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  • Mercoledì 2 dicembre 2015

Tutti gli attentati terroristici dal 2000 ad oggi, in un video

Realizzato sulla base dei dati raccolti da un'università americana, indica dove e quando sono stati compiuti gli attacchi più violenti (quelli in Occidente sono eccezioni)

Il videomaker Milan R. Vuckovic ha raccolto i dati messi insieme dal Global Terrorism Database della University of Maryland, negli Stati Uniti, per mostrare l’andamento degli attentati terroristici nel mondo dal 2000 ad oggi. In particolare dopo gli attentati di Parigi la percezione in Occidente della minaccia del terrorismo islamico è cresciuta molto e nelle ultime due settimane diversi siti e giornali hanno cercato di fare chiarezza sull’estensione del pericolo e sulla frequenza con cui vengono compiuti gli attentati. Vuckovic ha realizzato un video che individua dove sono stati compiuti negli ultimi quattordici anni gli attentati che hanno provocato almeno 21 morti, specificando che trattandosi di “una grande quantità di dati” è possibile che ci siano approssimazioni riguardo alla loro cronologia, al luogo dove sono stati compiuti e anche al numero preciso di persone uccise.

Vox ha tirato le somme dal video realizzato da Vuckovic: per esempio ha scritto che in Iraq – uno dei paesi che più sono stati colpiti da attacchi terroristici negli ultimi anni – non si hanno notizie di attentati particolarmente violenti tra il 2000 e il 2003, cioè prima dell’invasione statunitense nel paese finalizzata a destituire il regime sunnita dell’ex presidente Saddam Hussein. La maggior parte degli attentati, ha aggiunto Vox, si sono verificati in paesi dove sono in corso guerre di diversa intensità – per esempio in zone dove sono attivi gruppi di ribelli – mentre attentati in paesi democratici e “in pace”, come quelli dell’11 settembre 2001 a New York e del 13 novembre 2015 a Parigi, sono più che altro eccezioni.

Le tendenze che emergono e che sono mostrate dal video di Vuckovic sono state confermate anche dai dati raccolti nell’ultimo rapporto dell’Institute for Economics and Peace (un think tank che ha la sua sede a Sydney, in Australia) che si riferiscono agli attentati compiuti nel 2014. Secondo il rapporto, nel 2014 è stato raggiunto un numero “record” di attentati in tutto il mondo, superiore dell’80 per cento rispetto a quello registrato nell’anno precedente (33mila persone uccise). La stragrande maggioranza degli attentati non sono però stati compiuti in Occidente, ma in paesi dove ci sono guerre o conflitti molto violenti con gruppi estremisti. Il 57 per cento degli attentati del 2014 è stato compiuto in cinque paesi – Nigeria, Iraq, Afghanistan, Pakistan e Siria – dove si concentrano le attività di Boko Haram, ISIS e dei talebani. Finora il 2015 è stato un anno particolarmente violento se si considerano gli attentati terroristici compiuti in Occidente, soprattutto a causa degli attentati di Parigi di gennaio – alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo e al supermercato kosher – e del 13 novembre nel quale rimaste uccise 130 persone. In generale diversi analisti hanno osservato un indebolimento di al Qaida – l’organizzazione che fu responsabile degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, dell’11 marzo 2014 a Madrid e del 7 luglio 2005 a Londra – e un rafforzamento dell’ISIS, che fino a poco tempo fa non si riteneva in grado di compiere un attacco come quello del 13 novembre.

Il video di Vuckovic si conclude con un messaggio che dice: «Negli ultimi 150 anni nessuna organizzazione terroristica ha raggiunto il suo scopo finale. Facciamo che vada avanti così». Il tema che ruota attorno alla domanda “il terrorismo funziona?” è comunque molto dibattuto: di recente uno studio della Columbia University ha concluso che no, non funziona, nel senso che non permette o facilita il raggiungimento degli obiettivi dei terroristi. Altri esperti comunque hanno elaborato sistemi diversi per calcolare l’efficacia del terrorismo e hanno raggiunto conclusioni opposte.