28 giugno 2014

Un tribunale scientifico per stabilire "i fatti"

Il dibattito su questioni controverse legate alla sicurezza e al rischio, dagli OGM ai vaccini, è un dibattito sui valori, in cui i fatti sono deformati in base al sistema di emozioni soggettive con cui li percepiamo. Una strada per una valutazione corretta e oggettiva dei fatti sarebbe la creazione di un organismo indipendente, finanziato e accettato da tutte le parti in causa, a cui affidare il compito di analizzare obiettivamente le prove scientifichedi David Ropeik

Si dice che Daniel P. Moynihan, senatore degli Stati Uniti, ambasciatore delle Nazioni Unite e sociologo, abbia affermato che “ciascuno ha diritto alla propria opinione, ma non ai propri fatti”.

Come capirebbe anche un sociologo alle prime armi, questa è una cosa davvero stupida da dire. Se c'è un fatto certo in materia di cognizione umana, è il fatto che non esistono fatti veri, ma soltanto le nostre percezioni selettive delle evidenze, plasmate da sensazioni, istinti, esperienze, scorciatoie mentali inconsce, valori e visioni del mondo. Il che aiuta a spiegare perché "fatti" accertati come l’evoluzione, l'origine antropogenica del cambiamento climatico e la sicurezza dei vaccini, per molte persone non siano per nulla dei fatti accertati.

Un tribunale scientifico per stabilire "i fatti"
La percezione del rischio di una vaccinazione contro il morbillo (foto) è basata sulle emozioni e non su prove scientifiche © Centre For Infections/ /Science Photo Library/Corbis
Il ragionamento non è mai puro e oggettivo, ma “motivato”, principalmente dal profondo imperativo animale della sopravvivenza. Tutti noi consideriamo i fatti, in particolare quelli connessi al rischio, non soltanto per quello che sono, ma anche per come ci fanno sentire. In conseguenza di questo sistema soggettivo e basato sull'emozione di percezione del rischio, a volte ci preoccupiamo più di quanto indicano le prove. Valutiamo il rischio in modo sbagliato, e così facendo creiamo un rischio fittizio.

E allora, come può una società democratica valutare correttamente il rischio? Non si possono rendere le persone perfettamente oggettive: i loro sentimenti e valori devono trovare espressione nel dibattito. Sarebbe possibile, per esempio, partire da un'analisi obiettiva delle prove, e poi discutere separatamente su ciò che proviamo riguardo a quelle prove? Questo approccio non ci aiuterebbe a fare scelte più informate, il che evidentemente significherebbe  scelte più intelligenti, che offrono maggiore sicurezza?

Prendiamo i cibi geneticamente
modificati. Le evidenze scientifiche sulla loro sicurezza sono gravemente distorte in quello che è essenzialmente un dibattito sui valori. Ciascuna parte ha la sua opinione, e quindi una sua visione dei fatti. Non sarebbe bello se invece potessimo anzitutto esaminare in modo oggettivo le prove scientifiche e poi, separatamente, avviare un dibattito sui valori? Su come ad alcuni non piacciano le grandi società, ricche e potenti come la Monsanto, l’agricoltura industriale su larga scala, o il modo con cui la tecnologia, malgrado tutti i suoi vantaggi, ha anche danneggiato l’ambiente naturale?

Un tribunale scientifico per stabilire "i fatti"
 Gli OGM sono un classico esempio di questione in cui le evidenze scientifiche non sembrano servire a modificare la percezione collettiva del rischio (© Ik Aldama/Demotix/Corbis
La proposta non è ingenua quanto sembra. In effetti, esiste un modello collaudato che fa esattamente questo. Si tratta di un ente chiamato Health Effect Institute (HEI), creato nel 1980 dall'Environmental Protection Agency (EPA) e dalle industrie automobilistiche per avere un arbitro affidabile e indipendente dei fatti relativi agli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute; fatti su cui le due parti si stavano scontrando senza ottenere altro che impelagarsi sempre di più in battaglie legali costosissime in tempo e denaro.

Ciascuna delle parti ha finanziato al 50 per cento  – nessuna delle due ne ha il controllo - un'organizzazione indipendente destinata ad analizzare le ricerche già esistenti o a promuoverne di nuove se necessario. In questo modo, l'HEI è divenuto, a tutti gli effetti, un tribunale scientifico con il potere di decidere su "i fatti".

Se la lista di sponsor dell’HEI fosse quella degli invitati a una cena, si tratterebbe di una tavolata davvero bizzarra: ci sono la Exxon e l'EPA, l'American Petroleum Institute e la Fondazione per le energie rinnovabili della Cina, le case automobilistiche e l’organizzazione ambientalista William e Flora Hewlett Foundation. Ma l’HEI funziona proprio perché, a differenza dei think tank più indipendenti, delle istituzioni accademiche e delle accademie nazionali della scienza, le parti in conflitto hanno dichiarato una tregua nella ricerca della verità, affidando volontariamente il compito a un arbitro indipendente e fidato.

