Prove tecniche di fecondazione contro la sterilità maschile
Una tecnica sperimentale è riuscita a fecondare gli ovociti con precursori immaturi degli spermatozoi, consentendo la nascita di 14 bambini che appaiono perfettamente sani. Anche se il tasso di successo è piuttosto basso, in prospettiva anche uomini oggi considerati sterili potrebbero diventare padri(red)
Sono sani e in buona salute i 14 figli di un gruppo di uomini considerati sterili perché incapaci di produrre spermatozoi maturi. La fecondazione dell'ovocita da cui sono nati i bambini è stata possibile grazie al raffinamento di una tecnica chiamata ROSI (round spermatid injection, o microiniezione di spermatidi tondi) realizzato da ricercatori dell'Institute for ART a Fukuoka, e dell'Università di Kobe, in Giappone, che firmano un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
In passato erano stati condotti esperimenti per cercare di indurre la fecondazione dell'ovocita con la microiniezione di spermatidi rotondi, ma dato che i tassi di successo erano estremamente bassi, l'efficacia e la sicurezza di questa pratica sono finora rimasti in dubbio.
Atsushi Tanaka e colleghi osservano che l'insuccesso di questa tecnica è dovuto a volte alla difficoltà di isolare correttamente gli spermatidi rotondi: queste minuscole sferule di 6-9 micron possono essere facilmente confuse con altri elementi cellulari. Tuttavia, la mancata fecondazione è più spesso legata all'incapacità degli spermatidi rotondi di attivare completamente l'ovocita in cui sono iniettati.
I ricercatori hanno così provato ad attivare artificialmente gli ovociti con una tecnica originariamente sviluppata negli studi sulla clonazione: la somministrazione di deboli impulsi elettrici.
La metodologia è stata applicata da Atsushi Tanaka e colleghi agli ovociti prelevati da 76 donne di età compresa fra i 22 e i 46 anni, dodici delle quali fra settembre 2011 e marzo 2014 hanno partorito 14 bambini che non mostrano alcun segno di deficienze fisiche o mentali, né di disordini genetici associati alla riproduzione artificiale.
I ricercatori avvertono però che servono altri studi per stabilire il valore clinico della ROSI, i cui tassi di successo restano comunque piuttosto bassi.