Perché tanti italiani non leggono libri?

risponde Beppe Severgnini
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Oggi, giovedì 23 aprile, è la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. #ioleggoperché è l’iniziativa curata dall’AIE (Associazione Italiana Editori), con mille eventi pubblici e diretta su RaiTre. Lodevole. Ma in questi tempi hashtagici suggerisco d'aggiungere uno slogan: #iononleggoperché.    Capire perché tanti italiani non leggono libri è fondamentale.  Ho alcuni sospetti.   1) Molti non leggono libri perché leggono altro. Le chat di WhatsApp, le notifiche di Facebook, la timeline di Twitter e LinkedIn: la narrativa, nel telefono che portiamo in tasca, è affascinante. I personaggi, conosciuti. Il ritmo, incalzante. Le sorprese, continue (basta avere un fidanzato, come molte lettrici possono testimoniare). Con questi avversari deve misurarsi il libro. Avete dubbi? Salite in autobus, scendete in metro: e osservate dove  puntano  gli occhi della gente.   2) Molti non leggono libri perché ne hanno paura. Troppi volumi intimidiscono. Molti autori si compiacciono d'essere impegnativi. Quasi tutti i titoli in uscita dovrebbero rinunciare a un terzo delle pagine; e ne guadagnerebbero. Nelle case editrici lo sanno, ma sono impotenti. Tanti autori, purtroppo, non ricordano di scrivere per gli altri: si innamorano delle proprie parole.   3) Molti non leggono libri perché hanno preso fregature. Mentre la recensione cinematografica ha una dignità, quella letteraria è finita da tempo. Finita male. Suicidio. Parlando bene dei brutti libri di conoscenti, o tacendone l'inverecondia, abbiamo perso la fiducia dei lettori. Al posto della recensione, oggi, c'è la segnalazione televisiva: uno splendido libro o un pessimo libro vengono trattati allo stesso modo dal conduttore (che non ha il tempo di leggerli).  Segue acquisto e, spesso, profonda delusione.   4) Molti non leggono libri perché ce ne sono in giro troppi. La ricerca del bestseller salva-fatturato è diventata spasmodica. Un tempo gli editori erano pescatori pazienti (perlustravano, pasturavano, sceglievano l'esca, aspettavano). Oggi usano la rete a strascico, e viene su di tutto: il tonno, le boghe e i vecchi pneumatici coperti d'alghe.   5) Molti non leggono libri perché ne vogliono scrivere. La pubblicazione è diventata un'ossessione. Una persona che legge bene, invece, è più affascinante di una persona che scrive male. Ma vaglielo a spiegare.   (dal Corriere della Sera)  

Beppe Severgnini

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