10 cose da fare e vedere a Cingoli, il balcone delle Marche

Un affaccio mozzafiato sulle colline marchigiane, una serie di vie e viuzze dal sapore medievale, la posizione a cavallo tra due province (Macerata, a cui appartiene, e Ancona), e ancora: Papi, nobiltà, opere d’arte e perfino un lago. Tutto questo e molto altro è Cingoli, soprannominato il “Balcone delle Marche” e immerso nella natura, uno dei Borghi più Belli d’Italia nelle Marche che oggi vi consigliamo di scoprire!

Situato a 631 metri slm, in una “posizione incantevole” dalla quale si ha accesso a ”panorami sconfinati” per parafrasare ciò che il pittore Donatello Stefanucci aggiunse a commento di una sua celebre veduta di Cingoli (conservata nella Pinacoteca comunale). Qui l’opera dell’uomo e quella della natura si sono perfettamente integrate, valorizzandosi a vicenda grazie anche ad una “salubrità climatica” considerata proverbiale da almeno cinque secoli.

La piazza centrale di Cingoli (Foto Manola Polita)

L’origine di Cingoli risale all’età augustea come municipium prima e, nel XII secolo, libero ed autonomo comune. Ritenuto centro politicamente, economicamente e culturalmente potente e fiorente, nel 1829 vanta l’onore di assistere all’ascesa alla cattedra di Pietro, di un suo cittadino di nobile famiglia, Francesco Saverio Castiglioni, divenuto Papa Pio VIII.

Mettetevi comodi e viaggiate con noi alla scoperta delle 10 cose da fare e vedere a Cingoli.

1. Ammirare il panorama fino al mare e… non solo

Dalla sommità del monte Circe, la sua posizione è caratteristica e privilegiata. Da qui si dispiega una vasta terrazza su gran parte del territorio marchigiano che permette di scorgere, nelle giornate più limpide, il mare e non solo.

L’eminenza topografica di Cingoli – cui un antico mito di fondazione collega a un ancestrale culto solare legato ai nomi di Picus e della maga Circe – considerata in relazione alla superba veduta panoramica a cui questa da adito, ha con il tempo permesso alla città di guadagnarsi l’appellativo di Balcone delle Marche.

Il panorama che si estende dal “balcone delle Marche”

Sempre nelle giornate più limpide, con un po’ di fortuna, si scorgono, al di là dell’Adriatico, le montagne della Dalmazia, in Croazia.

2. Perdersi per le vie del centro storico

Un centro storico molto caratteristico ispira sempre più visitatori a passeggiare e perdersi tra vicoli e viuzze che si snodano all’interno delle mura castellane di originale medievale, che vanno da Porta Pia alla Portella, passando per la Fontana del Maltempo.

Una panoramica di Cingoli, uno dei “Borghi più Belli d’Italia” (Foto Michele Vittori)

Porta Pia è la porta d’accesso principale della città, costruita nel 1835 in onore di papa Pio VIII. Venne eretta in sostituzione dell’antica imponente Porta Montana, che si apriva tra due massicci torrioni, uno solo dei quali sopravissuto ai lavori ottocenteschi.

Veduta di Cingoli: in basso, sulla destra, si scorge Porta Pia

La Portella invece è uno degli accessi al più antico nucleo della città, aperta nel percorso delle mura durante il periodo rinascimentale per favorire la produzione e il commercio cittadini dei tessuti. Da qui, uscendo, un mirabile affaccio sulla rigogliosa macchia di Tassinete.

La Portella (Foto Manola Polita)

Caratteristica di Cingoli è inoltre la Fontana del Maltempo, una elegante fontana pubblica rinascimentale. L’enigmatica simbologia del motivo centrale, in parte mutato nel tempo per restauri successivi, ne fa uno dei più affascinanti e suggestivi esempi di arte rinascimentale cingolana e non solo. Molti turisti bevono da questa fontana perché la sua acqua è considerata un elisir di giovinezza e alla sua acqua è legato un detto che dice “Chi beve dalla fontana del maltempo torna a cingoli ogni tanto tempo” .

3. Meravigliarsi davanti alla “Madonna del Rosario” del Lotto

Commissionata a Lorenzo Lotto nella primavera del 1537 dai domenicani di Cingoli per l’altare maggiore della restaurata loro chiesa, la grande tela dedicata al tema del Rosario fu portata a termine nel 1539. L’imponente dipinto, 389 x 264 cm., è senza dubbio uno dei “capolavori” del celebre pittore veneziano che qui suggella la sua cifra stilistica, tecnica, culturale e spirituale.

