Ma il vino biodinamico è buono?

È giunto il momento di tirare le somme sull'argomento Biodinamica, con qualche considerazione finale, dopo aver parlato prima di Steiner e poi descritto un esperimento controllato sull'effetto (inesistente) dei preparati biodinamici nella produzione di un vino Merlot. Prima però vorrei segnalare questo articolo della rivista Query, che racconta come la Regione Piemonte contribuisca a finanziare dei corsi di biodinamica. Lo segnalo anche perché nella piccata risposta di Agri Bio Piemonte mi citano come quel "tal Signor Dario Bressanini. A mio modesto avviso non mi sembra che possa essere considerato il Maestro dei Maestri. Mi sembra, ma posso sbagliare, che esprima solo preconcetti e non conosca affatto la materia." Evidentemente non è piaciuta la mia conferenza ;)  .

Questo è un atteggiamento tipico delle pseudoscienze: l'idea che se non "sei dentro", se non hai "assorbito le conoscenze fondamentali" non puoi "capire". L'idea che uno possa allegramente impipparsene della paccottiglia esoterica, fare un esperimento e giudicare i risultati non sembra fare breccia nella mente di molti.

Influssi celesti

calendario-delle-semine-2013-libro-1Gli scritti di Steiner e dei suoi seguaci, come Maria Thun, sono pieni di riferimenti ai «cicli astrali», ai pianeti e alle fasi della luna. Mentre l’uso dei preparati è obbligatorio, tutta la paccottiglia astrologica che spesso riempie la pubblicistica del settore non influisce sulla certificazione biodinamica. Quindi ai fini strettamente pratici l’agricoltura biodinamica, filtrata dagli aspetti mistici e astrologici, è sostanzialmente una agricoltura biologica con in più l’uso obbligatorio dei vari preparati. Non è dato sapere quanti produttori seguano il calendario astrale di Maria Thun o le indicazioni sulle fasi lunari e l’allineamento dei pianeti ma, data l’abbondanza di materiale su questi argomenti, ho l’impressione che almeno alcuni ci credano veramente.

L’obiezione tipica di chi crede negli influssi celesti è questa: «La luna ha un’enorme influenza: guarda le maree!». Certamente, ma questo effetto ben noto è dovuto esclusivamente alla forza di gravità e quindi spiegabilissimo. Ci sono due maree al giorno, che la luna sia piena o nuova. Quando il sole, la terra e la luna sono allineati, la marea è massima. È possibile calcolare con precisione l’effetto della gravità su mari e oceani e stimare l’altezza delle maree. Se però proviamo a calcolare tale effetto su una piantina, o su un grappolo d’uva, scopriamo che è praticamente nullo, com'è noto da secoli. È per questo che quasi non esistono studi scientifici rigorosi sui presunti effetti degli astri sulle coltivazioni biodinamiche, o su qualsiasi altro aspetto della vita. Ormai non c’è più bisogno di ricerche per dimostrare che la posizione dei pianeti non ha alcun tipo di influenza sulle attività umane o naturali. In più, nessuno scienziato serio vorrebbe rischiare di perdere la faccia chiedendo fondi per uno studio come questo.

E non dimentichiamoci che l’onere della prova spetta a chi sostiene la verità di un fatto. Non sta agli scienziati dimostrare che il calendario astrologico non funziona, o che non esistono gli unicorni blu, ma ai suoi fautori dimostrare che il calendario funziona e che gli unicorni blu esistono. Nonostante questo, qualche sparuto ricercatore ha provato a studiarne l’influenza sulle colture biodinamiche. Da una ricerca sulla coltivazione del peperoncino è emerso che l’applicazione dei preparati secondo il calendario biodinamico non aveva avuto alcun effetto rispetto alle colture in cui non era stato seguito.[i] Il che, ovviamente, non ha stupito nessuno.

Pesticidi naturali e non di sintesi?

Nell’agricoltura biologica, e quindi in quella biodinamica, si può utilizzare solo un numero ristretto di pesticidi contro i parassiti e le malattie delle piante, il che esclude la gran parte dei principi attivi che oggi l’agricoltore moderno ha a disposizione.[ii] A volte si dice impropriamente che questo tipo di agricoltura non utilizza «sostanze chimiche di sintesi». Qualcuno potrebbe far pensare che si ricorra a qualcosa che è disponibile in natura, raccolto tal quale e pronto all’uso. In realtà non è proprio così.

Tra le sostanze utilizzate dall’agricoltura biologica e biodinamica, oltre che da quella convenzionale, ci sono i composti del rame (l’idrossido, il solfato, l’ossicloruro e così via). Impiegato come fungicida, per esempio contro la peronospora della vite, il rame è un metallo tossico i cui composti purtroppo si accumulano anno dopo anno nel terreno. Nello Champagne, in Francia, il suolo di alcune vigne è contaminato dalla poltiglia bordolese (solfato di rame e calce), usata da oltre un secolo per combattere la peronospora. Si tratta di «pesticidi non di sintesi»? Non direi. Queste sostanze sono prodotti industriali che derivano dai minerali di rame estratti dalle miniere di tutto il mondo.

sulphurPoi c’è lo zolfo, usato per combattere l’oidio, un fungo che colpisce le viti e altri vegetali. Oggi si ottiene praticamente ovunque come sottoprodotto della lavorazione del gas o della raffinazione del petrolio. Spero proprio che nessuno rimpianga l’uso dello zolfo «naturale», cioè di miniera, perché i minatori non se la passavano tanto bene.

Altre sostanze utilizzate in agricoltura biologica e biodinamica sono gli «oli minerali», una miscela di idrocarburi in prevalenza saturi ottenuti dalla raffinazione del petrolio. Per ridurre il numero di composti insaturi, tossici per le piante, si tratta il prodotto raffinato con acido solforico. Insomma, sono sostanze chimiche derivanti da processi industriali tanto quanto altri prodotti fitosanitari  proibiti dall’agricoltura biodinamica (e magari meno tossici dei composti del rame).

Ma alla fine il vino biodinamico è buono?

romaneeA detta degli esperti, alcune case di produzione internazionali di vini di qualità sono passate alla biodinamica. C’è chi lo considera un argomento a favore: «Nella lista dei 100 migliori vini al mondo molti sono biodinamici, quindi la biodinamica funziona». Il ragionamento è ovviamente fallace. Per rimarcare che la presenza nell’una o nell’altra classifica non dimostra alcunché basterebbe chiedersi: «Quanti vini biodinamici ci sono tra i 100 peggiori al mondo?». Dal punto di vista logico è come dire: «Nella classifica dei 100 migliori vini al mondo ce ne sono alcuni la cui uva è stata raccolta da un uomo con il cappello rosso, quindi la cappellorossodinamica funziona». Così è forse più facile capire quanto questo tipo di ragionamento sia sballato.

Lo ripeto perché è un punto importante, che a volte non viene colto immediatamente (specialmente dagli appassionati di vino che apprezzano alcuni vini biodinamici): il fatto che esistano ottimi vini biodinamici non dimostra affatto che il merito sia dei preparati biodinamici. Una domanda più sensata è invece chiedersi quanti vini non biodinamici mediocri sono diventati eccellenti dopo il passaggio a queste pratiche. Ma a dire il vero neanche questa domanda, di cui non conosco la risposta, servirebbe a dirimere la questione. Poiché la biodinamica, a parte gli aspetti astrologici su cui non vale la pena di spendere tempo vista la palese infondatezza, è sostanzialmente una agricoltura biologica con aggiunto l’obbligo di utilizzo dei vari preparati, l’unica cosa sensata da fare è mettere a confronto un prodotto da agricoltura biologica con uno da agricoltura biodinamica, per capire se i preparati fanno la differenza.

Quando uno scienziato si mette ad investigare con metodo scientifico gli effetti di una pratica, come in questo caso, vuole prima di tutto capire se c’è un rapporto di causa ed effetto. L’uso dei preparati 500 e 501 porta a uve e vini migliori? Se la risposta, come sembra, è che questi preparati sono irrilevanti, questo non significa che i vini in questione siano cattivi. Significa che tra i due fatti non c’è relazione, e se il vino è buono, o cattivo, dipende da altri fattori e non dall’uso di uve certificate biodinamiche.

Gli amici esperti mi dicono che i vini biodinamici di Nicolas Joly, Romanée Conti e altri produttori sono straordinari. Non ho alcuna difficoltà a crederlo, ma non c’è alcuna prova che la loro qualità sia dovuta all’uso del cornoletame, del cornosilice o della camomilla fermentata nella vescica del cervo in contatto astrale con le forze cosmiche dell’universo. Credo sia dovuto soprattutto alle pratiche in vigna di questi produttori, al loro grande coinvolgimento e all’estrema attenzione al prodotto. Oltre, ovviamente, alla particolare vocazione del territorio in cui si trovano a lavorare.

Metodi da pseudoscienza

crystallizazionVisto che, secondo Steiner, una forza vitale pervade gli organismi viventi, nel 1930 un suo allievo, Ehrenfried Pfeiffer, si è inventato una tecnica, che ha chiamato "cristallizzazione sensibile" che dovrebbe rivelare le differenti “energie” in organismi diversi. Si mescola del cloruro di rame con il materiale organico, per esempio la polpa di pomodoro, si deposita la soluzione in un piattino e la si lascia evaporare. Pian piano il cloruro di rame cristallizza, formando dei disegni che, secondo Pfeiffer, dovrebbero rivelare informazioni sulla natura del materiale disperso nel cloruro di rame e sulla sua «vitalità», qualsiasi cosa voglia dire. Anche la tecnica della «dinamolisi capillare», su cui non mi addentro, dovrebbe fornire informazioni simili. L’uso di termini e pratiche scientifiche da laboratorio (cristallizzazione, cloruro di rame, capillarità,…) non deve trarre in inganno: a parte la scenografia, non è molto diverso dalla lettura dei fondi di caffè o delle foglie del tè. Anche lì c’è chi ci crede. Ma è pseudoscienza, non scienza.

FAQ

D: Se chi produce vuole seguire quelle prescrizioni esoteriche, che evidentemente non sono dannose per i prodotti, che male c’è?

R: Non c’è ovviamente nulla contro la persona che “ha fede”, ma io credo che la scienza, e gli scienziati, abbiano il diritto di spiegare cosa è dimostrato e distinguerlo da ciò che non lo è, anche se a volte parlano al vento. Hanno il diritto, ma oserei dire anche il dovere, di mettere in evidenza la superstizione dalla realtà. Se qualcuno si sente offeso perché si dice chiaramente che crede in cose che non hanno senso è un problema suo. Credo sia un dovere sociale che gli scienziati escano ogni tanto dai loro laboratori e cerchino di combattere tutti gli atteggiamenti antiscientifici che proliferano nella nostra società moderna, dall’astrologia all’omeopatia, dalle diete assurde basate sui gruppi sanguigni o sulla presunta alcalinità degli alimenti a tutte le varie pseudoscienze.

D: Ma tu sei un razionalista!

R: Certamente. Razionalista militante. E pure orgogliosamente riduzionista.

D: Perché prendi in giro Steiner e color che credono nella biodinamica?

R: Io non prendo in giro nessuno. Io riporto quello che ha scritto Steiner e lo confronto con i fatti. Non sono mica io quello che ha detto che si deve scuoiare un topo, bruciarne la pelle e spargerla per i campi. O che le corna del cervo comunicano con le energie cosmiche. E se uno "dinamizza" il letame ruotandolo per mezz'ora in senso orario e poi per mezz'ora in senso antiorario, beh, si deve aspettare qualche frecciatina ;)

D: Ho comprato un vino biodinamico. Era buono assai. Quindi evidentemente la biodinamica funziona!

R: No. Non basta prendere una bottiglia di vino biodinamico e apprezzarla per dire che “funziona”. E non è neanche sufficiente prendere due bottiglie, una biodinamica e l’altra no, e confrontarle. Anche se avessimo la cura di prendere vini da due aziende vinicole confinanti, in modo da avere presumibilmente lo stesso suolo e le stesse condizioni climatiche, la qualità finale del vino è influenzata da moltissimi altri fattori, dai metodi di gestione della vigna alle pratiche che si effettuano in cantina, dal tipo di materiali usati per far invecchiare il vino e così via. L’unico modo per fare un confronto è un esperimento rigidamente controllato come descritto nello scorso articolo.

D: Sappiamo bene che ci sono molte cose che la scienza non riesce a spiegare

A: Certamente, la scienza ancora non riesce a dare una spiegazione di molti fatti sperimentali. Ma prima di perdere tempo nel tentativo di cercare una spiegazione ad un fatto, è necessario che l’esistenza del fatto stesso sia ben confermata. Per intenderci, non inizio a costruire teorie scientifiche su come le renne di Babbo Natale riescano a volare prima di determinare se effettivamente Babbo Natale esiste davvero e che usi delle renne.

D: Mi vuoi forse dire che uno non ha il diritto di credere in ciò che vuole?

