Religione cattolica a scuola: non avvalersi di un insegnamento che lede il principio di laicità

Domani 22 gennaio si aprono le iscrizioni per gli alunni che iniziano un nuovo percorso scolastico: tempo di scelte dunque e tempo anche di decidere se frequentare o meno l’ora di religione cattolica.

«Quello di domani è un momento molto atteso — ha commentato il segretario dell’Uaar, Raffaele Carcano — al punto che il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco già un paio di settimane fa, nel messaggio diffuso in occasione della Giornata di sensibilizzazione alla scelta dell’ora di religione nelle scuole, ha sottolineato che l’ora di religione a scuola “non è catechismo” che “si fa in parrocchia”, ma “cultura”, raccomandando quindi “ai giovani di non lasciarsi guidare da pregiudizi che circolano, e di non perdere un’opportunità formativa importante come persone e cittadini”. Per noi dell’Uaar naturalmente è vero il contrario: la migliore scelta educativa per i bambini è quella di non avvalersi dell’Irc per non sottoporli a un insegnamento per legge “impartito in conformità della dottrina della Chiesa” da insegnanti per giunta scelti (e licenziati!) a insindacabile giudizio dei vescovo».

Chissà se l’invito del card. Bagnasco riuscirà a frenare il calo che di anno in anno affligge il numero degli avvalentisi, registrato anche nel 2014-2015. Secondo i dati diffusi da Tuttoscuola.com, nel 2013-14, le opzioni per l’Irc erano state maggiori in termini assoluti e percentuali: gli avvalentesi erano stati pari all’88,2%, cioè uno 0,3 punti in percentuale in più rispetto all’87,9% registrato nel 2014-2015, per un calo di circa 22mila alunni.

«C’è da considerare poi — ha proseguito Carcano — che il calo potrebbe essere ancora più significativo se il Ministero garantisse in tutte le scuole lo svolgimento di attività alternative! E invece come sappiamo non è così, nonostante la legge lo preveda espressamente qualora gli studenti e le famiglie ne facciano richiesta».

Insomma, ancora una volta l’Uaar ribadisce che la miglior scelta è quella di non avvalersi, anche come forma di protesta verso un insegnamento che grava sulle casse dello Stato, che però non ha facoltà di scegliere gli insegnanti, e lede il principio di laicità delle istituzioni.

Comunicato stampa Uaar

76 commenti

mafalda

La cosa più patetica (parlo per la scuola primaria) sono i tentativi dei maestri di religione di “rinfrescare” le sciocchezze che devono insegnare con sconfinamenti nella storia dell’arte, nella musica, nella poesia, e altro ancora. I loro libri di testo riportano invece gli argomenti della dottrina: natale, pasqua, vita di Gesù… con una puntatina sulle altre religioni. Nessun riferimento alle guerre giudaiche o agli apocrifi, quelli sono un tabù. Illustrazioni classiche, con Gesù e famiglia bianchi con occhi azzurri, da ritagliare, colorare, incollare. Migliorano invece i libri di lettura che ormai non contengono quasi più riferimenti religiosi.

Rudy

A proposito di libri, esiste anche il libro apposito, che non c’era una ventina d’anni fa, quando cominciammo a scegliere se frequentare o no l’ora di religione. A parte lo spreco di carta, mi pare assurdo gravare le famiglie anche di questo acquisto, visto quanto si spende per i libri scolastici. Va bene che se la sono voluta, ma potrebbero risolvere con delle fotocopie o stampe dai pc di casa.

bardhi

Tempo fa missi sul mio profillo FB il contenuto del passo biblico, Numeri, 31:17-18, ma senza il riferimento dove si trova. Una mia amica che manda i figli nella scuola pubblica austriaca, mi ha ripreso perche “scrivo inesattezze” e mi ha chiesto se potevo portare riferimenti a cio che scrivevo. Li ho mandato quel riferimento e altri, è rimasta scioccata poiché nel libro della religione dei figli non si faceva nessun riferimento alle atrocità.

myself

Aggiungo che per quanto riguarda gli studenti che hanno compiuto 18 anni la scelta se avvalersi o no dell’ora di religione spetta solamente a loro!
C’è una convinzione diffusa che fintanto che si è alle superiori solo i genitori (o chi ne fa le veci) possono decidere se i loro figli devono seguire l’ora di religione o no, ma ciò è falso.

Tiziana

Lo trovo perdente stare appesi alla ora alternativa che aggiungerebbe extracosti alla assurdo costo dell IRC. A scuola tutti devono ricevere la stessa istruzione, quindi via le cose facoltative come appunto e la religione.

Francesco S.

Tiziana un po’ difficile che tutti ricevano la stessa istruzione. Ad esempio a scuola il mio prof. di matematica faceva nel pomeriggio dei corsi di potenziamento, ovviamente facoltativi così come la prof.ssa di lettere teneva un cineforum sul neorealismo, anch’esso facoltativo. I corsi facoltativi ci possono benissimo essere, non siamo tutti uguali e mi pare giusto che la scuola pubblica aiuti anche i più meritevoli. L’ora di religione va espulsa non perché fa sprecare soldi ma perché è un’ora confessionale.

