Libertà di modem: operatori obbligati a consentire l'utilizzo di qualunque router?

Un'interpellanza parlamentare accende un faro sulla presunta mancata applicazione del regolamento europeo in materia di "libertà di modem". Gli operatori devono mettere gli utenti nelle condizioni di scegliere il router preferito.

In Italia tutti i principali operatori di telecomunicazioni non offrono piena libertà di scelta agli utenti, almeno per ciò che riguarda il modem-router da adottare.
Si tratta di un comportamento che in alcuni frangenti può causare non pochi problemi perché sono molte le situazioni in cui l’apparato fornito dall’operatore non integra le funzionalità d’interesse per il cliente.

Con le connessioni ADSL la situazione è ormai più favorevole per gli utenti finali: ormai si conoscono tutti i parametri tecnici, ad esempio, per ottenere un IP statico – nel caso delle linee business – con router di terze parti ma nella stragrande maggioranza dei casi, almeno per fruire delle cosiddette “offerte commerciali a pacchetto” (quelle più economiche) di fatto il provider obbliga il cliente a tenersi il suo modem fornito a noleggio con l’applicazione di un canone mensile in fattura.


Così, anche utilizzando un router di terze parti, l’uso del dispositivo fornito dall’operatore – che viene conservato in un cassetto – continua a essere addebitato al cliente.

Nel caso delle connessioni in fibra (VDSL) la situazione è più complessa: molti operatore tendono a “blindare” i contratti cercando di indurre l’utente a usare solo ed esclusivamente il router fornito.

In altri casi non è proprio possibile usare parte dei servizi acquistati: se per la connessione in fibra in sé si possono adoperare altri router, nel caso di TIM, per esempio, non è possibile utilizzare la numerazione VoIP e per chiamare e ricevere è necessario il modem distribuito dall’operatore (ne abbiamo parlato nell’articolo VoIP su fibra TIM con un altro modem VDSL).

In altre parole, l’operatore non fornisce le credenziali di autenticazione per usare la parte VoIP e il router, tipicamente, deve essere configurato in cascata (nell’articolo Configurare un router, le cose da fare dopo l’acquisto abbiamo spiegato come fare, rendendo il modem-router dell’operatore completamente “trasparente”).

Libertà di modem: che cosa dice la legge

Il regolamento dell’Unione Europea 2015/2120 stabilisce misure riguardanti l’accesso a una rete Internet aperta e modifica la direttiva relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica.

All’articolo 3, si legge: “Gli utenti finali hanno il diritto di accedere a informazioni e contenuti e di diffonderli, nonché di utilizzare e fornire applicazioni e servizi, e utilizzare apparecchiature terminali di loro scelta, indipendentemente dalla sede dell’utente finale o del fornitore o dalla localizzazione, dall’origine o dalla destinazione delle informazioni, dei contenuti, delle applicazioni o del servizio, tramite il servizio di accesso a Internet“.

La scadenza ultima del 31 dicembre 2016 (data in cui il regolamento è ufficialmente entrato in vigore) è ormai passata ma nessun operatore sembra essersi adeguato dando facoltà ai clienti di scegliere il modem-router da usare.

La questione potrebbe essere di “lana caprina” perché gli operatori, su ADSL e fibra, potrebbero sostenere di consentire effettivamente l’accesso alla rete Internet mentre l’utilizzo del VoIP è un servizio accessorio che non può essere ricompreso nelle disposizioni europee.

Interpellanza parlamentare e risposta del Governo

Il deputato Ivan Catalano, insieme con i colleghi Stefano Quintarelli, Adriana Galgano e Giovanni Monchiero ha presentato un’interpellanza urgente in sede parlamentare per chiedere al Governo le motivazioni per cui in Italia non sia stata ancora recepita la normativa europea.

Catalano osserva che un problema simile a quello oggi evidenziato nel nostro Paese viene riscontrato anche in Germania. Qui, però, è stata presentata una proposta di legge che fotografa la situazione e introduce la cosiddetta libertà di modem.

Il sottosegretario per lo Sviluppo Economico, Antonio Gentile, ha risposto che l’ufficio dell’AGCOM (Autorità per la Garanzie nelle Comunicazioni) ha avviato una verifica di mercato e sta ultimando le audizioni con i vari operatori.

Nelle prossime settimane, quindi, dovrebbero essere resi noti i risultati dell’indagine svolta da AGCOM. Spetterà inoltre alla stessa autorità verificare il corretto comportamento degli operatori e comminare sanzioni ove dovessero essere rilevate delle irregolarità.

Resta da capire, però, se i provider italiani saranno obbligati o meno a rendere noti i parametri per l’accesso ai servizi VoIP su rete in fibra.
Gli operatori, inoltre, saranno tenuti a proporre offerte commerciali che non prevedono la fornitura di un router?

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