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Fattura elettronica, il commercialista Francescut: “Migliorerà il lavoro: oggi la contabilità è disordinata. Ma il Fisco non ci dà tregua sui tempi”

Redazione 5 anni fa
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“Il mio mondo si divide in due parti: molti pessimisti e una minoranza di ottimisti. Io sono tra questi ultimi: secondo me la fattura elettronica renderà più facile il nostro lavoro. Adesso i miei collaboratori passano troppo tempo dietro al cliente per chiedergli di integrare i documenti: quest’anno ho dovuto rifare molte dichiarazioni perché la contabilità era incompleta”. Lo afferma Fabrizio Francescut, dottore commercialista con studio a Saronno, al quale abbiamo chiesto di fare il punto sulla fattura elettronica in arrivo.

Obbligo di fattura elettronica dal 2019: la situazione

Il nuovo adempimento – in vigore dal 1 gennaio 2019 – ha creato una situazione peculiare: “A parte l’invasività della procedura, tanto è vero che lo stesso Garante della Privacy l’ha stigmatizzata, su questo il Fisco italiano è all’avanguardia in campo europeo: siamo gli apripista. Purtroppo, anche quando c’è da incrementare gli obblighi il nostro legislatore è il migliore. L’obiettivo è condivisibile, ma hanno impiegato troppo tempo per emanare le circolari e noi dobbiamo correre come disperati entro il nuovo anno”.

Dal 30 novembre 2018 sarà disponibile la procedura online, creata dall’Agenzia delle Entrate, con la quale i commercialisti potranno “comunicare in modo puntuale le deleghe ricevute”. Cosa significa per i professionisti? “Rischiamo di correre il 27 dicembre. Non è facile spiegare a tutti i clienti che sarà obbligatoria, ma alla fine ne prenderanno atto”. Si crea quindi un’asimmetria: “Formalmente avremo il servizio online in tempo, ma in concreto non ne avremo abbastanza per contattare i nostri clienti”.

Tregua fiscale e semplificazione: un miraggio?

Come fare, quindi, per comunicare ai contribuenti i vantaggi del nuovo sistema? “I giornali hanno amplificato la parola ‘semplificazione’, ma non l’abbiamo vista. Gli adempimenti pesano non solo sui conti, ma anche sul lavoro e sulla qualità della vita. Anche dopo redditometro e spesometro, l’evasione non è crollata”.

Necessaria quindi una nuova tregua fiscale? “Sì, nel senso però di stabilità normativa. Altrimenti gli imprenditori non possono pianificare. Le scelte che faccio oggi, fra due anni mi vengono cassate. Pensiamo all’ACE, l’agevolazione fiscale per finanziare le imprese con mezzi propri: è partita, cresciuta e ora che sta dando gli effetti sperati… viene tolta”.

Software fatturazione elettronica: tre volte più veloci su alti volumi

“Nei miei convegni evidenzio sempre – racconta Francescut – come i software Sogei (fornitore del Ministero dell’economia, ndr) siano fatti per privilegiare l’adempimento specifico, in profondità, con un’interfaccia non sexy e una logica di utilizzo macchinosa. Software house specializzate come Datalog ci permettono invece una gestione massiva di centinaia o migliaia di fatture. Possiamo fatturare direttamente dal software gestionale, compreso l’invio, la ricezione e il download e abbiamo strumenti di interoperabilità, che ci permettono di lavorare in qualsiasi ambiente grazie al formato standard XML”.

Una platea importante di utenti è quella di chi non è abituato a fare fatture al Pc, magari perché nel suo negozio usa un blocco fatture cartaceo: “Con questo programma, anche i soggetti meno informatizzati possono adeguarsi in poche ore, perché non ci sono barriere particolari all’ingresso”. I costi occulti della burocrazia, infatti, sono anche quelli per apprendere i nuovi sistemi.

Significativo anche il potenziale risparmio di tempo: “Dipende dai volumi. Se devo inserire 5 fatture non vedrò grandi differenze tra un software evoluto e il sistema messo a disposizione dalle Entrate, ma se ne ho 500 di cui buona parte ripetute nel tempo, allora potrò andare anche tre volte più veloce. Anche perché non sempre i software degli enti pubblici tengono in memoria i dati pregressi”.

E per chi emette meno di 100 fatture l’anno? “In questo caso solo una richiesta nell’ordine di alcune decine di euro è pienamente giustificata. Purtroppo, invece, alcune software house stanno facendo scelte pericolose, tenendo i costi molto alti perché i professionisti non sempre hanno tempo, voglia e competenze per cercare altre offerte. La filosofia diventa questa: “Ho già tanto da cambiare: pur di non farlo, dimmi quanto ti devo’”.

Articolo in collaborazione con Datalog Italia