L’ HEI è il risultato di questo accordo, ed è in grado di fornire ricerca neutrale, affidabile e di alta qualità; tutti sono d'accordo che la posizione dell’HEI sulle evidenze sarà accettata come fatto. Una volta che stabilite le prove, ci sarà spazio ancora per molte battaglie su ciò che la società dovrebbe fare. Ma saranno chiaramente battaglie su valori, emozioni e visioni del mondo. "I fatti", come li intendeva Moynihan, saranno stati stabiliti.

Un tribunale scientifico per stabilire "i fatti"
Le ricerche e le valutazioni dell'Health Effect Institute hanno ispirato leggi e interventi che hanno permesso di ridurre notevolmente l'inquinamento prodotto dalle automobili  (© Stephanie Maze/CORBIS)
Tutti [negli Stati Uniti, N.d.T.] hanno beneficiato in modo significativo dal lavoro dell’HEI. Stabilendo cosa dicono le prove scientifiche sugli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute, la sua rispettata ricerca ha ispirato leggi e regolamenti, statali e federali, che hanno reso più pulita e più sicura l’aria che respiriamo. Ora l’HEI sta considerando la possibilità di un arbitraggio sulle prove scientifiche in merito al fracking, una questione che potrebbe avere un impatto enorme sulla qualità dell'aria e sul cambiamento climatico.

Ora, immaginiamo se qualcosa di simile all’HEI, un “tribunale scientifico” fidato e accettato, servisse da arbitro indipendente e neutrale sui vaccini, gli OGM, o qualunque altra controversa questione in cui i fatti sono deformati e distorti e usati come armi in una guerra che è in realtà di sentimenti e di valori.

Immaginiamo un'organizzazione, creata da soggetti interessati i cui valori sono in conflitto, che accettano di comune accordo che la società sarebbe più sana e sicura se un arbitro neutrale, senza interessi nelle questioni e finanziati da tutte le parti in gioco, potesse stabilire prima che cosa indicano le prove scientifiche. Tutti poi potrebbero mettersi a combattere su ciò che ritengono dovrebbe fare la società a partire da quelle prove.

Un tribunale scientifico per stabilire "i fatti"
La necessità di un tribunale scientifico indipendente non è mai stata così pressante (© Thom Lang/CORBIS)
Alla fine, naturalmente, ognuno continuerebbe ad avere i propri fatti, selezionando e distorcendo le prove a proprio vantaggio. È nella natura umana. Ma disponendo dei risultati di "tribunale scientifico" , i decisori avrebbero i loro fatti - I FATTI nell’accezione di Moynihan - e le leggi e i programmi basati su quei fatti avrebbero una base di prove più ampia e una maggiore solidità contro gli attacchi politici e legali. Questo è esattamente l’obiettivo che l'HEI ha raggiunto con l'inquinamento atmosferico.

La necessità di un tribunale scientifico indipendente non è mai stata così pressante. In questi tempi di opinioni sempre più polarizzate, tendiamo a vedere i fatti come li vedono i nostri amici. E le minacce che dobbiamo affrontare nel nostro mondo tecnologico globale continuano a diventare sempre più complesse, e sempre più fuori dalla portata delle capacità di un sistema di percezione del rischio basato più sui sentimenti e la visceralità che sui fatti e la ragione oggettiva.

Il rischio di percepire il rischio in modo sbagliato non è mai stato così grande. Per un arco di questioni molto ampio, un arbitro scientifico come l’HEI potrebbe aiutare a stabilire oggettivamente ciò che ci dicono le prove su tantissimi problemi, aiutandoci a fare scelte più informate e intelligenti sui modi milgiori per tutelare la nostra sicurezza.

(La versione originale di questo articolo è apparsa il 24 giugno scorso su bigthink.com. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)

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Un tribunale scientifico per stabilire "i fatti"
David Ropeik insegna percezione e comunicazione del rischio all’Università di Harvard. È autore di “How Risky Is it, Really? Why Our Fears Don't Always Match the Facts”, e coautore di “RISK, A Practical Guide for Deciding What's Really Safe and What's Really Dangerous in the World Around You”. Ha diretto per quattro anni la divisione Risk Communication dell’Harvard Center for Risk Analysis, che fa parte della Harvard School of Public Health. In precedenza, per 22 anni è stato giornalista televisivo specializzato in problemi ambientali per una TV locale di Boston.