A: Puoi credere in quello che vuoi, certamente. C’è chi crede a tutta una serie di cose non dimostrate. Basta considerare una qualsiasi religione e se ne trovano moltissime, ovviamente, di "espressioni di fede". Tuttavia, così come c’è libertà di fede, esiste anche la libertà di critica, specialmente quando si vogliono far passare per “scientifiche” certe pratiche che proprio non lo sono. Diciamo che gli scienziati sono punti sul vivo quando invadi il loro terreno con un linguaggio pseudoscientifico, e reagiscono di conseguenza.

D: Il metodo scientifico non è l’unica maniera di indagine

A: Il metodo scientifico serve per ridurre al minimo, e se possibile eliminare, la possibilità di arrivare a conclusioni errate nell’osservazione di un fenomeno, eliminando le possibilità che il giudizio finale venga alterato da fattori estranei (ad esempio le convinzioni personali) al fenomeno che si desidera studiare. Nel far ciò è essenziale che il design dello studio sperimentale sia fatto a dovere. È per questo motivo che racconti aneddotici  (vedi alla voce "mio cugino...") non sono accettati. Nonostante tutte le precauzioni ogni tanto vengono pubblicati articoli sbagliati e che giungono a conclusioni errate. Può essere dovuto ad un cattivo design dell’esperimento o a una interpretazione statistica sbagliata dei risultati, alla mala fede o altro. Sta alla comunità scientifica, dopo la pubblicazione, criticare la metodologia con cui è stato effettuato lo studio.

Chi sostiene che il metodo scientifico non funziona solitamente non lo capisce e non ha mai proposto nulla di altrettanto valido.

D: È fastidioso che gli scienziati vogliano spiegare tutto.

R: Non tutto. Solo quello che è in linea di principio spiegabile in termini scientifici, almeno con le conoscenze attuali. Non si capisce perché se un prete parla di genetica e un filosofo di agricoltura nessuno si scandalizzi, mentre se ne parlano gli scienziati (che forse, forse, sono un po’ più titolati a parlarne) si accusi la scienza e gli scienziati di "arrogante scientismo".

D: È indubbio che gli astri influenzino la vita sulla terra. Non è forse la forza della luna che muove le maree? E l’energia del sole che ci riscalda?

A: indubbiamente. Ma quelle sono forze ed energie ben note e studiate. Completamente comprese dalla scienza. Allo stesso modo con cui calcoliamo e prevediamo le maree, basandosi sulla forza di gravità, possiamo prevedere che l’influenza degli altri pianeti è praticamente nulla, per non parlare delle costellazioni.

Tirando le somme

Perché queste pratiche hanno seguito? Forse il motivo è da ricercare nel bisogno dell’uomo occidentale, in questo momento storico, di riscoprire una dimensione spirituale. Molto più banalmente, queste pratiche possono essere usate come segno di distinzione commerciale. In un mercato sempre più affollato di proposte, è importante trovare dei modi per caratterizzare un prodotto e distinguerlo dagli altri, vendendo al contempo anche emozioni. E il vino è il prodotto perfetto per vendere emozioni spirituali.

Dario Bressanini

P.S. sempre in tema pseudoscienze volevo segnalare agli interessati che il 14 Marzo parteciperò ad una cena organizzata dal CICAP a Stupinigi (TO). I dettagli (che ancora non conosco) li troverete sulla pagina che ho linkato.


[i] Jayasree, P., and Annamma George. "Do biodynamic practices influence yield, quality, and economics of cultivation of chilli (Capsicum annuum L.)?." Journal of Tropical Agriculture 44, no. 1-2 (2006): 68-70.

[ii] http://www.cra-pav.it/bancadatibiologica...

546 commenti RSS

  • Mi dimentico sempre la cosa più importante, fate una prova, molto semplice, prendete una bottiglia di vino bianco o rosso, un vino convenzionale, anche un sassicaia se avete soldi da buttare, e poi prendete un'altra bottiglia di vino però biodinamico, di gente seria, perché c'è in giro di tutto sono d'accordo, apritele, bevetene un bicchiere, tappate il vino e ripetete l'operazione anche il giorno dopo aprite bevete tappate e il giorno dopo ancora e ancora, il biodinamico evolverà sempre quasi migliorando a contatto con un suo elemento naturale l'aria in tutte le sue componenti, il convenzionale già al secondo giorno sarà peggiore, il terzo ed il quarto lo lascio decidere a voi.

  • Chiaramente non imbottigliamo sempre tutto, nelle annate ci sono i cru e i gran cru, se un vino non è all'altezza ci vuole l'onestà di non imbottigliare e magari vendere la partita ad un mediatore, come ho detto più volte, è un lavoro molto bello ma anche molto faticoso e difficile, far quadrare i conti è anche difficile, ridurre i costi per un agricoltore è molto importante, la qualità la ottieni lavorando tanto e bene, poi ci sono le annate eccezionali le annate cosi cosi, non è facile, è molto più facile scrivere su questo blog, o pontificare, ma stare sul pezzo tutti i giorni facendo risultati anche c8n condizioni avverse è veramente una bella sfida, ecco perché magari mi incazzo un po, arrivo a fine marzo dopo l'ultima luna discendente, sai Apogeo, Perigeo, vi dice niente, quando ho finito l'ultima vigna, la potatura, e la stralciatura, con le mani a pezzi anche se usiamo 2 tipi di forbice elettrica e manuale, devo togliere i tralci dalle file, per non apportare lignina e quindi funghi, poi legare un po di roba ed iniziano a scamiciare le gemme, primo trattamento a zolfo in polvere etc etc, poi la sera, o la mattina presto vanno controllati i vini, fatto batonage, assaggiati per capire l'evoluzione, e non è facile sembra facile da una scrivania o davanti ad un libro o ad un computer, ma la pratica è un'altra cosa, vorrei vedere questo Bressanini se sta una settimana con noi che dice, gli vorrei vedere il viso dopo una settimana di quelle vere, magari in vendemmia, che dopo la giornatina a sceglere e raccogliere le uve si sta in cantina a fare controlli rimontaggi all'aria anche fino a mezzanotte magari dandosi il cambio perché ci sono 5 6 7 vasche piene in fermentazzione, con i rimontaggi all'aria da fare ogni 6 8 ore controllare le temperature gli zuccheri.

  • Eh eh... hai visto un bel mondo col Sassicaia te... mettilo direttamente nell'aceto, va... ;)

    Ma però la voglio spezzare io una lancia per questi due qua...

    Sempre ai tempi della mia scapigliata post-adolescenza universitaria, per un paio d'anni si andò quasi regolarmente a Bassano del Grappa a far ballotta, in casa e per fresche frasche.
    In un'occasione portammo noi, da Imola, un omaggio ben particolare: una bottiglia di Albana teoricamente dolce, dlcevasi salvata dalle grinfie tedesche dal nonno di un amico, inceralaccandola e calandola con altre nel pozzo nero del piscione di stalla.
    Era già una boccia di Albana 1935, aveva otto anni quando vi fu calata, ormai dieci quando ne fu tolta, quasi cinquanta quando venne accuratamente stappata e scaraffata senza tremore.
    Un liquido amorfo, inizialmente, incolore. Al limite del filante ma senza oltrepassarlo, ed ebbi tempo di osservarlo essendo io l'addetto, anche se tremolava un po' la candela dietro il collo, retta da non ricordo chi.
    Coperta la caraffa - che tale era e non un semplice decanter - il pasto cominciò ed andò avanti a lungo (governava il convivio il padre del nostro amico di lassù, e offrirlo imponente a dei voraci ventenni veniva direttamente dal suo cuore), finché ai dolci venne aggiunta la caraffa.
    E allora sì, magia: l'amorfo liquido incolore e dal sapore sciatto e piatto era diventato di un rosso mattone. Al naso, una potenza trattenuta, uno sprigionarsi di aromi oleosi e intensi, tracce di ridotto ancora inseguite dall'ossidazione di precursori imbalsamati.
    In bocca, ciò che ci si può aspettare da un Grande Passito, ma con un nerbo di corpo ancora ruvido, e molto meno dolce.
    Ma ancora dolce: cosa aveva nascosto quegli zuccheri residui, forse non fermentescibili, di certo ora esaltati dalla componente alcolica glicerica?

    Ecco qua, non vi racconto patacche: il vino riserva molte sorprese, ciò non toglie che debbano per forza essere gradevoli e gradite da tutti... ;)

  • Alberto Guidorzi 3 marzo 2014 alle 21:37

    Uno che sa come si coltiva la terra sono io, forza confrontiamoci.

    A proposito da dove viene lo zolfo che usi?

  • Stefano, non ricordo se nel 1980 o nel 1981, con una ex-morosa, all'epoca studentessa in agraria, sono stato ad una specie di corso nell'azienda della Crespi a Bereguardo. Io sono figlio di agricoltori ed ho sempre lavorato in campagna per mantenermi agli studi. Anche la mia morosa lavorava per la forestale o come bracciante agricola, per imparare e per guadagnare. Non sapendo praticamente niente di biodinamica, non appena si sono messi a parlare di cornosilice, di cornoletame, di dinamizzazione, di teschi di capra e di arnica, ci siamo messi entrambi a ridere e siamo stati praticamente cacciati via.
    Tutti gli altri, ovviamente cittadini senza la minima esperienza, erano invece seri ed annuivano convinti di fronte alla "saggezza" e "profondità di pensiero" di chi spiegava.
    Leggendo quanto scrivi, mi hai fatto ricordare con nostalgia di quei giorni in cui ero più giovane e pieno di speranze e sogni. Di fronte alle baggianate del biodinamico, continuerei però a ridere.

  • Alberto Guidorzi 3 marzo 2014 alle 21:45

    Per tua norma e regola il vino di una bottiglia lasciata stappata peggiora sempre e se ormai è piena a metà peggiora anche se la tieni tappata.

    Se fosse vero quello che dici perchè non riempi le bottiglie a metà e le tappi, oppure inventi un tappo che si possa aprire mezzora ogni giorno così il tuo vino biodinamico diventa vero ambrosia o nettare degli dei insuèerabile?

    Come tappi le tue bottiglie, con quale tipo di turaccioli?

  • Alberto Guidorzi 3 marzo 2014 alle 21:49

    Franco

    Certo però che la Crespi con 650 ettari ereditati e tante azioni del Corriere della Sera può permttersi di far camminare la gente con le mani così si pesta meno la terra.

  • Stefano: "ma non siamo capaci di dialogare e di confrontarci pacificamente in modo costruttivo e corretto, oppure ci dobbiamo sfogare come delle zittelle acide che buttano tutto in polemica per mania di protagonismo"

    Ti faccio notare che è quello che hai fatto TU (e altri biodinamici che ho incontrato su FB, punti sul vivo perchè ho osato toccare la vostra "fede" )

    Quindi, invece di sputare cavolate tipo "sei pagato" o stupidaggini del genere, se vuoi rispetto prova senza preconcetti a rileggere i due articoli e dicci su che cosa, PRECISAMENTE, non sei d'accordo. Non ci interessano i discorsi filosofici o che tu ci dica che tu fail il vino buono. Questo, francamente, non interessa a nessuno. Vogliamo sapere se sei in grado di indicare, righe e parole precise, su cosa esattamente non sei d'accordo.

    Io ho l'impressione che molti di quelli che si sono incavolati lo abbiano fatto perchè "genericamente" sembra che con i mie articoli abbia messo in "cattiva luce" la biodinamica. Ripeto, per chi non lo capisce, che ho solo raccontato i risultati di ricerche scientifiche pubblicate su riviste dotate di peer review, perchè come sanno benissimo i lettori qui, tutto il resto NON CONTA.

  • Io ci son cascato dentro da piccolo, agli esoterismi, come Obelix nella famosa pozione: per questo ne sono immune.
    Poi associati ce n'erano di altro genere, fra cui i "piani d'incomprensione paralleli", mi pare.
    Ma erano pure i tempi delle convergenze parallele, che si sta vedendo che fine abbian fatto, e quindi anche a me non pare opportuno proseguire nell'intrinseca analisi di ciò che può portare della cacca di vacca (almeno primipara) nel corno della stessa o di una sua consustanziale, e manco della silice, ne mancasse mai...

  • Alberto Guidorzi 4 marzo 2014 alle 00:43

    Questo è ciò che afferma Jean Pierre Frik, uno de distruttori delle prove Inra di Colmar in quanto coltivatore Biodinamico:

    La biodinamica secondo il metodo di R. Steiner introduce due aspetti complementari, l'utilizzazione dei preparati e l'influenza dei pianeti. Egli inoltre precisa: " i preparati non influiscono sulla quantità del prodotto (ndr: vorrei vedere!): Utilizziamo solo 100 grammi di letame di corno all'ettaro e solo 4 grammi di silice di corno. Essi, però, agiscono come una medicina omeopatica e apportano delle informazioni per stimolare le funzioni momentaneamente indebolite" (ndr: le mie che sono, invece, definitivamente scomparse neppure la biodinamica le può stimolare... ci speravo, visto i miracoli che fa!).

