17 ottobre 2015

Gli antiossidanti potrebbero peggiorare i tumori

Sempre più studi suggeriscono che gli integratori alimentari con antiossidanti potrebbero favorire le cellule tumorali. Questo effetto paradossale potrebbe essere dovuto al fatto che nei soggetti in cui un tumore è già iniziato, gli antiossidanti aiutano le cellule cancerose a difendersi dai danni dei radicali liberi come fanno con le cellule normali di Melinda Wenner Moyer

Gli antiossidanti dovrebbero mantenere le cellule sane. Ecco perché milioni di persone divorano integratori di vitamina E e di beta-carotene ogni anno. Ora però un nuovo studio si aggiunge a un insieme di ricerche sempre più affollato secondo cui questi supplementi hanno in realtà un effetto nocivo nel caso di una grave malattia: il cancro.

Lo studio, effettuato su topi, mostra che gli antiossidanti possono modificare le cellule in modo da favorire la diffusione a diverse parti del corpo del melanoma maligno, il più grave tumore della pelle. La progressione rende la malattia ancora più letale. Anche ricerche precedenti sull'uso di integratori con antiossidanti avevano portato a ipotizzare un effetto di promozione del cancro da parte di queste sostanze. Un ampio studio del 1994 aveva concluso che massicce dosi giornaliere dell'antiossidante beta-carotene aumentavano del 18 per cento il rischio di cancro del polmone nei fumatori di sesso maschile e uno studio clinico del 1996 era stato interrotto prematuramente dopo che i ricercatori avevano scoperto che alte dosi di beta-carotene e di retinolo, una particolare forma di vitamina A, aumentavano il rischio di cancro ai polmoni del 28 per cento nei fumatori e nei lavoratori esposti all'amianto. Più di recente, uno studio del 2011 in cui sono stati coinvolti più di 35.500 uomini oltre i 50 anni di età, ha trovato che elevate dosi di vitamina E determinano un incremento del 17 per cento del rischio di cancro della prostata. Queste scoperte hanno lasciato perplessi molti ricercatori perché è diffusa la convinzione che gli antiossidanti dovrebbero diminuire
il rischio di cancro, neutralizzando i radicali liberi che danneggiano le cellule e causano  tumori.

Gli antiossidanti potrebbero peggiorare i tumori
Integratori dietetici: le virtù antitumorali degli antiossidanti vengono messe pesantemente in dubbio dai nuovi studi (© JamieB/RooM the Agency/Corbis)
I ricercatori ora però pensano che gli antiossidanti, assunti in dosi abbastanza elevate, proteggano da questi stessi radicali liberi anche le cellule tumorali. "Una considerevole quantità di dati suggerisce che gli antiossidanti possono giovare alle cellule tumorali in modo molto simile a quanto fanno con le cellule normali", dice Zachary Schafer, biologo dell'University of Notre Dame, non coinvolto nel nuovo studio. L'anno scorso, gli scienziati che hanno effettuato lo studio sul melanoma hanno scoperto che gli antiossidanti alimentano la crescita di un altro tipo di tumore maligno, il cancro al polmone.

Per il nuovo studio, pubblicato su "Science Translational Medicine", Martin Bergö, biologo cellulare del Sahlgrenska Cancer Center dell'Università di Göteborg in Svezia, e i suoi colleghi hanno deciso di studiare il melanoma sia perché i tassi d'incidenza sono in aumento sia perché è noto che il cancro è sensibile agli effetti dei radicali liberi. Così gli scienziati hanno somministrato l'antiossidante N-acetilcisteina (NAC) a topi che erano già stati geneticamente modificati per essere suscettibili al melanoma: la dose per chilogrammo di peso data ai topi era simile a quella che in genere le persone consumano con i supplementi. Anche se i topi trattati non hanno sviluppato più tumori cutanei rispetto a topi simili non nutriti con antiossidanti, sono stati colpiti in misura doppia da tumori dei linfonodi, un chiaro segno della diffusione del cancro, un processo chiamato metastasi. Quando i ricercatori hanno aggiunto NAC o una forma di vitamina E a cellule di melanoma umano in coltura, c'è stata la conferma del fatto che gli antiossidanti hanno migliorato la capacità delle cellule di muoversi e di invadere una membrana vicina.

