Dropbox: cinque alternative open source

Dropbox: cinque alternative open source

Dropbox è sicuramente uno dei brand più noti della Silicon Valley che ha saputo conquistare nel corso degli anni una considerevole fetta di utenza. Quando si pensa a soluzioni per l’archiviazione di file (documenti, immagini) nel cloud, è facile pensare immediatamente al servizio offerto dalla compagnia con sede a San Francisco.

Come ben sanno gli appassionati di software open source, esistono sempre delle valide alternative in grado di offrire dei servizi paragonabili, o anche superiori in alcuni frangenti, a celebri prodotti utilizzati da milioni di utenti. Secondo il portale Opensource.com, dal quale riprendiamo la lista seguente, sono presenti sul mercato alcune soluzioni in grado di offrire maggiore sicurezza, controllo sui dati e spazio rispetto al “pacchetto” più economico di Dropbox. Vediamo quali.

NextCloud

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NextCloud esordisce nel 2016 ed è un fork di ownCloud – supervisionato dal creatore del precedente progetto Frank Karlitschek e da altri collaboratori. Rispetto ad ownCloud, vanta funzionalità che lo rendono conforme agli standard previsti dall’HIPAA (Health Insurance Portability and Accountability Act) e dal GDPR (General Data Protection Regulation). Il software dispone di un marketplace e di un ricco assortimento di strumenti pensati per la gestione della sicurezza dei dati e relative policy (incluse sessioni di auditing). Sebbene si tratti di una soluzione self-hosted gli sviluppatori offrono la possibilità di affidarsi a provider di terze parti.

ownCloud

Dropbox: cinque alternative open source

Di ownCloud abbiamo già parlato sulle pagine del blog. Si tratta probabilmente del software meno recente tra quelli presentati, è stato lanciato infatti nel 2010, ma gode tutt’ora di un’ottima fama ed un bacino di utenza prossimo ad 1 milione e mezzo di user.

OwnCloud adotta un approccio modulare, è possibile quindi installarvi componenti aggiuntivi, sia gratuiti che pensati per l’edizione enterprise (a pagamento), in grado di ampliarne le funzionalità (ad esempio gestire in modo più efficace le credenziali di accesso). I file sono ospitati in un server o un’istanza cloud privata (self-hosted, con Hosting Solutions è tuttavia possibile utilizzare istanze cloud con OwnCloud 8 ed Ubuntu Server 14.04 LTS.) mentre i trasferimenti sono protetti via end-to-end encryption (E2EE) ed SSL encryption. Non mancano infine i client per altri sistemi operativi (iOS, Android, Windows, MacOS), grazie ai quali è possibile costruire una rete di dispositivi “sincronizzati”.

OnionShare

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Probabilmente la soluzione più abbordabile per gli utenti meno esperti. OnionShare non richiede infatti alcuna procedura di setup ed installazione su server. Una volta scaricata l’applicazione compatibile con il proprio OS (MacOS, Windows, Linux), si procede all’installazione ed il software è immediatamente pronto. I file che si desiderano condividere, ospitati sul pc in uso (si parla di soluzione self-hosted), sono resi accessibili via web server (creato automaticamente dal software) e scaricabili unicamente dal browser Tor (pensato per navigare in modo anonimo sul Web). E’ possibile applicare anche delle regole ai file, come un numero massimo di download effettuabili.

Seafile

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Soluzione self-hosted che, sebbene non disponga di un ecosistema di app ed una vasta schiera di contributor, è in grado di fornire tutte le funzionalità del caso. Seafile opera come unità virtuale di un server Linux e permette di condividere i file utilizzando vari accorgimenti: password (anche a protezione dei link di condivisione), procedure di autenticazioni a due fattori, crittografia, integrazione AD/LDAP. I file hostati con Seafile possono essere scaricati da utenti che utilizzano altri OS (MacOS, iOS, Windows, Android).

Pydio Cells

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Disponibile in versione gratuita (home) ed a pagamento (enterprise), è una soluzione self-hosted che dispone delle classiche funzionalità per la condivisione dei file ma anche di un’applicazione di messaggistica, versioni mobile (Android ed iOS) e strumenti di collaborazione. Dal punto di vista della sicurezza è presente un sistema di autenticazione basato su OpenID, la cifratura dei dati meno utilizzati (encryption at rest) e la possibilità di definire delle policy.

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