    Per quanto riguarda i pianeti J.P. Frik ammette: " sono dei ritmi complessi, che vanno oltre la mia comprensione, ma comunque provo a lavorare di concerto con l'influenza delle costellazioni, piuttosto che in opposizione"

    Se non è fideismo questo!!!---Ma no, forse è vera e propria paranoia!!!

  • @Emanuele, la termovinificazione estrae meglio gli aromi. Gli antociani che estrai in più rispetto ad una vinificazione normale, li perdi in vinificazione anche se qualcosa puoi salvare con aggiunta di tannini(preparati da Gianpaolo :) ). Il vero valore aggiunto sono gli aromi. Ti sei mai chiesto perché se fai un torchiato di uve bianche, ti esce molto profumato? Moltissimi aromi sono nella buccia. Dopo la termomacerazione prefermentativa, devi pulire bene il mosto (filtrarlo). Non ci dev'essere polpa,pectine ecc. poi quand'e' pulito gli alzi la torbidita' a 100 Ntu con pareti cellulari ecc (sempre preparati dal buon Gianpaolo) e poi vinifichi a freddo, sotto i 20 gradi. Rimarrai a bocca aperta. Sentirai profumi che se li sente un biodinamico.strabuzza gli occhi. Ora, quei profumi, sono tipici o no?
    p.s. Conosco Gianpaolo personalmente (trovato qui per caso ma riconosciuto per la voce gay :) ) ed è un pezzo di pane. Bravissimo conoscitore del vino ma la mattina quando c'è brutto tempo, gli fa male la gobba e le corna. Devi sopportarlo :) .
    Mi raccomando prova. Temperatura di macerazione basta 45 gradi con enzimi pectolitici che in un'oretta ti estraggono anche le corna di Gianpaolo e poi raffredda subito e prova a defecare col freddo

  • @Alberto Guidorzi l'omeopatia compare sempre quando non si può spiegare nulla. Ancora ancora nell'agricoltura fa poco danno, ma nella medicina ne fa parecchi. Ricordo negli anni ottanta, un articolone sul giornale "l'acqua che ricorda". Ero giovane ma mi era sembrata lo stesso una segata :)

  • Buongiorno sor Bressanini come già le ho detto non si faccia scrupoli siamo ben lieti se lei viene con issuoi articoli al prossimo convegno se vorrà confrontarsi scientificamente noi ci siamo altrimenti faccia lei continui con il suo master chef del vino, se la cosa la soddisfa contento lei contenti tutti

  • @giampaolo

    Non fare anche il professorino di chimica, se non sei all'altezza....

  • @zeb. mi piacerebbe sapere quali frasche frequantavi a bassano!! io sono di bassano del grappa :)

  • Gaetano , la fanfaluca dell' acqua che ricorda fu propugnata da Benveniste , prof. francese , il quale asserì che se una chiave cadeva nelle acque della Senna a Parigi , alle foci se ne poteva ricavare un calco , dalle acque , ed aprire la relativa serratura . Tutto attorno gravitava un sottobosco di para , pseudo ricercatori dediti all' imbroglio. Ma dato il fatto incontrovertibile che la mamma dei gonzi è sempre incinta ( parti multipli ) , invece di ricavarci un film di fantascienza ( molta fanta e poca scienza ) , ci si costruì sopra un castello di fesserie ad uso e consumo degli imbecilli .

  • Facevamo capo a San Zenone degli Ezzelini, Robinet, dai Bordignon... Bei tempi, peccato che non abbia più l'appetito di una volta... ma il vino, fortunatamente, è liquido e continua ad andar giù allegramente... ;)

  • @Hector Giusto!! ora mi ricordo. Parlavano proprio della chiave....Sarà più di vent'anni fa..

  • @Gaetano
    Non parlare di corna sennò qui me le staccano per farci concime!:-)
    Comunque non ti sbagliare, Emanuele parlava di pastorizzazione del vino, non di termovinificazione. Nel caso tu non l'abbia ancora fatto, vai a vedere i suoi video, sono molto istruttivi.
    E poi lo sai che noi gay abbiamo il ciclo in certi giorni..
    Solo che col tempo ho sempre meno pazienza con quelli che parlano credendo di sapere e di aver capito tutto della vita e dell'universo. Allora mi diverto a farli arrabbiare, e cadono come pere, anzi come uva marcia, mostrando i loro limiti con insulti e sterili impropreri, dimostrando a tutti il loro vero livello intellettuale e la loro cronica mancanza di educazione.

    Questo è un blog di scienza in cucina, ma ci sarebbe molto da parlare in fatto di omeopatia. Però se toccassimo questo tema altro che parolacce, questi diventerebbero violenti!

  • Alberto Guidorzi 4 marzo 2014 alle 00:43

    a proposito di dosi omeopatiche citate dal tizio che citi, se mi scappa pipì, o qualcosa di più grosso, mentre lavoro in vigna, che precauzioni devo prendere perché influenzi posiyivamente anziché negativamente la mia vigna? Lui ha studiato l'importanza di questa variabile? E l'inflenza di quel che mangio il giorno prima, prima che esca?

    Devo poi recintare la mia vigna per evitare che qualche sabotataore me la faccia dentro? Nella mia zona ci sono caprioli e cinghiali. Che effeto ha la loro "roba"? Ed il cane dei miei vicini che ci passa in mezzo? Anche la mia gatta si fa delle lunghe sieste in vigna, che effetto fa?

    ciao Alberto

  • Gianpaolo
    "Questo è un blog di scienza in cucina, ma ci sarebbe molto da parlare in fatto di omeopatia. Però se toccassimo questo tema altro che parolacce, questi diventerebbero violenti!"

    c'è un apposito spazio dedicato all'omeopatia, dai, facci ridere...

  • @zeb. beh se dovessi tornare in zona e ti servono delle dritte fai un fischio

  • @Gianpà

    Continui ad associarmi a certe categorie di persone che io sfuggo come la peste.
    Per esempio chi ti ha detto che io sono per le cure omeopatiche ? Lo vedi che ti inventi le cose ?
    Ho un percorso di studi scientifico come te (probabilmente). Ho sempre amato la scienza e francamente dovresti smetterla di mettermi in bocca cose che non ho mai detto.
    Attualmente come direttore di un progetto che coinvolge due centri di ricerca e 5 società, sono anche felice di dare il mio contributo professionale al servizio dei mercati, uscendo fuori dalla logica puramente scientifica e di ricerca pura. E tu mi parli di acquisti al supermercato ? Del prezzo ? Della mia ignoranza ? Degli addetti del settore ?

    Sei stato tu ad aggredirmi per primo, e ti sei anche scusato, ma era troppo tardi, visto che il mio messaggio era già partito.
    Adesso basta, finiamola.

    @Gaetano

    molto interessante. Non ho mai letto della termovinificazione fatta per aumentare il bouquet.
    In realtà avrei personalmente pensato il contrario, visto che le temperature che in genere si utilizzano sono molto alte. Invece tu parli di 45 gradi. Per quanto tempo ? La temperatura si innalza sulle uve o sul mosto ? Se lo fai sul mosto non temi un'ossidazione ? Come potrei gestire l'ossigeno ?

    Il mio vantaggio è che faccio tutto su piccole quantità. Per cui potrei creare il vuoto nella damigiana. e scaldare la damigiana a bagno maria.

    Quel che ricordo io è che spesso in annate molto attaccate dalla botrite la termovinificazione consente di inattivare la laccasi, cosa che ovviamente puo' salvare il vino. In tal caso pero' avviene in concomitanza la distruzione degli enzimi pectolitici, che quindi va compensata con l'aggiunta di tali enzimi successivamente.

    Ma 45 gradi è una temperatura che puo' essere giustamente molto vicina alla temperatura ottimale di altri enzimi e non porterebbe a distruzione la pectin metilesterasi. Faro' una prova.

    Sono sempre stato molto attratto dai trattamenti termici sul vino, e questo perché in Sicilia col sole che c'è ho pensato che si potrebbe sfruttare l'energia del sole per fare questi trattamenti. Considera che qui si comincia a vendemmiare dai primi di agosto in poi.

    Quest'anno ci provo, metto una damigiana dentro un forno solare ;-)

    PS Gaetà, in Francia c'è una specie di regola. O lavori sull'estrazione, oppure sulla finezza.
    Non è una vera e propria regola, ma se senti parlare i produttori, c'è chi elogia la finesse e chi si vanta della puissance.
    Un vino troppo profumato non sempre è visto benissimo se questi profumi sono troppo definiti. Un vino che ha un buon secondo naso e un largo spettro olfattivo è spesso preferibile e preferito.

  • Emanuele

    forse non hai bisogno di fare il vuoto oer escludere l'ossigeno, se lavori in damigiana.
    Ti descrivo una mia esperienza, non col vino, ma può essere trasposta.

    Faccio la grappa di mele, facendo fermentare le mele in damigiana. Facendo a pezzi le mele si sa e si vede che si ossidano subito in aria (minuti). Se faccio subito cadere le mele in damigiana, il colore resta inalterato anche per tre-quattro settimane (di più non so perché poi distillo). Vuol dire che consumato quel po' di ossigeno inizialmente presente, se eviti scambi con l'esterno (damigiane a collo largo con relativo tappo in plastica, la CO2 che si sviluppa, uscendo, impedisce l'entrata di altri gas) non ne entra altro.

  • Alberto Guidorzi 4 marzo 2014 alle 12:11

    Antonio

    hai dato un ottimo spunto a qualche sommelier che pontifica in televisione che potrebbe trarne dei sapori ìnesplorati ai vini che descrive, visto che ormai sono rimasti a corto di paragoni.

    D'altronde si diceva già in antico che il vaso da notte del Re Sole profumava, ma non specificavano di cosa.

  • Alberto Guidorzi 4 marzo 2014 alle 12:14

    Antonio

    Dovevi suggerirlo a chi ha creato le mele OGM che non inscuriscono e che tanto fanno discutere in USA.

  • @Antonio

    incredibile, per 3 o 4 settimane non scuriscono ?
    In quel caso ci sono anche i lieviti che in una prima fase consumano l'ossigeno, ma sicuramente la co2 prodotta è più pesante dell'ossigeno per cui va verso il basso e via via caccia l'ossigeno verso fuori.

    Senno' come è andata sta vendemmia 2013 lì da te ?

    Questa domenica vado un po' a vedere le mie damigiane.
    Le assaggerò tutte e tenterò di salvare il salvabile.
    Ho anche lasciato fino ad ottobre una parte del raccolto, ma il grado è salito solo a 20 babo con la presenza di molto marciume acido purtroppo.
    Io ho preso come sempre solo il meglio. Staremo a vedere....

    .

  • Emanuele

    non ho imbottigliato ancora. Per esperienza non esprimo giudizi definitivi finché non è in bottiglia.

    L'uva era comunque sanissima, non un chicco rovinato (marcio o verde), neanche a cercarlo. Era parecchio in ritardo (quasi un mese) data la primavera cattiva, ma ha fatto un autunno meraviglioso ed ha recuperato ampiamente. Raccolto un po' scarso, ma per me (e l'amico che mi cura la vigna) basta e avanza.

  • @Emanuele la macerazione a caldo per inattivare la laccasi richiede temperature troppo elevate. Dovresti arrivare a 70 gradi. Degli enzimi non ti devi preoccupare perche' non essendo un innalzamento immediato, quando arrivi tra i 40 e i 50 gradi, la cinetica del pectolitico e' velocissima. Dallabuccia estrai precursori aromatici che poi danno profumo in fermentazione. L'ossidazione e' trascurabile perche' a quel punto hai un mosto nero ricco di polifenoli e la dissoluzione dell'ossigeno e' bassa. Il processo e' su uva ammostata e dura 6 o 7 ore. Gli aromi che tiri fuori non hanno nulla a che vedere con la cottura del pigiato e sono complessi.vanno tagliati. Scusa la sintesi ma ho il cell.

  • @Antonio

    mi fa molto piacere per la tua vendemmia, mi era successa la stessa cosa nel 2012.
    Comunque sono d'accordo, non è mai detta l'ultima parola, neanche nel mio caso in negativo.
    L'astringenza dei tannini è certo amplificata dall'elevata acidità, ho avuto un ph di 3.10 che certo non aiuta, ma magari tiene a bada i batteri lattici e col tempo... vedremo !

    @gaetano

    è un piacere discutere con te e grazie per questi spunti molto interessanti.
    In effetti l'azione degli enzimi pectolitici non solo non è inibita, ma anzi amplificata a quelle temperature,
    anche se in effetti la laccasi e la PPO hanno anch'esse un optimum verso i 40°.
    Ma come tu suggerisci, per il rosso il problema è relativo, anche perché, se vogliamo, un'ossidazione sul mosto è addirittura interessante sotto certi punti di vista, visto che le sostanze ossidate in generale precipitano in regime prefermentativo.

