Stati Uniti: rosso, arancione e oro nel New Hampshire

L'itinerario nell'interno del New England tra ponti coperti, montagne, cascate e un villaggio estinto.
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Continua da “La costa nord del New England”

[Per tutte le foto e le relative didascalie: QUI]

GIOVEDI 20 OTTOBRE

Partiamo da Bar Harbor diretti alle White Mountains, nel New Hampshire, sotto la pioggia battente e per questo decidiamo di non fare tappe intermedie; niente autostrada ma passiamo per paesini sperduti nel Maine, con strade poco trafficate, solo qualche frutteto (orchard) dove la raccolta delle mele sembra già finita (una delle attività autunnali per i turisti è la raccolta delle mele).

new hampshire

North Conway e le Montagne Bianche

North Conway, una piacevole cittadina nelle White Mountains da cui è facile iniziare la salita al Monte Washington (che però, come ho già scritto, non siamo riusciti a fare per il meteo avverso), è famosa soprattutto per la stazione ferroviaria del 1874 e il treno che percorre la Conway Scenic Railroad (con carrozze d’epoca, la maggior parte degli anni Venti: è un servizio solo turistico).

Nel parco cittadino di fronte alla stazione (un edificio veramente caratteristico) vediamo un allenamento di football americano; ci sono diversi ristoranti e moltissimi negozi (sia di abbigliamento sportivo che di prodotti tipici), dove finalmente facciamo scorta di PURO sciroppo d’acero.

Altro motivo per venire in queste zone è l’avvistamento degli alci (moose), anche se verso la fine di ottobre sono sempre più rari; speravamo in un’escursione organizzata (si fanno dopo il tramonto), ma sempre per colpa del meteo le agenzie locali le hanno cancellate: gli unici alci che vedremo saranno quelli sui cartelli stradali (e uno imbalsamato in un negozio)!

La nostra (enorme) stanza per la notte è in una locanda (Kearsage Inn) di una bella tinta pastello, con veranda, sedie a dondolo e mazze da cricket con cui giocare in giardino. Uno dei posti più carini in cui abbiamo soggiornato negli USA.


VENERDI 21 OTTOBRE

Un ultimo giro in paese e facciamo colazione da Peach’s, famoso per i pancakes con lo sciroppo d’acero (e i lamponi!); frequentato (almeno quel giorno) solo da americani, come sempre anche i bambini ci osservano con lo sguardo impietosito che dice: “ma come? a colazione mangiate solo quello?!?” (il menu per la colazione dà un’idea del perché).

Infine una sosta al Walmart locale: oltre alle solite confezioni giganti di succhi, latte, bibite, balsami ecc., un settore particolare del supermercato ci ricorda del secondo emendamento della costituzione americana:

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l’avviso più “severo” che riesco a leggere dice che la legge statale (New Hampshire) vieta la vendita di armi da fuoco dopo le 10 di sera!

Ponti coperti tra Conway e Albany (NH)

I ponti coperti (entrati nell’immaginario comune anche grazie al cinema) vanno cercati, visto che sono quasi sempre lontani dalle strade principali, ma ce ne sono diversi e si può avere la certezza di vederne almeno uno durante un viaggio nel New England (in questa pagina c’è un elenco di quelli nel New Hampshire).

Ci spostiamo di pochi chilometri per fotografare quelli conservati in questa zona: 2 sono a Conway e 1 ad Albany.

Il ponte sul Saco River, del 1890, si può ancora percorrere in auto: esperienza “rumorosa”, da ripetere poi a piedi per ammirare il fiume e il colore della vegetazione.

 

Pochi metri più a nord c’è la confluenza tra Saco River e Swift River, e ancora qualche metro più su si trova il ponte coperto sullo Swift River (del 1870); in questo caso è conservato solo come testimonianza storica, non è aperto al traffico, ma è molto pittoresco.

 

Il mio preferito, in mezzo a un bosco e tra una profusione di oro, rosso e arancione, è il ponte di Albany (1858): per arrivarci (e attraversarlo in auto) scegliamo una vecchia strada nella foresta, veramente meravigliosa.

 

Arrivando da Conway e percorrendo il ponte in questo senso si sbuca poi sulla celeberrima Kancamagus Highway (la n.112), amata da chiunque vada nelle White Mountains, soprattutto in questo periodo dell’anno.

Kancamagus Highway

Imbocchiamo questa vecchia strada panoramica in direzione di Lincoln. Diverse aree di sosta permettono l’accesso alle attrazioni della zona: ci sono sentieri e percorsi che portano a piccoli laghi, cascate e rapide. Il pagamento della quota giornaliera (5$) è lasciato all’onestà dei turisti, non ci sono ranger che controllino… ma ovviamente qui non ci si pensa nemmeno ad approfittarne, e tutte le auto in sosta hanno il cartellino con il pagamento!

Ci fermiamo a Swift River Lower Falls, Rocky Gorge e il laghetto Falls Pond, ma il luogo più apprezzato sicuramente è il breve sentiero che porta alle Sabbaday Falls: piccole cascate sul granito, gli alberi hanno colori stupendi e ci sono tantissimi scoiattoli che ci accompagnano lungo il sentiero (non brevissimo, ma semplice).

Kancamagus Highway

 

Purtroppo nel resto dell’itinerario, incluso il passo da cui la strada prende il nome, le foglie sono già cadute; siamo arrivati con qualche giorno di ritardo e il picco dei colori è già passato.

Un pezzetto di Franconia Notch s.p.: la Flume Gorge

Per fortuna la fine della 112 coincide anche con un’area dove il foliage è nel pieno dello splendore: siamo arrivati al Franconia Notch State Park, un’area protetta montana nel cuore della foresta nazionale delle White Mountains.

