La verità, vi prego, sul mais OGM

Come ogni estate arrivano le nuove statistiche sull’adozione degli OGM nel mondo raccolte dall’ISAAA e, per reazione, puntuali come il mio raffreddore allergico stagionale, gli immancabili comunicati stampa di chi vede gli OGM come il diavolo in persona, conditi dagli altrettanto immancabili “sondaggi” di Coldiretti. Sono sempre gli stessi: “8 Italiani su 10 …” sia che si parli di gelato, carciofi o, appunto, OGM. Probabilmente hanno un generatore automatico di sondaggi.

Giornali e agenzie di stampa ormai non fanno altro che rilanciare meccanicamente i vari comunicati senza mai approfondire. Quindi mi svesto dei panni che ultimamente sono solito portare e invece di bistecche e grano torno a parlare di OGM, facendo il punto sul mais. Usando indegnamente la forma del dialogo perché (spero) sia più sopportabile nella sua lunghezza.

Uei, ciao. Senti, ho letto il comunicato di Coldiretti. Mi spieghi un po’ la faccenda del mais OGM?

Sì certo, ma ti avviso che se ti aspetti rispostine semplici da me non le avrai. Se inizio a raccontarti la storia devi promettermi di seguirmi fino alla fine. Altrimenti non inizio neppure. Dammi almeno dieci minuti del tuo tempo altrimenti vai altrove a leggerti qualche tweet.

Va bene. Promesso. Allora, di che mais si sta parlando?

Si chiama “mais Bt”, ed è l’unico OGM autorizzato alla coltivazione in Europa, mentre sono centinaia gli OGM autorizzati all’importazione, commercio e consumo. È il segreto di pulcinella che molti prodotti tipici di cui l’Italia va giustamente fiera, dal Parmigiano reggiano al prosciutto di Parma, sono prodotti da filiere con animali alimentati a soia e mais OGM, importati.

Perché si chiama Bt?

Perché produce una proteina, normalmente prodotta dal batterio Bt (Bacillus thuringiensis) che agisce da insetticida contro alcuni specifici insetti lepidotteri, ma è completamente innocua per l’uomo e altri animali. Tanto è vero che il batterio – o le spore o la proteina – è il principale pesticida utilizzato in agricoltura biologica.

Ma questa proteina che fa?

Come ti dicevo è mortale per alcuni insetti. La pianta la produce e si difende da sola dalla piralide del mais, Ostrinia nubilalis, un insetto che scava le piante danneggiandole. Oppure dalla Sesamia nonagrioides, un insetto simile alla piralide. L’uso di questo mais riduce l’uso degli insetticidi che sono usati, anche in Italia, per proteggere il mais.

Ma mi fa male? È pericolosa?

No, come ho detto è innocua. Se ci fosse qualche rischio dovrebbero probabilmente ritirare dal mercato, per il principio di precauzione, anche la gran parte dei prodotti biologici. Più in generale non c’è più alcun dibattito scientifico sui possibili effetti nocivi di questo OGM nella comunità scientifica. È un dibattito morto e sepolto e le conclusioni condivise dalla comunità scientifica sono che questo mais non è più pericoloso dalla controparte senza quel gene. Anzi, in alcuni casi potrebbe essere più sano per il minor contenuto di micotossine cancerogene.

Già che li citi, come mai le associazioni di produttori biologici (e le catene di supermercati) sono contro gli OGM?

Certo, potrebbero benissimo stare nel loro brodo. Perché se uno coltiva rapanelli biologici dovrebbe scaldarsi tanto se qualcuno invece coltiva mais OGM? Beh, fatti la domanda, guarda i prezzi dei prodotti bio e datti la risposta ;) Se le persone hanno paura degli OGM, indistintamente, (ma anche dei prodotti convenzionali, spesso descritti quasi come “tossici”) sono disposte a spendere di più per qualche cosa che percepiscono come meno pericoloso o addirittura “più sano”. Ho detto “percepiscono”, sì.

Quindi, dicevi, è sicuro?

Almeno tanto quanto il mais non modificato. Purtroppo il dibattito pubblico in Italia è cristallizzato su questioni scientificamente ormai morte e sepolte, come appunto i possibili effetti sulla salute. Ma è ormai riconosciuto dalla comunità scientifica, e scritto in centinaia di rapporti di accademie e istituzioni scientifiche internazionali, che non c’è alcun motivo di considerare un OGM più pericoloso della pianta di partenza solo per il particolare tipo di tecnologia utilizzata per ottenerlo. Il dibattito purtroppo rimane cristallizzato su questi temi (che ripeto sono obsoleti) perché giocare sulla paura delle persone è l’unico modo per mantenere paralizzato il pubblico, e di conseguenza la politica.

Ma allora quello studio che dimostrava una pericolosità per l’uomo? I topi deformi?

Tutti i vari allarmi mediatici si sono poi rivelati delle bufale, o pieni di errori, per cui la comunità scientifica li ha poi criticati e smentiti. Ma a livello mediatico servono per mantenere alta la tensione. Non importa se poi vengono sconfessati. L’effetto c’è stato. Chi legge le smentite? E poi ti rimane sempre un po' di dubbio no? È umano. È una tecnica comunicativa ben consolidata. Alcuni studi poi sono addirittura risultati finanziati da grandi catene di supermercati, tu pensa. Comunque ragiona: tutto il dibattito pubblico in Europa verte sulla coltivazione, non sul consumo. La UE ha ritenuto che questi OGM non pongano problemi per il consumo sia degli animali che dell’uomo. Quindi sono argomenti da fumo negli occhi. Tutto chiacchiere e distintivo. Tanto è vero che mica nessuno si sogna di chiedere un blocco delle importazioni.

Ma la biodiversità di cui tanto parlano?

Se mi avessero dato un euro ogni volta che qualche personaggio pubblico cita a sproposito la biodiversità ora sarei ricco. Consiglio ai giornalisti: la prossima volta che intervistate qualcuno sugli OGM e questo esprime preoccupazioni sulla biodiversità, abbiate il coraggio di metterlo in difficoltà: “mi scusi, ma lei cosa intende esattamente con biodiversità e perché mai il mais Bt la metterebbe a rischio?”.

Ma quindi non è importante la biodiversità?

Certo che è importante, ma in altri contesti, e bisogna capire bene di cosa si parla. Ci sono vari significati che si possono dare al termine ‘biodiversità’ e si deve capirne il contesto. Può indicare il numero di specie viventi in una certa area, per esempio un campo coltivato. Da questo punto di vista l’agricoltura stessa è nemica della biodiversità, perché se in un campo coltivo cavolfiori riduco quasi a zero il numero di altre piante (che normalmente l’agricoltore non vuole e le chiama “erbacce”) e riduco anche il numero di insetti che vivevano nutrendosi di quelle piante e di animali che mangiano quegli insetti. Per non parlare degli animali che uccido con gli insetticidi. Un campo incolto ha molta più biodiversità con uno coltivato.

Ok, ma quindi com’è la biodiversità in un campo di mais Bt?

Beh, rispetto a un campo convenzionale irrorato di insetticidi teoricamente ne ha di più, visto che gli insetticidi uccidono normalmente un gran numero di specie di insetti mentre le proteine del Bt sono molto specifiche. Le coccinelle, per esempio, non vengono uccise. Solo la piralide e pochi altri insetti.

Ma il mais Bt è uno solo? Non si riduce comunque questo tipo di biodiversità?

No, sono centinaia di varietà diverse ma tutte accomunate dal gene proveniente dal Bt. Tecnicamente si parla di “evento”. Questa “leggerezza linguistica” tipica (purtroppo) degli scienziati quando si parla di OGM fa erroneamente sembrare che si produca una sola varietà di mais (o di soia, o di altri OGM) ma non è così. Quindi anche la “biodiversità genetica” è salvaguardata. E comunque questo tipo di biodiversità è preservata non sui campi coltivati ma nelle banche dei semi e del germoplasma. Dal punto di vista di questa biodiversità si dice che gli OGM sono neutri, non la alterano.

Ma quindi quando sento che l’uso del mais Bt danneggerebbe la biodiversità dei nostri prodotti alimentari?

È una cazzata. Prima di tutto perché proprio non ha senso parlare di “biodiversità” parlando di prodotti alimentari. I termini scientifici andrebbero usati in modo corretto. "Chi parla male pensa male" (cit.). E poi perché come ho detto i nostri formaggi, salumi, carne, uova, latte, yogurt e prodotti animali in genere, anche DOP, sono già prodotti con animali alimentati a OGM. Quindi di che cosa stiamo parlando?

Mi vuoi dire che in un supermercato italiano posso trovare prodotti OGM?

Certamente. Se cerchi bene trovi anche del mais OGM. Io l’ho trovato. E qui un altro prodotto. Se un prodotto è OGM è obbligatorio scriverlo in etichetta. Se invece ti stai chiedendo come mai sull’etichette di formaggi e salumi non trovi scritto “Prosciutto da maiali alimentati con mangimi OGM” è perché la regolamentazione europea lo permette. E quindi non lo fa nessuno. Ma dato che almeno l’80% dei mangimi animali italiani sono a base di OGM, pensa a quante etichette vedresti se fosse obbligatorio metterlo in etichetta.

Ma il glifosato?

Parlando di questo mais OGM c’entra come i cavoli a merenda. Anche qui, se prendessi un euro per ogni citazione “ad minchiam” di un diserbante, come è il glifosato (o se preferite all’inglese “glifosate”) quando parliamo di OGM che non c’entrano nulla con la resistenza ai diserbanti sarei già ricco. Se qualcuno in una discussione cita a sproposito il glifosato vuol dire che o è ignorante in materia oppure mente sapendo di mentire. In ogni caso, signori giornalisti, ancora una volta siete invitati a chiedere al politico di turno, o al presidente dell’associazione X: “Senta, ma mi spieghi un po’ cosa c’entra un diserbante con questo mais,”

Ma quindi spesso mi hanno raccontato delle balle?

Beh sì.

D’accordo, può essere. Ma perché mi dovrei fidare di quello che dici?