    Inoltre avevo letto, ma non ricordo dove, che è molto difficile inoculare i lieviti dopo la termovinificazione perché per un fenomeno non ancora identificato l'inoculo dei lieviti è sempre spontaneo e molto veloce.

    E' vero che il Ribereau-Gayon non menziona neppure questo interesse sullo sviluppo dei profumi, e anzi nella sue due paginette sulla termovinificazione c'è un grafico che mostra che fino a 40° non ci sono reali vantaggi sul colore (nulla si dice sui profumi).

    "Finche questi fenomeni non saranno meglio conosciuti il vantaggio, sovente invocato, di poter controllare separatamente la fase di macerazione e la fase di fernentazione, non è evidente. "

    "oggigiorno non si attribuisce più alle tecniche di termovinificazione l'interesse che esse hanno conosciuto in un recente passato."

  • Emanuele non occorre che tu faccia il vuoto alla damigiana. Ed e' un metodo che ti permette di non usare solfiti.

  • Alberto Guidorzi 4 marzo 2014 alle 18:52

    Antonio

    Vi è un altro fattore che può non far inscurire le mele ed è l'acidificazione, infatti, la buona massaia sa che se ha una mezza mela e non la vuol far inscurire nel conservarla deve solo sfregare la superficie tagliata con il succo di limone.

  • Stefano, una domanda meno stupida di quanto possa sembrare: avete mai provato a fare dei preparati di cornoletame con dei corni di vacche di razza Ankole? In Kenia ed Uganda ne ho viste alcuni di enormi: ci potrebbero stare decine di kg di letame fresco. Durante la futura visita di Dario nella tua azienda potresti organizzare una sperimentazione scientifica sulla differenza di influssi astrali tra un cornoletame "classico" derivante da una normale bovina frisona ed un cornoletame "superpotenziato"derivante da un corno Ankole?
    Potrebbe essere un business? Mi propongo come fornitore ufficiale di corni Ankole.

    A proposito di Africa, dato che i sei preparati da cumulo prevedono piante tipiche della fascia temperata (l'arnica, l'ortica, la camomilla, la valeriana o la quercia) non si trovano iai tropici se un contadino del Senegal volesse convertirsi all'agricoltura biodinamica, cosa può fare?
    I calendari astrali preparati dagli eredi di Maria Thun, valgono anche per le regioni tropicali-equatoriali?

  • Emanuele è geniale nella sua arroganza.

    "Troppo marciume… e allora un po’ più di solforosa."

    Beh, Emanuele evidentemente non ha mai raccolto e vinificato uva. Non si è mai imbattuto in un attacco di Botrytis cinerea che scatena tutta una serie di patologie chimico-fisiche e microbiologiche. Emanuele, non sa cos'è la tirosinasi. Non sa nemmeno cosa vuol dire vinificare, insomma.

    Ma non importa, lui evidentemente può campare della sua mediocrità. Mi chiedo tuttavia quale può essere il ruolo di questo mezzo di comunicazione in funzione del progresso. Il progresso inteso a "tutto tondo", sia dal punto scientifico che economico.
    Eh, lo so, mi faccio sempre troppi problemi e forse Emanuele fa semplicemente parte del complotto. :-)

  • Scusate se arrivo lungo , ma la silice , o silicati , indispensabili per una corretta biodinamicità da che roccia dobbiamo ricavarla ? Si parte dal quarzo SiO2 , però bisogna specificare se sinistro o destro , e poi abbiamo tutta la famiglia del feldspati , e poi abbiamo le Olivine ed una congerie di tanti altri minerali nei quali compare la Si . Voi capite bene che , tanto per stare nel semplice , l' influsso astrale e gli equilibri cosmico-cristallografici fra un quarzo sinistrorso ed uno destrorso possono creare disquilibri non facilmente rimediabili . Attendo lumi dai biodinamici .

  • Bacillus, loris groppo, o come ti chiami...

    il marciume se non si specifica "nobile" dovrebbe essere principalmente associato al marciume acido che con la botrytis cinerea non c'entra un fico secco.

    E il marciume acido in giusta misura dalle mie parti si combatte con "un po' più di solforosa".

    Ora che tu mi voglia dare delle lezioni sugli enzimi mi sembra davvero ridicolo, e non solamente per la tua formazione da istituto tecnico, ci mancherebbe altro.

    Ma mi sembra molto inverosimile che un programmatore che ogni tanto va a zappare possa avere questa prosopopea su un tema così complesso.

    Se poi sei tu che ti senti mediocre, cerca di avere più fiducia in te stesso, che magari saprai essere con gli altri meno sgradevole.

  • Nel marasma di affermazioni apodittiche intervallate da ansiose richieste di illuminazione di Emanuele, avevo anch'io colto ma trascurato la sciatteria di quell'affermazione di qualcuno che non è mai uscito da una vite di Malvasia potata e trattata come forse negli anni '30 o '50, con un grappolone lungo trenta centimetri quasi completamente nero e gonfio di succo parzialmente fermentato, screziato da cordoncini bianchi, polverulenti.
    Chissà quali aromi potenzialmente inutilizzati contiene quel ben di dio di biodiversità, peccato che sia solo l'azione brutale della solforosa a dirimere quali debbano sopravvivere per l'umano palato, e quali defecare con la feccia.
    Ci sono prodotti - e penso che Loris ce ne potrebbe fare esaustivo se non completo elenco - che associando chimica ed enzimi possono dare dignità anche a prodotti nati da tali tristi natali.

    Se no c'è la Chiaroveggenza Biodinamica. Che è l'essenza della Biodinamica la Chiaroveggenza, no? Lo dice pure Steiner, che la sua è chiaroveggenza e che chi non ce l'ha creda alla sua.
    Poi gli è venuto il coccolone o quelchefu, e non indicò precisamente CHI avrebbe dovuto avere l'eventuale chiaroveggenza per individuare tutti i futuri sviluppi della Biodinamica, suppongo pensasse - e giustamente - che di topi da scuoiare ce ne sarebbero stati sempre nel Mondo.
    Quindi, caro Franco, vedi che qui abbiamo un problema: chi è imposto della adeguata chiaroveggenza per disporre delle corna e del letame dell'Ankole? Forse Stefano tu dici. Mah, chissà...

    Quindi, popol mio di frate mei, vedete bene che qua per ogni risposta mancante salta fuori un interrogativo nuovo, e anche questa è Scienza, altrimenti che ci stiamo a fare?

  • Non voglio difendere Emanuele che si difende da solo madov'e' l'arroganza nel parlare di marciume? Indipendentemente da cosa e' corretto e da cosa non lo e'?

  • Emanuele, viva la libertà di espressione!
    Sei davvero mediocre. Viva il blog di Dario in termini di diritti civili.

    "il marciume se non si specifica “nobile” dovrebbe essere principalmente associato al marciume acido che con la botrytis cinerea non c’entra un fico secco."

    Hai davvero dei grossi problemi di comprensione del problema. Ripeto, tanto per dire, cos'è la tirosinasi?

    Il caso specifico, in termini culturali, è davvero l'immagine del declino. Piccole cose? Mica tanto. Se fossi in Dario Bressanini non ci dormirei la notte.

  • Cos'è il marciume acido se non la logica conseguenza del marciume "botritico" che spacca l'involucro degli acini ed espone il succo zuccherino alle più svariate degradazioni metaboliche che l'ambiente offre?
    Allora, tu, lettore di questo blog, ti prego. NON abbandonarti a quello che interviene a manetta dando una risposta immediata ad ogni domanda. Prova a distinguere tra il competente assoluto, il competente interessato, e l'incompetente universale,
    Sopravviverai alla grande.

  • Loris Groppo, ma tu sei un enologo? Mi sembra che tu ti sia presentato così....ma come fai a prenderla in questa maniera così arroventata? Spiega quello che devi spiegare senza partire per la tangente. E soprattutto cercando veramente di far capire quello che stai dicendo. Dopotutto hai la forza della conoscenza, o no? Guarda che te lo dico non per farti una critica sterile, ma perché ci credo veramente

  • Si potrebbe fare un manualetto esplicativo pure su questo, ma diverrebbe più cospicuo di tutti i volumi del venerabile Ribereau-Gayon, temo.
    Ma del resto, il frequentatore abituale di questi Post cerca la Scienza in Cucina, mica in Cantina, poi se capita perlamordiddio, sine qua non, siam qua noi a dir la nostra qualunque sia, però vedi che comunque a domanda sempre si risponde.
    Cosa, appunto sarà meglio fare un manualetto per interpretare... :)

  • Zeb, sei un poeta :) e toscano penso

  • Siamo tutti tusci: io sono un Etrusco di Felsina, con ascendenze venessian... ;)

  • Quindi Felsina Bologna e non Felsina Castelnuovo Berardenga

  • Sì, Gaetano, sono un enologo, e sebbene io non stia facendo della mia essenza tecnica specifica una condizione di vita assoluta, mi diverto a discuterne qua a là, trovando purtroppo un livello di approfondimento scientifico davvero mediocre, Robe da matti.

  • Alberto Guidorzi 5 marzo 2014 alle 00:32

    Franco si vede che non ti sei documentato, ma che mi fai? che studente sei?

    Steiner aveva già risposto alle tue domande il 12 giugno del 1924 quando ha insegnato come preparare il miglior letame, Infatti dice: " avendo noi seppellito il corno di vacca riempito di letame, noi vi conserviamo le forze che il corno di vacca aveva l'abitudine (sic!) di esercitare all'interno della vacca stessa, cioè a ben pensare l'eterico e l'astrale."... " le corna essendo contornate da terra, tutti i raggi che vanno nel senso dell'eterizzazione convergono e penetrano nella cavità che esso costituisce"

    Durante questa conferenza un agricoltore ha posto la seguente domanda: "dove andiamo a prendere le corna di vacca? Occorre prenderle nell'Europa dell'Est o nell'Europa centrale" (ndt: siamo a Vienna di fronte ad agricoltori, che dico, dei latifondisti alla stregua della nostra Crespi, che non campa con la terra ma fa solo l'istrionica)

    Il maestro risponde: " la miglior soluzione è di prendere delle corna nella regione dove ci si trova (ndt: vacche buoi dei paesi tuoi insomma!) esiste, infatti un'affinità estremamente potente tra le forze presenti nelle corna di vacca di una regione e le altre forze proprie di questa regione, mentre le corna provenienti da vacche di un'altra regione straniera al paese possono entrare in conflitto con le forze proprie della terra di questo paese"

    Fonte: Agriculture, fondements spirituels de la méthode bio dynamique. Rudolf Steiner
    riportato da: http://www.agriculture-environnement.fr/dossiers,1/ecologie-politique,18/les-forces-cosmiques-de-la-biodynamie,671.html

  • "Si potrebbe fare un manualetto esplicativo pure su questo, ma diverrebbe più cospicuo di tutti i volumi del venerabile Ribereau-Gayon, temo.
    Ma del resto, il frequentatore abituale di questi Post cerca la Scienza in Cucina, mica in Cantina, poi se capita perlamordiddio, sine qua non, siam qua noi a dir la nostra qualunque sia, però vedi che comunque a domanda sempre si risponde.
    Cosa, appunto sarà meglio fare un manualetto per interpretare…"

    C'è qualcuno che ha capito l'essenza di questo post? Quanti sanno chi è il Ribereau-Gayon tanto da proclamarsi "poeti" di un certo ambito culturale? Tanto per dire.
    Rabbrividisco.

  • Alberto Guidorzi 5 marzo 2014 alle 00:56

    Hector

    Ma anche con te devo dare delle ripetizioni come ho fatto con Franco? Pensavo non ne avessi bisogno.
    Quella che ho spiegato a Franco è la preparazione 500 ed "occupa un posto primordiale", mentre quela che dici tu è la preparazione 501 fatta di "silice di corno"; essa: ".... non solo rinforza la luce solare, ma permette una migliore relazione tra la periferia cosmica ed il cosmo tutto intero"

    Ma un adepto di Steiner assunto a anche lui a maestro di biodinamica, vale a dire l'agronomo Claude Aubert nel suo libro " agricoltura biologica" descrive in dettaglio queste preparazioni e afferma che: ".... numerose esperienze hanno dimostrato la loro efficacia" (Ndt: come fa il nostro Stefano, anzi vuole che spendiamo soldi di trasferta per ascoltare cose che si possono benissimo leggere sulla letteratura della biodinamica).

    Aubert aggiunge anche che: "... dei lavori eseguiti in USA hanno mostrato che la dinamizazione del compost attraverso queste preparazioni accelera la distruzione dei residui di DDT che vi si trovano" (ndt: addirittura!!!)

    Se questa Stefano non la sapesse sai che figurone ci farebbe a Castelnuovo Berardenga (dove spero di ci sia ancora quel ristorante dove ho mangiato divinamente bene) riportandola?

  • Alberto Guidorzi 5 marzo 2014 alle 01:01

    Loris

    Io ho ammesso pubblicamente la mia grande ignoranza in vinificazione moderna e quindi sono fuori dalle tue rampogne. Spero.

