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Biologico, c'è chi dice no. La nostra inchiesta

11 settembre 2015
prodotti bio

Un fatturato da record, un mercato che è cresciuto anche in anni in cui si registravano solo continue contrazioni dei consumi: stiamo parlando del biologico, che agli italiani, ma non solo a loro, fa battere cuore e portafoglio. Ma frutta e verdura biologiche non sono più ricche di nutrienti nè più salutari. Ecco le prove.

Biologico: una vera e propria passione per gli italiani che ha portato la nostra nazione al sesto posto nel mondo in termini di fatturato in questo settore. Le ragioni di questo amore sono molte ma, come spesso accade, è l'illusione, più che il dato reale, ad alimentare il sentimento. E così probabilmente la preferenza che molti accordano al biologico non ha nulla a che vedere con i veri vantaggi che questo tipo di agricoltura garantisce (che sono molti e innegabili).

Sì al bio: perché?

Innanzitutto il metodo bio consente di produrre alimenti utilizzando pratiche quanto più possibile sostenibili, cercando di prevenire la perdita della biodiversità e l'impoverimento del suolo, facendo ruotare le coltivazioni, selezionando specie e varietà resistenti a malattie, parassiti ed erbe infestanti. Questo perché l'uso di pesticidi nelle coltivazioni biologiche è soggetto a rigorose restrizioni: ma questo non vuol dire che siano sempre e in assoluto vietati. Il bio inoltre rappresenta un volano per l'economia italiana, soprattutto per le regioni del Sud e in più la produzione bio impiega un maggior numero di donne e di giovani. 

Tuttavia sono sicuramente molto poche le persone che acquistano prodotti biologici pensando a tutte queste varianti. In realtà ci piacciono perché li percepiamo più salubri, genuini e sicuri e dall'altro lato sentiamo accrescere sempre più la convinzione in base alla quale tutto ciò che non è bio ci possa avvelenare. Dunque bio sinonimo di salute

La nostra inchiesta 

Ma è proprio qui che si colloca la nostra inchiesta. Abbiamo portato in laboratorio cento campioni di frutta e verdura (ci siamo concentrati su fragole e mele e pomodorini e carote), acquistati in una ventina di punti vendita di diverso tipo tra Milano e Roma. I risultati sono stati davvero sorprendenti: sotto il profilo della composizione nutrizionale, tra ortofrutta tradizionale e quella bio non ci sono praticamente differenze. Contenuto di vitamine, antiossidanti e minerali sono pressoché identici. 

Fitofarmaci e nitrati

Anche sui pesticidi le nostre analisi ci hanno riservato delle sorprese. Nei prodotti convenzionali, effettivamente, c'è una maggiore presenza di residui di fitofarmaci, ma in quantità di gran lunga inferiori ai limiti tollerati dalla legge. Un altro risultato imprevedibile proviene dalla analisi della quantità di nitrati nelle carote, risultata per due volte maggiore in quelle bio rispetto a quelle tradizionali.

In conclusione

Chi sceglie il bio per motivi salutistici sappia che spende di più per una ragione infondata. Non sempre, infatti, come abbiamo visto, questi prodotti hanno un'influenza positiva sulla salute di chi li consuma. Se invece la preoccupazione sono i pesticidi bastano pochi semplici accorgimenti in più, come variare, lavare, sbucciare e cuocere frutta e verdura, per eliminiare la maggior parte dei pesticidi. Ma ricorda: meglio non riutilizzare l'acqua di cottura.


All'indomani della pubblicazione dell'articolo, abbiamo ricevuto diverse critiche, commenti e osservazioni scientifiche via posta e tramite social network. Abbiamo ascoltato la vostra voce e abbiamo chiarito meglio la nostra posizione.

La nostra replica

Dagli insulti alle osservazioni scientifiche, dai commenti pacati a quelli piccati, fino alle accuse di produttori e negozianti. Il florilegio di contestazioni rappresenta bene la varietà di reazioni che la nostra inchiesta sul bio ha suscitato.

Confermiamo parola per parola

Non ci aspettavamo nulla di diverso, visti i risultati dell’inchiesta e il contenuto dell’articolo, che confermiamo parola per parola. A partire dal titolo Non crediamo in bio, scelto tra tanti perché meglio risponde all’atteggiamento di quanti abbracciano il bio come fosse un credo, una religione. Del resto la missione che Altroconsumo si è data non è di credere (che significa avere fiducia), ma di dubitare, verificare e testare, in modo oggettivo e indipendente. Facciamo giornalismo di servizio, non d’opinione. Quanto raccontato nel pezzo non è frutto di nostre considerazioni sul bio, i cui numerosi vantaggi – troppi per essere qui nuovamente ricordati – sono stati elencati in apertura di articolo e mai negati, né tantomeno denigrati. Chi compra bio per questi nobili motivi non desisterà di certo dopo aver letto il nostro servizio. 

Maggior apporto nutritivo? Non è così

Altri sono invece gli scenari che aprono i risultati di laboratorio su cento campioni di ortofrutta bio e non bio, su cui insiste l’impianto dell’articolo. Si tratta di dati che smentiscono chi sostiene che i prodotti biologici offrono un maggior apporto nutritivo di quelli non bio. Sono dati seri e oggettivi. Così come sono seri, e finora non smentiti, gli studi scientifici che hanno dimostrato come mangiare bio, allo stato dei fatti, non offra un vantaggio per la salute. Su quanti giornali avete letto queste notizie? Quanto ai residui di pesticidi, abbiamo evidenziato che le concentrazioni riscontrate dal laboratorio nell’ortofrutta convenzionale sono minori di quanto si pensi: da 10 a 100 volte sotto i limiti di legge. Anche questa è una notizia. Aprire gli occhi a chi compra bio per motivi salutistici, affrontando una maggiore spesa (per molti è un sacrificio), non solo è importante, diventa doveroso per un’organizzazione a tutela dei consumatori

Nessuna propaganda ai prodotti tradizionali

Affermare che abbiamo fatto propaganda ai prodotti tradizionali è falso. Sfidiamo chiunque a trovare nell’articolo una sola riga in cui si affermi o soltanto si alluda alla supremazia di frutta e verdura convenzionali in termini di qualità e rispetto per l’ambiente. È semplicemente scorretto interpretare come uno spot a favore dei prodotti tradizionali i consigli di variare il consumo di frutta e verdura e di essere accurati nel lavaggio, per assumere meno pesticidi.