Wead/Shutterstock

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Le vicende politiche della confinante Croazia sono sempre fortemente sentite in Bosnia Erzegovina. Le reazioni della politica e degli analisti locali all'elezione di Zoran Milanović

09/01/2020 -  Samir Huseinović

(Originariamente pubblicato dalla DWelle il 6 gennaio 2019)

I primi leader politici bosniaco-erzegovesi a congratularsi con il nuovo presidente della Croazia Zoran Milanović sono stati il presidente della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina Željko Komšić e il presidente della Camera dei popoli del parlamento della Bosnia Erzegovina Dragan Čović.

Nel complimentarsi con il neo-eletto presidente croato, Željko Komšić ha espresso l’auspicio che Milanović possa compiere una svolta nella politica croata nei confronti della Bosnia Erzegovina. “Mi auguro sinceramente che Zoran possa trovare una nuova strada e la forza di mostrarsi diverso da tutti i suoi predecessori”, ha dichiarato Komšić, aggiungendo che si aspetta che la cooperazione tra “i due paesi amici” venga ulteriormente rafforzata.

Dragan Čović, dal canto suo, si è detto convinto che Milanović condurrà una politica attenta agli interessi della comunità croata in Bosnia Erzegovina, allo scopo di proteggere e garantire l’esercizio dei diritti dei croati come uno dei tre popoli costituenti della Bosnia Erzegovina. “Tenendo conto della sua comprensione – dimostrata durante il suo mandato da primo ministro della Repubblica di Croazia – della posizione del popolo croato in Bosnia Erzegovina, la invito a collaborare e impegnarci insieme per sviluppare e rafforzare ulteriormente i rapporti tra Croazia e Bosnia Erzegovina”, ha dichiarato Čović.

Un’occasione per migliorare le relazioni bilaterali

Il membro bosgnacco della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina Šefik Džaferović ritiene che l’elezione di Zoran Milanović a presidente della Croazia sia un’occasione per “migliorare i rapporti” tra Bosnia Erzegovina e Croazia. “I buoni rapporti tra Bosnia Erzegovina e Croazia sono di gran lunga più importanti di tutte le questioni, tuttora irrisolte, tra i nostri due paesi. Pertanto, ritengo che sia necessario avviare un dialogo e iniziare il prima possibile a risolvere le questioni che in passato avevano appesantito le relazioni tra Bosnia Erzegovina e Croazia”, ha affermato Džaferović.

Anche il membro serbo della Presidenza della Bosnia Erzegovina Milorad Dodik si è congratulato con il nuovo presidente della Croazia, augurandosi che Milanović non tradisca la fiducia dei suoi elettori, tra i quali, stando alle parole di Dodik, “ci sono molti serbi”. Dodik ha poi detto di aspettarsi che il nuovo presidente croato contribuisca al rafforzamento della collaborazione tra Bosnia Erzegovina e Croazia e che “si impegni per migliorare la posizione e lo status del popolo serbo in Croazia”.

Milanović rimarrà fedele alla vecchia linea politica nei confronti della Bosnia Erzegovina?

Milan Sitarski, analista presso l’Istituto di ricerche sociali e politiche di Mostar, ritiene che non ci si debba aspettare alcuna svolta radicale nella politica croata nei confronti della Bosnia Erzegovina. Stando alle sue parole, il nuovo presidente croato rispetterà la sovranità e l’integrità territoriale della Bosnia Erzegovina e “l’ordinamento federale e consociativo” bosniaco.

“L’elemento fondamentale dell’ordinamento bosniaco è rappresentato dalla piena ed effettiva uguaglianza dei tre popoli costituenti, che implica, tra l’altro, che [tutti e tre i popoli costituenti] siano rappresentati nella Presidenza della Bosnia Erzegovina e nelle Camere dei popoli. Il signor Milanović aveva perseguito una politica rispettosa nei confronti della Bosnia Erzegovina anche all’epoca in cui era primo ministro, e quegli ambienti che – spinti da cattive intenzioni o per pura ignoranza – hanno costantemente bollato la presidente uscente come esponente della destra radicale, difficilmente riusciranno ad applicare la stessa strategia nei confronti del nuovo presidente”, sostiene Sitarski.

Prendere le distanze dai criminali di guerra e rimediare agli errori del passato

In una recente intervista rilasciata alla Deutsche Welle, Višeslav Raos, docente presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Zagabria, ha dichiarato che Zoran Milanović “si è chiaramente dissociato dall’idea di Herceg Bosna e da quanto accaduto tra croati e bosgnacchi durante la guerra”. Anche il sociologo Slavo Kukić ritiene che il neo-eletto presidente non si appresterà a glorificare i criminali di guerra e i loro progetti. “Non riesco a immaginare uno scenario in cui Zoran Milanović non prenda nettamente le distanze da quella che è stata definita ‘un’impresa criminale congiunta’. Anzi, sono piuttosto sicuro che non dovremo aspettare a lungo prima che lo faccia”, afferma Kukić.