La “Madonna del Rosario”, di Lorenzo Lotto, a Cingoli

La Vergine del Rosario di Cingoli è in effetti una delle opere più complesse e semanticamente profonde della produzione del sensibile e dotto artista veneziano. Oggi si trova nella Sala Stemmi del palazzo Comunale, in piazza V. Emanuele II.

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4. Scoprire il Museo Archeologico Statale

Il Museo Archeologico Statale, istituito nel 1994, conserva materiali relativi ai ritrovamenti effettuati sul territorio del Comune di Cingoli. Una visita completa vi permetterà di scoprire i reperti del paleolitico inferiore, medio e superiore, industrie neolitiche ed eneolitiche ed una interessante campionatura dell’età del bronzo particolarmente rappresentata nel territorio.

Si prosegue attraverso una sezione dedicata all’età del ferro con esposizione di una ricca campionatura di reperti fra i quali quelli provenienti dall’insediamento e dall’area santuariale di S. Vittore di Cingoli, per poi terminare nell’interessante sezione romana.

5. Visitare la Casa-Museo Papa Pio VIII Castiglioni

Costruito alla fine del secolo XVII e notevolmente rimaneggiato negli anni centrali del secolo XIX, il Palazzo è un esempio di Casa-Museo, dove sono conservati gli arredi e gli oggetti personali di Francesco Saverio Castiglioni, nato a Cingoli nel 1761 e che nel 1829 salirà sulla cattedra di Pietro prendendo il nome di Pio VIII.

Una delle stanze interne di Palazzo Castiglioni

La Pro Loco organizza delle aperture straordinarie durante l’anno, dove è possibile visitare la casa-museo che si trova in Corso Garibaldi 87.

6. Fare una escursione nelle grotta del Santuario di Santa Sperandia

Eretta sulle vestigia dell’antico tempio cristiano-longobardo dedicato a S. Michele, questa chiesa, più volte ricostruita a partire dal secolo XIII, conserva il corpo dell’omonima Santa Sperandia, monaca benedettina, morta a Cingoli nel 1276, compatrona, con sant’Esuperanzio e san Bonfilio, della città.

Il Santuario di Santa Sperandia (Foto Andrea Minardi durante #cingoliphotowalk)

Gli ultimi restauri, eseguiti in occasione del VII centenario della morte di S. Sperandia hanno portato all’apertura al pubblico della camera della Santa.

L’Eremo scelto dalla Santa, e di cui porta il nome, si apre sul versante nord del Monte Acuto, a confine del territorio cingolano, in un’area naturalisticamente suggestiva ed intrisa di leggende assai antiche. Sono le grotte dove visse la Santa Patrona di Cingoli, conducendovi una vita di preghiera e di penitenza, intessuta, secondo la tradizione popolare, di eventi miracolosi. In mezzo al bosco, 430 gradini per visitare questo luogo molto suggestivo.

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7. Soffermarsi alla Collegiata di Sant’Esuperanzio

La Collegiata di Sant’Esuperanzio è ritenuto il più importante monumento religioso di Cingoli. Già dipendenza dei monaci di Fonte Avellana all’indomani dell’avvento dell’anno mille, dalla seconda metà del secolo XIII la Collegiata assurse al ruolo preminente fra tutte le chiese del territorio quando il suo santo titolare venne proposto quale vescovo della città e quindi eletto patrono. Al medesimo secolo va riferita la costruzione dell’attuale chiesa, in stile romanico-gotico.

La Collegiata di Sant’Esuperanzio (Foto Francesco Cardarelli)

Notevole e di complessa simbologia il portale, eseguito da maestro Giacomo e terminato nel 1295 (come recita l’iscrizione in caratteri gotici).

Sotto il presbiterio, allargato nel 1770, è stata realizzata la cripta dove sono conservate le reliquie di sant’Esuperanzio, rinvenute il 24 gennaio 1495. Al suo interno, recentemente restaurato e funzionante, troviamo uno strumento del celebre organaro veneziano Callido, opus 305 del 1792.

