I totem pubblicitari piazzati nelle principali stazioni ferroviarie italiane ci spiano. Mentre trasmettono spot, previsioni meteo e notizie ci registrano per analizzare le nostre reazioni. Tutto questo, però, a nostra insaputa visto che fino ad oggi la presenza delle telecamera non è mai stata segnalata al pubblico. Le cose, però, stanno per cambiare.
Il Garante della Privacy ha infatti imposto a Grandi Stazioni Retail - la società che si occupa degli spazi pubblicitari nei maggiori hub ferroviari italiani - di predisporre un'informativa da mettere nei pressi dei "totem spioni". Sarà un messaggio semplificato che però potrà essere approfondito sul sito di Grandi Stazioni Retail o tramite smartphone con l'utilizzo di un Qr code.
Come funziona. Le telecamere servono a valutare l'impatto della pubblicità e il tipo di pubblico che la guarda. Un sensore è in grado di riconoscere l'espressione facciale e di catalogarla tra cinque stati d'animo, tra felice e triste. Non solo: l'occhio elettronico calcola anche il tempo di permanenza di fronte allo schermo, così come il nostro sesso e la fascia d'età approssimativa.
Il Garante aveva già dato il suo ok a questa tecnologia nel 2012. Seppure l'idea di essere spiati mentre guardiamo uno spot risulti piuttosto inquietante, la nostra privacy non è violata. I volti sono e restano anonimi e, soprattutto, le immagini non vengono conservate né trasmesse ad alcun dispositivo terzo. Tutto rimane all'interno del singolo totem. Vengono solo inviati a un sistema centrale i dati statistici di gradimento.
Allora perché l'Autorità ha deciso di intervenire, a oltre cinque anni di distanza? È lo stesso Garante a spiegarlo: "L'apparecchiatura installata per effettuare l'analisi del volto di chi osserva gli annunci promozionali, anche se in locale e per un brevissimo lasso di tempo prima della immediata sovrascrittura delle immagini, effettua comunque un trattamento di dati personali funzionale all'analisi statistica dell'audience".
Insomma, è pur vero che ai volti non viene associato un nome, ma secondo il Garante è il fatto stesso di essere osservati e "catalogati" a fini statistici che rende obbligatoria l'informativa.
L'Autorità ha anche imposto a Grandi Stazioni Retail di tenere sotto controllo ogni sei mesi la telecamera e la memoria interna per scongiurare il rischio di malfunzionamenti o tentativi di furto delle immagini.
Il Garante della Privacy ha infatti imposto a Grandi Stazioni Retail - la società che si occupa degli spazi pubblicitari nei maggiori hub ferroviari italiani - di predisporre un'informativa da mettere nei pressi dei "totem spioni". Sarà un messaggio semplificato che però potrà essere approfondito sul sito di Grandi Stazioni Retail o tramite smartphone con l'utilizzo di un Qr code.
Come funziona. Le telecamere servono a valutare l'impatto della pubblicità e il tipo di pubblico che la guarda. Un sensore è in grado di riconoscere l'espressione facciale e di catalogarla tra cinque stati d'animo, tra felice e triste. Non solo: l'occhio elettronico calcola anche il tempo di permanenza di fronte allo schermo, così come il nostro sesso e la fascia d'età approssimativa.
Il Garante aveva già dato il suo ok a questa tecnologia nel 2012. Seppure l'idea di essere spiati mentre guardiamo uno spot risulti piuttosto inquietante, la nostra privacy non è violata. I volti sono e restano anonimi e, soprattutto, le immagini non vengono conservate né trasmesse ad alcun dispositivo terzo. Tutto rimane all'interno del singolo totem. Vengono solo inviati a un sistema centrale i dati statistici di gradimento.
Allora perché l'Autorità ha deciso di intervenire, a oltre cinque anni di distanza? È lo stesso Garante a spiegarlo: "L'apparecchiatura installata per effettuare l'analisi del volto di chi osserva gli annunci promozionali, anche se in locale e per un brevissimo lasso di tempo prima della immediata sovrascrittura delle immagini, effettua comunque un trattamento di dati personali funzionale all'analisi statistica dell'audience".
Insomma, è pur vero che ai volti non viene associato un nome, ma secondo il Garante è il fatto stesso di essere osservati e "catalogati" a fini statistici che rende obbligatoria l'informativa.
L'Autorità ha anche imposto a Grandi Stazioni Retail di tenere sotto controllo ogni sei mesi la telecamera e la memoria interna per scongiurare il rischio di malfunzionamenti o tentativi di furto delle immagini.