14 agosto 2018

Il dialogo adulto-bambino e lo sviluppo cerebrale

Un'analisi di scansioni di imaging cerebrale mostra che i bambini in età scolare che sono stati più esposti alle conversazioni con gli adulti hanno una maggiore connettività nelle aree del cervello cruciali per il linguaggio. Il risultato getta luce sui fattori ambientali che influiscono sullo sviluppo neurocerebrale infantile e offrono una nuova base teorica per i programmi d'intervento precoce nei casi di deficit linguistico(red)

I bambini che intrattengono regolarmente conversazioni con gli adulti sviluppano connessioni cerebrali più forti e stabili in due regioni cerebrali cruciali per il linguaggio. È quanto è emerso da uno studio pubblicato sulla rivista “Journal of Neuroscience” da Rachel Romeo e colleghi del Massachusetts Institute of Technology a Cambridge, che aggiunge un tassello importante al complesso mosaico delle conoscenze sul legame tra l’ambiente dei primi anni di vita e lo sviluppo neurocerebrale.

Queste conoscenze, finora, sono state sparse e poco coerenti. A partire dai primi anni novanta, per esempio, è emerso il cosiddetto word gap, o deficit di parole: secondo alcune stime i bambini nati in un contesto socioeconomico svantaggiato, giunti all’età scolare sono stati esposti a 30 milioni di parole in meno rispetto ai coetanei di estrazione sociale elevata.

Il dialogo adulto-bambino e lo sviluppo cerebrale
JGI/Jamie Grill/AGF
Ancora in tema di influenza dell’ambiente familiare, decenni di ricerche in psicologia hanno inoltre stabilito che esiste una correlazione tra sviluppo neurocerebrale di un bambino e status socioeconomico della famiglia in cui è nato, ma le ragioni profonde di questa connessione sono rimaste oscure.

L'esposizione precoce al linguaggio, indipendentemente dallo status socioeconomico familiare, è invece risultato un fattore predittivo per le capacità linguistiche e cognitive nell’età adulta, nonché al livello di scolarità raggiunto.

Romeo e colleghi hanno coinvolto nel loro studio 40 soggetti di età variabile tra 4 e 6 anni su cui hanno condotto scansioni di imaging per analizzare la densità di connessioni neurali nelle diverse regioni cerebrali e registrato le conversazioni che avevano in famiglia con i loro genitori.

Il dialogo adulto-bambino e lo sviluppo cerebrale
Illustrazione del livello di connettività cerebrale in un bambino esposto a 95 conversazioni all'ora (a sinistra) a confronto con un bambino esposto a 210 conversazioni all'ora (Credit: Romeo et al., JNeurosci (2018)
Mettendo
a confronto le due serie di dati, gli autori hanno scoperto che l’area di Broca e l’area di Wernicke, due aree fondamentali per il linguaggio, mostravano una maggiore connettività nei bambini più esposti al dialogo con i genitori. Il risultato è indipendente dal livello di retribuzione dei genitori e dalla loro scolarità, indicando che lo status socioeconomico in questo caso non c’entra.

I risultati, secondo i ricercatori, vanno a sostegno dell’ipotesi che programmi d’intervento pedagogico per bambini nati in contesti socioeconomici svantaggiati, focalizzati sull’esposizione al linguaggio nelle fasi precoci dello sviluppo neurobiologico, possano compensare almeno in parte i deficit di linguaggio, sfruttando la finestra temporale preziosa della plasticità neuronale cruciale per per tutte le facoltà cognitive.