18 aprile 2018

Flessibilità cognitiva e scelte elettorali

Le persone che mostrano una maggiore flessibilità cognitiva, cioè una maggiore adattabilità ai cambiamenti, sono anche quelle che hanno un'ideologia politica meno improntata all'autoritarismo, al nazionalismo e al conservatorismo sociale. E' quanto emerge da un nuovo studio di psicologia condotto nel Regno Unito che mette in correlazione l'atteggiamento mentale nella vita quotidiana con le scelte politiche, offrendo anche una spiegazione del risultato del referendum sulla Brexit(red)

Il modo in cui la nostra mente affronta i problemi della vita di tutti i giorni e le nostre convinzioni ideologiche o politiche possono sembrare molto distanti, ma tra loro esiste invece un legame molto stretto, secondo un nuovo studio di psicologia cognitiva condotto da un gruppo di ricercatori dell’ Università di Cambridge, nel Regno Unito e pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”. E la correlazione spiega anche il voto al referendum che nel 2016 ha portato all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.

Flessibilità cognitiva e scelte elettorali
Attivista anti-Brexit in una manifestazione a Bruxelles nel 2017 (ZUMAPRESS.com / AGF)
Il risultato è emerso da un’estesa analisi di test cognitivi per valutare le inclinazioni politiche di oltre 300 cittadini britannici. Lo studio era focalizzato in particolare sulla cosiddetta cold cognition, cioè su quella parte delle capacità cognitive umane che non è influenzata dalle emozioni (a differenza della hot cognition, in cui le emozioni giocano un ruolo di primo piano).

"Il voto è spesso considerato il frutto di una decisione emotiva: le persone dichiarano di ‘scegliere con il cuore’ e di avere delle ‘reazioni di pancia’ nel vedere questo o quel politico”, ha spiegato Leor Zmigrod, coautore dell’articolo. “L’emozione fa parte integrante delle decisioni politiche, ma la nostra ricerca suggerisce che anche gli stili di elaborazione dell’informazione cognitiva non emotiva, come l’adattabilità al cambiamento, rivestono un ruolo chiave nel plasmare l’identità e il comportamento basati sull’ideologia”.

I 332 volontari sono stati valutati con due classici test di flessibilità cognitiva, che misurano quanto un soggetto è adattabile ai cambiamenti, o al contrario, è più incline a persistere nell'ossequienza alle regole, e con questionari
su questioni ideologiche e politiche come l’immigrazione, la cittadinanza o l’attaccamento personale al Regno Unito.

Utilizzando un rigoroso modello statistico, gli autori hanno riscontrato una correlazione tra una maggiore flessibilità cognitiva e un atteggiamento ideologico meno incline all’autoritarismo, al nazionalismo e al conservatorismo sociale, e di conseguenza una minore probabilità di supporto alla Brexit. D’altra parte, i partecipanti che riferivano di fare maggiore affidamento su routine o tradizioni nella vita quotidiana, e di preferire fortemente la certezza rispetto all’incertezza, manifestavano  con più probabilità anche un’ideologia conservatrice, un maggiore supporto alla Brexit e alle politiche di controllo dell’immigrazione.

“I risultati indicano che le inclinazioni psicologiche verso la stabilità si possono trasferire in attitudini che favoriscono l’uniformità della popolazione e una più definita identità nazionale”, ha spiegato Zmigrod. “Rimane comunque il fatto che ideologie come il nazionalismo sono costrutti molto complessi, e ci sono molte ragioni per cui le persone hanno certe credenze e certe convinzioni, e di conseguenza ci sono molte ragioni per cui votano come votano”.