Affrontare la bocciatura di un figlio: psicologia + 6 consigli pratici

affrontare bocciatura figlio

Quanti di noi hanno atteso con grande apprensione l’uscita dei quadri a scuola e quanti di noi non hanno dormito il giorno prima, talvolta temendo una bocciatura!

Mi riferisco alla nostra esperienza di studenti prima e di genitori poi.

Da quando mi occupo di diritto scolastico, ho toccato con mano le sensazioni più disparate che possono provare le famiglie di alunni bocciati.

Ho visto genitori piangere, coppie andare in crisi nella ricerca di un capro espiatorio, famiglie rinsaldare il proprio legame di fronte al problema comune.

In un caso il dolore di una bocciatura si è sommato a quello terribile del terremoto, quando un ragazzo ha perso entrambi i genitori nel sisma di Amatrice, poche settimane dopo essere stati da me per affrontare un insuccesso scolastico.

Per poter gestire queste situazioni spesso difficili, mi avvalgo di quella che ritengo la migliore psicologa in materia: la dott.ssa Annalisa Reale.

Insieme abbiamo organizzato varie iniziative e questo articolo è una delle tante: una piccola guida su come affrontare il trauma della bocciatura di un figlio dal punto di vista legale e psicologico.

Si tratta di un lavoro a quattro mani in cui ognuna di noi ha curato la parte di propria competenza.

Valutare gli aspetti legali della bocciatura

Partiamo dall’aspetto legale che è forse quello meno complesso ma che, vista la specificità, richiede comunque l’intervento di un professionista esperto in materia.

A scuola possono verificarsi ingiustizie, cattive valutazioni e atti di superficialità.

Rivolgersi ad un avvocato aiuta a dare fiducia al proprio figlio e a fargli sentire sostegno e vicinanza che lo aiuteranno a superare questa situazione.

Come ho già detto, per molte famiglie una bocciatura è stata l’occasione per rinforzare i propri legami.

La prima cosa che dico ad un ragazzo quando viene da me è che deve farmi una relazione su tutto quello che è accaduto e che a suo parere ha portato il consiglio di classe a non ammetterlo alla classe successiva.

Queste relazioni sono davvero molto esplicative, i ragazzi le scrivono con i loro genitori e vivono questo dolore con la loro vicinanza.

L’anno scorso, abbiamo fatto riammettere quasi tutti i nostri clienti alle classi successive e, a seguito delle forti emozioni provate, con qualche famiglia è nato un rapporto ben più stretto di quello tra avvocato e cliente.

Probabilmente qualche lettore si sentirà chiamato in causa 🙂

Affrontare la situazione psicologica

Passiamo ora al discorso più complesso: quello psicologico. Questa parte è stata realizzata dalla nostra psicologa.

Il momento della bocciatura rappresenta una potenziale variabile destabilizzante e di conflitto all’interno dell’intero sistema familiare.

Risulta complesso per i genitori mantenere un atteggiamento equilibrato e valutare con lucidità quello che in realtà è il risultato di una moltitudine di fattori da cui ripartire e non una colpa individuale da addebitare.

Durante tale fase, è lecito che nascano dubbi concernenti le motivazioni che hanno contribuito a quel risultato scolastico, l’efficacia o meno relativa al lavoro di rete fra famiglia, scuola ed eventualmente, nel caso dei DSA o BES, specialisti.

Le reazioni più frequenti manifestate dai figli sono tre:

· Minimizzazione: il ragazzo mostra una difficoltà a metabolizzare l’evento accaduto, con lo scopo di non identificarsi nella categoria degli “sconfitti†e con l’obiettivo di non esperire un senso eccessivo di frustrazione tende a fingere indifferenza e ad evitare di parlare dell’accaduto in famiglia.

· Ostentazione: un’altra strategia spesso utilizzata, soprattutto durante l’adolescenza, è l’ostentazione dell’accaduto agli amici. Tale strategia ha l’obiettivo di preservare l’immagine personale e non essere giudicati “stupidi†o “incapaciâ€.

· Catastrofizzazione: quando il ragazzo riceve la notizia e percepisce di aver subito un ingiustizia, spesso si arrovella per lunghi periodi sulle cause e le motivazioni che hanno condotto il Consiglio di classe a prendere questa decisione. Se le figure genitoriali non si dimostrano in grado di sostenerlo, il ragazzo può manifestare somatizzazioni a carico del sonno e dell’alimentazione, accompagnati da significative oscillazioni del tono dell’umore. In questo caso i genitori devono monitorare costantemente tali sintomi e, qualora i medesimi sintomi dovessero protrarsi per un periodo superiore ad un mese e comportare un isolamento sociale, è opportuno rivolgersi repentinamente ad uno psicologo o ad un neuropsichiatra infantile.

