L'incredibile evoluzione dei mammiferi nel Giurassico
L'evoluzione dei mammiferi ha avuto una rapidissima accelerazione molto prima della scomparsa dei dinosauri: a metà del Giurassico, infatti, vi fu un'incredibile fioritura di variazioni nell'assetto del corpo e nella struttura e forma dei denti, molto più elevata di quelle avvenute prima o dopo. Alcune di quelle modificazioni sono poi rimaste stabili per centinaia di milioni di anni.(red)
Il tasso di evoluzione più elevato mai raggiunto dai mammiferi si è verificato in pieno periodo Giurassico (fra i 200 e i 145 milioni di anni fa), quando ancora vivevano fianco a fianco dei dinosauri. Finora si riteneva che i principali processi evolutivi fossero invece avvenuti alla fine del periodo successivo, il Cretaceo: quando, 65 milioni di anni fa, ormai liberi dalla concorrenza dei dinosauri, vi fu una vera e propria esplosione di adattamenti dei mammiferi a nuove nicchie ecologiche.
Ricostruzione di Agilodocodon, un mammaliaforme antenato dei primi mammiferi (Cortesia April Neander)
A scoprirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Oxford che hanno effettuato la prima analisi su larga scala delle alterazioni scheletriche e dentali nei mammiferi nel Mesozoico (da 250 a 65 milioni di anni fa), pubblicando i risultati su “Current Biology”.
A stimolare la ricerca di Roger A. Close e colleghi sono state le scoperte paleontologiche avvenute soprattutto in Cina e in Sud America negli ultimi anni, che contraddicono l'ipotesi corrente secondo cui i primi mammiferi sarebbero stati esclusivamente dei piccoli insettivori notturni.
I ricercatori hanno registrato il numero di modificazioni significative dell'assetto dei piani del corpo e dei denti che si sono succedute dalla comparsa dei primi mammaliaformi, oltre 200 milioni di anni fa, fino a 65 milioni di anni fa. Hanno così scoperto che verso la metà del Giurassico la frequenza dei cambiamenti è aumentata fino a un massimo di otto cambiamenti per milione di anni per lignaggio, un valore quasi dieci volte superiore a quello registrato alla fine del periodo. Questo tasso è stato ancora superiore per il lignaggio che ha portato agli attuali mammiferi placentati e ai marsupiali, che si sono evoluti addirittura 13 volte più velocemente della media registrata a metà del Giurassico.
Ricostruzione di Docofossor, un altro mammaliaforme antenato dei mammiferi (Cortesia April Neander)“Non sappiamo che cosa abbia innescato questa esplosione evolutiva. Potrebbe essere dovuta al cambiamento ambientale, o forse al fatto che i mammiferi avevano raggiunto una massa critica di innovazioni chiave, come i piccoli nati vivi, il sangue caldo, e la pelliccia, che hanno permesso loro di prosperare in habitat diversi e subire una diversificazione ecologica” ha detto Close. “Una volta che sì è evoluta una forte diversità ecologica, il ritmo dell'innovazione è rallentato.”
Così, i multituberculati – che oggi sono estinti ma che prosperarono molto a lungo - hanno subito una serie di cambiamenti radicali relativamente alla struttura dello scheletro e dei denti proprio alla metà del Giurassico, assumendo entro la fine di quel periodo la loro tipica forma da “roditori” e denti molto caratteristici, che sono poi rimasti invariati per oltre cento milioni di anni nonostante la successiva diversificazione in centinaia di specie diverse.