Python e Ruby: linguaggi di programmazione a confronto

Python e Ruby sono due linguaggi di programmazione utilizzati per lo sviluppo di portali, servizi e applicazioni web complesse. Il post di oggi, che riprende il contributo di Tom Radcliffe pubblicato su Opensource.com, cercherà di spiegarvi quali sono i punti di forza e le “debolezze” di ciascuno. Buona lettura.
Linguaggio di programmazione Python

Python nasce nel 1991 grazie all’intuizione di Guido van Rossum (attualmente in forza a Dropbox). L’idea alla base di Python è quella di semplificare la vita dei programmatori mettendo a disposizione di questi una sintassi facilmente leggibile, chiara, ispirata al “linguaggio delle macchine” . Sono tre i princìpi cardine della filosofia Python: l’esplicito è meglio dell’implicito; il semplice è meglio del complesso; il complesso è meglio del complicato.

Quanto appena detto qualifica immediatamente Python come uno dei linguaggi più adatti a chi si avvicina al mondo della programmazione. La sintassi è facile da comprendere e non richiede la memorizzazione di molte nozioni – per creare qualcosa vi è una ed una sola strada da seguire. E la struttura esplicita del codice agevola non poco le operazioni di debug.

 

ruby_logo

Nel 1995 il programmatore Yukihiro Matsumoto presenta invece al mondo Ruby, un linguaggio di programmazione che si legge in modo simile ad un linguaggio verbale più che delle macchine e si basa sul principio del least astonishment. Ruby porta all’estremo il concetto di programmazione object oriented trasformando ogni elemento in oggetto (variabili, classi, moduli etc.).

Senza addentrarci troppo in dettagli tecnici, uno dei punti di forza di Ruby è sicuramente l’elevato numero di funzionalità (mutable strings, fragmentation etc.) messe a disposizione. A differenza di Python, il programmatore ha a disposizione molteplici soluzioni per raggiungere il medesimo obiettivo. Una flessibilità elevata che può trasformarsi tuttavia in un “contro”, in quanto rende più ardua l’individuazione di eventuali bug.

Community

Dopo aver parlato a grandi linee dei tratti caratteristici di ciascun linguaggio, è il momento di analizzare lo stato di salute delle community nate intorno ai due linguaggi di programmazione. Le community sono cruciali per la “salute” e lo sviluppo di qualsiasi progetto online e Python/Ruby non fanno certamente eccezione.

Per quanto riguarda il primo, vanta attualmente una vasta community Linux ed in ambito accademico (si presta infatti a numerosi casi di utilizzo tanto nelle scienze quanto nella matematica). Stabilità ed etereogeneità sono due aggettivi che si addicono alla community Python.

Ruby può vantare invece un maggior livello di innovazione anche perchè la community si è focalizzata fin da subito sulla programmazione Web. La “velocità” porta innovazione ma incrementa anche le probabilità di incorrere in problematiche varie – più si corre e meno si ha il tempo di “stabilizzare” il tutto.

Conclusioni

E’ chiaro che la scelta del linguaggio che si intende apprendere e quindi utilizzare deve tenere conto di una serie di variabili. Se si vuole sviluppare sul Web, entrambi i linguaggi offrono dei validi framework (rispettivamente Django e Rails). Per chi vuole cimentarsi nella creazione di applicazioni Web, la scelta consigliata è Ruby. La community, come evidenziato nel paragrafo precedente, è sempre “un passo avanti” e propone quindi sempre molte novità stimolanti.

Python è invece consigliabile a chi vuole si approfondire il tema “applicazioni Web” ma anche apprendere un linguaggio utilizzato anche per altri progetti. Qualunque sia il vostro obiettivo, troverete adeguato supporto da parte dell’eterogenea community.

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