Infatti non “devi”. Ci mancherebbe! Nella scienza non ci si deve “fidare” di nessuno. Ma se vuoi approfondire personalmente l’argomento, come ho fatto io perché non mi fidavo di quello che leggevo sui giornali (e a posteriori avevo ragione, lasciamelo dire) puoi iniziare a leggere questo rapporto della Accademia Nazionale delle Scienze USA. Puoi partire da qui perché è un riassunto di migliaia di pubblicazioni scientifiche (diffida sempre di chi basa i propri argomenti su un singolo articolo, fosse pure pubblicato su Nature o Science, per non parlare dell’opinione di singoli individui, premi Nobel, singoli scienziati oppure medici). Sono 607 pagine. Buona lettura.

Hai bamblinato troppo. Give me the numbers!

Hai ragione, ci vogliono i numeri per discutere di qualsiasi tema scientifico. Ma ho aspettato perché purtroppo molti non sopportano i numeri, le discussioni quantitative. E quindi se avessi iniziato con quelli mi sarei perso il 95% dei lettori subito.

Oh, bene. Quindi, questo mais Bt è un fallimento in Europa giusto? “Storico flop” dice Coldiretti.

Beh, se parliamo di fallimento politico certamente. Perché in molte nazioni europee, compresa l’Italia, non è possibile coltivarlo (però lo importiamo, l’ho già detto). E questa è una decisione politica. Però ovunque sia stata data la possibilità legale di coltivarlo, questo è stato adottato con piacere dagli agricoltori. Come in Spagna. E così sarebbe anche in Italia. Non a caso l’Associazione Italiana Maiscoltori ha più volte chiesto di poter coltivare il mais Bt. Senza successo.

E quindi?

E quindi le percentuali di crescita o decrescita nella UE hanno di per sé poco significato: non misurano tanto la propensione degli agricoltori alla coltivazione di OGM quanto gli effetti del clima politico, che influenza le scelte economiche e commerciali attraverso l’autorizzazione o meno a coltivare determinati OGM. Nella UE solo la Spagna ha coltivazioni importanti di mais OGM quindi in realtà si sta parlando solo di quello, della coltivazione di mais Bt in Spagna. E basta. E le variazioni percentuali di ettari coltivati a mais Bt si devono ovviamente interpretare anche alla luce dell’andamento generale della coltivazione del mais, che varia di anno in anno come tutte le altre colture.

Ma insomma, questi numeri?

Eccoli. Nel 2017 la Spagna ha coltivato 124.227 ettari di mais Bt. Nel 2016 ne aveva coltivati 129.081

Ah ecco, un calo netto del 3,8%. Ha ragione Coldiretti! Muti gli scienziati!1‼

Beh sì, 100*(129081-124227)/129081 = 3,76. Però sai come si dice: “CI sono tre tipi di bugie. Le bugie semplici, le dannate bugie e la statistica”. Funziona così la disinformazione: se qualcosa tira acqua al tuo mulino la citi, altrimenti no. Che penseresti se io lanciassi un dado e ti comunicassi il risultato tutte e solo le volte che esce un numero dispari? Se vai a vedere i comunicati stampa dello scorso anno vedrai che non hanno dato lo stesso spazio alla notizia che le coltivazioni in Spagna erano passate da 107749 a 129081, con un aumento del 20%. Notizia che invece, specularmente, si trovava enfatizzata in molti siti pro-OGM. E l’anno prima ancora Coldiretti faceva notare come ci fosse stato un calo del 18% (“Flop OGM”, adorano la parola "Flop") rispetto all’anno prima.

Mi stai confondendo con tutti questi numeri. Fammi CAPIRE!

Hai ragione. Un grafico è meglio di cento parole e mille numeri, quindi ora ti mostro il grafico dell’andamento della coltivazione di mais Bt in Spagna a partire dal 1998, anno della prima coltivazione.

2018 mais bt in Spagna

Sbam!

Già. Il trend generale è sicuramente in crescita. Segno che gli agricoltori spagnoli sono soddisfatti. Cosa per altro confermata da vari sondaggi locali. Fino al 2013, anno di adozione record, il mais OGM in Spagna è cresciuto. Successivamente pare essersi stabilizzato, fluttuando attorno a un valore medio.

Fonte: http://www.mapama.gob.es/es/estadistica/...

Però nel 2017 è diminuito!

Sì certo, ma tieni conto che è dal 2013 che l’area totale coltivata a mais è in diminuzione. Sono le normali dinamiche del mercato. Quest’anno coltivo mais ma magari l’anno prossimo coltivo altro perché mi conviene di più. Quindi se vogliamo capire davvero se il mais Bt convenga (e piaccia) o meno agli agricoltori spagnoli è più utile guardare la percentuale di adozione rispetto alle superfici totali coltivate a mais, piuttosto che i numeri assoluti.

Vabbè, ormai sono rassegnato, risparmiami il grafico degli ettari totali di mais e vai al punto

Eccolo il punto, ma ti ricordo che mi hai chiesto tu i numeri. E hai fatto bene perché di leggere discorsi “un tanto al chilo” non se ne può più. Questo è il grafico della percentuale di mais Bt in Spagna rispetto al totale. Ho preso i dati dal ministero dell’agricoltura e ambiente spagnolo.

maisbtpercentuale

Come vedi nel corso degli anni sempre più maiscoltori spagnoli hanno adottato il mais OGM che nel 2017 è arrivato a circa il 37% del totale. Questo sicuramente non l’hai letto nel comunicato di Coldiretti.

No, in effetti no

Pensa che nonostante nel 2017 in valore assoluto gli ettari di mais Bt siano diminuiti, così come sono diminuiti gli ettari totali, l’adozione è addirittura un po’ aumentata rispetto al 2016.

Ma non è il 100%!

No, è non ha senso che lo diventi. Per due motivi. Il primo è che i semi OGM costano di più di quelli convenzionali. Scusa un attimo prima che continui: non è che ti devo spiegare che anche chi semina mais convenzionale nel 99,9% dei casi lo compra ogni anno sempre dalle stesse multinazionali sementiere vero? Che vendono mais OGM, mais convenzionale o persino mais biologico. Lo sai vero che i maiscoltori mica si fanno i semi da soli, no? Quella è l’immagine oleografica immaginaria del tipico cittadino che a malapena tiene la piantina di basilico sulla finestra ma si vanta di fare urban agriculture.

Ahem, coff coff, no no figurati! (però il mio basilico antic…) dicevi?

Dicevo che poiché i semi OGM costano di più degli altri, li comprano solo gli agricoltori che ritengono di ricavarne un vantaggio. Per esempio coloro che coltivano in zone a più alta infestazione di insetti parassiti. In particolare agli spagnoli interessa tenere sotto controllo Sesamia nonagrioides. Se l’infestazione è bassa o se il costo degli insetticidi convenzionali è più basso del costo aggiuntivo dei semi ogm o se i prezzi di mercato del mais sono bassi non conviene coltivare mais Bt. Non a caso in Spagna l’adozione di questo mais è concentrato nel Nord Est, nella valle dell’Ebro, dove più di tre quarti del mais è OGM. Evidentemente altrove non necessariamente conviene. Mica sono scemi gli agricoltori. Vuoi vedere i dati?

No no grazie, ci credo. La seconda ragione qual è?

Beh, quel mais è vecchio. Obsoleto. In realtà mi stupisco che venga ancora coltivato. Ma d’altra parte in Europa non ne hanno approvati altri quindi non è che ci siano molte alternative.

Non capisco, che vuol dire che “è vecchio”?

È il mais coltivato per la prima volta nel 1996 in USA. 22 anni fa. Ormai negli USA non lo coltiva praticamente più nessuno perché ne sono stati sviluppati altri più performanti. Quasi tutte le varietà coltivate di vegetali, quelle che poi compri al supermercato, durano solo pochi anni per poi essere rimpiazzate da altre con caratteristiche migliorate. Tu non te ne accorgi perché non lo scrivono, e pensi di mangiare le stesse melanzane che mangiava tua nonna. Ma non è così. Quando compri una scatola di riso Arborio non crederai davvero di mangiare quella varietà vero? Ma sto divagando.

Già. Arriva al punto!

Brevemente: la Spagna inizia nel 1998 a coltivare mais Bt. Ma non quello che usa oggi. Nel 1997 l’Unione Europea aveva approvato il mais Bt evento 176, sviluppato dalla multinazionale svizzera Syngenta. In Spagna ne piantano 22.000 ettari (col nome commerciale di Compa CB). L’adozione è piuttosto bassa, il 5%, e rimane tale fino al 2003. Intanto la UE ha approvato un altro mais Bt: il mais MON810 sviluppato dalla Monsanto. Gli agricoltori spagnoli iniziano a coltivare quello, migliore del Bt176 che verrà abbandonando e poi tolto dal mercato. Nel 2006 è circa il 16% del mais spagnolo. E poi come hai visto nel grafico qui sopra continua a crescere, anche se non in modo rapidissimo. Segno che non ha le caratteristiche adatte per essere appetibile da molti più agricoltori. D’altra parte, come ti ho detto, l’Unione Europea per dissidi politici interni a un certo punto ha smesso totalmente di approvare nuovi OGM per la coltivazione. Mentre ha continuato ad approvarne per l’importazione e il consumo interno. Altrimenti come faceva a produrre tutti i suoi prodotti tipici?

Ma quindi all’estero ce ne sono altri che noi possiamo importare ma non coltivare?

Certamente. Mettiti comodo che ormai ti spiego tutto fino alla fine. In fondo l’hai voluto tu. Quello che vedi è il grafico con le percentuali di adozione del mais Bt in USA a partire dal 1996, quando è stato coltivato per la prima volta (fonte:USDA)

mais bt solo

Come vedi è cresciuto fino al 1998, poi è calato ed è rimasto costante fino al 2001. Segno che la maggior parte dei maiscoltori americani non lo riteneva poi tanto interessante. L’adozione del cotone Bt per esempio è stata molto più rapida. Solo dopo il 2002 è ricominciato a crescere. Vuoi sapere perché?

Aspetta! Cresce ma poi cala fino ad arrivare quasi a zero. Hanno ragione: è un fallimento anche in USA! Sveglia!11!!

Calma, fammi prima spiegare l’aumento che mi serve da chiusa per il discorso del mais spagnolo. Hanno adottato quel mais solo gli agricoltori che avevano forti problemi di attacchi di piralide. Chi non aveva grossi problemi con la piralide (un aspetto che dipende molto dal clima) non lo ha coltivato, perché magari aveva problemi con altri insetti contro cui il MON810 era inefficace, o aveva in generale poche difficoltà dagli insetti e invece il problema principale erano le erbe infestanti. Vuoi sapere cosa è successo nel 2002?

