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economia

In Italia un dirigente guadagna cinque volte un lavoratore non specializzato

Diciamo che in Italia un dirigente guadagna 5 volte quanto un lavoratore non specializzato, e questo è maggiore tra gli uomini (con lavoratori maschi) che donne (con lavoratrici). Se si guarda la media delle retribuzioni orarie, un dirigente guadagna 3 volte e mezzo un impiegato d’ufficio. Lo diciamo perché lo sostiene Istat aggiungendo che la media delle retribuzioni lorde orarie in Italia è stata pari a 14,1 euro nel 2014. Vale la pena ricordare a questo proposito che i dirigenti rappresentano poco meno dell’2% della popolazione che lavora. Per misurare poi la disuguaglianza occorre sapere che il 10% delle posizioni lavorative con retribuzione oraria più elevata (nono decile della distribuzione) percepisce almeno 12,7 euro in più per ogni ora retribuita rispetto al 10% delle posizioni con retribuzione oraria più bassa (primo decile). A questo proposito va ricordato che il 5,6% delle posizioni lavorative ha avuto una retribuzione oraria inferiore o uguale a 7,5 euro. Come dire, la differenza degli stipendi all’interno della stessa azienda.

Dataviz a cura di Andrea Gianotti @andreagianotti

Tra i settori, quelli il cui divario è maggiormente significativo (anche per la numerosità e composizione degli addetti) sono i servizi di informazione e comunicazione e quelli finanziari. Si addolciscono le differenze nel turismo (alloggio e ristorazione). Più nello specifico tra i settori di attività economica, la retribuzione oraria media più elevata si rileva nel settore delle Attività finanziarie ed assicurative (25,4 euro); quest’ultimo presenta anche la maggiore variabilità al suo interno, con una differenza tra nono e primo decile di 26,3 euro l’ora. La retribuzione oraria più bassa, pari a 9,8 euro, si registra invece nel settore Altre attività dei servizi. Quindi per capirci meglio collaboratori domestici, bidelli e addetti alla pulizia sono i più svantaggiati in termini retributivi. Se la passano decisamente molto meglio imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende e imprenditori e responsabili di piccole aziende.

Per quanto riguarda le regioni, con 15,7 euro la Lombardia guida la classifica con la retribuzione oraria media più elevata. In fondo c’è la Basilicata, Puglia e Calabria. La retribuzione oraria aumenta all’aumentare dell’età e dell’anzianità di servizio: per un lavoratore con almeno 35 anni di servizio è del 70% superiore a quella di un lavoratore con meno di 5 anni di servizio.

Il paese di nascita poi determina un divario nelle retribuzioni orarie pari a -18,6% a svantaggio delle posizioni lavorative occupate dai dipendenti nati all’estero. E poi c’è la differenza di genere. L’Italia ha un gender pay gap tra i più bassi in Europa, sintesi di un valore molto basso per il settore pubblico e di un valore per il settore privato in linea con gli altri paesi europei.

Il differenziale retributivo delle donne rispetto agli uomini è negativo e pari al 12,2%. Lo svantaggio femminile si manifesta maggiormente all’aumentare del livello di istruzione. Per le posizioni con laurea e oltre, la retribuzione oraria delle donne è di 16,1 euro contro 23,2 euro degli uomini.

Ultimi commenti
  • Anacleto Tazzari |

    La PREPARAZIONE e il RENDIMENTO sul LAVORO debbono essere il riferimento per la corresponsione del compenso. L’uguaglianza e la raccomandazione sono pratiche che possono essere opportune per conoscere in tempo le capacità e il rendimento, ma solo l’applicazione in atto successiva ne esprime in VALORE. Basta con le uguaglianze sia nel lavoro che nella “politica”,nel primo caso per corrispondere il minimo e nel secondo caso per corrispondere il massimo. I DIRITTI e i PRECONCETTI vanno verificati sul campo per TUTTI e solo allora ci sarà una RIPRESA economica. Se non si ripete il concetto perché si fa finta che sia stato preso in considerazione, specie dai SINDACATI.

  • Andrea Gianotti |

    Sì, la media oraria indicata è lorda. La tassazione dipende dai redditi annuali ed è progressiva, quindi incide maggiormente sui redditi alti, sui contratti full time e su quelli continuativi nell’intero periodo e, per considerare il “netto”, andrebbero sommati anche i redditi differiti ed eventuali agevolazioni fiscali personali. La casistica riferibile al netto sarebbe troppo elevata per poterla considerare.

    A presto,
    Andrea.

  • Andrea Gianotti |

    Buongiorno, l’analisi copre solamente i differenziali retributivi nel settore privato.

    Andrea.

  • Andrea |

    I dirigenti pubblici in che settore sono? Non è che siano rimasti esclusi dall’analisi?

  • FA |

    Credo sarebbe il caso di ricordare la tassazione, perché la paga netta è ben diversa da quella lorda

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