Tiziana

Non mi pare che un eventuale ora pomeridiana promossa da un insegnante sia paragonabile alla IRC che e sul territorio nazionale e a spese di tutti. Inoltre contesto il titolo di questo post che dovrebbe sostituire a principio di laicità con equità

myself

@Flavio grazie per la precisazione, se si può scegliere ancora prima dei 18 anni tanto meglio.

florasol

Verissimo, se maggiorenni ci si può esentare da soli dall’ora di IRC, come ho fatto all’ultimo anno del liceo ed erano trent’anni fa… mia madre se l’è presa a morte ma… cavoli suoi.

Maurizio

“Non è religione, è cultura.”
Come diceva quel comico: non sono io ad essere razzista, sono loro ad essere negri!

Diocleziano

• Referendum da sottoporre agli alunni:

◊ A scuola preferisci trovare un insegnante irc o la carta igienica?
______________________________________________________________________

(Tieni presente che la carta igienica costa molto meno di un irc,

ma è infinitamente più utile.

La carta igienica ti dà sicurezza e rafforza il tuo ego: l’irc NO,

anzi ti riempie di timori, sensi di colpa e nel bisogno non lo trovi)

mafalda

Ai miei tempi delle superiori erano in 3 a seguire e a discutere le argomentazioni del prete. Il resto della classe ripassava.

Francesco S.

Io ricordo una cosa strana alle elementari. La maestra di italiano ci insegnava anche religione cattolica. Non so se fosse un’anomalia o altro. Comunque se i vescovi scegliessero tra i docenti già assunti sarebbe già un passo in avanti, almeno si tratterebbe di gente che ha già vinto un concorso.

Tiziana

Francesco s.
Dipende da quanti anni hai.Alle elementari c era solo unavvemaria la mattina e io rimaneva seduta. Poi alle medie cera un’ora con il sacerdote, messa nella mia sezione alla prima ora per con sentirmi di arrivare dopo. Al liceo alla ultima ora ma praticamente erano anni in cui un prete ma si sarebbe azzardato ad ostacolare la libera uscita anche dei non esentati, perché io ero a scuola prima della pur parziale revisione concordataria, quando la religione cattolica era di stato e per non frequentarla occorrevano valide pezze d appoggio.

Tino

@ Francesco S.
Perché la maggioranza delle maestre (comprese le figlie di comunisti) all’epoca andavano a scuola dalle suore e la diocesi faceva direttamente l’esame negli istituti cattolici per abilitarle. Tutto sommato era tutto risparmio per lo stato in effetti. Non era un’anomalia l’insegnante di religione nelle elementari non esisteva praticamente era un’eccezzione. Mi domando tra l’altro se non avenisse la stessa cosa anche negli istituti pubblici perché se ben ricordo c’erano 2 ore di religione nelle scuole magistrali.

Tino

@ Tiziana
Io ho fatto le elementari in Italia, c’erano parecchi testimoni di geova e io che non facevo religione. Anche noi rimanevamo seduti durante le preghiere alla fine. Ma la cosa strana è che c’era un capitolo de libro “religione” ogni anno, e non abbiamo mai fatto nulla di quel capitolo né noi né i cattolici. Ma appunto si trattava di una generazione di maestri che aveva fatto le scuole cattoliche e che era stata abilitata con il vecchio sistema dei quattro anni di istituto magistrale. Dunque l’insegnante di religione interveniva unicamente quando l’insegnante era ateo. Con la riforma cattolici o meno gli insegnanti diplomati in scienze della formazione non possono più insegnare la religione.

Shiva101

Un calo dello 0.3 è significativo? A me pare di no, inoltre se anche la percentuale fosse dell’85% sarebbe comunque troppo alta.
Occorre comunicare di più le ragioni della laicità occorrono molto più sforzi da parte di tutti.

Francesco S.

Non ci si può aspettare tassi troppo alti, tieni conto che ci vuole un cambio generazionale. Parliamo di tempi di almeno 25 anni

dissection

Ho paura che la cosa sia ardua, almeno in questa generazione. Ancora troppa gente convinta che l’otto per mille sia giusto & equo, ancora troppa gente che non si rende conto dell’inutilità della distinzione tra religione e superstizione, ancora troppa gente che se non battezzi il pupo finirà posseduto da Satana, ancora troppi studenti che ne approfittano per fare altro o per uscire prima, e via dicendo allegramente. In barba alla laicità, vedo e sento in giro ancora troppa gente che vede IRC più come un opportunità per sé stessi per i motivi più disparati che non come un sopruso, oltre che uno spreco, verso chi di certe cose non gliene frega una mazza. A volte è perfino difficile parlarne, con determinate persone, talmente persuase (o indottrinate) che IRC sia cosa buona & giusta, che occasionalmente trovo difficile non darmi per vinto.

