti in crisi

Con i partiti in crisi economica e di credibilità, cresce il ruolo di fondazioni e associazioni politiche. Quali sono e come agiscono.

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La politica italiana vive un periodo di forte transizione.
Al centro di questa transizione ci sono i partiti, snaturati dalla loro funzione di aggregazione e formazione politica, e in forte crisi economica.

Cogito ergo sum 2018

Il vuoto generato ha fatto sì che la condivisione di idee sulla “cosa pubblica”, tratto caratteristico proprio dei partiti, necessitasse di una nuova “casa”. Per rispondere a questa esigenza negli anni abbiamo testimoniato la crescita di think tank, fondazioni e associazioni politiche. Strutture che sono accomunate dalla presenza di politici negli organi apicali, dal desiderio di diventare dei forum in cui discutere e formare una nuova classe politica e dalla volontà di instaurare dei processi di policy making.

121 le strutture tra think tank, fondazioni e associazioni politiche che abbiamo censito dal 2015 a oggi.

Perché ne dobbiamo parlare

Think tank, fondazioni e associazioni sono diventati il primo passo per fare politica, o per iniziare un percorso di affermazione politica al livello nazionale o locale. L’ascesa politica di Matteo Renzi e della sua fondazione Open ne è stato un perfetto esempio. Una struttura parallela al partito di appartenenza, in questo caso il Partito democratico, utilizzata per raccogliere fondi, organizzare eventi e aggregare la base elettorale. Si tratta del caso più noto a livello mediatico, ma gli esempi negli ultimi anni sono stati numerosi: dalla fondazione Change di Giovanni Toti che ha accompagnato la sua elezione a governatore della regione Liguria, a Primavera Italia di Alessandro Cattaneo.

Non rappresentano solo un modo per affermarsi politicamente, ma anche un strumento per tessere rapporti trasversali tra partiti. Nel 2013 l’arrivo del governo Letta, nato da un accordo post elettorale centrosinistra-centrodestra, vedeva la presenza di numerosi ministri appartenenti alla fondazione Vedrò: avversari nel campo della politica che avevano già stabilito rapporti personali in una fondazione.

Associazioni che possono diventare anche il terreno “neutrale” in cui instaurare relazioni con rappresentanti del mondo accademico, politico e giornalistico. L’ultimo esempio in ordine di tempo è la kermesse SUM, organizzata dall’associazione Gianroberto Casaleggio, in cui Davide Casaleggio, esponente di spicco del Movimento 5 stelle, ormai da due anni mette assieme vari esponenti del dibattito politico pubblico. Il Movimento stesso, non essendo un partito nel senso ufficiale del termine, basa la stragrande maggioranza della sua organizzazione su una rete di associazioni.

Il M5s non essendo un partito nel senso stretto del termine, basa tutta la sua organizzazione su una rete di associazioni.

Analizzando questo mondo possiamo anche dare un senso a domande apparentemente senza risposta. Il neonato governo 5stelle-Lega vede al suo interno Luciano Barra Caracciolo come sottosegretario del ministro Savona agli affari europei. Magistrato con incarichi passati da consigliere giuridico nei governi Berlusconi e Dini, per molti la nomina nel governo Conte è stata inaspettata. Uno dei fattori che può aver contribuito è la presenza dello stesso Barra Caracciolo in a/simmetrie, associazione guidata da Alberto Bagnai (senatore leghista, presidenze della commissione finanza), e di cui fa parte proprio Paolo Savona. Paolo Savona stesso, per anni lontano da ruoli politici, anche grazie ai suoi numerosi incarichi in associazioni e fondazioni politiche, è riuscito a mantenere quelle relazioni che hanno contribuito alla sua nomina nel governo Conte.

5 sono le fondazioni o associazioni politiche di cui fa parte Paolo Savona. Solo Giulio Tremonti ha registrato un dato più alto, 6.