  • con la deriva che questo thread ha preso non sarebbe una brutta idea chiuderlo e consegnarlo alla storia; dovevo campare al mondo (idiom.) per sentir dire che il vino migliora a stare aperto giorno dopo giorno dopo giorno (cit.); sono i vini di merda (volg.) che migliorano (rectius non peggiorano) a stare aperti giorno dopo giorno dopo giorno (aricit.)

  • Alberto Guidorzi 5 marzo 2014 alle 02:36

    schlaks

    E forze astrali dove le metti? Io glielo detto che era una balla , ma lui non mi ha risposto, poveri 18 ettari di vigna... se è vero! Perchè a questo punto c'è da dubitar di tutto.

  • Comunque, chi ama il vino biodinamico, lo fa a prescindere dal gusto. Gli piace già prima di assaggiarlo. Poi lo assaggia e se è amaro, acido, slegato, acetoso, brettato, ridotto, ossidato ecc, allora lega questa caratteristica al territorio (e non è neanche originale perchè questo percorso logico alla rovescia l'hanno inventato i francesi, anche se questi ultimi non lo facevano per ingannare se stessi ma per ingannare gli altri)

  • Loris gruppo,
    la tua tracotanza è il simbolo dell'Italia che non va avanti.
    C'era bisogno di attaccarmi in quella maniera per dire quel che hai detto?

    Oltretutto mi vergognerei se fossi in te perché quel che hai scritto è totalmente errato.

  • E quanto la fai sempre lagnosa pure te, Emanuele! Loris già da qualche anno ha smesso di commentare tecnicamente, interviene spinto da posizioni filosofiche, quali non si sa, ma del resto son cose sue, e per cose intendo proprio "le sue cose", come qualcuno ha già avuto modo di notare...

  • Alberto, grazie della dotta spiegazione. Chiedo venia per la mia ignoranza in materia di corna biodinamiche. Durante la lezione evidentemente ero troppo occupato a trattenere le risate.
    Mi rimane però il dubbio su quali siano le essenze più adatte per i preparati da cumulo ai tropici.
    Gradirei però una risposta da Stefano, che mi sembra un adepto solerte e molto preparato.
    Ho il vago sospetto che la Demeter non si stia impegnando molto in codeste regioni perché ci sono pochi soldi da mungere.

  • Cosa ho imparato da questa lunga e a volte sgradevole discussione, in quanto modestissimo bevitore e scarso conoscitore:

    che le metodiche biodinamiche (chiamiamole cosi' per comodita', sperando che nessuno insorga a precisare che no, sono metodi e non metodiche, anzi neppure, sono principi, forse universali, che hanno molte valenze, non escluse alcune politic0-sociali: ma qui nome e aggettivo identificano solo una certa categoria di procedure che si autodefiniscono) non hanno fondamenti scientifici

    che non producono effetti osservabili sulle caratteristiche misurabili; nondimeno alcuni vini biodinamici sono fra quelli considerati ottimi, fatto in se' ovviamente non sorprendente

    che secondo alcuni comunque risultano in caratteristiche uniche e particolari nel vino prodotto, affermazione difficile da smentire o da confermare nella misura in cui si tratta di caratteristiche difficili o impossibili da quantificare, ma in se' accettabile all'interno di un sistema di idee in cui esista un qualche tipo di estetica del vino. Un'estetica del vino per me ci sta, anche se come sempre in questioni estetiche le conclusioni saranno facili e non controverse nei casi estremi, e fortemente discutibili in tutti gli altri. Quel che e' certo e' che, piaccia o no, dare un valore estetico a qualcosa altera istantaneamente il mercato per il qualcosa: niente di male, ne' di bene, i mercati sono vecchi come la societa' umana e sono probabilmente un male necessario

    che nondimeno, caratteristiche estetiche a parte, la comunita' scientifica ha il diritto (dovere?) di pronunciarsi sulle affermazioni che possono essere provate o comprovate scientificamente; il suo restera' un giudizio scientifico che magari non cogliera' una parte, magari anche la maggior parte del valore complessivo di cio' che si sta giudicando, e che a volte supera di molto il valore scientifico stesso, ma non dovrebbe mai essere liquidato come inutile: il sonno della ragione genera mostri, e non e' vero che 'La République n'a pas besoin de savants ni de chimistes', come i fatti hanno poi dimostrato

    che tuttavia il metodo scientifico, che puo' essere applicato a molte questioni anche se certo non a tutte, per quanto di per se' piuttosto semplice da capire, non sempre viene compreso per quello che e'; in particolare, molte critiche a certe conclusioni scientifiche risultano inconsistenti perche' indirizzano sue presunte manchevolezze, che in realta' sono semplicemente silenzi legati all'inapplicabilita' del metodo stesso a domande che nondimeno siamo capaci di porre (p es, e' impossibile rispondere scientificamente alla domanda 'quanti angeli stanno sulla punta di uno spillo?', che pure a suo tempo molta gente si e' posta per secoli)

    che molte conclusioni scientificamente del tutto valide e non controverse vengono talvolta fraintese per incomprensione del significato statistico dei risultati (quando c'e' e ancor piu' quando non c'e')

    infine, che chi difende pratiche anti-, o anche solo a-scientifiche, ha spesso la tendenza a dimenticare la buona educazione e a coprire di ingiurie chi lo fa notare, il che evidentemente non aiuta a capire chi ha ragione e chi ha torto, ne' di cosa realmente si sta discutendo; se non fosse che la prudenza figlia dell'esperienza consiglia di non saltare troppo facilmente alle conclusioni, verrebbe da chiedersi cosa c'e' all'origine della correlazione

  • @zeb,
    loris ha smesso di commentare tecnicamente e mi dispiace.
    Spero che se un giorno farà qualche intervento sensato, senza elargire giudizi di valore a tutto e tutti, quel benedetto giorno verrà qui a dire a tutti che relazione stretta ci sia fra B. cinerea e marciume acido.

    INTANTO ECCO COSA SCRIVE R.G. SUL MARCIUME ACIDO :

    "Le lesioni della buccia possono verificarsi in qualunque stadio della maturazione. Le cause sono diverse: rottura per un brusco afflusso di acqua, punture di insetti o degenerazione della buccia per sovramaturazione.
    Il succo zuccherino che fuoriesce dagli acini danneggiati favorisce la moltiplicazione dei lieviti ossidativi o dei batteri acetici, trasportati generalmente dagli insetti responsabili di tali lesioni (ndr. moscerini della frutta)."

    ABBIAMO INVECE PER LA B. CINEREA :

    "Anche se il fungo possiede un'attività cutinolitica, questa è molto debole e non esiste la prova di una penetrazione diretta di B. cinerca per degradazione enzimatica della cuticola. "

    PER IL RESTO NON HO TROVATO DA NESSUNA PARTE IL FATTO CHE QUANDO LA B.CINERA SI ISTALLA E SI SVILUPPA ALL'INTERNO DELL'ACINO I LIEVITI OSSIDATIVI E I BATTERI ACETICI SUBENTRINO DALLE SPACCATURE CHE LA STESSA B.CINEREA HA PRODOTTO.
    NON LO ESCLUDO, MA SE IL FENOMENO ESISTE E' DEL TUTTO MARGINALE.

    Al massimo Loris Groppo poteva esprimere qualche perplessità, ma certamente non aveva il benché minimo elemento per esplodere il quel modo.
    Ho avuto il piacere nella mia vita di discutere e dialogare con molti enologi che hanno rispettato e molto spesso apprezzato il mio interesse e la mia cultura enologica da totale autodidatta che sono.

    Per dare del mediocre a qualcuno ce ne passa...

    Detto poi da uno che fa il programmatore autodidatta, e che non so dove possa trovare il tempo di conoscere bene la struttura della tirosinasi (o polifenolossidasi che sia).

    Se lo trova scritto in italiano o inglese posso consigliargli un testo eccezionale :

    ENZYMES
    di Jean Pelmont
    Pubblicato col concorso del ministero della ricerca e della tecnologia
    597pp

    Non è una lettura facile, ma è davvero molto appassionante.
    E caso mai gli passo la mia copia sottolineata e annotata.

  • in attesa di essere approvato ;-)

  • @Emanuele, ho visto il tuo video :) , carino....io che sto nel vino tutti i giorni, al posto della vigna avrei fatto una piscinetta ma vedervi schiccolare l'uva a mano devo dirti che mi è piaciuto. La passione per il vino è sempre una cosa bella

  • Si Gaetano,
    il vino è una mia grande passione, che pero' forse non esisterebbe se non la condividessi con qualcuno.
    Sei mai stato in Sicilia ? Mi verresti a trovare ?
    Sarei molto contento di avere anche antonio, dario, zeb, demetrio... anche alberto se non mi prende a calci !
    Forse ogni tanto rompo le palle, ma anche se non sembra non lo faccio in tono polemico.

  • Fantastico, ormai uso i tuoi articoli quasi come un "breviario", ovvero per far inca**are alcuni amici sostenitori incalliti di miti, esoterismi e negromanzie varie sul tema del vino :-)

  • tutte 'ste discussioni non ci sarebbero ci fossimo ricordati l'antico adagio

    "non è buono quel che è buono, ma è buono quel che piace"

  • @Emanuele
    :-D Grazie per l'invito che purtroppo al momento non posso accettare ma che mi fa comunque molto piacere... sempre che poi da ubriachi non ci si metta a discutere ;-)

  • Alberto Guidorzi 5 marzo 2014 alle 21:53

    Non sarebbe mai stato un calcio in culo fisico, ma morale!!!

  • Emanuele , il vino è una grande passione anche per me . Sono stato in Sicilia parecchie volte ed i nomi che ricordo bene sono : grillo , cataratto ed altri ancora . La mia passione è però circoscritta al rito della tavola .

  • Ma te ti rileggi mai, Emanuele? Riesci mai a vedere le cose da un punto di vista diverso dal tuo, o devi comunque premere tutto nell'imbuto del tuo Ego?
    Io certo che prima o poi arriverò, non vedo l'ora di darti una bella tirata d'uraccia... ;)

  • @hector
    io non amo molto i bianchi, poi credo che a furia di inseguire una tipologia di vino commerciale (nel senso di prezzo basso) ci si ritrova con dei vini che non sono diretta espressione del territorio siciliano.
    Quel che voglio dire è che nei bianchi la sicilia farebbe bene a pare un passo indietro (poca acidità, difficoltà nella gestione della temperatura, grado troppo alto... ) e rimettersi a fare grandi vini liquorosi.
    Se guardi cosa è oggi il marsala (grillo, inzolia e catarratto) ti viene da piangere.
    Eppure tutta la provincia di trapani è nella zona marsala dop.
    Ma ormai la produzione è quasi totalmente industriale.

    @zeb
    che vuoi farci, francamente uno che ti dice che il marciume acido è causato dalle spaccature della B.cinerea... non è una questione di punti di vista. E' semplicemente una fesseria.
    La botrite in più è antagonista allo sviluppo del marciume, e viceversa dove vedi marciume non vedi muffa grigia.

  • @ emanuele:

    leggendo quel che voglio dire è che nei bianchi la sicilia farebbe bene a pare un passo indietro... capisco che l'unica è plonkarti a morte;

    chardonnay, carricante, grecanico, fiano e qui mi fermo: avessero ragionato come te non ci sarebbero grandissimi vini siciliani; va' va' povero untorello, vai pure a fare il tuo vin de garage.

  • Forse al di là di tutte queste discussioni, sarebbe interessante capire quanto vale sul mercato questa etichetta "biodinamico": cioè, se fosse possibile, una comparazione rispetto ad un vino che potrebbe appartenere alla stessa nicchia (anche se poi per il mercato stesso etichetta e qualità si sfumano l'una nell'altra, e il simbolo diventa qualità, ecc.; da quanto si è capito, soprattutto per il vino).

  • @schlaks

    C'è stato in Sicilia un inseguimento finito anche molto male verso vitigni bianchi non autoctoni come giustamente lo chardonnay, ma anche il sauvignon, il riesling e tanti altri.

    C'è stata una vera e propria corsa al reimpianto, e questo grazie ad assurdi contributi regionali e prezzi che già dal tempo della lira erano di 100.000 lire a quintale (mai visto in Sicilia).
    Poi il prezzo è crollato e adesso il mercato reclama vitigni autoctoni.

    Quando dico "passo indietro" intendo il fatto che certi vitigni in Sicilia risultano avere risultati non di eccellenza per il clima troppo caldo. Il Sauvignon per esempio non raggiunge mai la finezza e neanche la sapidità che puo' avere in climi più freddi. Lo chardonnay va meglio, ma tipicamente non raggiungerà mai i 9 g/L di acidità totale che puo' raggiungere tranquillamente in bourgogne.
    Stessa cosa per certi altri vitigni come il riesling non fatti per i climi caldi.