RobertoV

E’ vero che il dato non è entusiasmante, però è un dato medio nazionale che risente del fatto che al sud la percentuale è vicina al 98 %, mentre al nord scende all’80 %.
Inoltre vi è differenza tra livelli delle scuole ed età degli studenti: per esempio il valore nazionale per le scuole secondarie superiori scende già all’82%, ma se consideriamo il solo Nord scende attorno al 70 %. Inoltre vi è differenza tra città e campagna: per esempio a Milano nelle scuole superiori si è ormai attorno al 50%.
I cambiamenti hanno bisogno di tempo e corretta informazione, a maggior ragione se vengono ostacolati.

RobertoV

Va anche considerato che la situazione di partenza era quella della religione di stato che obbligava praticamente tutti ad aderirvi: sono passati solo 30 anni da allora e lo stato continua ancora a comportarsi come se vi sia una religione di stato di fatto.

Sandra

Roberto,
è sicuramente vero che i fattori “nord” e “città” corrispondono a minore frequenta di Irc. E’ però anche vero che in parte questi dati dipendono anche dal fattore immigrazione, che purtroppo poi gioca nel rafforzare la religione cattolica come elemento identitario. Sarebbe interessante quindi sapere quanti ragazzi di origine cattolica scelgono di non seguire o di abbandonare l’ora di religione a scuola (così come quanti battezzati non proseguono con comunione o cresima o matrimonio in chiesa).

RobertoV

Sandra
Si è vero, c’è anche l’effetto immigrazione, però 1 immigrato su 4 e cattolico, ed oltre la metà è cristiano e non darei per scontato che un mussulmano scelga sempre di non avvalersi, soprattutto in provincia.
L’immigrazione comunque cambia la società. Anche un calo per l’immigrazione è comunque un calo in termini assoluti e nei rapporti di forza, diverso il discorso se vogliamo fare un’analisi sul calo relativo come proponi.
Ho, comunque, una perplessità sempre su questi dati sull’ora di religione: sono forniti dalla chiesa cattolica, non mi pare che lo stato faccia altrettanto. Se, quindi, sono affidabili come quelli sui battesimi ….

paniscus

Comunque, sulle adesioni all’ora di religione, il fatto che ci siano grosse differenze tra una provincia e l’altra promette bene per l’evoluzione nei prossimi anni. Almeno alle superiori, c’è un fortissimo effetto di massa critica, per cui nelle realtà locali dove effettivamente i non iscritti a religione cominciano a essere in pochi, poi nel giro di pochi anni crollano quasi a zero con velocità vertiginosa.

Nei contesti in cui religione la seguono tutti, e a non farlo sono solo uno o due per classe (magari fortemente connotati perché stranieri o perché seguaci di qualche altra religione considerata socialmente “strana”), la situazione rimarrà così molto a lungo, perché nessuno è motivato a cambiare scelta; ma assicuro che quando si comincia a essere su percentuali significative, poi nel giro di pochissimi anni sono gli iscritti a religione a diventare mosche bianche.

Scusate se mi spiego male, ma la mia esperienza è questa: indipendentemente dalle convinzioni religiose profonde, o dalle tradizioni familiari, per gli adolescenti il motore trainante più importante è quello di identificarsi con il gruppo più accettato socialmente.

Se in una classe religione la fanno quasi tutti, e quei pochissimi che non la fanno sono considerati “sfigati” perché marocchini, cinesi o testimoni di Geova, è chiaro che nessuno si sogna di allinearsi con gli sfigati “solo” perché è ateo o anticlericale: rimane nel gruppone vincente e rassicurante in cui sono tutti omologati (e magari si divertono pure a fare religione, perché in quell’ora non si fa affatto lezione, ma si chiacchiera del più e del meno tutti insieme).

Ma se in una classe cominciano a essercene parecchi, a non fare religione, e NON etnicamente diversi dagli altri, e questi sono liberissimi di non fare né religione né alternativa ma di prendersi un’ora libera mentre gli altri stanno in classe… nel giro di pochissimo tempo, a “fare la figura degli sfigati” sono i poveretti rimasti in classe a seguire religione, e non certo il contrario. Quindi cominciano a invidiare la situazione degli altri, e a chiedere di cambiare scelta per gli anni successivi, fino a che l’ora di religione si spopola quasi del tutto. E più si spopola, più l’anno dopo si spopola ANCORA di più, perché a rimanere a seguire religione in quattro gatti mentre tutti gli altri sono liberi di uscire, ci si annoia a morte.

In parecchi licei di città, la situazione tipica è che nelle classi prime gli iscritti a religione sono il 50-60% (cioè, quelli che erano abituati a farla anche alle medie), e che poi tra la seconda e la terza c’è un abbandono di massa, fino ad arrivare a classi quinte con ZERO iscritti a religione, o magari solo uno o due…

Per cui, e scusate la prolissità, io penso sinceramente che nelle province italiane dove tuttora si atrriva al 98% di iscritti a religione , la situazione rimarrà immobile ancora per molti decenni; ma dove si è già scesi sotto al 70 o 80%, si scenderà al di sotto del 50%, nel giro di pochissimi anni, fino a percentuali veramente residuali.

