16 settembre 2015

Tre milioni di morti in più per l'inquinamento dell'aria

Sono oltre tre milioni in tutto il mondo le morti premature imputabili all'inquinamento dell'aria, una cifra che sembra destinata a raddoppiare entro il 2050. Nei paesi occidentali il traffico resta uno dei principali imputati, ma a livello globale la principale fonte d'inquinamento sono il riscaldamento e i fuochi per cucinare, seguiti a ruota dalle emissioni collegate all'agricoltura(red)

Nel mondo sono più di 3,2 milioni all'anno le morti premature causate dall'inquinamento dell'aria, e la cifra sarebbe destinata a toccare i 6,6 milioni entro il 2050. Principale imputato è il particolato fine, il PM2.5 costituito da particelle di diametro inferiore a 2,5 micrometri, che possono penetrare in profondità nei polmoni e causare una vasta gamma di problemi di salute.

La stima è di uno studio di ricercatori del Max Planck Institut per la chimica atmosferica a Mainz e della Harvard School of Public Health a Boston, che firmano un articolo pubblicato su “Nature”.

Secondo Jos Lelieveld e colleghi – che hanno sviluppato un modello che combina dati sulla chimica dell'atmosfera, demografici e statistiche nazionali sullo stato di salute delle popolazioni – il problema è particolarmente grave in Asia, mentre in Europa e Stati Uniti, pur rimanendo serio, è meno drammatico grazie a una serie di interventi normativi che negli ultimi decenni hanno portato a miglioramenti sostanziali nella qualità dell'aria .

Tre milioni di morti in più per l'inquinamento dell'aria
Le principali fonti dell'inquinamento atmosferico responsabili della mortalità precoce nelle diverse rgioni: IN, industria; TRA, traffico; RCO, consumo energetico residenziale (riscaldamento, cottura); BB, combustione di biomassa; PG, produzione di energia; AGR, agricoltura; NAT, naturale (Cortesia J. Lelieveld et al./Nature)
A livello globale, la principale fonte di inquinamento atmosferico esterno è quella residenziale, ossia il combustibile usato per il  riscaldamento e la cucina, e lo smaltimento dei rifiuti. A questa fonte sarebbero imputabili il 32 per cento delle morti premature in Cina e dal 50 al 70 per cento di quelle in India e in altre nazioni asiatiche.

Abbastanza sorprendente è la seconda fonte di inquinamento da PM2,5: l'agricoltura, a causa della trasformazione in particelle di nitrato e solfato di ammonio dell'ammoniaca rilasciata dai fertilizzanti e dal bestiame degli allevamenti. Secondo i ricercatori, le fonti agricole sono la principale causa di mortalità prematura  in  Russia, Turchia, Corea e Giappone, ma
anche negli Stati Uniti orientali, e in Europa, dove in molti paesi contribuiscono fino al 40 cento circa delle morti premature.

Tre milioni di morti in più per l'inquinamento dell'aria
Previsione dell'aumento della mortalità legata all'inquinamento dell'aria dal 2010 al 2050. (Cortesia J. Lelieveld et al./Nature)
Il traffico si attesta invece al terzo posto, con un peso molto differente nelle diverse regioni. Se negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania è infatti responsabile del 20 per cento delle morti premature da PM2,5, a livello globale incide solo per il 5 per cento. Tuttavia, in un articolo di commento dello studio, Michale Jerrett, docente di scienze ambientali dell'Università della California a Los Angeles, osserva che – alla luce di altri studi a scala locale – è possibile che Lelieveld e colleghi abbiano sovrastimato il contributo delle fonti agricole e sottostimato quello del traffico.

Da segnalare inoltre un articolo correlato pubblicato su “Nature Geoscience” da ricercatori delle Università di Leeds, in Gran Bretagna e di San Paolo, in Brasile, che affronta invece lo specifico problema delle morti premature causate in Brasile dell'inquinamento atmosferico dovuto agli incendi appiccati per deforestare. Stando alle stime di Carly L. Reddington e colleghi, la riduzione del 30 per cento circa di questi incendi avvenuta dal 2004 al 2012 ha permesso di salvare da morte prematura da 400 a 1700 persone all'anno.