Non credo di poterti impedire di dirmelo, vero?

Ovviamente no :-) . Nel 2002 è stato annunciato un nuovo mais Bt con un nuovo evento, il MON863, disponibile dal 2003, che proteggeva le piante nei confronti di un altro insetto che assillava i maiscoltori: la diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera). Chi aveva problemi di diabrotica ha iniziato ad usarlo, contribuendo ad aumentare l’adozione del mais Bt. Questo mais, come altri che sono seguiti, non è mai stato autorizzato per la coltivazione nella UE. Ecco perché prima ti dicevo che in Spagna hanno a disposizione solo quella vecchia carretta, e se la fanno andare bene.

Va bene, ammetto che il mais resistente alla Diabrotica potrebbe essere interessante persino da noi. Ma non capisco perché nel grafico che mi hai mostrato l’adozione cala quasi a zero. Non dirmi che in USA ora è tutto mais biologico?

Ma figurati! Guarda, questo è il grafico dell’adozione di tutto il mais OGM in USA

mais totale usa

Da qualche anno è stabile al 92%. Probabilmente ha raggiunto la saturazione.

Non capisco. Ma il grafico di prima scendeva…

Quello era il grafico del solo mais Bt. Esistono anche altri tipi di mais geneticamente modificati, mai approvati alla coltivazione in Europa. Ti dicevo prima che per alcuni agricoltori il problema sono le erbe infestanti, e infatti anche l’adozione del mais solo tollerante agli erbicidi (HT) è aumentato nel tempo.

mais ht

Ho capito. Anche questo dal 2007 diminuisce. Lasciami indovinare: c’è un terzo tipo di mais OGM.

Indovinato. Sono sempre più diffusi gli OGM che possiedono caratteristiche diverse. Ora è sul mercato anche un mais che sopporta meglio la siccità per esempio. Praticamente tutti i coltivatori poi hanno problemi con le erbacce, e non a caso il 50% dei pesticidi usati al mondo sono diserbanti, quindi sono diventati sempre più utilizzati i mais che combinano la resistenza agli insetti, o altre caratteristiche, con la tolleranza a vari diserbanti ad ampio spettro. Si chiamano “stacked”, “impilati”. Eccoti il grafico.

mais stacked

Lo so, lo so! Questi non si possono coltivare in Europa ma li importiamo.

Bravo! Come ti ho detto quel vecchio mais Bt che non resiste neppure alla diabrotica è l’unico OGM coltivabile in Europa. Almeno per ora.

Le multinazionali non saranno contente hehehe! (Sai, non mi stanno simpatiche)

Guarda, magari mi sbaglio ma secondo me almeno per mais e soia se ne fregano. Noi, intesi come Unione Europea, acquistiamo comunque un sacco di mais e soia OGM. Che poi siano coltivati in Europa oppure altrove, quei semi le multinazionali li hanno venduti comunque, no? E una volta venduti a loro cosa interessa che siano coltivati e utilizzati in Europa, oppure coltivati in Brasile, Argentina e USA e poi utilizzati in Europa? Si chiama globalizzazione.

In effetti… Comunque con tutto quel mais resistente agli erbicidi l’uso di diserbanti sarà schizzato

In realtà no. Almeno sul mais. Non è che prima non si usassero i diserbanti. Semplicemente se ne usavano altri. I dati dell’USDA indicano che dal 1996 l’uso dei diserbanti sul mais è diminuito, per poi tornare ad aumentare un po’.

USDA herbicide use

Però se vogliamo parlare di diserbanti dobbiamo stare qui un altro paio di ore, visto che comunque non ha molto senso confrontare e misurare i diserbanti a peso, senza conoscere il loro effetto e la loro tossicità. Hai un altro paio d’ore?

No, per oggi ho già dato.

Ecco. Anche perché, come tu hai ricordato, non sono coltivabili in Europa e quindi sono discorsi un po’ lontani dalla nostra realtà. Non i diserbanti eh, quelli ovviamente li utilizziamo. Intendo gli OGM resistenti ai diserbanti. Che comunque importiamo. Ma mi sto ripetendo. È l’età. E poi comunque coltiviamo anche noi in Italia piante rese resistenti ad alcuni diserbanti. Come il riso. O il girasole. Nel 2015 una risaia italiana su tre coltivava riso con un gene per resistere a un diserbante. Però non è un OGM. Ma ne parliamo un’altra volta.

Grazie per l’esauriente spiegazione. Ci abbiamo messo più dei 10 minuti che avevi detto, e non sono convinto di aver colto proprio tutto. Ma grazie.

Prego. Mi piace raccontare cose che difficilmente si trovano spiegate altrove. Altrimenti mi eviterei la fatica.

Tu sai che il “Ki ti paka” è dietro l’angolo, vero? Non appena si diffonderà in rete questo pippone che hai scritto qualcuno ti accuserà di “Lesa coldirettità” per chissà quali loschi motivi.

Beh (facendo spallucce), sai cosa scrissero Fruttero e Lucentini ne “La prevalenza del cretino”?

«Sconfiggerlo [il cretino] è ovviamente impossibile. Odiarlo è inutile. Dileggio, sarcasmo, ironia non scalfiscono le sue cotte d'inconsapevolezza, le sue impavide autoassoluzioni. [..] Il cretino è imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé. Colpito dalle lance nostre o dei pochi altri ostinati partecipanti alla giostra, non cadrà mai dal palo, girerà su se stesso all'infinito svelando per un istante rotatorio il ghigno del delirio, della follia».

Ma a te cosa ti frega di assumerti la bega di stare lì a spiegare il mais OGM?

Guarda [canticchiando un medley], godrei molto di più nell’occuparmi di cottura delle bistecche, o al limite di cristalli di sale. Ma sui giornali, con Coldiretti che pontificava, Greenpeace fra l'assenzio cantava, mi sono stufato di sentir sparare cazzate.

Io scrivo quando posso e come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi. Vendere o no non passa fra i miei rischi. E quindi tiro avanti e non mi svesto del camice che son solito portare. Ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare, e arrivederci a presto!

Dario Bressanini

1.099 commenti RSS

  • Alberto Guidorzi 8 agosto 2019 alle 17:03

    Perchè tace il mondo del biologico che la sentenza ha svelato che anche loro coltivano OGM?

  • Perchè hanno le fette di salume dop slofudiano vegano biodinamico davanti agli occhi? O forse semplicemente perchè ignorano come stanno le cose e si lasciano abbindolare dal petrino di turno.

  • Alberto
    Non so se hai letto questo articolo apparso sul sole relativo al glisolfate dove accusa lo IARC di avere taroccato le analisi di 6 laboratori per farli apparire cancerogeno https://www.ilsole24ore.com/art/glifosato-misteriosa-manina-che-ha-condannato-diserbante-AE8WoxJH?refresh_ce=1

  • alberto
    domanda di un ignorante, ho letto che usano il glisolfate sul grano maturo per agevolare il distacco della pula
    Poi come al solito si contraddicono dicendo che lo fanno su piante OGM, ma se noi non possiamo importare grano OGM perchè tutta questa diatriba

  • Fabio,
    il glifosate fa seccare la pianta intera, si usa per accellerare la "morte" della pianta e ridurre i tempi di attesa per la trebbiatura. Ovviamente, se la spiga è secca, la pula si stacca più facilmente dal granello di grano. E, ovviamente, se ci sono piante più indietro nella maturazione, in questo modo tutto il raccolto è allo stesso stadio (maturazione di morte) al momento della trebbiatura.

    Come ben sai, in Italia (e fore anche nel resto delleuropa) è vietato usare il glifosate per questo scopo. Al suo posto è però legittimo usare uno dei componenti dell' celeberrimo "agente arancio", che è ancora registrato come disseccante in pre-raccolta ... Questo grazie a certi gruppi di pressione.

    Qualche numero pratico, tanto per darti un'idea.
    Quest'anno il mio grano ha cominciato a seccarsi nei campi il 12 giugno: si vedeva che dal basso saliva ogni giorno un po' il colore giallo della pianta.
    La trebbiatura l'ho fatta il 6 luglio e il raccolto era comunque un po' umido (15,5% di umidità; l'umidità commerciale e base per il pagamento è 14%, ciò significa che mi applicheranno una penale di circa il 4% del prezzo o del peso), quindi avrei dovuto aspettare almeno altri due giorni.
    Se avessi usato il glifosate come disseccante, posizionando il trattamento attorno al 26 giugno avrei potuto raccogliere il 1 luglio.
    La tua domanda, a questo punto, potrebbe essere: cosa cambia a raccolgiere un gionro prima o dopo? Beh, essendo in zona soggetta a vento e grandine estiva, ogni giorno di anticipo del raccolto è un giorno in meno di rischio di perderlo. Se poi tutti i chicchi sono secchi allo stesso "grado", difficilmente ci saranno fermentazioni nel cumulo del centro raccolta, quindi minor rischio di parassiti animali e/o sviluppo di tossine nella massa, quindi un rccolto di miglior qualità. Nessun centro raccolta in estate accende gli impianti per ventilare o essiccare i cereali ritirati dai clienti.
    Ti ho fatto un quadro abbastanza a grandi linee, ma se vuoi discutere più nel dettaglio non hai che da chiedere.

  • Alberto Guidorzi 10 agosto 2019 alle 17:17

    Fabio

    Vale quanto detto da Corrado,

    Comunque In Canada dove la pratica è messa in atto in funzione dell'annata, ma le annate di applicazione sono sempre meno, si applica il gliphosate quando la spiga è ormai gialla. perchè se si applicasse su spighe verdi si danneggerebbe la produzione. Se una pianta è verde significa che richiama ancora acqua dal terreno. quello che si vuole essiccare sono gli steli e le foglie ancora verdi (se non vi è più funzione clorofilliana, cioè se la pianta non è più vitale il gliphosate è ininfluente per ottenere l'essiccazione) che potrebbero apportare acqua nella massa vegetale che entra nel battitore della mietitrebbia..

    Altra balla è che non esiste una varietà che sia una varietà di frumento coltivata nel mondo che sia OGM. nel contesto attuale non è interessante creare frumenti OGM.