Anzi, secondo me in parecchie realtà locali è già così, solo che le curie non ce lo dicono 🙂

Diocleziano

Paniscus
Avevo toccato questo argomento più volte in passato ma senza molto successo; eppure è un concetto molto chiaro: quando la massa (audience) raggiunge il punto critico della tendenza il movimento non può che accelerare fino a che si è completato.

A complicare la vita della religione c’è anche il fatto che non si tratta solo di far marcia indietro per invertire la tendenza: dovrebbero convincere la massa sulla credibilità di tutto ciò che è la religione e il ruolo della chiesa, e chi ha cambiato idea sarà ben difficile recuperarlo.

In una battuta: sarebbe più facile rilanciare la Duna. Intendiamoci, non mancherà mai qualcuno che si affezionerà alla Duna…

paniscus

Ma soprattutto: nelle situazioni in cui GIA’ l’adesione è abbastanza bassa, l’unico modo che l’insegnante di religione può concepire per scoraggiare la fuga è qppunto quello di NON FARE veramente lezione di religione, ma di ridurre la propria lezione a vaghissime chiacchierate amichevoli del più e del meno, nella speranza di giocare la carta della simpatia.

Per cui, l’ora di religione diventa progressivamente ancora più insignificante e ancora più vuota e inutile di quanto non fosse già anche prima, e quindi a maggior ragione le fughe aumentano, invece che diminuire. A quel punto anche i cattolici praticanti finiscono con l’abbandonare l’ora di religione, proprio perché non è affatto religione, ma è solo una perdita di tempo gratuita. Quelli più studiosi preferiscono usarla per ripassare le altre materie, e quelli meno studiosi preferiscono usarla per farsi i cavoli propri, ma comunque nessuno ha più interesse diretto verso ciò che si fa realmente in quell’ora.

Io ne ho avuti tanti, di studenti che PUR ESSENDO CATTOLICI PRATICANTI (e magari facendo anche volontariato in parrocchia o in associazioni cattoliche varie) hanno smesso di seguire l’ora di religione a scuola proprio con la motivazione che “in quell’ora non si fa assolutamente niente ed è solo una perdita di tempo”.

Per cui, non è necessariamente vero che l’abbandono dell’ora di religione abbia qualcosa a che fare direttamente con la laicizzazione della società o con la diminuzione dei cattolici: semplicemente, non la seguono più NEMMENO i cattolici… 🙂

L.

Frank

Sostenere che l’ora di religione a scuola non è “catechismo” ma “cultura” e come sostenere che il pizzo non è “estorsione” ma “protezione”.

dissection

In un modo o nell’altro, conferma l’essenza della CCAR come associazione a delinquere di stampo mafioso.

Tino

Certo, certo ma non state a credere che la fine dell’ora di religione è garanzia di laicità della scuola. Stasera un’insegnante musulmana è andata in televisione qui in Francia a dire tranquillamente che non ci si può permettere di criticare l’islam se non si hanno le competenze necessarie … io probabilmente non ho le competenze necessarie per criticare il cristianesimo ma nesssuno mi ha mai impedito di farlo nella scuola pubblica. Dopo i manuali della scuola media dove adesso si spiega che l’islam è una civiltà splendida che protegge le minoranze adesso i sociologi si attacano a quelli del liceo rei di “stigmatizzare l’islam” troppo centrati sul terrorismo … a proposito un’associazione islamista che va a raccontare palle su Al Jazzera su fantomatici progrom di musulmani in Francia e che spiega che la laicità è una specificità francese per praticare il razzismo impunemente e l’associazione Coexister che è stata persino incontrata dall’UAAR e che considera che la religione e la scienza devono essere messe sullo stesso piano a scuola nei corsi di biologia si stanno comprando la parola chiave su google “laïcité”.

Francesco S.

Dissection, io ti consiglierei di leggere con sano scetticismo ciò che ti vien detto. Quella delle scuole francesi dove si insegna islam, mi risulta sia una polemica politica interna alla Francia contro Hollande e il suo governo. Ci potrebbe essere del vero ma anche molta propaganda politica. A parte la Laicité, i nostri cugini francesi non sono tanto diversi dagli italiani quanto a litigiosità politica. Quindi cum grano salis.

Tino

@ Francesco S.
La polemica sull’osservatorio della laicità in mano all’associazione Coexister viene dal primo ministro Valls dunque dal governo. Alla fine quando si dice qualcosa sull’islam si viene subito sospettati di polemicare inutilemente ed essere in malafede. Anche in italia vedo che siete sulla buona strada.

Francesco S.

Beghe interne quindi come in Italia. Anche qui abbiamo parti della maggioranza contro il governo.

Francesco s.