Non solo, la mappa delle relazioni che si crea attraverso la rete di fondazioni e associazioni politiche è utile per meglio analizzare elezioni o nomine a incarichi pubblici. Recentemente il parlamento ha eletto Luca Antonini, membro della fondazione Magna Carta, come giudice della corte costituzionale, confermando come queste strutture rappresentino un luogo centrale per affermarsi. E ancora, Marcello Foa, recentemente indicato come presidente del Cda Rai dal governo Conte, è attualmente il vicepresidente di a/simmetrie.

I numeri del fenomeno

Delle 121 strutture che abbiamo censito dal 2015 a oggi, sono 101 quelle ancora attive con un sito web, o che hanno partecipato alla nostra indagine conoscitiva. Oltre il 52% delle realtà nasce o come corrente di partito o come progetto di aggregazione politica. Un’aggregazione che può essere sia spinta da una specifica ideologia, il caso per esempio del Centro studi del pensiero liberale vicina a Silvio Berlusconi o di Europa 21 secolo di Tommaso Nannicini, che dal desiderio di un leader politico di creare un suo progetto autonomo, come ad esempio Futura di Laura Boldrini o DemA del sindaco De Magistris.

Ognuna delle 101 strutture censite è stata classificata per tipologia di attività prevalentemente svolta.

FONTE: openpolis

Un altro 35% di queste realtà rientra in una definizione più standard di fondazione, accomunate cioè dallo svolgere attività di ricerca scientifica e accademica e dalla volontà di fare formazione politica. Qui abbiamo le strutture più note, come la fondazione Magna Carta di Quagliariello, Italianieuropei di Massimo D’Alema o la fondazione De Gasperi di Angelino Alfano. Infine l’11,88% delle strutture censite si occupano di policy making tematico, e sono attive su specifiche materie per cui cercano di contribuire al dibattito pubblico. Tra queste la fondazione Icsa (Intelligence culture and strategia analysis) del generale Tricarico e il Centro per un futuro sostenibile di Francesco Rutelli.

Poche le informazioni disponibili

Avendo meno obblighi di trasparenza rispetto ai partiti, le informazioni disponibili su queste strutture non sono molte. Per questo motivo cercare di mappare questo mondo risulta essere complesso. Il primo problema riguarda la quantità, e la qualità, delle informazioni disponibili. Lo statuto costitutivo, documento centrale per stabilire obiettivi, forma giuridica e soci fondatori, è reso disponibile online solo dal 45% delle 101 strutture. Per la stragrande maggioranza quindi una serie di nozioni per la comprensione del fenomeno non sono disponibili.

Man mano che ci si avvicina alle informazioni più importanti, aumenta la probabilità che le strutture decidano di non pubblicarle. Solo 19 i bilanci rintracciati (il 18,81%): Aspen Institute Italia, A/simmetrie, Associazione Casaleggio, Associazione Rousseau, Astrid, Centro studi politica internazionale, Fondazione Basso, Fondazione Change, Fondazione Di Vittorio (risalente al 2014), Fondazione Eyu, Fondazione Gramsci, Fondazione Nilde Iotti (risalente al 2014), Fondazione Open, Fondazione Sviluppo sostenibile, Human Foundation, Italia decide, Magna carta, P&R foundation e Symbola.

19 strutture pubblicano il bilancio sul proprio sito internet.

Altro elemento fondamentale per comprendere il peso di queste strutture è la presenza o meno di associati (soci che pagano una quota annuale di iscrizione per finanziare le attività della fondazione o associazione), e quella di finanziatori/donatori privati. L’elenco degli associati è reso disponibile online solo dal 6,93% delle strutture (7 su 101), mentre per l'elenco dei finanziatori/donatori privati la percentuale scende al 2,97% (3 su 101). Ovviamente il non pubblicare questo tipo di informazioni può anche voler dire il non avere associati o finanziatori privati.