  • Alberto Guidorzi 10 agosto 2019 alle 17:57

    Fabio

    i giornalisti hanno cercato di farne saltare fuori un giallo, mentre vi è stata semplicemente una manovra per far in modo che partissero le cause per danni. fino ad oggi sono 18.400 coloro che hanno chiamato in tribunale per danni la Bayer (nuova proprietaria della Monsanto). Ti pare che se vi fossero veramente 18.400 casi accertati di tumori causati dal gliphosate qualche altro studio o autorità sanitaria di qualche paese del mondo non ne avrebbe messo in evidenza la cancerogenicità?

    Ecco qui una cronistoria della telenovela gliphosate

    https://agrariansciences.blogspot.com/2019/05/dossier-gliphosate.html

    Detta in sintesi la commissione ha deciso solo sulla base di cinque lavori che in qualche modo paventavano un pericolo, tutti gli altri lavori che invece dicevano che di rischi non ve n'erano sono stati scartati. In particolare è stato scartato una metanalisi che mostrava che non vi erano evidenze scientifiche sulla cancerogenicità. Questa metanalisi è stata scartata perchè non ancora pubblicata (tieni conto che alla stesura di questa metanalisi ha partecipato il presidente (Blair) della commissione IARC che doveva decidere) La ragione della non presa in considerazione del documento era che si potevano solo prendere in esame lavori scientifici pubblicati. Sembra però che la pubblicazione sia stata ritardata appositamente ed a nulla è valso l'invito di attendere la imminente pubblicazione prima di decidere. Cosa importante da osservare è che comunque il presidente della Commissione conosceva i contenuti della metanalisi in quanto aveva concorso a redarla. Altro aspetto importante è quelle per il quale vi era come consulente della Commissione giudicatrice un certo Portier che prima della decisione aveva già firmato un contratto di consulenza con uno studio di avvocati che aveva chiesti i danni alla Monsanto per conto di un cliente. é ufficiale che il contratto valeva 160.000 dollari.

  • Alberto, a parte triticale e trithordeum, di fatto non c'è frumento OGM, come giustamente dici tu.
    Fabio, quelle cose le aveva scitte anche Donatello Sandroni tempo fa su Image Line (Agronotizie). Di qualche settimana fa l'ultima puntata sulla significatività dei numeri sperimentali nel rapporto glifosate - danni epatici.

  • Alberto
    Logicamente il tuo è un articolo molto piu approfondito che l'ho appena scorso, tengo fame.
    Data la mole ho rimandato la lettura come al solito alle ore che rimango a letto sveglio, non so te, ma il sonno più lungo che ricordo sarà stato di 7 ore molti anni fa e ora con l'eta si e accorciato ulteriormente, pero se la mente non dorme il corpo ha i suoi anni.
    Approposito! di gliphosate, nella casa della bassa di mia nuora dovrei usarlo per essicare le piante, oramai sono diventate piante, che crescono tra i le pietre del vialetto
    Tecnico, cosa e come devo fare?
    Grazie in anticipo

  • Okkio che arriva Salvini e poi la finite si sparare cazzate da chat sui blog di Repubblica. :mrgreen:

    P.S. Magari!

  • Alberto Guidorzi 11 agosto 2019 alle 01:05

    Fabio

    Ma sono piante erbacee o arbusti?.

    Se sono piante erbacee non intervenire ora perchè è troppo tardi, aspetta ad usare il gliphosate la primavera prossima quando ricacciano o vi sono le nuove piante nate da seme.

  • Alberto

    Poiché è stato mio figlio ad effettuare l'estirpazione ripensando a quello che mi ha detto probabilmente sono erbacee, non mi sembra esistano piante che in otto mesi fanno un fusto come un pollice, poiché avrò anch'io lo stesso problema romperò in primavera

    Su agronotizie ho letto della gara annuale di produzione di granella per ettaro, chi ha vinto con terreno irriguo ha prodotto 34 t invece non irriguo 21t, ma se da noi arrivare a 20 t e una chimera loro come fanno!

    https://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2018/01/11/nuovo-record-per-il-mais-34-tonnellate-per-ettaro/56966

  • Yo

    Cosa vuoi farci è la senilità, una volta la chiamavano demenza senile adesso giustamente alzaimer

  • Nel mio "arsenale" ho glifosate in abbondanza anche per lui, sia solido che liquido ... E anche intrugli ben più pericolosi e potenti, basta chiedere ...

  • Fabio, se cerchi un effetto cosmetico (disseccante) prendi aceto da 1 euro al litri, lo diluisci al 10 % circa (1 litro il 10 litri d'acqua) e lo spruzzi bagnando bene le foglie ma senza far gocciolare. Se la pavimentazione è di pregio, prova in un angolo nascosto che l'intruglio non la rovini. Dopo che è seccata la parte verde, puoi tirarla via più agevolmente con il deceapugliatore.

  • Corrado
    Ormai mio figlio ha tolto la parte che sporgeva, aspetterò che ricresca prossima primavera
    In ogni caso grazie per la risposta

  • Fabio, tra un po' puoi fare un antigerminello per le nascite autunnali e un altro per quelle primaverili, se hai il "terreno" pulito. Ci dovrebbe essere qualcosa di libera vendita. Sempre se non hai animali domestici a 2 e 4 zampe (galline, cani, gatti, bambini, ...).

  • Fabio, non hai sottolineato che il record di produzione del mais è stato ottenuto con una varietà GM resistente agli insetti e nella categoria "coltivazione no till/strip till", quindi tecniche a basso impatto ambientale.

    Albetrto, di quando è l'articolo francese? Non ho trovato la data di pubblicazione. Certo che se vanno avanticosì i tribunali in America, chi ha preso i soldi degli "indennizzi" Monsanto/Bayer li dovrà restituire ... Oppure ci sarà la guera tra i tribunali a suon di sentenze e controsentenze, finchè qualche highlander dirà chi ha ragine e chi torto.

  • Corrado
    la mia domanda era,
    Quali ostacoli abbiamo in Italia che non ci permettono di raggiungere simili risultati, o gli yankee sono più bravi di noi o continuammo a dire di essere i meglio del mondo e invece non capiamo una mazza

  • Alberto grazie, leggerò con calma nel pomeriggio, se pioverà come dicono ...

    Fabio, l'ettaro lanciato si fa anche qui, ma senza che ci sia il concorso ufficiale e di solito si fa nei campi prova, dove ci sono varietà diverse a confronto. Il record di cui sono a conoscenza è 29,8 t/ha, di qualche anno fa, mi pare 2015.

  • Alberto Guidorzi 13 agosto 2019 alle 14:21

    Fabio

    Vi concorrono una serie di circostanze che quasi mai si verificano nella media.

    Questi dati dimostrano solo le potenzialità genetiche che si sono raggiunte.

    Per valutare le professionalità agricole di una regione o di una nazione occorre valutare e confrontare gli scarti trai dati sperimentali in prove condotte scientificamente e le medie nazionali o regionali di produzione di quella specie coltivata.

    Ad esempio quando io dico che nelle prove sperimentali di grano duro nel Sud dell'Italia si fanno 55 q/ha di grano duro e le medie produttive si attestano sui 25/30 q/ha posso affermare che con più professionalità ai 40 q/ha ci si può arrivare. Tra sperimentazione è campo vi è sempre uno scarto in meno, tutto dipende dal dato della differenza.

  • Fabio, verso la fine dell'articolo ti spiega perchè in Italia non potremo mai essere autisufficienti nella produzione dimais (aggiungo io, non solo di mais):

    https://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2018/04/24/maestri-di-aikido/58446

    Paragona l'ibrido di cui tu parli (34 t/ha) a una moderna auto euro 6 e i mais attualmente a nostra disposizione in Italia alla Fiat 124 (20 t/ha), macchine distanti 5 lustri una dall'altra.

  • Corrado

    Letto l'articolo e azzeccato il paragone tra auto, d'altronde una nazione che mise come ministro dell'agricoltura un solare Pecoraro, cosa pensi sapesse che di coltivazioni OGM, per lui era sufficiente dare un bel prato verde alle sue pecore elettrici perché pascolasero in pace per mungerle a suo piacimento
    Lui posso anche comprenderlo, avvocato nato a Salerno dove i campi non esistono, ma quello che mi fa infuriare e il mio governatore che essendosi laureato a Udine in scienze della produzione animale, cioè uno che qualche cosa dovrebbe sapere di mangimi, che governando parte della pianura padana dovrebbe fare l'interesse di quegli agricoltori e allevatori si erge a paladino del biologico e ora anche biodinamico, dico una cosa questo O E', ed allora la laurea gli hanno comprata, O CI FA' ed allora è il solito miserabile che cavalca l'onda per una manciata di voti, però il risultato non cambia immobilismo assoluto
    Nel decreto sblocca cantieri i nostri soloni hanno cancellato tutte le delibere regionali riguardanti i riciclo di residui di lavorazione facendoli tornare immondizie, praticamente hanno messo fuorilegge aziende con un indotto di due miliardi anno, ora si trovano a dover agire contro legge altrimenti devono fermare gli impianti, ma pensi che all'attuale ministro questo interessi, lui pensa solo a salvarsi la caregheta (sedia) e che il paese vada in malora

  • Prof, la prima edizione del tuo libro è nella bibliografia dell'enciclopedia on line Treccani, l'ho scoperto cercando la normativa sugli ogm per uso farmaceutico.
    Ho l'impressione che gugol tenga nascosti i link che cerco ... In compenso mi sono usciti un link a un articolo su uno studio relativo all'insorgenza di diabete di tipo diverso in pazienti trattati con insulina da batteri ogm e uno sull'insulina da girasole gm.

  • Alberto Guidorzi 26 agosto 2019 alle 12:30

    Corrado

    il girasole OGM non esiste.

    Esiste solo la selezione di una mutazione intervenuta naturalmente a livello di resistenza ad un erbicida.. Perchè non estendere le ricerche a tutte le mutazioni che intervengono in natura?. Perchè non indagare le mutazioni indotte e quindi vedere quali influenze ha esercitato il mangiare pane con farine da Creso e derivati?

  • Alberto, pare esista insulina ottenuta da girasole gm:

    http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2012/03/20/visualizza_new.html_134740195.html
    https://www.wellme.it/salute/4232-bio-insulina-diabete

    "... Lo afferma Rosella Franconi, biotecnologa dell'Enea, nel libro 'Perche' gli Ogm', ..."

