Annoverare l’accesso gratuito a Internet tra i diritti fondamentali dell’uomo? No, non è utopia, ma ad oggi è pura realtà. Ad attuare per primo la seguente direttiva emanata dalle Nazioni Unite, un po’ a sorpresa, è il Kerala, stato situato nella costa sud-ovest della penisola indiana e facente parte dello stato federale dell’India stessa. Non proprio lo Stato che ci si aspetterebbe per un diritto del genere, insomma, anche se parliamo della regione con il più alto tasso di alfabetizzazione dell’intera federazione e, di conseguenza, quella in cui si vive meglio.
Al governo del suddetto Stato si alternano, ogni 5 anni, i due partiti di spicco: il Partito Del Congresso Indiano e il Partito Comunista Indiano. Facente parte del primo dei due, Thomas Issac, ministro dell’economia, ha annunciato il progetto di cui parleremo nelle seguenti righe, chiamato K-Fon. Lo scopo è molto semplice: attivare diversi hotspot nei luoghi pubblici più frequentati, nonché estendere la connessione gratuita in ogni abitazione. «Il provvedimento sarà attivo entro 18 mesi», una precisazione più che una promessa quella del ministro, che si fa portavoce di un continuo progresso che sembra essere il carattere principale del Kerala stesso.
Ad oggi avere una connessione Wi-Fi è fondamentale per varie libertà menzionate nelle costituzioni più importanti del mondo, quali la nostra. Parliamo della libertà di pensiero, della libertà all’informazione e di informazione, libertà di importanza cruciale per una democrazia piena all’interno di un qualunque paese sviluppato. Portare la connessione gratuita a vero e proprio diritto fondamentale da parte del Kerala sembra essere il giusto stimolo per i paesi occidentali, che dovranno tenere il passo della piccola regione indiana entro i prossimi anni.
Francesco Mascali
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