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"La produttività dipende anche dal 'vicino di scrivania'": la ricerca sull'Harvard Business Review

Pekic via Getty Images
Pekic via Getty Images 

Per avere dei benefici non basta avere in ufficio colleghi attivi, concentrati e attenti al loro lavoro: è importante che almeno uno di loro sia seduto proprio accanto a noi. Secondo un recente report, pubblicato sull'Harvard Business Review, la nostra produttività dipende dal "compagno di scrivania" che ci capita o che ci scegliamo, ovvero da quella persona che ci è accanto durante l'orario lavorativo.

Per lo studio, Dylan Minor, professore di economia manageriale alla Kellogg School of Management, e Jason Corsello, vicepresidente senior dell'azienda specializzata in risorse umane Cornerstone OnDemand, hanno analizzato dati raccolti nell'arco di due anni, riguardanti 2000 impiegati della stessa compagnia, ma localizzati in diversi uffici. Hanno studiato fattori come la concentrazione, la qualità delle loro performance, la conformazione del luogo di lavoro, ma anche - e soprattutto - l'impatto dei colleghi nella stessa stanza.

Per misurare le ripercussioni dei comportamenti dei "vicini di scrivania" sulla produttività del singolo, i ricercatori hanno preso ad esempio tre colleghi, posti a diverse distanze l'uno dall'altro. E li hanno divisi in tre categorie: i produttivi, ovvero quelli più veloci, i lavoratori "di qualità", ovvero quelli non molto veloci ma che portavano comunque a termine un lavoro di qualità superiore, e quelli "nel mezzo" tra le due categorie. Hanno notato che quando si mettevano vicini due produttivi o due lavoratori di qualità non cambiavano molto le cose, mentre quando si accostavano un lavoratore nella media e un produttivo, il primo diventava più veloce, aumentando la propria produttività di almeno il 10%. Insomma, proprio come a scuola, il compagno di banco è fondamentale: se in quel caso erano le maestre a decidere il nostro posto, adesso dovremmo essere noi a puntare ad avvicinarci al più "bravo", per crescere e migliorare.

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