    Questo l'articolo sulla pericolosità dell'insulina gm, con link alla pubblicazione:

    http://www.ilcambiamento.it/articoli/insulina_geneticamente_modificata

  • Alberto Guidorzi 26 agosto 2019 alle 18:02

    Corrado

    Hanno isolato il gene che produce l'insulina e nel secondo articolo l'hanno inserito nel batterio eschericchia coli e questo produce insulina in bioreattori

    Nel prima caso è un girasole che lo ha ricevuto, ma che non si coltiva come pianta agraria, ma solo in laboratorio e quindi non necessita di autorizzazione alla coltivazione.

    Sai quanti OGM ci sono nei laboratori di cui non si è data nessuna divulgazione (e soprattutto non si darà visto l'andazzo dei vandali distruttori ad ogni sentore di presenza di OGM) e che non necessitano di nessuna autorizzazione se non quando escono dal laboratorio. Io mi riferiva appunto al fatto che Il Girasole come pianta agraria OGMizzata non esiste.

    Esistono piante in cui sono state riscontrate mutazioni naturale e che sono state selezionate per questo carattere, ciò si è verificato specialmente nei confronti dei diserbanti di una certa categoria.
    Dato che il mais OGM è stato creato appositamente resistente al gliphosate allora per gli ecologisti "criminali" (questo è il loro vero nome) anche qualsiasi pianta naturalmente resistente ad un diserbante deve essere OGM (li chiamano OGM nascosti)

    Per la stessa ragione dovrebbero distruggere l'amarantus retroflexux, ma col cavolo lo fanno.

  • Corrado

    Scusami, ma faccio fatica a seguirti, sono articoli pubblicati da siti creati appositamente per insilare fobie alla gente, citano Petrini il più ballista, ignorante sui problemi agricoli, imbonitore di piazza, raggira persone, che ha fatto la sua fortuna seminando terrore a cui l'Italia abbia mai dato i natali
    Uno che oltre a reclamizzare il biologico esalta il biodinamico
    In ogni caso non mi sembra faccia riferimento a medicinali, ma alle solite castronate che come un mantra continua a ripetere
    Se leggi bene gli articoli parlano di insulina ricavata tramite l'uso di batteri geneticamente modificati e non di piante, poi ti reclamizzano una cura che in 21 giorni guarisce dal diabete, buona per i soliti gonzi, con il diabete si può soli morire, però solo con insulina derivata da pancreas di porchi
    Un pancreas di maiale da insulina per 6 giorni, in un anno ogni diabetico avrebbe bisogno di 60 maiali
    Logicamente sarebbe così cara che un sacco di ammalati potrebbe solo morire

  • Alberto

    Non mi meraviglierei se l'industria farmaceutica creasse delle piante geneticamente modificate per ricavarne poi medicinali, logicamente saranno piante che non arriveranno mai nel campo per essere coltivate, il problema non è che le creino e poi le coltivino, il problema sono i soliti quattro deficenti, non ignoranti, ma propio deficienti, che poiché i farmaci deriveranno da geni modificati anche se medicinali li demonizzerando

  • Alberto

    Scusami mentre scrivevo non ho visto la tua risposta che ricalca mio pensiero
    Subito da ignorante non riuscivo a comprendere il perché dell'amaranto poi strologando sulle tue parole ho capito
    Anche lui è immune al gliphosate
    Correggimi se sbaglio

  • No Fabio, l'amaranto è resistente a molecole ben più tossiche e potenti del glifosate, addirittura a una miscela di due principi attivi, e non si vedono possibilità di difesa in alcune colture. Il glifosate per fortuna ancora funziona, su di lui ...

    Alberto, non sapevo che esistesse un girasole che produce insulina, ma sarei molto curioso di capire la resa del processo, se effettivamente vale la pena o se è più efficiente la roduzione dei bioreattori.
    Ovvio che una pianta del genere non la danno da coltivare al Corrado di turno, metti che ci finisce un po' di stramonio o di erba morella (Solanum nigrum) nella granella raccolta ...
    Sono certo che negli armadi dei laboratori ci siano molti ogm di cui non sappiamo, e magari non sapremo nulla in più di quanto vogliono farci sapere.
    Piante coltivate che sono resistenti a disebanti ottenut da incroci naturali (= no ogm)? Tante: girasole (Crearfield (r) e a un altro principio attivo), colza e riso, le principali.

  • Non roduzione ma Produzione ...

  • Albetro, bella l'intervista rilasciata a Sandroni a marzo, complimenti, molto tecnica.
    Non ho altro modo di farvi i complimenti, sfrutto il blog del prof, con il suo permesso (altrimenti cancella pure, prof).

  • Alberto Guidorzi 27 agosto 2019 alle 01:09

    Corrado

    Neppure io lo sapevo, ho accettato per buono quello che diceva il link, Nella prima risposta che ti ho dato mi riferivo al Girasole che aveva ricevuto un tratto genetico modificato approvato e che aveva l'autorizzazione ad essere coltivato in campo, in questo caso ero sicuro che non esistesse in quanto non compare in nessuna lista delle piante OGM coltivate.

    Il Tabacco so per certo che è stato modificato per produrre varie sostanze in quanto ha una superficie fogliare estesa e concentrata in poco volume. Tuttavia anche qui nessun tratto autorizzato alla diffusione in ambiente.

    Circa l'intervista Sandroni ed in tutto il mio commentare cerco sempre di far capire ai non addetti che l'agricoltura ha le sue regole valide da sempre da cui non si può sfuggire e che le pratiche agricole moderne non hanno nulla di demoniaco se attuate con professionalità e secondo le indicazioni della scienza.

    Io ho sempre in mente un detto di mio padre quando voleva definire un cattivo agricoltore e che eseguiva cattive pratiche. Diceva che era fortunato che la terra non aveva le mani altrimenti avrebbe ricevuto tante sberle da avere la faccia gonfia sempre.

    Ad esempio adesso si decanta la semina su sodo o con minima lavorazione, quasi che l'aratura profonda fosse nei tempi passati un'imbecillità tecnica. Ci si dimentica solo che ai tempi in cui le concimazioni non erano così diffuse ed i trattori avevano aumentato la potenza, l'andare a riportare in superficie degli strati in cui si erano accumulati per decenni gli elementi nutritivi era come concimare. Inoltre problemi di sostanza organica c'erano meno. Ora invece è giusto fare pratiche di minima lavorazione, vuoi perchè la S.O: è diventata una materia sempre più rara ed anche perchè i concimi sono più alla portata ed inoltre si hanno i diserbi chimici . Ti immagini seminare su sodo in un terreno che in precedenza si era inerbito e vi era stata disseminazione avendo a disposizione solo la zappa?.

  • Sì, Alberto, me lo immagino: il "cotico" erboso esistente prenderebbe il sopravvento sui semi che pianto, e il campo produrrebbe molto poco o quasi nulla, e molto probabilmente non si riuscirebbe a raccogliere la produzione con le mietitrebbie (mica fanno miracoli ... Hanno dei limiti anche loro nella quantità di erba che possono tollerare e nell'efficacia-efficienza di separazione del raccolto dalle infestanti!). Anche rivoltando la zolla zappata, in modo da esporre le radici al sole e all'aria, non c'è garanzia di attecchimento dei semi: il materiale verde in decomposizione può facilmente produrre sostanze che disturbano o inibiscono la germinazione o l'attecchimento del germoglio.

  • :?: una domanda da persona ignorante: ?: : esistono coltivazioni la cui resa in joule/ettaro è superiore a quella delle celle fotovoltaiche?

  • Alberto Guidorzi 28 agosto 2019 alle 00:28

    Corrado
    Ne ho già viste due nella mia vita di euforie sulla bietola autunnale da zucchero in Italia
    La prima è stata quando si è trasferita la bieticoltura al Sud, ma è riuscita solo perché allora si pagavano le bietole a peso d’oro, infatti quando la cuccagna finì si andò avanti tra fallimenti di zuccherifici e definitiva dismissione della coltivazione. Eppure l’articolo pensa di rifare la stessa cosa al Sud.
    Successivamente vi è stato il tentativo di portare la bietola in semina autunnale al Centro Italia, tanta euforia ma poi fu una débâcle.
    Ora abbiamo questo altro tentativo e si dice che vi siano stati dei progressi in fatto di prefioritura però essa non è pagabile agli stessi prezzi di quando si ricava zucchero.
    La bietola è una pianta annuale e primaverile, ma con tipi che possono essere biennali. In mezzo ci sta una distribuzione gaussiana di tipi intermedi. Il miglioramento ha spostato l’equilibrio verso il tipo biennale, ma la cosa è riuscita bene solo con le semine primaverili.
    Se la si vuol seminare in autunno vi sono due pericoli: 1° che la semina sia persa per il gelo invernale, 2° che il freddo faccia retrogradare un tipo biennale ad annuale e quindi prefiorisca, cioè emetta lo scapo fiorale al primo anno e quindi non faccia radice e per giunta con poco zucchero.
    Il meccanismo della prefioritura e della resistenza al gelo è un po' come una “saponetta bagnata”. La pianta allo stato cotiledonare con una brinata muore, se ha già almeno due foglie vere si può scendere anche a -3/4° C. Tuttavia dipende dalla durata, infatti nelle condizioni del Nord, ma anche del Centro e Sud della costa adriatica in primavera al massimo hai una nottata di queste condizioni. In inverno invece puoi avere temperature ben sotto zero per più giorni e quindi il pericolo che ti si geli la coltivazione è incombente. Per quanto riguarda la prefioritura la pianta deve avere almeno 4/6 foglie perché sia recettiva alle basse temperature (che non è necessario che scendano sotto lo zero) e avviare il meccanismo della fioritura. Ora questa condizione tu in inverno almeno al Nord l’hai quasi sempre, ecco perché la semina autunnale non è mai stata tentata in quanto due anni su tre ti prefiorisce, se non è prima gelata. In primavera invece le 4/6 foglie le hai a metà aprile e quindi di temperature basse le hai eccezionalmente.
    Ora io quando sento un agricoltore friulano che è già disponibile a seminare 60 ettari perché ha visto che a Latina la bietola non si gela e non prefiorisce mi cadono le braccia perché ha proprio scelto la parte dell’Italia dove il clima è più clemente (ti ricordo che Latina è più a Sud di Foggia e davanti all’ex-zuccherificio crescevano le buganvillee mentre davanti allo zuccherificio di Foggia facevano fatica a crescere gli eucalipti) e quindi il rapporto con il clima del Friuli non tiene.
    Mi chiedo anche, ma come mai che in Francia dove fanno 1000 q/ha con 20 ° di zucchero in semina primaverile al massimo pensano di fare etanolo (ma se va in porto il mercosur il Brasile ci inonda di etanolo a minor prezzo) e non pensano di fare biomassa, possibile che noi italiani possiamo pensare di basarvi una coltivazione duratura e redditizia?