    Se prendi il catarratto è il vitigno più diffuso in Sicilia ed è quello che soffre meno, e insieme all'inzolia e al grillo questi bianchi creano eccellenti vini liquorosi. La Sicilia è una regione calda, non vorrei giusto che perdesse la propria vocazione per esempio per i vini passiti.
    Tutto qui. Poi ognuno la pensa come vuole.

    Come vedi rimango educato, e seguo il consiglio di qualcuno qui nel blog.
    ;-)

  • emanuele

    grazie dell'invito sopra

    io tra l'altro ti sono debitore, non ho dimenticato...
    arriverà il giorno...

  • Skeptical, ma che diamine, ti metti lì a riflettere su questo e quello ed il resto del popolo si focalizza sul fuffaro enologico per antonomasia? Dove stai sbagliando? Dove stiamo sbagliando, insomma. Sarà mica che è giunta l'ora di riconoscere ufficialmente la genialità di Emanuele? Io sono disposto a farlo. a questo punto, forse sblocchiamo certi schemi intellettuali in tema di vino. Si può fare.

  • In fondo non c'è una logica scientifica nel mondo del vino. Provate a leggere ed a riflettere su questo post, se avete tempo. Io lo trovo devastante. Non c'è speranza, secondo me:
    http://www.intravino.com/grande-notizia/ciao-io-sono-bruno-il-cavallo-che-lavora-per-les-di-gianfranco-fino-questa-e-la-mia-storia/

  • Alberto Guidorzi 7 marzo 2014 alle 01:40

    Loris

    Il mondo del vino è diventato molto artefatto, anzi troppo.

  • Leggo solo ora alcuni post di San Emanuele e resto stupefatto... Non tanto per i termini del problema specifico, ma quanto dalle risorse che lui può addurre in questa discussione...
    Il problema di fondo è questo: cosa fa nella vita Emanuele al punto da consentirgli di sputare post a manetta in qualsiasi ora del giorno?
    Posso capire i miei amici Alberto Guidorzi che è pensionato ed il grande Zeb che nella vita fa il mantenuto bio, ma come possiamo confrontarci in modo onesto e diretto per dare un contributo significativo?
    Butto lì, non ho una soluzione, non so nemmeno se ci sia qualcuno bisognoso di una soluzione...

  • PER IL RESTO NON HO TROVATO DA NESSUNA PARTE IL FATTO CHE QUANDO LA B.CINERA SI ISTALLA E SI SVILUPPA ALL’INTERNO DELL’ACINO I LIEVITI OSSIDATIVI E I BATTERI ACETICI SUBENTRINO DALLE SPACCATURE CHE LA STESSA B.CINEREA HA PRODOTTO.
    NON LO ESCLUDO, MA SE IL FENOMENO ESISTE E’ DEL TUTTO MARGINALE.

    La Sicilia è bella, ma il mondo non è tutto lì. Questo fenomeno "marginale" da noi si chiama "marciume acido", con tanto di proliferazione di specie come Aspergillus ssp che apportano micotossine. Dio che maledetta è la natura.

  • Il calcolo è presto fatto.
    Ho la media di circa 3.5 post al giorno in quest'ultima settimana.
    Lo so è molto. Ma cerco di dire qualcosa di utile.

    Comunque tutta la nostra diatriba è nata dal fatto che ho osato dire che "quando c'è un po' più di marciume allora ci si mette un po' più di solforosa".

    Questa mia frase ti dovrebbe autorizzare a prendermi a insulti come tu hai fatto ? A dirmi per così poco che sono una persona mediocre ?
    Non credo proprio, anche perché io mi riferivo al marciume acido che fa aumentare la carica batterica globale e ovviamente non ho detto nulla di scandaloso. Semmai di per sé era banale, ma il mio discorso era un altro. Stavo parlando di variabilità e di casualità, che secondo me anche nel mondo del vino puo' essere molto utile. Discorso opinabile, senza dubbio.

    Ma comunque. Lasciamo perdere. Qualsiasi cosa io ti dica tu ti alteri.
    Sono passati i bei tempi quando ci illuminavi con i tuoi post sulla chiarifica dei vini, per esempio.
    Dai. Stammi bene.

  • @Emanuele quando verro' in Sicilia, vedo Di passare. Devo andare anche a Vulcano a trovare un amico. Però devi farmi gli arancini :)

  • Dario,ferma un attimo all'inizio hai detto che gli astri non influenzano le piante ok va bene,ma cosa dici della luna? Come mai la luna può far cambiare un vino? io so che uno spumante per farlo frizzante devi imbottigliarlo in un certo periodo(mi sembra luna crescente se non erro) mentre per vini che vanno ivecchiati per la fase opposta(dovrebbe essere luna calante) come mai???

  • Piu celo sulla testa e meno discussioni da repressi nerd sui blog! guardate un po piu l'à del naso e lasciate fare un attimo ia logica. è ovvio che la vita scorre in ogni configurazione

  • Alberto Guidorzi 13 marzo 2014 alle 10:57

    Nicola

    Siccome la luna calante (che è quella che la tradizione indica di usare per imbottigliare) c'è anche il Agosto, prova ad imbottigliare con questa luna e poi vedi cosa capita. Tu di spumantizzazione non ne vedi l'ombra. Parlo di vinificazione normale..

  • Ciao Dario.
    Ti segnalo questo articolo di "cronaca" (ma che mi puzza un po', sarà colpa del cornoletame?) sulla stampa di oggi (19/3) sempre sul biodinamico....

    http://www.lastampa.it/2014/03/19/edizioni/novara/produttori-locali-in-rete-lagricoltura-biodinamica-punta-sul-porta-a-porta-S1VHTQyyt9RWPm1mUFmy7O/pagina.html

  • Sono un agronomo e agricoltore da 30 anni nella professione. Io credo che l'ignoranza sia la causa di tanti guai. Infatti se non conosci l'agricoltura biologica o biodinamica che sia, io credo sia meglio non parlarne.Se vuoi avere dati scientifici e quindi ripetibili, ti consiglio di andarli a cercare a Dornach (svizzera) o a Stoccarda dove si ripetono prove da 90 anni. La conservabilità di un prodotto è condizionata da numerosi fattori astronomici e già questo è stato accertato. A parte che per più di 9000 anni, uomini che ritenevano il cibo importante, e non come oggi un prodotto sconosciuto,,hanno ritenuto importante l'astrologia . Io credo che l'uomo di oggi sia assolutamente incapace di produrre qualità come facevano i suoi antenati!! Ti consiglio di esaminare gli studi di altri agronomi e di non prestarti ad una agricoltura troppo spesso dannosa come quella di oggi e se proprio ci tieni mangiali tu i prodotti dell'agricoltura convenzionale io preferisco i naturali. Un'ultima cosa il vino naturale purtroppo oggi lo sanno fare in pochi, perchè pochi lo fanno, i produttori per fare il vino hanno bisogno di seguire "ricette" dell'enologo il quale se fosse legale potrebbe fare a meno anche dell'uva. Chi sa fare il vino con i metodi naturali fa "arte" chi non lo sa fare o fa vini scarsi o fa coca cola!!

  • Naturale è l'aceto non il vino. Per il resto l'astrologia è ovviamente una sciocchezza per creduloni.

  • anche l'aceto buono biologico non è possibile realizzarlo senza competenze specifiche. Purtroppo agricoltori e trasformatori sono razza in via di estinzione.

  • Ma per l'acedo biologico, a parte partire ovviamente da uve biologiche, c'è un disciplinare diverso? O è come per il vino che in realtà è "vino da uve a coltivazione biologica"?.

    Comunque io direi "’l'aceto buono non è possibile realizzarlo senza competenze specifiche", che sia biologico o meno. (anzi, questo mi sembra francamente ininfluente)

  • paolo santosuosso 2 giugno 2014 alle 07:28

    Questa invece Egregio Sig. Bressanini,
    è la Bibbia, che conte poco più' di un miliardo di proseliti.
    Certo, non spargono pelle di topo grigliata nei campi, ma fanno molte cose molto più' bizzarre, come "sconsigliare" il preservativo in Africa.
    Perché non parla di loro?
    Troppo scomodo l'argomento vero?
    Meglio prendersela con chi fa Biodinamica, che le posso assicurare, non sparge topi grigliata nel terreno, ma si limita a cercare di salvaguardare la natura, e la nostra salute, dalla coltivazione intensiva, fatta di pesticidi, diserbanti e chimica, che ci sta portando ad un aumento vertiginoso di malattie quali il Cancro, allergie e Celiachia, oltre che alla distruzione della flora spontanea e degli insetti.
    Cordialità.

    Efesini
    5, 22
    Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.

    Siracide
    9, 10
    Ogni donna impudica sarà calpestata come sterco nella via.

    Esodo 22:29
    Non indugerai a offrirmi il tributo dell'abbondanza delle tue raccolte e di ciò che cola dai tuoi frantoi. Mi darai il primogenito dei tuoi figli.

    Ezechiele 20:25-26
    25 Diedi loro perfino delle leggi non buone e dei precetti per i quali non potevano vivere.
    26 Li contaminai con i loro doni, quando facevano passare per il fuoco ogni primogenito, per ridurli alla desolazione affinché conoscessero che io sono il SIGNORE".

    Deuteronomio 28:
    53 E durante l'assedio e nell'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto del tuo seno, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà dato.

    Esodo 24:
    5 Mandò dei giovani israeliti a offrire olocausti e a immolare tori come sacrifici di riconoscenza al SIGNORE.
    6 Mosè prese metà del sangue e la mise in catini; l'altra metà la sparse sull'altare.
    7 Poi prese il libro del patto e lo lesse in presenza del popolo, il quale disse: "Noi faremo tutto quello che il SIGNORE ha detto e ubbidiremo".
    8 Allora Mosè prese il sangue, ne asperse il popolo e disse: "Ecco il sangue del patto che il SIGNORE ha fatto con voi sul fondamento di tutte queste parole".

  • Non aveva una gran fama la cucina kosher ai tempi di Mosè, pare. Poi dopo si è evoluta, ma quando qualcuno decide - o gli fanno decidere - di mangiare o non mangiare qualcosa per motivi "etici" o presunte volontà divine, si inserisce indubbiamente nella grande corrente d'imbecillità che ha sempre caratterizzato la stirpe umana... :mrgreen:

  • paolo, qui i "benaltristi" come lei li mangiamo a colazione.
    Nel momento in cui la chiesa cominci a vendere nelle enoteche, a caro prezzo, il vino benedetto, dicendo che la benedizione ha un effetto sui lieviti e sui polifenoli, allora parlerò anche di quello

  • Alberto Guidorzi 2 giugno 2014 alle 15:30

    Paolo

    ormai si va oltre la biodinamica, essa è troppo invasiva e intensiva , adesso vi è "l'agricoltura biologica vedica Maharishi " che non ha un istituto rubasoldi come Demeter, ma dei "pandit vedici"che girano per le campagne e ad ogni fase vegetativa della pianta va nei campi ed emette dei suoni particolari (non è specificato da dove emettono i suoni,), comunque emettono un suono diverso per ogni fase vegetativa e sono questi suoni a nutrire le piante in modo enormemente migliore di qualsiasi altro tipo di agricoltura. Infatti i prodotti ricavati da questa agricoltura sono enormemente più nutritivi, contengono da sei a sette volte più di vitamina C, da 20 a 30 volte più di antiossidanti (infatti li usano per fare le vernici antiruggine.....)

    Secondo John Fargan, un guru della pratica, con questo metodo si arriva alla "vera conoscenza profonda" altroché la conoscenza superficiale della scienza moderna e soprattutto delle biotecnologie.

    Aggiornati caro Paolo perché sei rimasto all'800, La pseudoscienza fa passi da gigante, mentre se tu rimani alla Bibbia poveri noi.

  • Grazie Guidorzi per averci aggiornato su questa nuova pratica agricola. Ancora non la conoscevo. Google mi ha subito permesso di aggiornarmi su questi suoni, che naturalmente servono anche a curare il cancro (di qualunque tipo).

  • [...] ragione razionale per fare agricoltura biodinamica e per acquistarne i prodotti. Vedi post 1, 2 e 3. — I conservanti naturali sono uguali a quelli di sintesi, soprattutto se la molecola è la [...]