Lo strumento del celebre organaro veneziano Callido (Foto Gianluca Grannò durante #cingoliphotowalk)

8. Ricercare il percorso naturalistico più adatto

Respirando aria sana e rigenerante (Cingoli è da secoli nota anche per “l’aria bona”), suggestive e indimenticabili per gli amanti della natura sono le passeggiate (a piedi e in bicicletta) che i boschi che attorniano Cingoli regalano e che ad ogni stagione offrono colori e sensazioni nuovi: la stupenda Macchia delle Tassinete, già Sito Natura 2000, in località Internone di Cingoli, tra la galleria del “Foro” e il valico di Pietra Rossa. Da ottobre 2021 sono stati inaugurati in quest’area cinque percorsi naturalistici nell’ambito del “Percorso del benessere”.

Cinque percorsi contrassegnati da una adeguata segnaletica che prima era mancante, che soddisfa sia gli appassionati di varie discipline, quali la mountain bike, l’hiking (breve escursione tecnico-sportiva), il nordic walking, che gli amanti delle passeggiate nella natura a piedi e a cavallo. Le parti collinari della zona “Foro/Tassinete”, per caratteristiche paesaggistiche, altimetriche e per i percorsi, ben si prestano allo svolgimento di camminate, adatte sia alle famiglie sia a chi vuole svolgere attività sportiva.

Il panorama verde intorno Cingoli (Foto Renato Ribichini)

Nello specfico i “Percorsi del benessere” sono: quello del “Pantanaccio” di 5.5 km, quello della Cima delle Marche lungo 8.300 m, quello del Cristo delle Marche di 12.7 km, l’anello esterno delle Tassinete per 13.3 km e lo “Scalette-Vareno” di 8.000 m. La lunghezza totale dei cinque tracciati è di 47.8 km, poco meno della distanza che separa Cingoli da Ancona, per intendersi. Sono adatti a tutti, in particolare per le specialità sportive citate in precedenza, e offrono la possibilità di conoscere i suggestivi scorci panoramici del “Balcone delle Marche”.

Presso l’ufficio Pro Loco/Iat si possono trovare tutte le planimetrie mappate con gps ed è possibile anche scaricare i percorsi da poter visionare su Google Maps.

9. Passeggiando lungo le sponde del lago di Cingoli

Il Lago di Cingoli, in località Castreccioni, per le sue dimensioni è il più grande bacino artificiale della regione Marche e anche di tutto il centro Italia. Inserito in un contesto naturalistico unico è meta di rotte migratorie di molti uccelli acquatici; per questo è diventato “Oasi Provinciale di Protezione Faunistica”.

L’elevato valore naturalistico del bosco, grazie alla presenza di lecci e sclerofille sempreverdi, ha permesso all’area di essere riconosciuta come sito d’interesse comunitario. Nella macchia e nei boschi circostanti, ricchi di flora e di fauna, si possono effettuare interessanti escursioni a piedi e in mountain bike lungo i numerosi percorsi naturalistici che offrono anche degliscorci panoramici molto vari. La vegetazione mediterranea intorno al lago è costituita dalla Macchia del Montenero, un’area floristica protetta.

Una veduta sul lago di Cingoli (Foto @luca.galluzzi by Instagram)

È il luogo ideale per trascorrere delle giornate in relax passeggiando lungo le sponde. A breve distanza dal lago si trova il Parco avventura ed il Museo del Lago. Quest’ultimo, a ingresso gratuito, è diviso in tre aree tematiche: il Museo dell’acqua, il Museo della civiltà contadina e il Museo del Sidecar, unico nel suo genere, che ospita un’ampia collezione con varie curiosità come il sidecar più lungo del mondo, quello più largo, il più piccolo ed il più grande.

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10. Degustare i prodotti tipici

Cingoli è luogo di sapori e profumi antichi. Spicca una varietà eccellente e rara di olivo, la Mignola, da cui si ricava un olio di raffinata qualità. Una cucina di grande varietà e gusto, basata su elementi genuini della tradizione, con piatti tipici come i calcioni, la pizza di formaggio, la crescia e salumi di altissima qualità e dolci propriamente cingolani come le ciambelle, i cavallucci e il celebre serpe.

Il serpe, celebre dolce cingolano

Link Utili:

La foto di copertina è di Lorenzo Fogante

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3 thoughts on “10 cose da fare e vedere a Cingoli, il balcone delle Marche

  1. La foto dell’interno della chiesa di Sant’Esuperanzio è mia, Francesco Cardarelli, prego inserire il nome.
    Saluri
    Francesco Cardarelli

  2. Buonasera,
    in merito alla foto dell’interno della chiesa di Sant’Esuperanzio, si chiede di inserire il nome dell’autore: Francesco Cardarelli
    Grazie
    Francesco Cardarelli

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