Nessuna certezza. Solo il dubbio che siano litigi interni alla politica francese e quindi di dubbia attendibilità, ergo da prendere cum grano salis, proprio per spirito critico.

Francesco s.

Lo dico perché l’utente Sandra scovò i programmi ministeriali di didattica francesi e non c’era nulla di così sconvolgente.

paniscus

per Tino:

per quanto riguarda i manuali scolastici, io non starei a vedervi chissà quale cospirazione ideologica. Non so se in Francia le cose siano diverse, ma di sicuro in Italia il controllo politico e ideologico sui testi scolastici è minimo (e ritengo anche che sia UN BENE che sia così), e le differenze tra l’uno e l’altro rispecchiano solo le opinioni personali degli autori e al massimo quelle degli insegnanti che li scelgono… ma soprattutto, i contenuti e lo stile dei libri scolastici dipendono soprattutto da tendenze di MERCATO editoriale, e non certo da ragionamenti intellettuali.

Per cui, su un libro di testo può capitare di trovarci qualsiasi castroneria (non solo ideologica, ma proprio castroneria DI FATTO, affermazioni materialmente sbagliate, oppure non aggiornate, o senza citazione delle fonti)…

…al massimo, qualche volta succede un caso clamoroso in cui qualcuno protesta pubblicamente per dei contenuti discutibili, e allora il libro viene cambiato, ma finché nessuno protesta non succede niente, chiunque può inserire in un manuale scolastico quasi qualsiasi cosa.

Ultimamente, l’unico criterio che va per la maggiore è quello di produrre libri sempre più semplificati, superficiali, “facili”, accattivanti e più infantilizzati possibile. Non parlo di elementari, eh, parlo anche delle superiori: se un libro è troppo asciutto, scarno e ridotto ai contenuti essenziali, però spiegati con rigore, non va bene… deve essere colorato, giocoso, pieno di immagini, riquadri, disegnini, giochi a quiz, mappe concettuali, riassunti ridotti al minimo, curiosità divertenti, e roba del genere. La scusa formale delle case editrici è che “gli insegnanti li vogliono così, altrimenti non li adottano“, e quella degli insegnanti è che “noi li preferiremmo più approfonditi, ma bisogna adottare quelli banali, perché altrimenti le famiglie si lamentano che sono troppo difficili, e i ragazzi non li studiano“.

Quindi, francamente, non starei a ipotizzare chissà quale implicazione di deriva ideologica. L’unica cosa che conti nella produzione dei libri di testo è quella di seguire le mode commerciali e gli umori modaioli del momento…

paniscus

Ovviamente parlo di libri di materie curricolari ordinarie, quelli di religione è chiaro che sono concordati con le fonti ufficiali delle curie vescovili. Ma tanto non li usa nessuno, nemmeno quelli iscritti a religione davvero 🙂

stefano

visto che in una pseudo democrazia come la nostra conta soltanto il volere della maggioranza, ignava e cattolica di comodo, siete davvero sicuri che la difesa della laicità, valore indiscusso e colonna portante di qualsiasi democrazia vera (quindi non la nostra…) sia prioritario per siffatta maggioranza di italioti? citando il mago Sumadart, sommo conoscitore dell’italiota idiozia 😉 penso che da buona minoranza quali siamo noi atei, agnostici, miscedenti ecc. ci dovremo rassegnare al fatto che le nostre istanze saranno sempre considerate per quello che vengono considerate ovvero laiciste, cristianofobiche, deleterie, diseducative ecc.ecc.

daniefranc

Bisogna istituire un insegnamento di “storia delle religioni e delle non credenze”, impartito da insegnanti laici.

Gianluca

daniefranc

Io invece la leverei proprio e farei un’ora in più di matematica o di qualsiasi altra materia.

Tiziana

@daniefranc

Io credo invece che bisogna essere seri, questa ora è facoltativa, discrimina perchè i n Italia non c’è religione di Stato, potrebbe aumentare i conflitti in vista di studenti appartenenti ad altre comunità di fedi, e , soprattutto, bisogan portare i nostri studenti a libìvello di altri Paesi. Quiondi si migliorino i programmi e si tolga questa sciocchezza. E soprattutto attenti all’ora altrenativa che si fa il gioco dei vescovi

Francesco S.

Non credo che ci sia una soluzione più giusta delle altre. Io penso che un insegnamento delle storia delle religioni e dell’ateismo impartio in modo aconfessionale possa essere proficuo alla crescita degli alunni, che nolenti o volenti incontreranno persone di altra fede o nessuna fede, per cui credo che un minimo di conoscenza reciproca giovi. Anche perché spesso l’ignoranza genera paura e quest’ultima alimenta discriminazione, intolleranza e chiusura.

Gérard

Non ha funzionato in Francia in quanto i studenti religiosi non accettano una lettura aconfessionale della loro religione .

Francesco S.

Gerard
Gli studenti se lo faranno piacere volenti o nolenti, come fanno per qualsiasi altra materia.

