04 luglio 2015

Un nuovo paradosso di Fermi può confutare il multiverso?

L'idea che il nostro universo sia solo uno fra molti altri universi paralleli ha affascinato non solo il grande pubblico, ma anche molti fisici e cosmologi, tanto che oggi esistono diverse versioni alternative di questo ipotetico multiverso. Ma è possibile confutare questa ipotesi di universi paralleli partendo dal “paradosso di Fermi” sulla vita intelligente extraterrestredi Caleb A. Scharf

È appena passato un altro solstizio d'estate, ed è giunto il momento di lasciarsi andare a qualche idea più speculativa prima che le calde giornate dell'emisfero settentrionale si riducano troppo e facciano tornare il pensiero razionale.

Quindi, con un bel cocktail (alcolico) alla frutta in una mano, consideriamo il seguente esperimento mentale. Il cosiddetto "paradosso di Fermi" è diventato moneta corrente nelle speculazioni sulla natura della vita nell'universo, quindi non ho intenzione di darne una descrizione molto dettagliata. Darò invece un'occhiata a questa bella descrizione di Adam Frank, ricordando solo la premessa di base: se la vita nell'universo non è incredibilmente rara, in qualche modo avrebbe dovuto già bussare alla nostra porta. Il fatto che non l'abbia fatto è quindi significativo.

Ma l'universo è una cosuccia insignificante. Orde di fisici ci dicono che la nostra realtà, il nostro cosmo, potrebbe non essere l'unico, e che potremmo trovarci all'interno di un multiverso.

Un nuovo paradosso di Fermi può confutare il multiverso?
© Clark Dunbar/Corbis
Questo potrebbe essere strutturato in una varietà di forme: dagli universi tascabili prodotti dall'inflazione cosmica, alle divagazioni della meccanica quantistica sui "molti mondi", fino alle "brane" della teoria M in dimensioni superiori, e così via. Come se non bastasse, tutte queste varianti potrebbero non essere vere e proprie varianti alternative. Potrebbero essere tutte raccolte in una stupefacente matrice di realtà. Così tante realtà, che tutto quello che può succedere (e deve) succedere, succederà, e succederà un numero enorme (oserei dire, infinito) di volte.

Altre orde di fisici (beh, forse non proprio orde, ma comunque
una frazione significativa, e sobria, della specie "fisico") alzano gli occhi al cielo e sottolineano che spira un'aria di ridicolo in alcuni di questi discorsi. Dopo tutto, dicono, le teorie capaci di spiegare qualsiasi cosa dicendo semplicemente "tutto è possibile", non sono esattamente teorie che seguono il vero metodo scientifico, visto che non possono essere razionalmente falsificate.

Supponiamo che siano vere le idee più "liberali" sul multiverso. In questo caso, un Fermi dei giorni nostri potrebbe riproporre esattamente la stessa domanda fatta nel 1950: "Dove sono tutti?" Ma questa volta la questione non riguarda i viaggiatori interstellari, o perché non sono state avvistate le civiltà galattiche. Il nuovo quesito è: "Dove sono tutti i viaggiatori e le civiltà del pan-multiverso?"

Un altro sorso del nostro drink, e cerchiamo di spacchettare un po' la domanda. Se la realtà è effettivamente composta da un vasto numero di realtà, e se "qualsiasi cosa" può accadere, accade, e deve accadere innumerevoli volte, tutto questo deve probabilmente includere la possibilità che esseri viventi (di qualunque cosa siano composti) saltino tra gli universi, volenti o nolenti. Dopo tutto, il solo fatto che la fisica nel nostro universo renda questa prospettiva un po' difficile, non impedisce che la fisica di un numero enorme di altri universi dica "come no, andate avanti a destra!"

E qui sta il problema. Ignorare la capacità tutta umana di auto-inganno, non c'è alcuna prova concreta che siamo oggi o siamo stati visitati in passato da roba proveniente da altre realtà. (E se vi viene da dire che su questo mi sbaglio, scusate, ma potete risparmiarvi il fiato).

Allora, qual è la risposta? Perché non succede questo?

Forse viaggiare tra le parti del multiverso è impossibile (se non fosse che quasi per definizione non dovrebbe essere impossibile ovunque) oppure molto, molto difficile.

Forse nessuna entità che ha raggiunto uno stadio in cui potrebbe saltare tra gli universi, desidera farlo (se non fosse che deve esserci qualcuno da qualche parte che lo fa. Anche in questo caso, quasi per definizione).

Forse siamo soli, l'unica forma di vita in ogni realtà (se non fosse, ancora una volta quasi per definizione, che un multiverso conterrà altre forme di vita).

Forse, molto semplicemente, non c'è alcun multiverso.

Su, bevete. E' quello che sto facendo io.


L'autore
Caleb Scharf è direttore del multidisciplinare Astrobiology Center della Columbia University. Ha lavorato nel campo della cosmologia osservativa, dell'astronomia X e, più recentemente, della scienza degli esopianeti. I suoi ultimi libri sono I motori della gravità. L'altra faccia dei buchi neri (La biblioteca della scienze, Le Scienze, e Codice 2014) e Il complesso di Copernico. Il nostro posto nell'universo (Codice, 2015)”. Per seguirlo su Twitter: @caleb_scharf.

(La versione originale di questo articolo è apparsa il 23 giugno su scientificamerican.com. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)