Non essendoci obblighi particolari, quando le strutture decidono di essere trasparenti lo fanno in maniera diversa. Azioni di apertura che si devono comunque bilanciare con le normative della privacy attualmente in vigore. Se da un lato quindi l’associazione Rousseau pubblica solo le iniziali dei propri donatori, la fondazione Open non pubblica il nome e la donazione delle persone fisiche che non hanno esplicitamente autorizzato la diffusione dei loro dati

Sono state analizzate le informazioni pubblicate sui siti web ufficiali delle diverse strutture

FONTE: openpolis

Le fondazioni e associazioni vicine al governo Conte

Poco meno del 10% delle strutture analizzate ha all’interno dei suoi organi un membro del governo Conte.
In particolare 4 hanno legami più forti con l’esecutivo. La prima è a/simmetrie (presieduta dal senatore leghista e presidente della commissione finanze Alberto Bagnai) di cui fanno parte Paolo Savona, ministro agli affari europei, e Luciano Barra Caracciolo, suo sotto sottosegretario. Poi abbiamo Aspen Institute Italia, di cui fanno parte Enzo Moavero Milanesi e Paolo Savona, l’Associazione Rousseau, con il ministro Bonafede e il sottosegretario Di Stefano, e la fondazione Iustus, sempre con Paolo Savona e con il ministro Giovanni Tria.

strutturaesponente di spiccomembri del governo che ne fanno parte
a/simmetrieAlberto BagnaiPaolo Savona (Comitato scientifico) e Luciano Barra Caracciolo (Comitato scientifico)
Aspen Institute ItaliaGiulio tremontiPaolo Savona (vice presidente e nel comitato esecutivo) e Enzo Moavero Milanesi (comitato esecutivo)
Associazione RousseauDavide CasaleggioAlfonso Bonafede (responsabile di dipartimento) e Manlio Di Stefano (responsabile di dipartimento)
Fondazione IustusGiulio TremontiPaolo Savona (Comitato scientifico) e Giovanni Tria (Comitato scientifico)
Centro studio MachiavelliGuglielmo PicchiGuglielmo Picchi (membro del direttivo)
Fondazione CraxiMargherita BoniverGiovanni Tria (Comitato economico sociale)
IcsaLeonardo TricaricoPaolo Savona (Consiglio scientifico)
Magna CartaGaetano QuagliarielloGiovanni Tria (Comitato scientifico)
Think tank groupMassimo Colomban e Arturo ArtomVito Crimi (ex membro del Think tank)
Ugo La MalfaPaolo SavonaPaolo Savona (presidente onorario)

La galassia vicina alla Lega

Quattro tra le 101 strutture censite sono particolarmente vicine alla Lega. Alcune come a/simmetrie sono già emerse analizzando gli incarichi dei membri del governo Conte, altre invece hanno altri tipi di collegamenti.

A/simmetrie è stata fondata nel 2013 dall’economista Alberto Bagnai. Bagnai, che nel frattempo è stato eletto al senato con la Lega ed è diventato presidente della commissione finanza di Palazzo Madama, guida l’associazione con Marcello Foa, Paolo Cianciabella e Luca Centra. L’obiettivo di a/simmetrie è quello di studiare le asimmetrie economiche, e dedica molto spazio all’interno dei sui eventi e pubblicazioni allo studio della crisi dell’eurozona, di cui pare essere molto critica.

A/simmetrie, associazione fortemente critica nei confronti dell'Eurozona, ha al suo interno 2 presidenti di commissione: Bagnai (finanze al senato) e Borghi (bilancio alla camera).

All’interno del comitato scientifico, oltre a Savona e Barra Caracciolo, Claudio Borghi, deputato della Lega e presidente della commissione bilancio. Se la Lega fosse riuscita nel suo intento originale di far nominare Savona ministro dell’economia, a/simmetrie si sarebbe trovata in tre posizioni economiche chiave del nostro paese: il Mef, la commissione finanze del senato e quella bilancio della camera. Ricordiamo poi che il vicepresidente di a/simmetrie, Marcello Foa, è il nuovo incaricato dal governo Conte a ricoprire la carica di presidente del Cda Rai.

