21 febbraio 2018

Perché crediamo al nostro partito politico

Nel valutare notizie e idee, la nostra mente è più attenta a riconoscersi in un gruppo di appartenenza, che rafforza la nostra identità, che non a valutare l'accuratezza delle informazioni. E' quanto sostiene una nuova teoria, battezzata "credenza basata sull'identità", e derivata dalla neuroeconomia(red)

Identità e senso di appartenenza: sono questi i due fattori che determinano in massima parte le nostre convinzioni e la nostra disponibilità a credere a ciò che ci viene detto, anche quando si tratta di notizie pubblicate sui mass media o i social network. Il livello di accuratezza delle notizie, la credibilità delle fonti, la professionalità dei giornalisti e dei comunicatori passano in secondo piano. Ed è così che hanno gioco facile fake news e manipolazioni del consenso.

È quanto sostengono in un articolo di commento pubblicato sulla rivista “Trends in Cognitive Sciences” lo psicologo Jay Van Bavel e colleghi della New York University, sulla base delle più recenti acquisizioni nel campo della neuroeconomia, una branca delle neuroscienze che si occupa di studiare in che modo la mente prende decisioni per risolvere questioni economiche.

Gli esperti di neuroeconomia sono sempre più d'accordo su un corpo di teorie che Van Bavel ha integrato in un modello che chiama di "credenza basato sull'identità". L'idea di base del modello è che tutti noi assegnamo valori a differenti idee sulla base di ciò che ci importa di più in quel momento, e poi confrontiamo tra loro questi valori per decidere quale idea è vera.

Perché crediamo al nostro partito politico
Donald Trump e Hilary Clinton durante un confronto televisivo prima delle ultime elezioni degli Stati Uniti (ZUMAPRESS.com / AGF)
Ma nell'assegnare un valore alle cose, entra in gioco l'identità. Avere un partito politico, un movimento di pensiero, o un giornale di riferimento è importante per noi perché il senso di appartenenza ci aiuta a definirci, a rafforzare il nostro “senso del sé”. E spesso per noi ciò può avere più importanza dell'essere accurati su un giudizio o su un'idea, anche se di solito teniamo molto all'accuratezza. Quando questo
avviene, è probabile che crediamo alle idee allineate alla visione del nostro partito politico, non importa quanto siano plausibili.

"Scegliamo continuamente ciò che ci importa e come vogliamo essere coinvolti nelle cose del mondo, che si tratti del giornale che acquistiamo al mattino o di ciò che mangiamo per colazione: essere in accordo con un gruppo con cui ci riconosciamo è il nostro obiettivo principale, è più importante che essere accurati nel nostro giudizio”, ha spiegato Bavel. “È proprio questo che spesso ci porta fuori strada".

Tutto questo può riverberarsi su come scegliamo le fonti d'informazione sulle quali normalmente facciamo affidamento per plasmare le nostre opinioni.

"Avere una fonte di notizie davvero di alta qualità non è poi così importante, se pensiamo che le persone che le producono appartengono a un gruppo diverso dal nostro”, afferma Van Bavel. "Potrebbe avere i migliori scrittori, i migliori giornalisti investigativi, i migliori standard editoriali, tutte le cose che normalmente ci interesserebbero, ma non ci importa: smettiamo di dare importanza a queste cose e ci focalizziamo sull'appartenenza”.

Van Bavel crede che la sua teoria possa aiutare a definire strategie in grado di aiutare a superare le differenze politiche. "Il nostro modello fornisce un quadro teorico per aumentare il valore della verità o per ridurre la preponderanza dell'identità, sia a sinistra sia a destra".

Perché le persone acquisiscano un maggiore senso critico, sostiene Van Bavel, potrebbe essere utile il coinvolgimento in attività in cui la precisione è fondamentale, come far parte di una giuria popolare in un tribunale. Più in astratto, bisognerebbe lavorare affinché le persone possano sviluppare un'identità più ampia, pensando a se stesse come cittadini di una nazione o del mondo piuttosto che come membri di un partito politico.

Ma occorre anche prestare attenzione a come ci confrontiamo con persone di diverse convinzioni politiche. "Se insulti e critichi pubblicamente il tuo avversario, la sua istanza d'identità aumenta, e la sua esigenza di accuratezza diminuisce”, ha concluso Van Bavel. “È necessario che la sua identità si affermi prima di poter presentare informazioni che potrebbero essere in contraddizione con ciò in cui crede”.