Tiziana

Francesco s.
Interessante dire se la faranno piacere… Mi chiedo perché questo amore per le religioni, invece di promuovere il pensiero laico che contiene qualsiasi varietà .
Soggiacere alle religioni mi sembra pericoloso e soprattutto non laico.
La religione, in linea del tutto teorica, può essere una consolazione, ma solo se circoscritta nel perimetro del nostro salotto

Francesco S.

Un insegnamento della “storia delle religioni e del pensiero ateo” non è amore per le religioni, al più per la storia, se impartito in modo aconfessionale è laico, laicissimo.

Tino

Sì Francesco hai capito tutto dalla vita tu. Metteranno in causa l’insengnante se non è musulmano se prova a dire qualcosa di storto. Storia delle religioni o apologia delle religioni ?

Tiziana

Francesco s.
La storia è storia. Sono d accordo che storia dovrebbe essere studiata meglio. Qualche giorno fa sentivo un dialogo sulla autobus tra due ragazzi che ignoravano chi fosse Marco Aurelio che, come saprai è su un bel cavallo nella piazza del Campidoglio.

Francesco S.

Tiziana

Ricordo che qual tempo fa lametava che certi cristiani mettono in dubbio l’ebraicità di Gesù. Non crede forse che un insegnamento laico della storia delle religioni possa stroncare sul nascere tali pregiudizi che poi possono trasformarsi in cose ben peggiori. Spiegare agli ebrei che l’esodo non ha prove storiche e che la terra promessa era già abitata da altri popoli e agli islamici che il corano mostra evidenti prove di essere stato costruito nel tempo così come gli altri testi? Senza dimenticare l’ateismo dei alcuni pensatori classici e moderni e le degenerazioni di alcuni regimi totalitari. Non piacerà a taluni, poco importa è storia.

Tiziana

Francesco s.
Probabilmente avrò detto cattolici e non cristiani. L eventuale nascita di Gesù si legge nella storia, così come quella dei Romani che,sembrerebbe, lo crocifissero.

stefano

in ogni caso al posto di religione andrebbe istituita un’ora addizionale di scienze, matematica o altro, oppure a discrezione dello studente si potrebbe ovviare con una lingua straniera.

dissection

Secondo me, educazione civica e ambientale: penso che in Italia ce ne sia estremo bisogno.

mammalaica

Inglese alla materna ed educazione civica poi.
Ma anche un’ora di sole per ovviare all’epidemica carenza di vitamina D dei nostri figli trattati come soldatini cui si impone un tempo e uno spazio non fisiologici e pieni poi di “disturbi dell’apprendimento” (leggi riempimento di teste concepite come vuote dal nozionismo imperante) o di “comportamenti iperattivi” (leggi: i non ancora lobotomizzati da smartphone e dinamiche passive ed anestetizzanti, e parlo di materna e primaria mica di adolescenti).
Movimento all’aria aperta. Lettura libera.
Mia nipote ha maestra di italiano che fa ANCHE religione: come pensate giudicherà 8più o meno consapevolmente) i temi di chi non si avvale?

Io sarei per abolizione senza sostituzioni, in quanto lesiva e discriminante in un contesto dove si celebra tanto l’inclusività. Se posso permettermi un paragone forse poco calzante per i più, è come consentire il menu vegetariano/vegano/no carne (no maiale per i musulmani, no mucca per indu etc) a richiesta, e proprio in virtù di questa finta libertà non lavorare in direzione di una mensa più sana e sostenibile per tutti: pensate un po’ quante menate in meno per le cuoche e quanti conflitti o discriminazioni risparmiati (ah già dimenticavo: per i cattolici il sacrificio di carne è dogma imprescindibile, peccato che l’esseno se esistito fosse veg certificato;)

Tipo a natale tutti avevano un lavoretto (quelle cose noiosissime per i bimbi ma utili alle maestre che altrimenti non saprebbero come giustificare la loro presenza ai genitori, ne conosco di mamme che più cose hanno “prodotto” anche controvoglia ma da inscatolare nelle cantine più sono contente anche se non hanno giocato, interagito, imparato ad imparare nulla) ulteriore, la consegna è stata simultanea e con qualche sorrisetto beffardo delle maestre alla richiesta del suo (non sapevo fosse lavoretto di religione): non è discriminazione?

Francesco S.

Guarda che Gesù moltiplicava anche il pesce (Matteo 14:17-21) e lo mangiava (Luca 24:42-43), quindi proprio certificato veg non direi. Inoltre non disdegnava di usare i porci come contenitori per demoni da far gettare dalla scogliera (Marco 5,1-20).

paniscus

per mammalaica: condivido quasi tutto, tranne la bordata sul presunto “nozionismo imperante”: il nozionismo, nelle scuole di qualsiasi ordine e grado, non esiste più da parecchi anni, dall’eccesso di noizonismo si è passati al problema esattamnete contrario, ossia che a forza di “valorizzare le competenze”, praticamente i contenuti non si insegnano più (oppure si insegnano, ma si è obbligati a promuovere anche chi non li ha imparati per niente, e non parlo delle elementari, ma anche dei licei).

