08 luglio 2015

Perché le donne vivono più degli uomini

Le differenze di genere nell'aspettativa di vita osservate nei paesi sviluppati sono dovute principalmente alla mortalità per cause vascolari, che è maggiore negli uomini rispetto alle donne. Secondo uno studio, questo fenomeno è relativamente recente, perché ha iniziato a manifestarsi a partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, con il miglioramento delle condizioni generali di vita e con i progressi della medicina(red)

In tutto il mondo, le donne vivono più degli uomini. Il fenomeno è emerso negli ultimi anni dell'Ottocento ed è dovuto principalmente alle differenze di genere della mortalità cardiovascolare. Lo rivela uno studio di ricercatori della Southern California University, guidati da Eileen M. Crimmins, che firmano un articolo sui "Proceedings of the National Academy of Sciences".

Gli autori hanno esaminato i dati di mortalità relativi a più di 1700 persone nate tra il 1800 e il 1935 in 13 nazioni sviluppate. Si tratta di un periodo in cui l'aspettativa di vita è aumentata notevolmente, come effetto del miglioramento delle condizioni di vita nella popolazione generale, dei progressi delle cure mediche e della prevenzione delle malattie infettive. I dati mostrano però che l'aumento nell'aspettativa di vita è stato molto più consistente nella popolazione femminile.

Perché le donne vivono più degli uomini
Coppia di anziani: le differenze di genere nell'aspettativa di vita dipendono in gran parte dal diverso rischio cardiovascolare (© Clarissa Leahy/cultura/Corbis)
Un primo dato molto significativo rilevato dai ricercatori è che le le differenze di genere nella longevità sono concentrate nella fascia di età tra i 50 e i 70 anni, e scompaiono bruscamente dopo gli 80 anni. Inoltre, se si considerano i dati relativi agli adulti con più di 40 anni di età, si può verificare che nei soggetti nati dopo il 1880 i tassi di mortalità femminile sono diminuiti con una velocità del 70 per cento superiore a quella dei maschi. Secondo l'analisi di Crimmins e colleghi, la differenza nella mortalità è attribuibile solo per il 30 per cento alle patologie legate al fumo, mentre è per la maggior parte dovuta alle malattie cardiovascolari. In sostanza, secondo gli autori, il miglioramento delle condizioni di salute generali ha fatto emergere il maggior rischio di eventi cardiovascolari determinato nel genere maschile sia
dal punto di vista biologico sia da quello genetico.

"Il dato che emerge è che è che la mortalità per cause cardiovascolari ha un diverso impatto negli uomini e nelle donne, specialmente nella mezza età e nei primi anni della terza età", ha spiegato Caleb Finch coautore dello studio. "Ciò che rimane da capire è quale sia l'origine di questa differenza, e che peso hanno i diversi fattori biologici congeniti o di protezione, come gli ormoni: per questo saranno necessari nuovi studi in diversi paesi, per  approfondire questa vulnerabilità dal punto di vista genetico e cellulare, e sarà anche necessario correlare questi dati con altri dati sanitari dei soggetti di età più avanzata".