  • Alberto Guidorzi 28 agosto 2019 alle 00:31

    Ex-Commesso

    Non ti so rispondere, spero che ci sia qualcuno che lo possa fare perchè la tua domanda è interessante.
    Quanto produce in joule un ettaro di celle fotovoltaiche?

  • Ex, direi che non c'è storia. Faccio fatica a pensare a produzioni agricole superiori ai 5 kg/m2 di sostanza secca (500 q/ha) all'anno che potrebbero dare al massimo una trentina di kWh. Il mio fotovoltaico (non penso il più performante) ne produce circa 200, sempre per m2 e per anno. (traduci tu in Joule che io, così al volo da contadino, manco mi ricordo cosa sono. :) ;)

  • Provo a fare un ragionamento ...
    La fotosintesi clorofilliana non ha un rendimento del 100% della radiazione solare assorbita, in quanto sfrutta bande precise di radiazione a seconda del picco di assorbimento dei pigmenti della foglia. Ci sono poi anche aspetti limitanti che dipendono dalle condizioni ambientali: temperatura, umidità, tipo di ciclo di fissazione dell'anidride carbonica (C3, C4, CAM). Questo dal punto di vista biochimico.
    Se però vogliamo andare per le spicce e calcolare l'energia racchiusa nei prodotti vegetali, basterebbe fare il calcolo delle calorie prodotte per ettaro (o per metro quadro) dalle piante. È ovvio che il calcolo darà un risultato diverso se il mais è per uso umano (raccolgo solo la granella) o per allevamento (raccolgo la spiga intera - pastone - o tutta la parte aerea - insilato -); un po' più problematico fare il calcolo di tutta la pianta, comprese anche le radici, per valutare tutta l'energia solare racchiusa nei tessuti vegetali, in quanto non è facile stimare la quantità di radici.
    Ultima considerazione, le piante in inverno e in condizioni ambientali al di fuori del loro campo di sviluppo rallentano l'attività o muoiono ... Penso a una gelata improvvisa ad aprile, per dire, o a temperature giornaliere superiori a 32-35 gradi, spesso limite superiore di attività fotosintetica.
    Il mais di prima raggiunge il massimo sviluppo in 100-120 giorni, poi lo raggolgo e passa qualche giorno o mese prima che semini altro nel campo (e non è detto che si semini piante commestibili), la cella fotovoltaica "lavora" tutto l'anno.
    Altra considerazione: mentre per la cella fotovoltaica la superficie quasi corrisponde con la superficie coperta, le foglie delle piante hanno una superficie superiore al terreno su cui crescono (il mais può arrivare a 6 metri quadri per metro quadro di terreno, anche chiamato LAI, leaf area index).

  • Alberto, volevi sapere quali e quante deroghe sono state concesse per semi non bio nel 2018?

    http://scs.entecra.it/biologico-indice/ce2018.pdf

  • Alberto Guidorzi 29 agosto 2019 alle 15:26

    Corrado

    Lo conoscevo anche perchè ambedue sono amici miei e collaboro con loro.

  • Ex commesso

    Fare un calcolo in joule è un po difficile, considera che corrisponde ad un watt al secondo, ciò 3600 watt ora, per cui la somma finale sarebbe spropositata, sarebbe più giusto chiedere quanti kw ora, ma un conto così non potrà mai essere fatto data l'enorme varietà di coltivazioni effettuabili, ma anche tu volessi limitare ad una sola coltivazione il raffronto, avremo che nazioni come gli Stati Uniti potendo usare OGM avranno una resa maggiore, potresti partire da quanti kw si possono avere da una tonnellata di soia, ma anche qui i parametri aumentano in base all'uso che ne fai, puoi ricavarci bioetanolo, oppure olio combustibile o adibirlo ad alimentazione animale e usare le deiezioni per ricavarci metano da bruciare per produrre energia elettrica o biogas da immettere in rete
    Direi che una ricerca che appurasse questi parametri sarebbe molto interessante perché sarebbe disgiunta da un valore commerciale
    Ecco che allora con dati reali la scelta di coltivazione e uso successivo potrebbe adeguarsi alle esigenze del momento

  • Corrado

    Tu che sei anche un bioagricolo sai dirmi quante specie sono rimaste escluse dalle deroghe e se possibile quali sono le specie non menzionate che sono bio

  • Ho invertito i due parametri
    Biogas da bruciare e bio metano da immettere in rete

  • Fabio, ti sembrerà una cosa ovvia, ma per la legge è bio solo quello che è certificato.
    Sul sito del CRA c'è l'elenco di tutte le specie vegetali e relative varietà ammesse alla coltivazione. Siamo all'assurdo che per la legge, se io avessi in magazzino una varietà non più in elenco, non la potrei coltivare come bio perchè non è presente nel sistema ...

  • Corrado

    Non menare il can per l'aia
    Con tutte le specie elencate qualcuna non derogabile rimane? ovverosia coltivabile solamente in modo tradizionale perché a questo punto mi sembra veramente una presa per il c lo a tutti i c oni che pagano le tasse

  • Alberto Guidorzi 29 agosto 2019 alle 19:53

    Fabio

    E' una presa per i fondelli in quanto le sementi biologiche non esistono ed il nuovo regolamento dice che se ne parlerà nel 2035.

  • Alberto Guidorzi 29 agosto 2019 alle 19:57

    Corrado

    grazie dell'elenco delle deroghe

    Non so se lo sai ma nel 2015 vi erano 96.500 ha (ed ora sono notevolmente aumentate) di queste superfici certificate a biologico:

    "superfici forestali e/o superfici di raccolta spontanea (funghi selvatici, tartufi, bacche selvatiche) non pascolate e notificate dall’operatore; altro."

    Nota che non sono visitate dal certificatore, bemsì si accetta una dichiarazione di chi le vuole certificare.

  • Fabio, pensa che con la deroga (o senza se il seme è certificato bio all'origine) si può seminare anche ogiemme ... Che eventualmente sia presente nei limiti di legge come contaminazione non separabile.
    Sono abbastanza sicuro che se chiedi la deroga per il MON 810 non te la concedono. Il resto è tutto derogabile, se non reperibile come materiale certificato bio.

  • Alberto, vuoi ridere?
    Ho chiesto al mio odc se posso raccogliere more, erbe spontanee e fiori di sambuco dei miei campi (certificati, ovviamente) per vendere i prodotti con la certificazione. Mi hanno risposto di no, perchè ho azienda mista e potrei fare il furbo, non vogliono assumersi responsabilità da quando è in vigore il "decreto controlli".
    Ho visto solo dopo aver postato che anche tu frequenti sia Pascale sia il suo intervistato, di cui peraltro avevo letto altri scritti anche di recente (quote latte mi pare, dopo la sentenza della Cassazione) ma senza realizzare subito la coincidenza ...

  • Alberto Guidorzi 30 agosto 2019 alle 00:00

    Corrado

    Infatti a te non è permesso, mentre a gente che ha 1000 mq di terreno abbandonato sul nostro Appennino dove bisogna essere delle capre per avventurarvisi e li dichiara tutti biologici e poi raccoglie funghi dove li trova o fiori di sambuco nella siepe vivino a casa e dico che sono stati tutti raccolti in quei 1000 mq lo posso fare e il controllore non ha nessuno scrupolo concedermi la certificazione.

  • Fabio, divertiti:

    nuovo record: quasi superati i 200.000.000 di ettari coltivati con PGM:

    https://terraevita.edagricole.it/economia-e-politica-agricola/biotech-nel-mondo-in-continua-crescita-ora-si-sfiorano-i-200-milioni-di-ettari/

    Per la serie che le PGM non interessano a nessuno ... 17.000.000 di agricoltori li usano e ne sono contenti.

    Qui il rapporto riassunto con alcune grafiche (in inglese):

    http://www.isaaa.org/resources/publications/briefs/54/executivesummary/default.asp

    Intervista a Giorgio Fidenato, ch si toglie qualche sassolino dalle scarpe ...

    https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2019/09/03/ogm-tra-semine-e-sentenze/64050

  • Valerio Guagnelli Scanzani 21 ottobre 2019 alle 21:57

    In realtà il problema.centrale degli OGM non è stato minimamente affrontato. Forse Bressanini non ne è neanche al corrente.

  • Valerio Guagnelli Scanzani 21 ottobre 2019 alle 22:07

    Mi chiedo come si faccia a fare un articolo sulla "verità" omettendo i problemi principali degli OGM, e parlando di un solo problema inesistente : la tossicità.

    gli OGM hanno non uno ma vari problemi

    1- trasferimento di frammenti di dna ai batteri del suolo e poi ai patogeni, con relativo sviluppo di resistenze agli antibiotici

    2- outcrossing, ibridazioni di specie selvatiche (verificato), di cui non si conoscono gli effetti ecosistemici, potrebbero anche essere devastanti

    3- questo potrebbe portare a nascita di piante super infestanti

    4- o alla nascita di insetti superresistenti, e alla estinzione di altri insetti di nicchia.

    5- rilascio di tossine transgeniche nel suolo attraverso le radici, anche qui non si sa bene quali effetti potrebbero portare.

    si gioca col fuoco,

    tacere su queste problemi significa o essere disinformati e cmq fare disinformazione.

