25 marzo 2018

La dieta ipocalorica che rallenta l'invecchiamento

Un nuovo studio su adulti sani e non obesi ha mostrato che una dieta a ridotto introito calorico rallenta il metabolismo. Il risultato suggerisce che la restrizione calorica possa effettivamente prolungare la vita e migliorare lo stato di salute in età avanzata, analogamente a quanto è stato osservato in specie animali molto semplici come i vermi e i mosceriniAlison Abbott/Nature

Uno studio sulla riduzione dell’introito calorico in un gruppo di volontari ha trovato la prova finora più stringente che tale restrizione può rallentare il metabolismo umano. I risultati portano a sperare che uno stile di vita a basso contenuto calorico – o trattamenti che imitano gli effetti biologici di una dieta ristretta – siano in grado di migliorare lo stato di salute in età avanzata e persino prolungare la vita.

Ricerche passate su molti animali a breve vita, tra cui vermi, mosche e topi, avevano dimostrato che le restrizioni caloriche riducono il metabolismo e prolungano la durata della vita. Ma gli esperimenti sugli esseri umani, che vivono più a lungo, e su altri primati sono più difficili da condurre e non avevano ancora tratto conclusioni chiare.

Lo studio faceva parte del trial multicentrico chiamato CALERIE (Comprehensive Assessment of Long term Effects of Reducing Intake of Energy), sponsorizzato dai National Institutes of Health degli Stati Uniti. Il trial, randomizzato e controllato, ha testato gli effetti di due anni di restrizione calorica sul metabolismo in più di 200 adulti sani e non obesi.

La dieta ipocalorica che rallenta l'invecchiamento
Blend Images / AGF
"Lo studio CALERIE è stato importante per affrontare la questione se il ritmo dell'invecchiamento possa essere modificato negli esseri umani", afferma Rozalyn Anderson, che studia l'invecchiamento presso l'Università del Wisconsin a Madison. Anderson guida uno dei due ampi studi indipendenti sulla restrizione calorica nelle scimmie rhesus e ha iniziato la sua carriera di ricercatore studiando la restrizione calorica nel lievito. "Questo nuovo studio fornisce la prova più solida mai ottenuta fino a oggi che tutto ciò che abbiamo imparato su altri animali può essere applicato a noi stessi".

Misurazioni
precise

Pubblicato il 22 marzo su "Cell Metabolism", l'ultimo studio ha esaminato 53 partecipanti a CALERIE, reclutati presso il Pennington Biomedical Research Center di Baton Rouge, in Louisiana. La struttura ospita quattro delle circa 20 camere metaboliche all'avanguardia esistenti nel mondo, simili a piccole camere d'albergo sigillate che misurano minuto per minuto la quantità di ossigeno che gli occupanti utilizzano e la quantità di anidride carbonica che esalano. Questo consente ai ricercatori di monitorare in che modo gli occupanti utilizzano l'energia con una precisione senza precedenti, afferma Anderson. Il rapporto tra i due gas, combinato con l'analisi dell'azoto nell'urina, indica se l'occupante sta bruciando grassi, carboidrati o proteine.

I partecipanti al trial, di età tra i 21 e i 50 anni, sono stati randomizzati e inseriti in due gruppi: 34 persone nel gruppo di studio hanno ridotto il loro introito calorico in media del 15 per cento e 19 nel gruppo di controllo hanno mangiato come al solito. Alla fine di ciascuno dei due anni, tutti sono stati sottoposti a una serie di test relativi al metabolismo generale e ai marcatori biologici dell'invecchiamento, compreso il danno associato ai radicali liberi dell'ossigeno rilasciati durante il metabolismo. Sono stati anche ospitati nella camera metabolica per 24 ore.

La dieta ipocalorica che rallenta l'invecchiamento
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Gli scienziati hanno scoperto che durante il sonno i partecipanti alla dieta usavano l'energia in modo molto più efficiente rispetto al gruppo di controllo. La riduzione del loro metabolismo basale era maggiore di quanto ci si sarerebbe aspettato a causa della perdita di peso del gruppo, che in media era di circa nove chilogrammi ciascuno. Tutte le altre misurazioni cliniche erano in linea con un ridotto tasso metabolico e indicavano una diminuzione del danno dovuto all'invecchiamento.

Metabolismo modello
E' noto da tempo che la restrizione calorica prolunga la vita in diverse specie. Negli anni novanta, gli scienziati hanno iniziato a identificare i geni e le vie biochimiche attivamente coinvolti nella longevità nel verme dalla breve vita Caenorhabditis elegans e nella mosca Drosophila melanogaster. Queste includono vie rilevanti per la sensibilità all'insulina e il funzionamento dei mitocondri, le piccole strutture cellulari che usano l'ossigeno per generare energia.

Studi successivi hanno rivelato che le restrizioni caloriche alterano percorsi simili nei topi e nelle scimmie. I topi con diete ristrette possono vivere fino al 65 per cento in più rispetto ai topi che possono mangiare liberamente, e gli studi in corso sulle scimmie suggeriscono una sopravvivenza più lunga e segni di invecchiamento ridotti.

"La Rolls-Royce di uno studio sulla longevità umana andrebbe avanti per molti decenni per vedere se le persone vivono effettivamente più a lungo", dice Leanne Redman fisiologa del Pennington, autore principale dell'ultimo studio. CALERIE è andato avanti per soli due anni ed è stato progettato per vedere se, negli esseri umani, una dieta ipocalorica induce alcuni degli stessi adattamenti metabolici, ormonali e di espressione genica che si ritiene siano coinvolti nel rallentamento dell'invecchiamento in altre specie durante la restrizione calorica a lungo termine.

Poche persone vorrebbero, o potrebbero, limitare drasticamente la propria dieta tanto quanto i partecipanti allo studio. "Ma capire la biologia di come la limitazione calorica prolunghi la vita ci permetterà di trovare modi più semplici per intervenire", afferma Anderson.

Redman vorrebbe ripetere lo studio, combinando una restrizione calorica meno drastica con una dieta contenente alimenti antiossidanti per controllare lo stress ossidativo o con un farmaco come il resveratrolo, che imita gli aspetti chiave della restrizione calorica.

Altri scienziati stanno iniziando a verificare l'effetto della limitazione calorica solo per pochi giorni al mese. Questa restrizione intermittente si è dimostrata altrettanto efficace della restrizione calorica continua nel proteggere i topi dalle malattie dell'invecchiamento come il diabete e la neurodegenerazione. "Penso che sarà un modo per ottenere tutti i benefici, senza i problemi di una dieta costante", dice il gerontologo Valter Longo dell'Università della California del Sud a Los Angeles, che sta iniziando in studi clinici di restrizione calorica intermittente in vari disturbi.

(L'originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 22 marzo 2018. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)