Il commento

Investimenti infrastrutturali, ruolo del BEREC e B2B all’Ecta 2017

di Dario Denni - Responsabile affari regolamentari, Alternatyva |

Gli argomenti che più di tutti hanno coinvolto la platea sono stati frutto di un dibattito a valle degli interventi dei relatori, nelle varie sezioni del convegno.

Si è svolta a Bruxelles la conferenza annuale di Ecta, un momento di incontro ricorrente dove gli operatori alternativi si danno appuntamento per confrontarsi sulle tematiche regolamentari del settore.

Gli argomenti che più di tutti hanno coinvolto la platea sono stati frutto di un dibattito a valle degli interventi dei relatori, nelle varie sezioni del convegno.

Tre punti, in particolare, restano di questa giornata: il tema degli investimenti infrastrutturali, il ruolo del BEREC e la regolazione dei servizi B2B.

Il tema degli investimenti in infrastrutture ha coinvolto gli operatori associati ad ECTA che – nella sessione della mattina – hanno giustamente esposto i casi nazionali europei in quanto diversi da altri esempi come il Messico, la Nuova Zelanda e l’Australia. Questi sono Paesi che non rappresentano best practices ma più semplicemente offrono una modalità diversa di intervento dello Stato nell’economia e di regolamentazione dell’operatore dominante.

Pur tuttavia c’è – ed è abbastanza diffuso – un generale convincimento che si debba lasciare lo spazio sia per investimenti privati che per investimenti pubblici nelle aree e nei modi ove questo sia consentito.

Un altro principale motivo di dibattito è scaturito dal fatto che se è vero che gli operatori alternativi tutti insieme, investono di più in infrastrutture rispetto a tutti gli incumbent europei, residua però e con grande difficoltà, il tema della differenziazione delle offerte retail. Non è un mistero per nessuno che gli ISP cercano di vestire l’offerta di connettività con dei servizi di video streaming (i.e. Netflix, Sky…) aprendo la via sia all’eterno contrasto da telco e Over The Top. Per qualcuno è giunto il momento di chiedersi se lo Stato debba affidare la fornitura di servizi pubblici digitale ai provider.

Un secondo momento molto importante della giornata ha riguardato l’intervento di Sebastien Soriano, chairman di Berec, che come sappiamo, è l’autorità che raggruppa tutte le Authorities di regolazione europee e che grande importanza ha avuto perché le linee guida che da essa promanano restano un fatto a cui tutti i Paesi si devono uniformare. L’intervento del chairman uscente, ha avuto tratti personalistici in cui Soriano ha raccontato aneddoti dei suoi opponenti, ed il punto piu’ dolente è stato quando lui stesso ha definito il prestigioso organo europeo un BEDEC dove la D definisce piuttosto un Body of European Deregulators for electronic communications.

L’intervento di Soriano – per la verità – ha riguardato anche un giusto equilibrio tra incumbent e operatori alternativi nella misura in cui non ci deve essere scontro ma si deve perseguire una digitalizzazione pervasiva del continente. Soriano ha anche ricordato che se oggi un consumatore può facilmente individuare da solo l’offerta che costa meno, ben più difficile è riconoscere l’offerta di accesso a internet che si basa su un’infrastruttura di qualità migliore. Dunque per questo Soriano ha invitato tutti a cercare di trasmettere informazioni più giuste e corrette nelle offerte al pubblico.

Anche il suo successore alla guida del Berec Johannes Gungl ha avuto uno spazio per un keynote speech e dalle sue parole programmatiche – si evince forte una continuità rispetto all’operato del suo predecessore Soriano, forse troppo concentrato a seguire gli sviluppi delle vicende del suo Paese, la Francia.

Un panel molto interessante si è avuto nella tarda mattinata, ed ha riguardato la fornitura di servizi business to business e la necessità di ragionare insieme su una possibile regolamentazione degli stessi. C’è da dire che il rappresentante della dg competition Rita Wezenbeek, presente in sala, ha ammesso di non avere nessun fattore preclusivo ma questo, anche perché non le sono stati somministrati finora, casi e fattispecie concrete da seguire. A tal proposito, si deve forse delineare un confine di demarcazione tra le offerte wholesale e le business-to-business che sono – per dimensioni e per estensione – capaci di mascherare possibili abusi.