“Per quanto riguarda invece l’atteggiamento nei confronti della Bosnia Erzegovina, voglio credere che ora che è stato eletto presidente della Croazia Milanović non ripeterà gli stessi errori commessi all’epoca in cui era primo ministro, errori che hanno avvantaggiato Čović e la sua Unione democratica croata della Bosnia Erzegovina (HDZ BIH). Tuttavia, un po’ di cautela non farebbe male a Milanović, e qui mi riferisco ad alcune sue dichiarazioni, pronunciate durante il dibattito televisivo con Grabar-Kitarović, sull’estremismo islamico, sulla legittimità dell’elezione di Željko Komšić a presidente della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina e sulla legge elettorale. A dire il vero, tutte queste dichiarazioni sono state pronunciate allo scopo di conquistare voti e non rispecchiano necessariamente l’atteggiamento che Milanović potrebbe assumere nei confronti della Bosnia Erzegovina. Pertanto bisogna attendere le sue prime dichiarazioni ufficiali da presidente, perché da queste dichiarazioni emergerà tutto con chiarezza, compresa la posizione che Milanović assumerà nei confronti della Bosnia Erzegovina”, spiega Slavo Kukić.

Plenković e Milanović – una nuova spinta all’integrazione europea dei Balcani occidentali?

Secondo Pejo Gašparević, giornalista dell’agenzia di stampa croata HINA, l’elezione di Zoran Milanović a presidente della Croazia non comporterà alcun notevole cambiamento nella politica estera croata, ma potrebbe incidere sulla politica interna, nonché potrebbe contribuire ad accelerare il processo di integrazione europea della Bosnia Erzegovina. “Sia Kolinda Grabar-Kitarović che Zoran Milanović ritengono che i croati in Bosnia Erzegovina debbano scegliere liberamente i propri rappresentanti politici, ma contestano il modo in cui Željko Komšić è stato eletto membro croato della Presidenza della Bosnia Erzegovina. Anche Milanović, al pari di Grabar-Kitarović, ritiene che i rappresentati politici croati negli organismi istituzionali della Bosnia Erzegovina debbano essere eletti dai croato-bosniaci, invece di assegnare questi incarichi ai politici che non godono del sostegno della maggioranza della popolazione croata”, afferma Gašparević.

“Possiamo inoltre aspettarci che nel primo semestre di quest’anno, durante la presidenza croata del Consiglio dell’Unione europea, Milanović si impegni per accelerare il processo di adesione dei Balcani occidentali all’UE. Questo è anche uno degli obiettivi della politica estera dell’attuale premier croato Andrej Plenković, per cui Plenković e Milanović, pur appartenendo a due partiti rivali – Plenković è leader dell’Unione democratica croata (HDZ), mentre Milanović è membro del Partito socialdemocratico (SDP) – probabilmente cercheranno di armonizzare le rispettive posizioni sul tema dell’integrazione europea dei Balcani. Tuttavia, sul piano della politica interna, l’elezione di Milanović potrebbe provocare ulteriori tensioni all’interno dell’HDZ, perché la sconfitta alle elezioni presidenziali appena conclusesi è la seconda sconfitta, dopo quella alle elezioni europee dello scorso maggio, subita dall’HDZ nell’arco di un anno”, spiega Gašparević.

Commenti sui social network

Molti cittadini bosniaco-erzegovesi hanno commentato i risultati delle presidenziali in Croazia anche sui social network. Oltre a quelli scherzosi, si sono potuti leggere anche diversi commenti che alludevano alla possibilità che l’HDZ perdesse influenza in Bosnia Erzegovina. Nonostante Kolinda Grabar-Kitarović abbia ottenuto moli voti in Bosnia Erzegovina, sia al primo che al secondo turno, il sostegno dei croato-bosniaci non è bastato alla presidente uscente per vincere le elezioni. Come ha notato l’editorialista e commentatrice politica Ivana Marić, “se Čović ha ottenuto 154.819 voti alle elezioni politiche del 2018, e Grabar-Kitarović ha ottenuto 32.467 voti in Bosnia Erzegovina [alle ultime elezioni presidenziali], come [l’HDZ] colmerà il vuoto lasciato da quei 120mila elettori che hanno disobbedito all’invito di Čović [che ha esortato i croato-bosniaci a votare per Grabar-Kitarović]?.”


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