Gli antiossidanti potrebbero rafforzare la protezione di queste cellule pericolose. Nelle cellule tumorali metastatiche dei topi trattati, Bergö e colleghi hanno trovato livelli di glutatione, antiossidante prodotto dal corpo, più elevati rispetto ai topi non trattati. I topi trattati avevano anche un più alto rapporto tra glutatione e glutatione disolfuro, la molecola in cui si trasforma il glutatione dopo che ha neutralizzato i radicali liberi. Questi risultati suggeriscono che quando il corpo assume un eccesso di antiossidanti, le sue cellule tumorali arrivano ad avere più antiossidanti rispetto a quelli che producono da sé. Le cellule possono immagazzinare il surplus, migliorando la loro capacità di fare fronte ai danni. Questa idea è supportata da uno studio che mostra che alcuni geni che guidano la crescita del cancro attivano altri geni che producono antiossidanti intriseci.

Le sostanze potrebbero aiutare le cellule tumorali anche in altri modi. Ricerche precedenti hanno concluso che il glutatione influisce sull'attività di una proteina chiamata RhoA, che aiuta le cellule a muoversi in diverse parti del corpo. "Se si dovesse scegliere una proteina nota per il suo coinvolgimento nella migrazione cellulare, quella è RhoA", spiega Bergö. Con i colleghi ha confermato che il surplus di glutatione nei topi trattati ha causato un incremento dei livelli di RhoA nei tumori metastatici. Nel loro studio del 2014 sul tumore al polmone, gli scienziati hanno anche scoperto che nelle cellule tumorali del polmone i supplementi antiossidanti causavano la disattivazione di un noto gene di soppressione tumorale chiamato p53: si ritiene che la sua inattivazione sia fondamentale per la metastasi. E il lavoro di Schafer ha dimostrato che gli antiossidanti aiutano le cellule del cancro al seno a sopravvivere quando si staccano dalla matrice extracellulare, la rete di proteine che circonda le cellule.

Questi studi molecolari chiariscono i risultati dei grandi studi umani che hanno indagato il coinvolgimento degli antiossidanti nello sviluppo del cancro. È possibile che gli integratori, invece di innescare il cancro, accelerino la progressione di tumori preesistenti non diagnosticati fino a quel momento, rendendo probabile la successiva scoperta della malattia. In altre parole, "è possibile che gli antiossidanti possano impedire danni al DNA e con ciò ostacolare l'insorgenza dei tumori, ma una volta che il tumore è iniziato, potrebbero facilitare il comportamento maligno delle cellule tumorali", spiega Schafer.

Non è chiaro a questo punto quale consiglio dare al pubblico. Occorrono ulteriori studi per corroborare questa ipotesi e capire esattamente in che modo gli antiossidanti influiscano sulle cellule tumorali negli esseri umani. Bergö, che non è un medico, ritiene che dovrebbero evitare gli integratori con antiossidanti le persone a maggior rischio di cancro ai polmoni o di melanoma e quelle a cui è stato diagnosticato uno dei due. "Non c'è alcuna prova definitiva per cui potrebbero trarne benefici, e ci sono sempre più prove del fatto che potrebbero essere dannosi", dice il ricercatore.

I suoi risultati hanno un risvolto positivo: suggeriscono un nuovo modo per colpire la malattia. Se il cancro è molto sensibile agli effetti dannosi dei radicali liberi, allora dovrebbe essere possibile sviluppare farmaci che hanno come target specifico le cellule tumorali e impedire loro di produrre antiossidanti, o inibire l'incremento dei livelli di radicali liberi all'interno delle cellule maligne, sfruttando la loro debolezza appena scoperta.

(La versione originale di questo articolo è apparsa su Scientificamerican. com il 7 ottobre. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)