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Riassunto geopolitico della giornata, con analisi e link per approfondire e ricostruire il contesto.
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La disfatta di May su Brexit e altre notizie geopolitiche di oggi

Il riassunto geopolitico della giornata.
a cura di Lorenzo Di Muro
Pubblicato il Aggiornato alle
Bandiere fuori dal parlamento scozzese. Foto di Jeff J Mitchell/Getty Images.
Bandiere fuori dal parlamento scozzese. Foto di Jeff J Mitchell/Getty Images. 

BREXIT

L’accordo sul Brexit faticosamente negoziato dalla premier britannica Theresa May con l’Unione Europea è stato respinto dalla Camera dei comuni, con un rotondo e storico 432 a 202 (record). May dovrà ora affrontare un voto di sfiducia che potrebbe risultare nella convocazione di nuove elezioni o, nel caso il primo ministro fosse confermato alla guida del paese, ulteriori convulsioni nella ricerca di un nuovo piano da sottoporre a Bruxelles. Che ha già fatto sapere di non voler riaprire il tavolo negoziale di qui al 29 marzo, quando dovrebbe concretizzarsi Brexit. L'Ue sarebbe più disponibile a un rinvio dell'uscita, ma la palla è essenzialmente nel campo britannico: nessuno a Westminster vuole prendersi la responsabilità di riconoscere che il divorzio da Bruxelles non conviene.

Perché conta: Londra esce indebolita dalla votazione parlamentare che sconfessa l’operato dell’esecutivo, avversato sia dai labouristi - che temono possa determinare spinte centrifughe - sia dai conservatori - che lo tacciano di non aver spezzato il giogo comunitario. Si creano spiragli per un nuovo referendum (ma la vittoria del Remain sarebbe tutt'altro che scontata) e si riapre la questione del confine nordirlandese; e dunque della scomposizione del Regno Unito.


CINA-RUSSIA

L’interscambio commerciale tra Pechino e Mosca ha raggiunto la cifra record di 107 miliardi di dollari nel 2018, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente.

Perché conta: Malgrado storiche rivalità e interessi confliggenti, dall’Asia Centrale alle aree confinarie, la Repubblica Popolare e la Federazione Russa stanno stringendo i bulloni di una cooperazione volta a deflettere la pressione Usa - antagonista che né Pechino né Mosca, potendo scegliere, vorrebbero come tale. Alla dimensione diplomatico-internazionale di questa collaborazione si è aggiunta negli ultimi anni quella energetico-commerciale.

Per approfondire: Putin ha deciso, con la Cina si collabora sul serio


GUERRA COMMERCIALE

Gli investimenti diretti esteri della Cina negli Stati Uniti sono crollati dell’83% nel 2018, dai 29 del 2017 ai 5,5 miliardi registrati lo scorso anno.

Perché conta: La netta diminuzione dei flussi finanziari cinesi verso gli Usa e la dismissione degli asset ivi detenuti sono frutto e indicatori di dinamiche intrecciate: la razionalizzazione e il riorientamento degli investimenti esteri della Cina verso settori strategici dell’economia, la decelerazione della crescita economica cinese, le maggiori restrizioni agli investimenti dall’estero e la guerra a colpi di dazi (parte della più ampia offensiva anti-cinese della Casa Bianca) opera dell’amministrazione di Donald Trump.

Per approfondire: La fine del miracolo economico cinese è inevitabile


GERMANIA

Le attività del partito Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD) saranno sottoposte a un supplemento di attenzione da parte dell’Ufficio per la difesa della Costituzione (BfV), i servizi segreti interni tedeschi. L'obiettivo è verificare se AfD costituisca una minaccia alla democrazia.

Perché conta: La nascita e la crescita di AfD in Germania sono paradigmatici dei nuovi equilibri politici nella Bundsrepulik. E nelle geometrie comunitarie. La peculiare “attenzione” che le dedicano i servizi ne segnalano la natura antiestablishment e l’agenda identitaria (sovranista, euroscettica, anti-migranti). AfD è stato avvicinato in alcune occasioni da movimenti neonazisti.

Per approfondire: AfD, il nuovo nome del nazionalismo tedesco


VENEZUELA

L’Assemblea nazionale venezuelana, organo legislativo in mano alle opposizioni ma privato delle sue prerogative costituzionali dal governo, ha disconosciuto l’insediamento del presidente Nicolás Maduro per un secondo mandato, avvenuto il 10 gennaio a seguito di elezioni falsate. Il parlamento ha approvato una dichiarazione che definisce Maduro "usurpatore" e attesta l'assunzione delle competenze riconosciute all'Assemblea dalla Costituzione, promettendo l'amnistia per i funzionari civili e militari che collaborino alla restaurazione della democrazia, invocando un governo di transizione e libere elezioni.

Perché conta: La virata a destra dei principali attori geopolitici in Sudamerica, le sanzioni imposte da Washington e soci contro il Venezuela, il nuovo abbrivio delle opposizioni, l’inasprimento delle crisi socio-economica e migratoria alimentano la pressione sul regime di Caracas e l'incertezza sul destino del paese caraibico, vieppiù isolato diplomaticamente ed economicamente dall’Occidente e dai vicini regionali.

Per approfondire: Amici e nemici del Venezuela di Maduro


Carta di Laura Canali
Carta di Laura Canali