  • Signor Bressanini,
    Non ho letto molte cose scritte da lei, solamente un paio di articoli sulla biodinamica, quindi non so bene quale sia il suo pensiero sull'agricoltura più in generale.
    Probabilmente risulterò "benaltrista", come lei, eccedendo forse un pò di zelo nell'utilizzo del paradigma riduzionista, definisce un altro intervento qui sopra, ma leggendo questi articoli mi vengono spontanee alcune domande.
    Io sono un piccolo agricoltore-olivicoltore "biologico" o naturale(volendo esulare dalle certificazioni) che, come molti altri in Italia e nel mondo, cerca modestamente di portare avanti un'agricoltura che mantenga il più possibilie in salute l'ecosistema circostante e che provochi minor inquinamento, danni ambientali e diseguaglianze sociali dell'agroindustria pratichiamo oggi. Ora non voglio santificare gli agricoltori biologici che cercano di lavorare in questa direzione, senza utilizzare la certificazione solo come strumento di marketing, e posso assicurare che ce ne sono molti, ma penso che portino avanti un sistema onesto e teso alla salvaguardia dell'ambiente. L'agricoltura biodinamica e i suoi effetti probabilmente, da relativamente ignorante in materia non posso pronunciarmi molto, non saranno scientificamente (bisogna vedere cosa intendiamo per scianza ma si aprirebbe una discussione lunga tutta una vita) dimostrabili, ma di sicuro non provocano danni all'ambiente nè alle persone se non, secondo il suo pensiero, traviare alcuni consumatori.
    Ora mi chiedo: possibile che uno scienziato invece che adoperarsi per lottare contro le multinazionali sementiere e dei fitofarmici(che poi sono le stesse), oppure portare avanti delle ricerche tese a migliorare i nostri modelli di agricoltura, magari anche solo da un punto di vista dei danni all'ambiente, si accanisca contro quest'agricoltura biodinamica che, per quanto (a suo giudizio) assurda è una realtà piuttosto innocua. L'Unione Europea non permette ai contadini utilizzare sementi riprodotte e scambiate liberamente, dando alle ditte sementiere lo strapotere di decidere cosa coltivare e come coltivarlo(perché come lei sa bene determinate cultivar sono selezionate per determinati sistemi), queste multinazionali affamano e distruggono interi territori (quello che succede in Brasile con la Soia). Quali sono i danni del Biodinamico (contro il quale fra l'altro è facile schierarsi)? Aggiungere ritualità all'attività agricola è così deleterio? Il consumatore ha tutti gli strumenti per informarsi e per scegliere nei confronti di pochi e sparuti agricoltori o viticoltori. Gli agricoltori invece che, mettendo a rischio la propria azienda (non parlo dei grandi viticoltori biodinamici, ma di tante piccole aziende biologiche e anche biodinamiche che lavorano senza speculare), vogliono portare avanti un'agricoltura sostenibile si trovano per giunta a dover combattere contro chi li accusa di farneticare e di imbrogliare suffragati da "scienziati" che, come lei, sforano spesso dalla scienza nel giudizio, sociale e umano. A giudicare un modo di fare agricoltura, nella sua totalità, non può essere la scienza che semmai ne può analizzare alcuni aspetti, ma l'essere umano il quale non vive e non agisce solamente con la scienza. Scusi il mio "benaltrismo" :) e spero di averla stimolata in positivo ad approfondire certe ricerche e di non essere risultato meramente polemico.
    Saluti Francesco

  • Buongiorno Francesco. Ho scritto molti articoli sul biologico, li trova tutti qui nel blog, e ci ho dedicato anche buona parte del mio libro Pane e Bugie :) provi a leggerli e poi ci riaggiorniamo :)

  • @Francesco,

    ma se il biodinamico non è diverso dal biologico e non porta alcun vantaggio al consumatore, perché esiste? Scrivere un articolo che evidenzi questo fatto mi sembra del tutto lecito.

    L'industria dei fitofarmaci non c'entra affatto con questo discorso (benaltrismo :D ).

  • Dario Bressanini grazie mille per avermi allietato questi 5 minuti di gradevolissima lettura. Fresco fresco di un seminario di talebani (da curioso ho voluto conoscere meglio i temi della biodinamica almeno per poterli criticare) mi trovo d'accordo con ogni sua idea, oltretutto trovo sconfortante che nel 2014 ci troviamo ancora a doverci confrontare con veri e proprio alchimisti...

  • Sono un winemaker professionista e assaggiatore di vino. Concordo pienamente con quello che hai scritto nel post. Senza alcuna pretesa di scientificità e di analisi statistica (che non ho mai intrapreso) posso confermarti che normalmente la qualità dei vini biodinamici e in genere biologici possiede una "qualità commerciale" inferiore alle produzioni tradizionali. La spiegazione non è da ricercarsi nella qualità delle uve (che spesso hanno anche potenziali superiori visto la minore produttività/pianta) ma nella conduzione della fermentazione e dell'affinamento dei vini, spesso improvvisati e senza alcuna gestione organica del processo produttivo. Notiamo normalmente acidità acetiche superiori e presenza di contaminati prodotti da fermentazioni secondarie (Pediococcus, Lattobacilli, Brettanomyces, ecc) che alterano il profumo e la pulizia organolettica. Ovviamente, qualche produttore riesce anche ad ottenere dei SIGNORI VINI, ma nella media la situazione è più o meno questa. Commercialmente però vendono di più e meglio, grazie alla favorevole comunicazione che accompagna questi produttori.

  • Paolo Pineschi

    Hai inquadrato perfettamente l'argomento. Grazie

  • Magari, potesse bastare così poco intelletto di un enologo per inquadrare perfettamente l'argomento l'umanità si sarebbe già leopardianamente ghettizzata nelle cantine dei suoi simili.

  • Fiorenzo

    Chi ti capisce è bravo!!!

  • purtroppo l'agricoltura biologica e biodinamica e' l'unica alternativa possibile in questa terra malata.....e mi piace pensare che ci sia qualcosa di piu' grande da scoprire in tutte le discipline che l'uomo svolge.....ti consiglio se non hai mai coltivato un orto di iniziare .. ti apre il cuore grazie

  • Anche la lettura dell'oroscopo è una utile alternativa al telegiornale. E l'orto apre i pori, oltre che il cuore, quindi è utilissimo, questo non lo mette in dubbio nessuno. Soprattutto se oltre che l'acqua per irrigare, hai anche quella per farti una doccia dopo...

  • A me piace credere (con poco successo a dire il vero) che ci sia qualcosa di più grande in senso assoluto e questo sarebbe d'uopo in quanto pare che solo Iddio possa salvare questa terra malata di astruse fregole per esoterismi vari, altro che cornoletame! A saperlo che bastava un orto...

  • Lorenzo, sì ho curato un orto per molti anni. Mi sono sempre divertito :)

  • Dario,
    giusto per curiosità, ma il tuo orto è sopravvissuto? Io ne ho curati parecchi, ma alla fine morivano sempre. Devo chiedere consigli a Salvo o ad Alberto?

  • Chino

    di inconvenienti nell'orto ve n'è uno ogni giorno, più o meno gravi ben s'intende, e cominciano da quando in inverno devi vangarlo perchè normalmente data la non abitudine ti viene un mal di schiena del diavolo, poi li hai con i semi che non nascono e con le piantine che non rappresentano quello che hai comprato........ solo chi sa inventare una forma di "divertimento" ogni giorno andando nell'orto continua a coltivarlo.

  • Concordo con il contenuto dell' articolo. Purtroppo oggigiorno molti produttori in italia per seguire la moda, o magari gli interessi lobbistici di una cooperativa che premia la scelta del biodinamico si sono convertiti a questa filosofia con il risultato di produrre vini che puzzano. La puzza, nelle mie categorie mentali è un difetto, non una tipicità del prodotto. Così come (rimanendo nell' ambito delle categorie) possono esistere dei vini buoni o cattivi, biodinamici o no, ma appunto si tratta di due categorie diverse e non necessariamente sovrapponibili: Senza disturbare ulteriormente la semantica e la psicologia cognitiva aggiungo che questo accade soprattutto in Francia dove la cultura e la tecnica produttiva del vino di qualità è molto più avanzata che in Italia dove non siamo ancora in grado di seguire questa strada: qui da noi si rischia di tornare nel medioevo della cultura vitivinicola quando era apprezzato il "buon vino del contadino" con il suo colore opaco e le caratteristiche note acetiche (dovute per lo più alla scarsa igiene delle cantine). Il vino è un prodotto industriale. Oggi abbiamo la tecnologia, allora usiamola. Dom Perignon viene prodotto in 24 milioni di bottiglie all' anno che puoi trovare a tutte le latitudini del globo ed io, potendo scegliere sinceramente preferisco quello al buon vino del contadino.

  • Bressanini quindi la "notizia" che il vino faccia bene alla circolazione grazie al resveratrolo è falsa?

  • Il vino fa bene all'umore forse non certo alla circolazione. Il resveratrolo invece fa bene alle tasche di chi lo vende.

    http://www.ilfattoalimentare.it/resveratrolo-frode-antiossidanti.html

    http://www.fondazioneveronesi.it/articoli/alimentazione/svelata-la-bufala-del-vino-rosso-che-fa-bene/

    JAMA Intern Med. 2014 Jul;174(7):1077-84. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.1582.
    Resveratrol levels and all-cause mortality in older community-dwelling adults.
    CONCLUSIONS AND RELEVANCE:
    In older community-dwelling adults, total urinary resveratrol metabolite concentration was not associated with inflammatory markers, cardiovascular disease, or cancer or predictive of all-cause mortality. Resveratrol levels achieved with a Western diet did not have a substantial influence on health status and mortality risk of the population in this study.

  • Claudia, e' una vecchia storia sfruttata dai produttori di vino per promuovere il vino. Peccato che ne contenga troppo poco e per avere un effetto uno dovrebbe bere decine di litri al giorno!

  • Alberto Guidorzi 23 dicembre 2015 alle 12:32

    Claudia

    la storia degli antiossidanti è una teoria del 1945 mai dimostrata in vivo. In altri termini tutti gli integratori che si vendono oggigiorno sono un furto legalizzato. Non solo ma ora che molti medici che devono esimersi dal prescrivere medicine a iosa hanno trovato una grossa vacca da mungere che sono gli integratori....e prendono laute mance visti i prezzi di questi integratori.

  • Un'altra moda del momento in campo enologico è il cosiddetto "vino naturale", una contraddizione in termini perché di naturale c'è solo l'aceto. Il vino naturale non è controllato né regolamentato da qualsivoglia istituzione, dunque al consumatore non resta che fidarsi del produttore...Che ovviamente "non mette niente" nel vino. Vino che spesso risulta avere odore sulfureo dovuto alla riduzione, o colore aranciato mattone dovuto all'ossidazione. Ma ben venga un po' di chimica in cantina - purché non nociva alla salute - il vino deve essere buono e profumato!

  • Silvia

    dipende da chi lo fa

    a me capita di bere vini "naturali" delle più diverse qualità

  • Alberto Guidorzi 6 aprile 2016 alle 19:04

    Silvia

    Per avere vino occorre che avvenga una fermentazione degli zuccheri. I fermenti sono sulle superficie degli acini e sono i più disparati. Ora una fermentazione in un tino e successivamente in una botte lo possiamo paragonare al più sofisticato laboratorio chimico che si possa immaginare. Si formano tali e tante di quelle sostanze che noi non l'immaginiamo neppure. Mi piacerebbe che qualcuno, dati i sistemi che abbiamo adesso di analisi, elencasse su una etichetta di una bottiglia di vino le sostanze evidenziate, anche se non quantificabili. Solo che l'etichetta dovrebbe almeno essere delle dimensioni di un metro quadrato per poter scivere tutte.

    Credi che il pubblico giudicherebbe naturale un vino con quell'etichetta? Eppure quel vino è tale, poi sul suo sapore e odore e conservabilità vi sarà da discutere.

  • Hai ragione Alberto;

    forse quello che mi disturba è che il termine "vino naturale" non ha una definizione e quindi per me non ha valore di informazione sul prodotto. Altra cosa è, ad esempio, "senza solfiti aggiunti", che mi dà un dato reale; secondo me certe parole, quando indeterminate, confondono e non portano valore aggiunto.

  • Da oggi siamo sicuri che il vino biodinamico sarà sicuramente più buono

    http://food24.ilsole24ore.com/2016/04/farinetti-mi-converto-al-biodinamico/

  • Ogni tanto passo a visitare questo blog che trovo interessante (complimenti a Dario!).
    Oggi sono qui perché la settimana scorsa ho visitato una azienda agricola, con annessa cantina, che produce secondo i principi della biodinamica. È' stata la mia prima volta! Incredibile: ho avuto la sensazione di avere fatto un viaggio nel tempo e di essere approdato (o sprofondato?) in pieno medioevo! Una esperienza molto interessante perché forse ho compreso meglio il disagio di Galileo di fronte alle contestazioni che gli venivano mosse ...
    Non voglio criticare la necessità che ogni impresa ha di distinguersi dalle altre, di esibire la sua unicità, e nemmeno il desiderio (che io condivido) di spiritualità comune a tanti, ma penso che questa necessità e questo desiderio non possono essere perseguiti negando i più elementari principi della scienza.
    Lo stesso argomento - la biodinamica - trattato qui, a giudicare dagli interventi, dimostra che il fenomeno è più radicato di quello che pensavo.
    Per questo, caro Dario, ti prego di proseguire la tua opera di comunicatore, chimico e scienziato con l'intelligenza e l'equilibrio che hai sempre dimostrato.
    Da oggi sarò un lettore più assiduo di questo blog.

  • Caro Bressanini,

    la biodinamica funziona! Eccome!

    Funziona come le maree (che soggiacciono alla posizione dei Pianeti).

