11 febbraio 2016

Il ruolo della punizione divina nella crescita delle società umane

Un nuovo studio sperimentale su popoli di fedi religiose diverse ha mostrato che chi crede in un Dio presente nelle vicende umane, moralista e punitivo, è più propenso alla generosità verso chi appartiene alla sua stessa fede, ma soprattutto per paura di una punizione divina. Il risultato supporta l'ipotesi che queste credenze siano state una potente spinta alla cooperazione e all'espansione delle società umane

La fede in dèi interessati alle vicende umane, moralisti e punitivi potrebbe aver facilitato l'espansione delle società umane. Lo rivela un nuovo studio pubblicato su “Nature” da Benjamin Grant Purzycki, dell'Università della British Columbia a Vancouver, in Canada, e colleghi di una collaborazione internazionale.

La cooperazione tra individui e la nascita di società umane molto complesse fin dalle origini dell'agricoltura sono argomenti molto dibattuti tra antropologi e psicologi evoluzionisti.

Nei loro pionieristici lavori dei primi anni del XIX secolo, antropologi come Emile Durkheim e Bronislav Malinkowski hanno sostenuto che la credenza nel soprannaturale rappresenti una spinta potente alla formazione di società di soggetti che cooperano materialmente.

Dal punto di vista evolutivo, d'altra parte, il legame tra religione e cooperazione dovrebbe essere spiegato in termini di un migliore adattamento all'ambiente e alla sopravvivenza del gruppo di cui si fa parte.

Per dare un sostegno sperimentale alla questione, Purzycki e colleghi hanno intervistato 591 persone di otto diverse comunità di varie regioni del mondo, tra cui Brasile, Mauritius, Repubblica di Tyva, in Siberia, Tanzania e isole del Pacifico meridionale, che appartenevano a religioni diverse, tra cui cristianesimo, induismo e buddismo, e che osservavano  tradizioni locali diverse, tra cui l'animismo e il culto dei morti.

Il ruolo della punizione divina nella crescita delle società umane
"Benedizione di Dio Padre", di Luca Cambiaso (1565 ca.) (Wikimedia Commons)
I soggetti sono stati coinvolti in una serie di giochi economici per valutare la loro propensione ad aiutare il prossimo in relazione alle credenze religiose. L'analisi ha rivelato che quanto più i volontari credevano in un Dio partecipe delle vicende umane, moralistico e punitivo, tanto più destinavano risorse a estranei della loro stessa fede religiosa.

Dai
test è emerso anche un dato particolarmente interessante: a determinare l'altruismo sembra essere la paura di una punizione soprannaturale più che la fede in una ricompensa.

Lo studio rappresenta la prova più evidente ottenuta finora che la fede nella punizione da parte di un'entità soprannaturale sia stata funzionale allo sviluppo della cooperazione nelle società umane, come sottolinea Dominic Johnson, dell'Università di Oxford, nel Regno Unito, in un articolo di commento apparso sullo stesso numero di “Nature”.

Il risultato riguarda però solo una correlazione statistica, e quindi non stabilisce un rapporto di causa-effetto tra fede e cooperazione: il risultato potrebbe essere frutto di un terzo fattore non considerato da cui derivano gli altri due.

Entrando nel merito, inoltre, non è chiaro perché la fede porti a essere generosi, come emerso dallo studio, solo con soggetti della stessa religione, anche lontani, e non con individui più vicini ma di altre fedi. Tutti questi argomenti, secondo, Johnson, meriterebbero ulteriori studi di approfondimento.