Milano, 20 febbraio 2017 - 21:41

Italiani al lavoro i più vecchi al mondo
Nel pubblico il 50% ha più di 50 anni

Classifica Ocse su 30 Paesi. L’effetto riforma delle pensioni e blocco del turn overLe aziende al bivio. O nascondere il problema. O puntare su formazione e welfare per aiutare i dipendenti a tenersi in forma. Obiettivo: evitare un calo della produttività

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L’Italia ha la forza lavoro più vecchia al mondo. Spietato? Forse. Ma è la realtà. Certificata anche dall’Ocse che in un recente studio sui sistemi pensionistici mette a confronto la carta d’identità dei lavoratori italiani con quella dei «colleghi» di altri 29 Paesi. Da notare: la rilevazione è ferma al 2010. Da allora l’«effetto Fornero» sull’uscita in pensione ha consolidato il primato italiano. Bene: in Italia il 50% dei dipendenti pubblici ha più di 50 anni. Seguono, ben distanziate, Islanda, Svezia, Belgio, Germania, Stati Uniti e Giappone. Per quanto riguarda il settore privato, in Italia gli over50 nel 2010 risultavano il 41% della popolazione lavorativa. E ora sappiamo che hanno già largamente superato questa quota.

Per molte posizioni si crea un problema di tenuta sul piano fisico. «Nella sanità si stima che l’aumento dell’età pensionabile renda il 20% dei dipendenti inadatti alla mansione che stanno svolgendo», racconta Giambattista Rosa, ex direttore del personale, oggi alla guida della Active ageing academy, associazione che promuove l’invecchiamento attivo sul lavoro. Poi c’è un problema di versatilità e disponibilità a imparare lavori diversi. Nei settori dove le relazioni industriali sono a uno stadio più avanzato sono i contratti aziendali di secondo livello a occuparsi di come gestire l’invecchiamento dei dipendenti. Nell’integrativo di Intesa Sanpaolo, per esempio, è uno dei primi punti che le parti si danno come obiettivo di intervento. Ma c’è anche chi — è il caso di alcune municipalizzate della raccolta rifiuti — per certe mansioni ormai ingaggia solo giovani con contratti a termine. Così il problema dell’invecchiamento non si porrà in futuro. Al contrario l’azienda del trasporto locale milanese, Atm, organizza brevi ma regolari training di ginnastica dolce per tenere in forma impiegati e conducenti. Le aziende parlano poco volentieri del problema: avere una popolazione lavorativa «anziana» è considerato un punto di debolezza. «In realtà nell’ultimo anno sono aumentate le imprese che ci chiedono aiuto», dicono alla società di consulenza milanese Gso. Tendenza che con ogni probabilità si confermerà in futuro.

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