Anzi, chi si ostina a provarci viene accusato di “essere troppo svero”, di “pretendere troppo dai ragazzi” e “non essere al passo coi tempi” .

Per cui, ti prego, si possono fare tutte le accuse di questo mondo alla scuola italiana attuale, ma quella dell'”eccesso di nozionismo” proprio no!

L.

mammalaica

Non ho ancora conoscenza diretta che vada oltre la materna, ma da quel che vedo alla primaria da noi (tramite nipote e conoscenti) la concezione del bambino è di una zucca vuota da riempire, mentre l’approccio cui mi ispiro è quello montessoriano, troppo avanti, troppo libertario, troppo in grado di formare teste pensanti e di creare ‘pensiero divergente’ (https://www.youtube.com/watch?v=SVeNeN4MoNU ).
Allarme rischio di non uniformazione. Non servono contenuti, servono amore e fiducia. Quelli che fanno si che si crei l’amore per l’apprendimento, che dura tutta la vita.
Sarebbe interessante parlare del progetto di Laren degli Erdkinder..adolescenti che vanno spontaneamente a studiare e si iscrivono ad interrogazioni …figuriamoci qui già immaginare di non obbligare bambini di 6-12 anni a stare seduti per 8 ore con lezione frontale e niente compiti e niente voti (ideologia del merito) è utopia.
In questo senso il nozionismo è ancora imperante, mascherato da declinazioni pseudo-libertarie, ma solo pseudo appunto.

Tino

@ paniscus
Mi stupisci 🙂 in Francia saresti considerata come reazionaria. Quello che descrivi è in stadio ormai avanzato qui in Francia. La logica è semplice. La scuola è inegalitaria e razzista, (Bourdieu docet) dunque tutti promossi. Nozioni non pensarci nemmeno. L’obiettivo è fissato dare al maggior numero la maturità e soprattutto guai alle bocciatture. E tieni presente che in Francia non esistono gli esami di riparazione. Interdisciplinarietà a iosa che significa alla fine non fare né l’una né l’altra disciplina, il progetto di sopprimere i voti e sempre in agguato perché deprimono gli alunni. Le borse di studio per gli studenti meritevoli prima soppresse poi diminuite di metà. Le classi di eccellenza bilingue nelle scuole in zone sensibili soppresse tranne a Parigi ovviamente dove chi lavora nei ministeri vuole l’uguaglianza nella mediocrità per tutti tranne che per i propri figli ovviamente. Francamente sono spesso in contrasto con te ma mai su quello che scrivi sulla scuola.

Francesco S.

Tino
Ma non sarebbe più proficuo discutere dei problemi della scuola francese su un blog francese? Qui si sta parlando dell’ora di religione cattolica nella scuola italiana. Le tue osservazioni sulla scuola francese per quanto interessanti mi sembrano decisamente non attinenti. Non ci sono blog di atei francesi con cui discuterne? Sicuramente loro saranno più informati su cosa parli.

paniscus

Tino:

Quello che descrivi è in stadio ormai avanzato qui in Francia.
La scuola è inegalitaria e razzista,dunque tutti promossi.
Nozioni non pensarci nemmeno.
L’obiettivo è fissato dare al maggior numero la maturità e soprattutto guai alle bocciatture.
Interdisciplinarietà a iosa che significa alla fine non fare né l’una né l’altra disciplina, il progetto di sopprimere i voti e sempre in agguato perché deprimono gli alunni.

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Ah, perché in Italia no?

L’unica cosa che mi stupise (anzi, che mi sconvolge di brutto) è che in Italia ci sia ancora qualcuno che pensa che la scuola sia troppo selettiva, troppo rigida e troppo nozionistica.

Incidentalmente, a proposito di sistema educativo francese: l’hai letto quel capolavoro che si intitola “Lo stato seduttore” di Regis Debray (scusa se su questa tastiera gli accenti corretti non ci sono)? Qualunque cosa si pensi politicamente dell’autore, ti si apre un mondo, giuro!

Però almeno in Francia presumo che l’ora di religione cattolica di stato, con insegnanti pagati dallo stato ma scelti dal vescovo, ALMENO quella, non ci sia. E i crocifissi se li sono tolti di mezzo da un paio di secoli…

L.

Tino

@ Paniscus
Certo ma è una magra consolazione, perché, forse mi sbaglio, almeno se in Italie vai al classico …. vai al classico. Qui ti impediscono di fare latino e greco o uno o l’altro e ancora con la riforma diventa cultura un po’ come l’esame di latino a lettere in Italia dove lo passi senza aver mai studiato la grammatica. Sì ho letto Debray, è antisionista figurati dunque lontano dalle mie convinzioni ma un vero capolavoro come dici tu. A me comunisti o fascisti o qualsiasi altra cosa piaccino gli insegnanti GIUSTI ma che fanno lavorare i ragazzi e le ragazze.

paniscus

per Tino:

in Italia “se vai al classico vai al classico”, e non sai una cippa di cavolo di matematica e di scienze sperimentali.