Il Centro studio Machiavelli nasce nel 2017 su iniziativa di un gruppo di professionisti e studiosi animati dal desiderio di dare un contributo alla vita politica del paese e alla gestione della cosa pubblica. I fondatori, nonché membri del direttivo, sono Daniele Scalea, Dario Citati e Guglielmo Picchi. Quest’ultimo è un parlamentare della Lega al suo quarto mandato parlamentare, ed è stato recentemente nominato sottosegretario agli affari esteri nel governo Conte. L’associazione si richiama ai valori del centrodestra e in particolare a quelli della Lega, come risulta dalle risposte al questionario inviato loro, e promuove incontri e ricerche che spaziano dall’identità italiana e l’integrazione, alla sovranità, passando per la politica estera.

La Fondazione federalista per l’Europa dei popoli nasce nel 2006 sotto spinta di Umberto Bossi. Presieduta e guidata da Mario Borghezio, la fondazione cura le pubblicazioni di Idee - Per l’Europa dei popoli. Un obbiettivo, quello di una Lega europea che si basa su una federazione di movimenti nazionalisti, che Salvini stesso ha rilanciato all’ultima edizione di Pontida.

Il talebano invece è un laboratorio culturale che supporta l’azione politica di Vincenzo Sofo, esponente della Lega considerato vicino a Matteo Salvini. Anche in questo caso tra gli obiettivi prefissati c’è quello di arrivare alla nascita di un grande movimento identitario che porti alla costruzione di una “nuova Italia dei popoli in una nuova Europa dei popoli”.

La galassia vicina al Movimento 5 stelle

Intorno al Movimento 5 stelle troviamo principalmente le associazioni che di fatto tengono in piedi l’infrastrutture del partito. Se ufficialmente il Movimento 5 stelle non è riconosciuto come un partito, motivo per cui non può accedere al 2x1000, l’organizzazione e tutto ciò che generalmente coinvolge la vita di un partito (dalla sussistenza economica, alla discussione e dibattito di tematiche), viene affidato ad alcune associazioni.

La prima è proprio l’Associazione Rousseau, nata nel 2016, e fondata da Gianroberto e Davide Casaleggio. Quest’ultimo ne è tutt’ora presidente, e gli altri 3 soci sono Massimo Bugani, Pietro Dettori ed Enrica Sabatini. All’interno degli organi apicali della struttura troviamo numerosi rappresentanti e parlamentari del Movimento 5 stelle, tra cui il ministro Bonafede ed il sottosegretario Di Stefano. Come già visto lo scopo dell’Associazione è quello di perseguire gli scopi del Movimento 5 stelle, nonché quello di gestire il sistema operativo del partito.

 

Nata successivamente, in memoria di uno dei fondatori del Movimento, è l’Associazione Gianroberto Casaleggio fondata dal figlio Davide, dalla moglie Sabina e dall’amico Roberto Giacomelli. La struttura organizza ormai da due anni SUM, convention con giornalisti, accademici e politici che si interroga sulle questioni del futuro, a cui partecipano molte personalità di spicco del dibattito pubblico in Italia, e che è diventata centrale per il posizionamento del Movimento 5 stelle.

Infine abbiamo il Think tank Group lanciato dall’associazione Salviamo l’Italia, che pur non essendo direttamente collegata al Movimento, come le precedenti, ha forti legami con il partito. La struttura, nella cui lista dei fondatori figurava un tempo anche il nome del sottosegretario 5stelle Vito Crimi, si pone come gruppo di esperti per suggerire proposte per l’impresa e per il lavoro. Tra le personalità maggiormente di spicco figurano Massimo Colomban, ex assessore della giunta Raggi al comune di Roma, e Arturo Artom, ingegnere molto vicino al partito guidato da Luigi Di Maio.

La galassia intorno al Partito democratico

Volendo disegnare una mappa di think tank, fondazioni e associazioni politiche vicine al Partito democratico non si può non partire dalla Fondazione EYU che da statuto si ispira proprio ai valori del Partito democratico.