I comportamenti da adottare in caso di bocciatura non possono essere generalizzati, ma mi sento di poter dare 6 consigli pratici per affrontare il problema.

1. Comprendere le cause dello scarso rendimento scolastico

Se vostro figlio ha manifestato, durante l’intero anno accademico, uno scarso rendimento scolastico caratterizzato anche dalla presenza di un inefficace metodo di studio sarebbe opportuno chiedersi se il bambino o il ragazzo ha manifestato un disturbo dell’umore, della concentrazione o dell’apprendimento.

In tal caso è necessario sottoporre il proprio figlio ad una valutazione psicologica o neuropsichiatrica, alla quale subentrerà una valutazione specifica che consentirà allo specialista di formulare una diagnosi.

Tale diagnosi andrà consegnata alla scuola che, per l’Anno Accademico successivo, redigerà un Pdp (Piano Didattico Personalizzato) in presenza di un DSA o di un BES.

2. Valutare se cambiare scuola

Tale scelta risulta sempre molto ardua e rischiosa in quanto è necessario prendere in considerazione l’età cronologica ed il grado di scolarità del proprio figlio.

Qualora la scelta della bocciatura sia stata condivisa preventivamente dai Docenti con la famiglia ed eventualmente con gli specialisti, credo che sia opportuno che il ragazzo rimanga nella medesima scuola al fine di garantire una continuità con i “vecchi†compagni di classe ed i docenti.

Tale strategia, consente di contenere il disorientamento che il ragazzo potrebbe vivere all’interno di una nuova scuola.

Qualora, invece, la scelta della bocciatura non sia stata condivisa, il ragazzo troverà giovamento in un contesto scolastico nuovo nel quale la famiglia dovrà prendere contatti con il Dirigente e la referente del sostegno, al fine di illustrare la situazione del figlio ed attivare, sin dai primi giorni, un lavoro di rete.

3. Cambiare indirizzo scolastico

Spesso la scelta dell’indirizzo scolastico nella scuola secondaria di secondo grado avviene in maniera frettolosa e poco attenta ai punti di forza e debolezza del profilo neuropsicologico dei figli.

In tal caso, non esistono controindicazioni che impediscano di operare tale scelta. L’unico consiglio è quello di operare tale scelta insieme al proprio figlio, valorizzandone le attitudini e la motivazione all’apprendimento.

4. Evitare le punizioni

Poiché la scuola, attraverso la bocciatura, ha sancito il mancato rendimento scolastico minando il senso di efficacia personale di vostro figlio, non è necessario rincarare la dose.

È corretto che i genitori condividano con il loro figlio la delusione in merito al suo mancato impegno ma sconsiglio di ricordarglielo spesso, per non guastare l’immagine di Sé.

In sostanza va rimarcato il mancato impegno, non le caratteristiche della persona.

5. Attivare un programma di recupero durante l’estate

Il cervello è un muscolo, va allenato ma anche messo a riposo.

Consiglio di organizzare un programma di recupero, gestito in questo modo: tre giorni si studia, quattro ci si riposa.

Sarebbe opportuno che la famiglia richiedesse ad ogni singolo docente il programma svolto durante l’anno, al fine di operare un ripasso durante l’estate e consentire un allenamento costante per il proprio figlio.

6. Terapia psicologica

Se il ragazzo manifesta disturbi del sonno, dell’alimentazione, dell’umore, come già detto è necessario monitorare costantemente tali sintomi e, qualora i medesimi dovessero protrarsi per un periodo superiore ad un mese e comportare un isolamento sociale, rivolgersi repentinamente ad uno psicologo o ad un neuropsichiatra infantile.

Conclusioni

Ogni dolore va vissuto fino in fondo. La bocciatura è uno di quei momenti che ci danno l’opportunità di fermarci per valutarne le cause e risolvere disagi più profondi.

Se la bocciatura è infondata abbiamo il diritto ed il dovere, come genitori, di dimostrare ai nostri figli che è giusto lottare per ottenere giustizia.

In caso contrario i ragazzi cresceranno convinti che la giustizia non esiste e che bisogna subire senza poter o dover reagire.