Poi quelli usciti dal classico vanno in massa a tentare i test di accesso a medicina o alle professioni paramediche, e non si capacitano del perché non li superano… oppure vanno a studiare economia aziendale e bancaria, e piagnucolano perché gli esami di matematica sono troppo difficili, e loro non se l’aspettavano!

L.

Tino

@ Paniscus
È vero, in Francia la matematica è ancora la disciplina per eccellenza però c’è difficolta nel reclutare i professori le domande sono inferiori ai posti disponibili, rischiamo di retrocedere anche in quello. Molta stima per quello che fai in ogni caso qualunque siano le tue idee che spesso non condivido.

Diocleziano

«… Poi quelli usciti dal classico vanno in massa a tentare i test di accesso a medicina o alle professioni paramediche, e non si capacitano del perché non li superano… »

Qualcuno che ce l’ha fatta c’è: la Lorenzin. Con il suo diplomino da liceale del classico s’è addirittura guadagnata il ministero della sanità…

Che dire? un mito!

Engy

A proposito di lezioni interdisciplinari, rivolgo agli insegnanti presente la domanda, una curiosità pratica e parlo di scuola elementare, il caso che conosco: nell’ottica dell’interdisciplinarità (che a “casa mia”, almeno in un caso che conosco di scuola elementare, esiste), considerando che alcuni bambini non fanno religione, COME fanno religione le maestre? E COME fanno la materia alternativa i bambini esentati?
Non ho avuto risposta da un genitore in questo senso, genitore che non l’ha nemmeno chiesto alle maestre ….

SONIA

grazie per tutte le informazioni che ho trovato nel vostro sito. Sono stata motivata dalla necessità di iscrivere mia figlia al primo anno della scuola secondaria di primo grado. Nella scuola scelta non ho trovato l’elenco delle attvità alternative all’ora di religione.

Gianluca

Tiziana

“L eventuale nascita di Gesù si legge nella storia, così come quella dei Romani che,sembrerebbe, lo crocifissero.”

Sì, ma nella storia si legge anche che Cristo non fece miracoli, morì ma non risorse, agì contro i Romani con azioni terroristiche col solo scopo di scacciarli, alla sua morte il movimento fu capeggiato da suo fratello Giacomo che proseguì sulla stessa linea, NON aveva intenzione di fondare una religione – tant’è vero che rimproverò più volte Paolo (o era Pietro?) che invece andava in giro per il resto del mondo predicando l’amore e la conversione, fino al punto che lo richiamò per punirlo di brutto, ma purtroppo insieme ai suoi seguaci fu sterminato dai romani nelle guerre giudaiche e Paolo (o Pietro) per nostra nefasta sventura fu libero di propagandare il cristianesimo come voleva.

Dici che ai cristiani starebbe bene se la storia la si spiegasse così, com’è effettivamente andata in base alle ricostruzioni più attendibili effettuata su fonti cristiane, ma soprattutto extra-cristiane?

Gianluca

(…) NON aveva intenzione di fondare una religione – tant’è vero che rimproverò più volte Paolo (o era Pietro?) che invece andava in giro per il resto del mondo predicando l’amore e la conversione, fino al punto che lo richiamò per punirlo di brutto, ma purtroppo insieme ai suoi seguaci fu sterminato dai romani nelle guerre giudaiche (…)

Mi riferivo a Giacomo, ho scritto un po’ di fretta. Sorry

paniscus

Comunque, mi è venuta in mente una cosa: è possibile fare qualche pressione su politici di ispirazione laica (sono pochi ma ci sono) che occupino posti istituzionali in parlamento o incarichi di governo, perché si pretenda una pubblicazione formale dei dati aggiornati di adesione all’IRC, da fonti ufficiali del ministero?

Perché è veramente bizzarro che, da parecchi anni, NON ESISTANO dati pubblici da parte del ministero dell’istruzione e che ci si debba accontentare esclusivamente di quelli diffusi dalle curie… quando invece il ministero ha accesso a tutto il database informatizzato delle iscrizioni della popolazione scolastica italiana, aggiornato anno per anno.

Non si potrebbero nemmeno attaccare a una presunta tutela della privacy, perchè non si tratta di dati individuali, ma statistici, come tutti quelli che ci sono già.

Ogni anno le statistiche sulla popolazione scolastica italiana vengono fuori, compresa la percentuale di maschi e femmine, la percentuale di stranieri, la percentuale di promossi e bocciati, la percentuale di anticipatari, la percentuale di disabili, e quant’altro.

Perché la percentuale di iscritti a religione dovrebbe essere l’UNICO dato che viene tenuto nascosto dal ministero?

Non so quale possa essere la strada migliore, ma ad esempio cominciare con qualche interpellanza o interrogazione parlamentare, tramite qualche deputato o senatore fidato, che ha dato prova di un decente grado di laicità?

Riflettiamoci un attimo.

L.

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