EYU è presieduta da Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, e aveva al suo interno numerosi nomi di spicco del partito che però nel corso dei mesi sono usciti dalla fondazione (Nannicini, Quartapelle, Taddei e altri). Due i parlamentari Dem nel consiglio di indirizzo: Laura Cantini e Marco Di Maio. Attraverso quest’ultimo la fondazione EYU è collegata all’Associazione libertàEguale, presieduta da Enrico Morando, e di cui fa parte anche un altro membro di EYU, Antonio Funiciello. Grazie a Funiciello abbiamo la possibilità di collegare un’altra struttura della galassia vicina al Pd. Parliamo di iDemLab fondazione guidata da Salvatore Vassallo, politologo ed ex parlamentare. Tanti i nomi di spicco che troviamo qui, da Giorgio Tonini a Stefano Ceccanti passando per Tommaso Nannicini. Il senatore del Partito democratico, ed ex sottosegretario del governo Renzi, fa anche parte della Fondazione De Benedetti. A chiudere il quartetto di strutture collegate a EYU abbiamo anche FutureDem, di cui fanno parte: Massimo Ungaro (parlamentare del Pd, nonché membro di libertàEguale), Davide Ragone (anche lui in libertàEguale), e Mattia Peradotto (segretario generale di EYU).

La particolarità del Partito democratico vuole poi la presenza di diverse anime politiche al suo interno, rappresentate da un numero elevato di associazioni riconducibili a membri del partito: la fondazione Attua di Pittella, Europa 21 secolo di Nannicini e Dems di Orlando solo alcuni degli esempio più noti.

 

La galassia del centrodestra

Le fondazioni e associazioni politiche vicine al centrodestra sono tra le più grandi e strutturate. In particolare parliamo di Magna Carta, la fondazione De Gasperi, la fondazione Iustus e ResPublica. Ognuna di queste strutture condivide almeno un membro con un’altra realtà del cluster, per un network di collegamenti composto da 13 persone: Altomonte, Belardinelli, Blangiardo, Compagna, de Vergottini, Masera, Massagli, Nicotra, Ornaghi, Maria Petroni, Secchi, Tremonti ed il ministro Tria. Sia le strutture che compongono questa galassia, che le persone appena elencate, sono protagoniste in vario modo del mondo analizzato in questo report. I 13 hanno una media di 3 incarichi a testa nelle 101 strutture censite, e le quattro strutture in media condividono membri con altre 10. Anche le personalità di spicco che troviamo all’interno delle fondazioni e associazioni appena elencate non sono da ignorare: Quagliariello è presidente della fondazione Magna Carta; Alfano è a capo della fondazione De Gasperi; Tremonti, Frattini e Savona sono protagonisti della fondazione Iustus; ed Belloni nella fondazione ResPublica.

Un sistema politico che sta cambiando

In un modo o nell’altro, tutte le ascese politiche che abbiamo testimoniato negli ultimi anni hanno coinvolto in qualche modo una di queste strutture, che sia per la raccolta di fondi, o come luogo di incontro e discussione o più semplicemente come modo per “contare” il peso interno della propria corrente.

Non si può pensare a una riforma dei partiti, senza una regolamentazione vera di think tank, fondazioni e associazioni politiche.

Se c’è la necessità di riformare il sistema dei partiti politici in Italia, non si può continuare a ignorare queste strutture. Una riforma dei partiti deve coinvolgere una regolamentazione di fondazioni e associazioni politiche. Queste due realtà viaggiano su binari paralleli talmente vicini che a volte, come nel caso del Movimento 5 stelle, sono la stessa cosa: un partito che ufficialmente non è riconosciuto, almeno per la definizione attuale del termine, che si organizza attraverso un network di varie associazioni, da Rousseau a Casaleggio.

Riportare il dibattito e la formazione politica in luoghi aperti, trasparenti e normati, che siano i partiti o le fondazioni e associazioni politiche, deve diventare una priorità per questa legislatura.

 

Foto credit - Facebook Associazione Gianroberto Casaleggio

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