Come sempre dobbiamo fare una scelta su cosa vedere, siamo qui verso le 15 e non è possibile visitare tutto… puntiamo perciò sulla Flume Gorge, una stretta spaccatura scavata nel granito da un torrente (ingresso nell’area 16$ a persona).

Di per sè non è eccezionale (per chi è abituato alle Alpi), ma il contesto naturale coloratissimo, i 2 ponti coperti (di cui quello carrabile del 1871), e anche il visitor center (che conserva una bellissima diligenza) valgono decisamente il viaggio.

Flume Gorge

 

Una passerella permette di percorrere agevolmente la gola, fino a risalire di fianco alla piccola cascata. Da qui si scende verso l’ingresso lungo un percorso immerso nel giallo e nell’arancione più vividi che abbia visto fino ad ora.

 

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A un certo punto si attraversa il crepaccio su un piccolo ponte, il Sentinel Pine Bridge (1939), costruito su un pino caduto in questo luogo. Panorama bellissimo, con tanto di laghetto su cui affacciarsi.

Per gli appassionati di trekking: in questa zona passa il mitico Appalachian Trail, come ricorda anche il cartello in foto. Io purtroppo non ho il coraggio di Bill Bryson, e  lo lascio percorrere a chi ne ha il tempo (e il fisico!).

 

Infine una sorpresa per chi come me, cresciuto negli anni ’80, pensava che i chipmunks fossero un’invenzione dei cartoni animati: qui sotto il primo piccolo Alvin che abbiamo avvistato, ma ne incontreremo anche molti altri!

 

Per tutto il percorso abbiamo impiegato poco più di un’ora. Nella bella stagione c’è un servizio navetta che porta fino all’ingresso della Flume, che comunque non è accessibile per chi ha problemi di deambulazione (molte scale).

L’albergo di questa notte (Woodwart’s Resort) è fuori Lincoln, immerso nel buio. Ci fa una stranissima impressione: è molto grande, ma davanti alle varie stanze c’è solo la nostra auto; la camera sembra non avere preso aria da mesi, e quando andiamo alla lavanderia a gettoni a fare il bucato… brividi lungo la schiena!


SABATO 22 OTTOBRE

Il lago Winnipesaukee

Ci svegliamo di nuovo sotto un cielo plumbeo, che rende più triste l’atmosfera del motel… fuggiamo subito in direzione sud-est, verso il bellissimo lago Winnipesaukee, sperando che spunti il sole.

Il sole non spunta, e il lago si confonde con il cielo… ci fermiamo a Meredith, un luogo di villeggiatura dove, se il giorno non fosse così malinconico (l’effetto che mi fa sempre anche il mio lago, con il tempo così) ci saremmo potuti imbarcare su una nave d’epoca per una crociera di un paio d’ore.

Deve trattarsi di una meta di vacanza molto chic, viste le ville che si affacciano sull’acqua e i motoscafi che vediamo ancorati ad alcuni moli…una meraviglia!

Ci consoliamo fotografando la fauna, visto che in giro non c’è quasi anima viva.

Lasciamo il lago e ci dirigiamo verso la piena campagna del New Hampshire, per visitare un posto sperduto ma estremamente interessante:

Un villaggio “estinto”: Canterbury Shaker Village

La tappa forse più atipica del viaggio è questa: uno dei pochi villaggi shaker ancora esistenti, non più abitato ma in perfetto stato di conservazione grazie ad una associazione che ne cura il restauro e l’apertura al pubblico con tanto di dimostrazioni pratiche delle attività che venivano svolte dalla comunità.

Chi erano gli abitanti di Canterbury, NH? Si trattava di una comunità religiosa mista (ne esiste ancora qualcuna in giro per gli Usa) che praticava rigorosamente il celibato e la separazione dal resto del mondo; uomini e donne vivevano in zone separate ed erano molto attivi nell’artigianato: famosissima la scopa piatta e i mobili (ancora oggi pratici e belli nella loro semplicità).

 

Il villaggio, fondato nel 1792, è costituito da 25 edifici; magnifiche le aree circostanti (280 ettari) con sentieri nella campagna, giardini tradizionali, laghetti circondati da alberi di un rosso vivace. Sembra ancora abitato, eppure gli ultimi membri della comunità morirono nel 1992 (fino ad allora gli adepti erano principalmente orfani accolti da bambini che, diventati maggiorenni, sceglievano di rimanere).

Una visita bellissima, in compagnia di pochi turisti (in estate è una meta molto frequentata); anche qui, il fatto che parlassimo italiano (tra noi) ha spiazzato più di un volontario (in particolare la signora che ci stava spiegando come costruire una scopa, quando mi ha sentito tradurre per Ma7730 è rimasta a bocca aperta!)… eppure anche di questo luogo avevo letto su IlGiramondo, quindi sicuramente non siamo stati né i primi né gli ultimi!

Lasciamo così il New Hampshire e rientriamo in Massachusetts, dove domani ci aspettano Boston e la Harvard University… come già detto, ci dobbiamo fermare a dormire fuori città: quando abbiamo rinunciato al Vermont ormai era tardi per Boston, nel fine settimana i prezzi delle poche camere ancora disponibili erano irraggiungibili (arrivando a Cambridge capiremo perchè).

La nostra tappa per la serata è quindi Woburn, in un motel della famosa catena Red Roof praticamente in un centro commerciale. Abbandoniamo la calma e la quiete di montagne e campagna per tornare al mondo americano moderno!

Totale: circa 650 km in 3 giorni


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