  • Valerio

    Perchè vieni qui scrivi cazzate prima ancora di sfogliarti gli argomenti trattati
    Cerca di essere meno supponente, sugli OGM da quello che scrivi la tua ignoranza è abissale
    Non sai nemmeno di che cosa stai parlando

  • Valerio:
    1. I geni venivano trasferiti all'età della pietra (della tecnica del DNA ricombinante) usando come marcatore la resistenza agli antibiotici. Ormai si è fatto qualche bel passo avanti, in questo ...
    2. Mangiando grano, stiamo sperimentando un fenomeno molto simile: si può definire in sè un "effetto ecosistemico devastante"? Il trasferimento orizzontale di singoli geni in natura, seppur casuale, è ormai un'osservazione accertata, nulla di strano nè "articifiale" sembra prospettarsi nel discorso.
    3. Ci sono già, anche se non nel senso che presumo sia sottinteso. Piante di difficile controllo ed eradicazione c'erano già prima degli erbicidi, così come molti geni di resistenza a insetticidi. L'uso ne sta solo favorendo la "fitness" nelle popolazioni.
    4. Non servono i "superinsetti" a far estinguere altri insetti di nicchia, basta e avanza l'uomo.
    5. Le tossine (BT, suppongo, ma non è dato sapere) sono già per lo più presenti nel terreno, nulla di nuovo.

    Ora manca solo che parli della fragola-pesce ... Poi ha toccato tutti i luoghi comuni della disinformazione anti-PGM, visto che degli OGM già largamente diffusi per uso farmaceutico (direi nell'ignoranza degli utilizzatori) non fa parola ...

    Sarebbe utile dare una scorsa anche ai commenti, oltre che all'articolo, onde limitare inutili doppioni. Ma il blog non lo gestisco io, il mio è un suggerimento da "neofita" del blog, ci son passato di recente per questo "errore" di valutazione dell'etichetta ... Buona lettura.

  • Corrado, tanto temo sia inutile. Sarei però curiosa di sapere vome si comporterebbe il signore se fosse colpito da una malattia la cui unica cura fosse la terapia genica... la rifiuterebbe temendo di diventare un problema ecologico?

  • Pappagallo, la pensa come mia moglie: se è una terapia genica per malattie rare è ok, se dall'OGM si ricavano medicine senza sfruttare/seviziare animali è ok. Per tutto il resto, è lo sporco interesse per il profitto ...

  • ciao, Pappagallo come sta rosa

    Il problema è relativo a chi arriva e pensa di sapere tutto, logicamente poi va a scontrarsi con persone più preparate, ma quando vedi che ad ogni tentativo la sua comprensione invece di aumentare cala l'unica cosa è fare come me e il buon Giudorzi, ignorarli,
    A nessuno piace parlare da solo

  • Alberto Guidorzi 22 ottobre 2019 alle 19:35

    Valerio Guagnelli Scanzani

    Per fortuna che ti sei limitato a 5 cazzate.

  • Valerio Guagnelli Scanzani 22 ottobre 2019 alle 21:52

    @fabio panella
    "Perchè vieni qui scrivi cazzate", "Cerca di essere meno supponente"

    si papà.... :-)

    "sugli OGM da quello che scrivi la tua ignoranza è abissale"

    sono cose ben conosciute da qualsiasi persona abbia un minimo di conoscenza del problema,
    tutte cose note ai legislatori europei, cose tra l'altro ribadite anche dall ISS:

    " Il documento guida dell’EFSA (6) prevede la valutazione di 7 possibili scenari di
    rischio ambientale:

    1. Persistenza e potenziale invasivo della pianta GM;
    2. Trasferimento di geni dalla pianta ai microrganismi;
    3. Interazioni della pianta GM con gli organismi bersaglio;
    4. Interazioni della pianta GM con gli organismi non-bersaglio;
    5. Impatto delle pratiche colturali;
    6. Effetti sui processi biogeochimici;
    7. Effetti sulla salute umana e animale.

    I principali meccanismi biologici attraverso cui si può ipotizzare un impatto ambientale
    negativo sono i seguenti:
    ‒ l’ipotesi che la dispersione del polline o la diffusione diretta di DNA nel suolo attraverso
    le radici, possa portare ad una diffusione involontaria del gene inserito nelle piante GM e
    trasferirne le caratteristiche ad altri individui;
    ‒ l’ipotesi che i geni espressi possano danneggiare direttamente o indirettamente altri
    organismi (impatto sulla biodiversità);
    ‒ l’ipotesi che gli organismi nocivi alle piante si adattino ai geni espressi dalle piante GM
    divenendo più difficilmente controllabili anche in colture “tradizionali”. "

    estratto da Istituto superiore di Sanità:
    http://old.iss.it/binary/publ/cont/15_43_web.pdf

    Diro di piu, il TGO, trasf. genetico orizzontale, introduce modifiche che in natura sarebbero impossibili per via selettiva naturale, per la presenza dei cosiddetti vincoli di struttura (situati a vari livelli, genomico proteomico cellulare o fenotipico, v.es. Michele Sarà). Quindi dire che la natura già lo fa da sempre è una BALLA colossale.

    Tanto per fare un esempio a livello fenotipico-comportamentale: in natura l'accoppiamento tra un chihuahua e un alano sarebbe impossibile (selezione naturale), benchè intraspecifica, per problemi "meccanici" (vincolo di struttura). Adottando un sistema in provetta invece potrebbe essere possibile, sempre che non intervengano altri vincoli a livello genetico ecc. (selezione artificiale).

    "Non sai nemmeno di che cosa stai parlando"

    una domanda, ma tu pensi di intimidire qualcuno adottando questo atteggiamento aggressivo e maleducato oppure è solo il tuo modo normale di relazionarti?

  • Alberto

    Prende le sue idee da Greenpeace, pensa quanto può essere illuminato
    In bicocca ho problemi con un albero di ailanto da 80 cm di diametro da estirpare più un altro da 30 più altri più piccoli, fortuna che è maschio altrimenti con le samare avrebbe invaso tutto
    Tutti i Kaki sono andati con le cimici e ho visto che attorno hanno tutti le reti anti invasione

  • Alberto Guidorzi 23 ottobre 2019 alle 11:59

    Fabio

    Fossero solo i Kaki!

    Bravo che mi hai parlato dell'ailanto, perchè ne approfitto per far notare a quel troglodita scientifico che è Valerio Guagnelli Scanzani che la natura è piena di geni che migrano, addirittura di genomi interi come si è scagliato contro la diffusione di un gene perchè non si è scagliato contro l'invasività dell'ailanto

    https://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/ailanto/#Limpatto_dellailanto_sulla_biodiversita

  • Valerio Guagnelli Scanzani 23 ottobre 2019 alle 17:06

    @Pappagallorosa
    "Sarei però curiosa di sapere vome si comporterebbe il signore se fosse colpito da una malattia la cui unica cura fosse la terapia genica... la rifiuterebbe temendo di diventare un problema ecologico?"

    avrebbe potuto chiedermelo. e le avrei gentilmente risposto.

    Sarei curioso anche io di sapere quando e come avrei asserito di essere anti OGM?
    Evidentemente il suo cervello ha operato delle interpolazioni riempendo da sola dei vuoti.
    La teoria della gestalt assegna queste interpolazioni involontarie al vissuto psicologico prevalente del parlante. Evidentemente nel suo vissuto c'è una bella dose di pregiudizi e di contrapposizioni di fazione.

    Per il resto vedo qui piu sbruffoni, cafoni, dedidi al turpiloquio piuttosto che persone tout court, che con fare da bulletti cercano di ridicolizzare le persone. Comportamenti adolescenziali.

  • Vede, Valerio, la conclusione l'ho tratta (come penso altri) da ciò che scrive (non sto a riportare i virdolettati per non intasare l'antispam con un commento chilometrico). Disinformazione gialloverde parola per parola: non ha scitto una virgola diversa dai loro proclami degli ultimi 35 anni. Quindi non scarichi anche la colpa di ciò su altri: chi è causa del suo mal, pianga sè stesso, dicono da queste parti dove ora mi trovo fisicamente (in altre parole, ovviamente, in madrelingua, ma il senso è quello) ...

    Mancavano solo i riferimenti a Vandana, ai suicidi e alla fragola - pesce ... Il resto c'è tutto ...

  • Fabio, come ti capisco! Anche io sono alle prese coi maledetti ailanti!

  • Valerio Guagnelli Scanzani 23 ottobre 2019 alle 22:33

    @Corrado

    "Quindi non scarichi anche la colpa di ciò su altri:"

    la cafonaggine il turpiloquio e il bullismo prepotente e adolescenziale è responsabilita personale di chi agisce in tal modo. Non certo mio.

    Se lei e i suo colleghi vedete il mondo in bianco e nero, per dicotomie manichee buoni-cattivi, portatori di verità contro cialtroni, ecc. non è certo un problema mio.

    Io al massimo posso definirla pochezza intellettuale e umana.

    Cmq io scarico la responsabilità su chi mi pare.

  • O' Valerio, lei è corresponsabile in quanto istigatore, suvvia, lo ammetta!

    Pa e Fabio: ho suggerito una potente pozione a base di fluoroxipyr e un altro componente, già miscelata, da dare con il pennello e adeguate protezioni alle mani: in pochi mesi ha debellato il giardino dall'infestazione (al mio amico era piovuto un ailanto femmina ... Non sapeva più che pesci pigliare finchè, casualmente, ha incrociato me e il mio arsenale).
    Il prodotto si chiama Runway, confezione da mezzo litro. Se la rivendita ha l'etichetta vecchia del formulato, dovrebbe essere acquistabile con codice fiscale, quindi senza "licenza di uccidere". Dovrei controllarein banca dati se esistono formulati simili per PPO/PPE.
    Il caro, vecchio, glorioso perfino, Tordon 21K, putroppo, efficacissimo a dosaggio infimo, ci ha lasciati anzitempo nonostante un radioso futuro nelle campagne sempre più infestate da "alieni" arborei (oltre all'ailanto, il bambù, per dire, ...). E ora tocca ripiegare su dosaggi superiori: 1 litro d'acqua, 10 ml di Runway, 1 ml di acidificante (io uso una miscela di acido ortofosforico e nitrico, registrato come concime N-P, già pronta e con indicatore di viraggio per segnalare visivamente il raggiungimento del giusto pH della soluzione, così minima spesa massima resa del trattamento). Al bisogno (ma non dovrebbe servire) 0,5 ml di olio bianco o generico bagnante per trattamenti fitosanitari, per aumentare l'adesione della pennellata sulle foglie delle malefiche piante di cui vi volete liberare.
    La sequenza di preparazione della miscela: in una bottiglia da litro
    0,75 l di acqua, acidificante (chiudere con il tappo e agitare), prodotto fitosanitario (idem), eventuale uleriore goccia di acidificante per mantenere il pH nel giusto range (idem), portare a volume, agitare nuovamente e procedere a spennellare le foglie. Se vi basta meno pozione, fatela giusta, non va assolutamente fatta avanzare: il principio attivo non è eterno, una volta diluito, perde di efficacia.

