Adrift, il videogioco in realtà virtuale ambientato nello Spazio

Uscirà nei prossimi mesi e ci si potrà giocare anche grazie con gli Oculus Rift: ha una dinamica di gioco molto originale e inquietante

Adrift è un videogioco in prima persona ambientato nello Spazio, nel 2037. Non è ancora uscito – si pensa succederà nei primi mesi del 2016, ma ancora non c’è una data certa – ma già se ne parla molto, e molto bene. Se ne parla soprattutto per due motivi: perché è un videogioco con delle dinamiche piuttosto originali e perché oltre che su PC, PlayStation 4 e XBox One ci si potrà giocare anche su Oculus Rift, una nuova tecnologia – non ancora in vendita al pubblico – che permette di vedere ricostruzioni realistiche e tridimensionali di ambienti fantastici o reali indossando una sorta di visore. Per dirla in altri termini (più tecnici), Adrift uscirà in due versioni: una VR e una non VR. VR sta per virtual reality, realtà virtuale o simulata. Adrift sarebbe dovuto uscire nel 2015, ma poi la data è stata posticipata proprio per coincidere con l’uscita sul mercato degli Oculus Rift, di cui Adrift punta a essere uno dei “giochi” più importanti.

Il nome Adrift (“alla deriva”) è spesso scritto in modo leggermente diverso: Adr1ft, con un “1” a sostituire la lettera “i”. Sembra che l’1 sia stato inserito perché è “il numero più solitario” e perché la cosa spiega bene le premesse di Adrift, in cui il giocatore interpreta in prima persona (vedendo ciò “dagli occhi” del personaggio del gioco) un astronauta che è per l’appunto “alla deriva” nello Spazio. L’astronauta del gioco si trova a dover fluttuare tra i resti di una stazione spaziale dopo un incidente di cui però il protagonista, e di conseguenza il giocatore, sembra non avere memoria: qualcosa di sicuro è successo, anche se non è troppo chiaro cosa. Mentre fluttua nello Spazio, il giocatore-astronauta deve cercare di sopravvivere e nel frattempo cercare indizi che lo aiutino a capire quello che è successo. Il giocatore deve anche mettere letteralmente insieme i pezzi di un veicolo spaziale che, se riparato, gli permetterà di provare a tornare sulla Terra.


Essendo ambientato nello Spazio, Adrift si svolge quindi in assenza di gravità e permette di muoversi in ogni direzione in un “open environment”, un ambiente di gioco aperto e del tutto esplorabile. A limitare però le eccessive ambizioni di esplorazione c’è il fatto che se l’astronauta protagonista di Adrift si allontana troppo dalla stazione spaziale rischia di non riuscire a farci più ritorno. L’astronauta potrebbe per esempio finire le scorte di ossigeno e non avere il tempo di fare ritorno alla stazione spaziale per una “ricarica”.

Negli ultimi mesi uno dei siti che ha dedicato più attenzioni a Adrift è stato The Verge, uno dei più importanti siti al mondo per quanto riguarda la tecnologia. Alcuni mesi fa il giornalista Casey Newton scrisse, dopo averne provato una versione provvisoria:

Gli sviluppatori del gioco dicono che tra le influenze di Adrift ci sono 2001: Odissea nello Spazio, la musica dei Pink Floyd e un sito che si chiama YouAreListening.to che trasmette in diretta i messaggi radio della polizia aggiungendo in sottofondo una musica d’ambiente, “sognante”. Se siete appassionati di cinema la cosa che vi viene in mente è Gravity, il film di Alfonso Cuarón su un astronauta che cerca di tornare a casa dopo che la sua stazione spaziale è stata colpita da dei meteoriti. Adrift vi mette nei panni di Sandra Bullock [la protagonista del film], a differenza del film non c’è però nessun George Clooney a darvi una mano per aiutarvi nei primi minuti. C’è solo una crescente paura, intramezzata da veloci scorci della Terra, lontana sullo sfondo.

Newton ha scritto che Adrift è «un gioco di sopravvivenza in cui l’unico nemico è il tempo» e ha spiegato che, se il giocatore è bravo e riesce a fare sempre tutto quello che serve fare, la durata di Adrift non è molto più lunga di quella di un normale film. Newton ha spiegato di aver molto apprezzato il gioco ma di aver avuto problemi di nausea legati alla realtà virtuale e all’utilizzo degli Oculus Rift:«mi ha fatto aumentare i battiti e mi ha accorciato il fiato, e mi sono sentito disorientato al punto da essere felice quando l’astronauta è morto e ho potuto togliere il visore».

In un articolo pubblicato il 12 dicembre su The Verge il giornalista Andrew Webster ha scritto: «È il gioco più spaventoso tra quelli che ho provato, anche se non c’è alcun elemento di violenza». Webster ha parlato di Adrift con Adam Orth, l’ex dipendente di Microsoft che sta guidando il team che ha sviluppato il gioco. Orth ha spiegato delle difficoltà legate alla creazione di un gioco per la realtà virtuale: «anche le più piccole modifiche diventano monumentali. È come passare dal 2D al 3D». Orth ha però spiegato che il lavoro di perfezionamento del gioco è ormai quasi finito e che Adrift ha l’ambizione di diventare un’esperienza imprenscindibile per chiunque vorrà usare un Oculus Rift. Webster è tra i molti critici di videogiochi ed esperti di tecnologia che sembrano avere la stessa idea di Orth su Adrift: «È un gioco perfetto per dei giocatori nuovi, quelli non pratici di altri giochi, scrive Webster: «Non serve memorizzare complessi controlli o avere rapidissimi riflessi, e questo è uno dei motivi per cui Adrift ha il potenziale per diventare una “killer app” di Oculus Rift, e della realtà virtuale in generale».