    Funziona come il saper sentire/acoltare il vitigno con le sue esigenze...

  • Infatti mi dicono che far ascoltare Mozart ai grappoli di nebbiolo fa miracoli. Un Barolo fantastico.

  • ma dai, Dario, mica potrai negare che la biodinamica funziona tanto quanto l'influenza dei pianeti (in senso stretto) sulle maree terrestri... :P :P :P

  • Alberto Guidorzi 14 giugno 2016 alle 00:16

    Enrico

    Devi studiare un po' di fisica prima di parlare e quando l'hai fatto è meglio che tu stia zitto. infatti quello che dici è totalmente fuori luogo. Eccotene la dimostrazione:

    In biodinamica si legge questo:
    “lavorare sul vino è come quando si sarchia la terra : la si apre a delle forze periferiche” e queste forze periferiche sono quelle cosmiche e dei pianeti.
    Non ci credete che la pensino così? Eccone una prova laddove si parla dell’influenza della luna sul vino: “se il vino presenta un carattere molto ridotto, o troppo chiuso lo si deve travasare con la luna crescente perchè potrebbe avere un’influenza benefica, inoltre se si sceglie un “giorno frutto” (ndr: legato al passaggio della luna nei settori di certe costellazioni) si può aprire di più, mentre quando il vino è troppo aperto può essere travasato in un “giorno radice” per farlo rinserrare un po’ in se stesso. La luna calante ha infatti un effetto riduttore e rinserra il vino” .

    Come si può evincere siamo di fronte a pseudoscienza, però dobbiamo dire che non sempre sono così staccati dalla realtà scientifica, come è nel caso della legge della gravitazione universale o la presenza delle maree. Solo che è la relativa l’interpretazione che poi se ne va per la tangente.

    E’ evidente che la legge di Newton ha carattere universale e quindi come si attraggono reciprocamente due astri (secondo precisi rapporti) così la luna attrae anche la massa del vino nella botte da travasare. Solo che bisogna rendersi conto degli ordini di grandezza, che, trattandosi di leggi matematiche, sono calcolabili. Infatti, l’attrazione della luna su un oggetto situato sulla terra è 300.000 volte meno della forza di gravità che attira l’oggetto verso il centro della terra. Se poi guardiamo alla forza di marea, che dipende sia dalla legge di gravitazione che dalla forza centrifuga dovuta alla rotazione della terra, questa è 10.000.000 di volte meno della forza di gravità.

    Su questa base sarebbe bene che i biodinamici si esprimessero con una misura circa l’effetto che si esercita sulla massa di una botte piena di vino, oppure, come vogliono farci credere, sul far salire la linfa grezza nei vasi legnosi delle piante. Credo che le sole vibrazioni del camminare in cantina esercitino maggiori effetti sul vino, quindi consiglio i vinificatori biodinamici di dotarsi di ali, ma di sbatterle delicatamente negli spostamenti! Purtroppo, invece, il calendario delle maree è sempre più presente nelle cantine:

    “Con dei coefficienti bassi di maree (<60) i microrganismi sono in riposo”. Vi immaginate se esistesse anche una “chirurgia biodinamica” ed operasse solo quando i microrganismi sono in riposo? Quanti pazienti morirebbero perché non operati in attesa dell’evoluzione di questi coefficienti?

    Credete voi che l’influenza della luna e dei pianeti sia finita qui? Infatti, si dice che: “i pianeti infrasolari (ndr: interni) hanno un’azione sul calcare del terreno e sulle forze di crescita, mentre i pianeti sopra-solari (ndr: esterni) hanno piuttosto più influenza sulla silice e le forze di strutturazione”. Ci sarà pure una ragione? No, dicono solo che è così e basta!

  • Ciao Dario e Tutti voi
    mi piacerebbe un vostro parere su questo metodo di vinificazione e panificazione
    https://sites.google.com/site/mondopandora/Innovazione-Pandora

  • Il metodo di vinificazione e panificazione biodinamico è un metodo associato a riti magici propiziatori.

  • Dario, ho letto per puro caso questatua pagina ... RESPECT! :)

  • È indubbio che gli astri influenzino la vita sulla terra. Non è forse la forza della luna che muove le maree? E l’energia del sole che ci riscalda?

  • Confondi un "effetto" (una forza, per essere un po' più precisi) misurabile e prevedibile (la gravità) con le farneticazioni esoteriche. Come disse una volta un astrofisico, ha molta più influenza gravitazionale la massa dell'armadio della sala parto rispetto alla stella Sirio o alla costellazione del drago, in base alla legge di gravità.
    Poi, per vendere uno può dire quello che gli pare, il limite tra marketing e truffa non sta a me stabilirlo ...
    E se sei convinto di quello che hai scritto, è un'impresa farti valutare con il giusto atteggiamento i discorsi scientifici, non lo dico io ma la scienza.

  • Corrado è una fake news che reclamizza un resort, stai attento quando vedi il nome in rosso potresti trovarti anche in un sito porno

  • Fabio grazie dell'avvertimento.
    Il lato positivo del mio telefono a carbonella è che moltissimi siti, quasi tutti quelli porno, non li riesco ad aprire nemmeno se mi reindirizzano loro ...

  • Alberto Guidorzi 31 luglio 2019 alle 14:57

    Corrado finalmente avevo ben imparato ad usare il telefono a carbonella ed ecco che i miei figli mi hanno voluto appioppare il loro scartato, ma che rispetto al mio è fantascientifico. Ho detto loro che lo accettavo come augurio di lunga vita, nel senso che se camperò per tutto il tempo che occorrerà per imparare ad usare in tutti suoi aspetti il loro telefono avrò davanti a me lunga vita.

  • Alberto, giusto oggi mi è tornato in mano il mio vecchio Palm M100, che usavo nel 2003 quando lavoravo in una grande azienda agricola del litorale romano (non la tenuta di Maccarese, un po' più a nord-est).
    Già allora il mio collega d'ufficio, il veterinario aziendale e gli altri dipendenti mi guardavano stupiti: a fine giornata sincronizzavo sul pc, con l'infrarosso, tutti i dati memorizzati e avevo creato un sistema per aggiornare in automatico anche i file excel elaborati sul Palm (mi pare con la sincronia file di windoz) ... Oggi è preistoria. E son passati 15 anni, circa.
    Ha pari dimensioni frontali del Nokia E5 che sto usando dal 2013, ma lo spessore del Palm è quasi triplo! E il Nokia ha anche la tastiera qwerty!

  • Scusate se mi intrometto come ho detto in precedenza di scienzs non so nulla e anche di bio dinamica, se parliamo del vino della azienda Romanee e conti azienda vinicola storica francese riconosciuta per i vini piu costosi al mondo circs 20 mila dollari a bottiglia a salire di prezzo .nel 2019 cioe quest'anno e uscita in commercio il loro fiore all'occhiello bottigli di vino biodinamico al modico prezzo di circa 13 mila euri a bottiglia sicuramente sara un ottimo vino non perche e bio dinamico ma perche e un romanee conti con vigneti presi in affitto da una azieda vinicola storica francese comprata da un nagnete amerucano tutto questo solo questione di marketing,pspecialmente per il mercato americano....

  • Paolo, i vecchi di qua dicevano che il mondo è mezzo da vendere e mezzo da comprare, basta trovare l'accordo sul prezzo.
    C'è gente che mangia piatti, tipo il risotto, con la foglia d'oro, per dire (e mangia anche l'oro, che non fa male ma finisce tutto nel wc alla fine della digestione), perchè stupirsi se una bottiglia di vino costa migliaia di euro o se qualcuno compra un Ferrari per lasciarlo in garage ...

  • Alberto Guidorzi 10 gennaio 2020 alle 17:48

    Paolo e Corrado

    Ma voi non tenete conto che quel vino di Borgogna Romanee-Conti ha avuto un contatto ravvicinato con un corno di vacca che,secondo Steiner, per la vacca le corna non servono per captare delle "correnti esterne", ma un luogo che invia delle correnti interne verso l'apparato digerente (solo che Steiner non conosceva la genetica e non sapeva che la condizione "senza corna" dei bovini è una condizione dominante e quindi molte vacche acorni non ricevono delle correnti interne benefiche per la digestione e quindi dovrebbero far fatica a digerire). Tu poi dimentichi che i contenuti delle corna sotterrate, in un solo inverno, sono vivificati al punto tale da acquisisce una capacità fertilizzante straordinariamente concentrata e vitalizzante, se poi le "dinamizzi per un'ora il quadro si completa.
    Se poi mescoli il preparato 500 (merda di vacca) con il preparato 501 (quarzo) ottieni questo effetto: LA VITE E' SPINTA DAL BASSO DALLO STERCO DI CORNO E TIRATO DALL'ALTO DALLA SILICE DI CORNO" Insomma il vino che ne risulta è "tirato e spinto" e quindi il prezzo è destinato a crescere La giustificazione dei 13.000 euro/bottiglia sta proprio qui (anche se ho visto un Romane Conti del 2016 non biodinamico a 26.000 euro)

    Nota: informo che le notizie che vi ho dato sulle pratiche della biodinamica non sono da me inventate ma copiate da un manuale di biodinamica edito in Francia. .

  • Alberto

    non sapevo che la vendemmia biodinamiurca si dovesse effettuare di notte, evidentemente si se anche un diplomato alla Scuola Enologica di Conegliano e poi laureato in Scienze della Produzione trova giusto partecipare

    Il presidente del Veneto Luca Zaia parteciperà domani sera, venerdì 31 agosto 2018, alla vendemmia notturna nella vigna di Sarah, a Vittorio Veneto.
    L’evento, giunto alla sua quarta edizione, avrà inizio alle ore 20, a Cozzuolo di Vittorio Veneto, via Col di Luna 6, e prevede anche l’assegnazione del premio “per l’agricoltura eroica” e una tavola rotonda dedicata a ‘bio, biodinamico e territorio”.

  • Oggi si stanno anche riscoprendo le Le Rogazioni riti pagani di cui il cristianesimo si è appropriato con preghiere, processioni e atti di penitenza tesi ad invocare la protezione divina a favore della semina e del raccolto
    Da sempre l'uomo ha fatto uso di riti propiziatori per garantire il buon raccolto

  • Alberto Guidorzi 11 gennaio 2020 alle 17:41

    Quando si doveva vendemmiare in periodi molto caldi si è sempre vendemmiato di notte. Quindi i biodinamici non hanno scoperto nulla.

    Zaia pur di avere consenso lo darebbe anche via.

  • alberto

    questo non lo sapevo, ritenevo fosse un rito propiziatorio della scienza biodinamica, ma il mio appunto era rivolto a Zaia poichè pensavo che da enologo avesse studiato abbastanza per capire che la scienza dinamica studia il moto e non il vino

  • in Sicilia la vendemmia notturna delle uve bianche a fine agosto è praticamente un obbligo, per ottenere dei vini di qualità...

  • Mikecas

    Sai dirmi perché, forse che essendo più fredda si deteriora meno nella raccolta

  • Fabio, ci sei vicino.
    Risposta da semplice perito agrario (non da enologo): la temperatura di partenza dell'uva troppo alta fa iniziare le fermentazioni già durante il trasporto, aumentando ulteriormente la temperatura della massa e selezionando i lieviti e batteri presenti sulla buccia più "termofili". Il mosto appena "spremuto" viene subito raffreddato, attorno ai 20 gradi, e la temperatura durante la fermentazione è temuta sotto controllo costante, per ottenere la qualità (colori, sapori e profumi) voluta.

  • @Fabio
    penso che Corrado abbia detto tutto quello che credo anche io... almeno è la giustificazione che mi sono dato quando ho letto delle vendemmie notturne in Sicilia. D'altra parte si è fatto un grosso sforzo tecnologico per garantire la fermentazione a temperatura costante, e bassa, specialmente per i vini bianchi, ed una eccessiva temperatura per diverse ore durante raccolta e trasporto renderebbero tutto abbastanza inutile...

  • Un enologo, specie se sommelier, ovviamente saprebbe dirlo meglio di me ...
    Di solito non si superano i 20-22 gradi, da queste parti, per la fermentazione dei bianchi.
    Per i rossi si lascia salire in po' di più la temperatura durante la macerazione, ma non è una regola aurea.

  • Trovo ancora gente in giro per i bar che rimpiange il vino del contadino, caso strano sono sempre persone che bevono poco, poco, per questo non hanno lo stomaco rovinato da bisolfiti o acido salicilico
    Àvevo un caro amico, che aveva dei piccoli appezzamenti sparsi sulle colline veronesi che a tempo perso dalle sue vigne faceva appunto il vino del contadino, o era acidissimo o ti rimanevano in bocca i sapori dei bisolfiti,o sapeva da marcio
    Unico vino che gli riusciva bene qualche anno era un passito bianco con uve che faceva àsciugare appese
    La villa veneta è stata Acquistata da una notissima e storica cantina e da quell'appezzamento di bianco ha ricavato un ottimo cru, penso abbiano acquistato anche buona parte della collina