  • Valerio

    Continui a fare il voltagabbana
    Come puoi non dire che sei un anti OGM se non fai altro che scalgliartici contro
    Mi sto convincendo che come slettricista ti sei auotoimposto una dose massiccia di elettroshock che ti ha fuso il cervello
    Ho mangiato la tua trota ibridata dal salmone OGM, fantastica !!

  • Corrado

    Pensa che il super rinco del vecchio proprietario la pure impiantato lui
    per riprodursi è riuscito a passare sotto un canale una strada e sta invadendo una canaletti di scolo fianco strada
    Domani mattina mi salvo sul pc i tuoi consigli, con i pad non riesco
    In ogni caso dovrò chiamare un'azienda specializzata perché mi sembra sia alto più di 15 metri e se un ramo cade sulla casa mi sfonda il tetto

  • Fabio, perdona la pignoleria, ma il bambù ha il rizoma: una radice che è fusto, un fusto che è radice, come disse qualcuno ...
    Quando 10 anni fa incontrai a una fiera il Consorzio Bambù Italia a una fiera, chiesi come ci si libera della coltura quando ci si stufa. Non sapevano che dirmi ... Resiste al glifosate al 15% di prodotto commerciale da 360 g/l (54 g circa/ litro di soluzione, bagnando bene le foglie ma senza farle gocciolare), oltre non ho ancora provato nè con altri formulati e miscele di principi attivi.

  • Valerio Guagnelli Scanzani 24 ottobre 2019 alle 19:18

    Inutile parlare con gli scemi.

  • Corrado

    Io non ho bambù, ma solo un enorme albero di ailanto le cui radici sono passate sotto la casa e ha filiate ovunque, del bambù ha parlato Alberto paragonandolo all'ailanto come specie invasiva e durissima da estirpare

    Del bambù da quanto ho capito l'unico modo di estirparlo e scavare scavare scavare

  • Valerio, il giorno che io dirò del suo mestiere o dei suoi anni di studio le cose che lei ha detto del mio, forse potrà trattarmi da scemo, ammesso che io sia ignorante del suo mestiere quanto lei dimostra essere del mio. Saluti.

  • Corrado

    Come al solito quando uno non sa cosa rispondere rispondere si rifugia nell'insulto e purtroppo i nuovi che non sanno possono solo fare questo

  • Corrado, peccato che non ho più il ratto del bambù!

  • Pappagallorosa, lo vado a prendere e lo importo clandestinamente, così aumento la biodiversità con un utile alieno.
    Se almeno giovassero le nutrie, che si stanno diffondendo anche quassù ...

  • Una informazione "tecnica":
    per la cottura degli amidi del pane e della pasta ci vogliono pochi minuti e invece per la cottura della polenta occorre quasi un'ora?

  • Un piccolo estratto, quello maggiormente significativo (secondo me), per chi non vuol leggere tutto l'articolo:

    "Il giorno in cui si facessero finalmente i conti circa i reali impatti ambientali fra tali situazioni contrapposte, forse i quintali prodotti da Hula risulterebbero a sorpresa molto più eco-friendly di quelli nostrani, visto che gli impatti a ettaro del maiscoltore americano si vanno a ripartire sul doppio quando non addirittura sul triplo dei quintali qui ottenuti. Vi è cioè da pensare che se la maiscoltura italiana dovesse lavorare come David Hula, con la metà degli ettari un tempo coltivati ritornerebbe a produrre quanto 15 anni fa, restituendo al Paese la pressoché totale indipendenza per il granturco, impattando pure meno di 15 anni fa, quando si lavorava con il doppio degli ettari."

  • Corrado

    Poi leggero l'articolo, solo che sai anche tu perché in Italia non si può coltivare OGM
    Allora è stato dimostrato che se le vacche mangiano mais OGM e poi allattano i vitelloni quei vitellini saranno tossicodipendenti da mais OGM e anche da torelli continueranno a volere il mais OGM
    E se il latte viene usato per fare formaggi tipo reggiano questo perderebbe il potere afrodisiaco da "far rampegar su pai muri" quando gli uomini lo mangiano, contribuendo così a una decrescita felice, visto che fa venire meno l'alzabandiera

  • Corrado

    Purtroppo più avanzo nella senilità più mi accorgo quanto imperi la voglia di ignoranza, pensare è difficile, fa venire il mal di testa, non si dorme più, così si adeguano contenti agli istrioni che gli raccontano quanto è bello passare una giornata bucolica in pace con la natura per poi incazzarsi se vengono molestati dalle vacche al pascolo perché vogliono brucare l'erba dove loro si sono seduti, e poi ci sono le api furiose perche calpestano i loro fiori, ma così non si coltiva OGM e la natura rimane incontaminata tanto che ti importa adesso la ciccia la importiamo dal Canada e che te frega se la mangiano OGM
    Sai come dicono facciamo tutto, ma sempre sul prato del mio vicino

  • Alberto e Corrado

    Notizia letta questa mattina sul bugiardello , "il giornale L'Arena"
    L'UE sotto la spinta furiosa della comunità scientifica sembra voglia rivedere la politica sul mais OGM ammettendo che si sono persi 25 anni di ricerca e sviluppo mentre gli altri continenti hanno usato questa possibilità per produrre prodotti più salubri e con uso limitato di pesticidi
    Ma la novità e che al coro pro OGM, pressata dai coltivatori incazzati, si è aggiunta anche la Confagricoltura accennando perfino alla mela OGM
    Adesso cosa succederà? fosse che fosse la volta bona che anche l'Europa si erudisce

  • Fabio, Confagricoltura è il sindacato dei proprietari, e in quanto tale è abbastanza predisposto alle innovazioni. Non ha "8 associati su 10" che percepiscono altri redditi, che vogliono rendite di posizione (contributi vari piuttosto che confrontarsi col mercato), tutele inutili (tipo contribuire al procrastinare dal 1992 la revisione delle macchine agricole).
    Dalle prime notizie sugli OGM agricoli ad oggi, è sempre stato a favore sia alla sperimentazione di campo sia all'utilizzo se le sperimentazioni erano favorevoli, ma non ha abbastanza peso "politico" per far sentire la sua voce.

  • Precisazione: Confagricoltura è l'equivalente di Cofindustria; Coldiretti e CIA sono Confartigianato, tanto per rendere l'idea ...

  • Alberto Guidorzi 19 gennaio 2020 alle 23:30

    Fabio

    Sicuramente il giornalista ha relazionato solo sulla parte che più fa notizia. L'impasse dell'UE è derivata da due fatti: 1° la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha detto che ciò che si era escluso dall'essere OGM nella direttiva 18/2001 invece lo sono. 2° l'irrompere delle nuove biotecnologie (CRSPR ad esempio) che al momento di redigere il testo della direttiva di cui sopra erano sconosciute.

    In altre parole la Commissione UE ha il "culo scoperto" per il fatto di avere assecondato solo le opinioni pubbliche e non colloquiato con la scienza.

    In conclusione se prima, pur accettando la tecnica OGM (infatti hanno permesso le importazioni di OGM dall'estero) hanno lasciato che in pratica vi fosse un divieto della coltivazione delle piante genticamente modificate per decisione di un singolo paese membro.Oggi invece questo escamotage pilatesco non è più possibile in quanto le nuove biotecnologie non possono essere lasciate nel limbo come sono ora, ciò equivarrebbe far fare all'Europa harakiri. Di fronte a questo scenario in Commissione cominciano a discutere la cosa ben sapendo che non possono lasciare le cose come stanno. La stampa ha recepito queste discussioni preliminari ed ha fatto una sintesi un po' prematura dicendo che si vuole rivedere la politica del mais OGM, ma in realtà non è così. Perchè l'UE ed i singoli paesi europei rinsaviscano ne deve passare ancora molta di acqua sotto ponti. anche perchè i partiti verdi sono indispensabili perche sopravviva la Commissione ed in più essi sono nelle coalizioni che governano di molti paesi europei.

  • Alberto
    Peccato, pensavo che l'Europa riuscisse a mordenizzarsi.
    Io che pensavo di darti una novità, come al solito si può cambiare tutto purché non cambi niente

  • 13The young and small Antoine Griezmann could not get a team in France due to his sizeSocial Media13.

  • Fabio, qualcuno si sta dando da fare anche senza mais GM:

    https://terraevita.edagricole.it/featured/combimais-vicino-traguardo/?utm_term=502484+-+https%3A%2F%2Fterraevita.edagricole.it%2Ffeatured%2Fcombimais-vicino-traguardo%2F&utm_campaign=Campagne+B-NBM+Terra+e+Vita+-+TV_daily_20201006&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=103043+-+50377+%282020-10-06%29

    Non si arriverà a 4 t/ha come per l'ettaro lanciato americano (oltre le 4 t/ha, a dire il vero), ma nella "piccola" pianura padana qualcuno si difende bene. E con produzioni di mais di qualità (granella per baby food), il che è tutto dire se vale o meno la pena di investire in ricerca e applicazioni di campo anche senza GM ...

  • Alberto Guidorzi 7 ottobre 2020 alle 00:51

    Corrado

    Le due cose non sono in contrasto anzi vanno a braccetto. Se io ho un tratto OGM interessante non vado ad inserirlo su una varietà patacca, ma lo inserisco in una varietà elite. Non solo ma anche la ricerca avviene in parallelo, nel senso che si continua a migliorare il mais con i metodi di genetica classica e nello stesso tempo si mettono a punto tratti genetici GM.

  • Alberto Guidorzi 7 ottobre 2020 alle 00:58

    Corrado

    Il glass germ non è una varietà creata dall'uomo, ma semplicemente l'effetto dei "geni saltatori" nel mais (il meccanismo è stato spegato dalla Mc Clintock che per questo ha ricevuto il Nobel per la biologia.

  • Corrado

    Qui nella bassa pianura padana nelle annate eccezionali arrivano a 1,6 t ettaro, ma ai tempi hanno fatto,anche 0,6 t per cui ben lontani dagli USA e tutti sono concordi, arrivassero mai gli OGM

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