Italia

Pubblicato il Gennaio 26, 2016 | da Sergio

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Un viaggio da sogno lungo la Riviera Ligure

Uno dei sogni di viaggio che coltivo fin da bambino è questo: con un gommone o una piccola barca a motore percorro un lungo tratto di costa, bordeggiando al minimo dei giri, curiosando ogni singolo anfratto, insenatura, spiaggia, molo o villaggio. La sera attracco in uno di questi ultimi e cerco rifugio nella trattoria del paese e alloggio nella locanda sul porto. La mattina, alle prime luci, il viaggio riprende. Credo che questo “sogno di viaggio” troverebbe in Liguria una delle realizzazioni più belle, perché i 330 chilometri di costa tra Mentone e Lerici, delle Riviere delle Palme e dei Fiori fino alle Cinque Terre, sono ricchissime di meraviglie naturali e di luoghi da ammirare. Non me ne voglia l’entroterra ligure, con le sue valli, i monti, i crinali, i paesi arroccati, gli artigiani e le sue tradizioni. Ma il trekking è una attività più faticosa.

Anche perché i monti della Liguria hanno la buona abitudine di tuffarsi dentro il mare: viste da lontano le bianche scogliere, ma anche le spiagge, sembrano schiuma sollevata da un perenne salto della roccia nell’acqua cristallina. La costa di Bordighera ed Ospedaletti, nel primo tratto della Riviera di Ponente, la Riviera dei Fiori, offrono una bellissima fotografia … di questa immagine.

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Pochi chilometri più avanti questa visione assume una proporzione ancora più vasta. La lunga schiera di case bianche ed hotel di Sanremo sono gli imponenti schizzi del tuffo nel mare del monte Bignone alle spalle della città, sormontato dal grande ripetitore di Mamma Rai.

Il faro sul promontorio dove sorge il Santuario del Sacro Cuore di Bussana segna l’inizio di un tratto di costa più lineare ma non meno pittoresco che arriva fino a Capo Mele, tra Andora e Laigueglia.

Prima di arrivare lì però si ammirano i luoghi ‘a mare’ della Riviera, Santo Stefano a Mare, con il grande porto turistico di Aregai, e San Lorenzo a Mare, anticipato dal lunghissimo tratto di passeggiata sul sentiero protetto solo da una balaustra in legno, pochi metri sopra gli scogli.

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La Porta dei Saraceni, antica torre nel mare di Porto San Maurizio, è l’ultimo ostacolo prima della grande baia di Imperia e di Oneglia dominata dall’alto dalla cattedrale di San Maurizio. Molti alberghi di Imperia sul mare si affacciano con le loro strutture neoclassiche sul porto, con i mille occhi delle finestre ad arco.

Diano Marina e San Bartolomeo a Mare sono località balneari e le lunghe spiagge protette da moli artificiali lo dimostrano. Superato Capo Mele inizia la Riviera delle Palme a grande vocazione turistica che prende nomi conosciuti in tutta Europa: Laigueglia con la sua infinita spiaggia attrezzata; Alassio con il lungomare e il mitico Muretto ha visto nascere tanti amori e starlette; Albenga, la prima grande cittadina a non arrampicarsi subito sul pendio di un monte, ma distesa su una piana dove sfocia il potente fiume Centa.

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In questo sogno di viaggio arrivo ai luoghi dei weekend primaverili di milanesi e torinesi: Ceriale, Loano, Pietra ligure e Finale ligure, che in molti associano anche alle colonie estive comunali. In un piccolo hotel sulla spiaggia di Varigotti mi fermo, in sogno, a dormire, in quell’anomalia di paese di case basse giallo-arancio che ricordano un villaggio centro-americano.

La mattina dopo, Noli e Spotorno, a pochi chilometri l’uno dall’altro, offrono una prospettiva molto diversa. Il primo così storico e medioevale, con i campanili e le torri che svettano sulle case basse, il secondo già in odore di città. I palazzi e gli hotel sul lungomare di Spotorno si arrestano solo sui margini dell’ampia spiaggia attrezzata.

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Tra Savona e Genova i paesi hanno dimensioni più grandi e sopratutto si susseguono con una frequenza maggiore. La lunga spiaggia di Albissola (perché Albisola Superiore vuole invece una sola ‘s’?) arriva a ridosso di quella di Celle Ligure che a sua volta confina con il porto e il lunghissimo lungomare di Varazze dove finisce la Riviera delle Palme.

Da qui in poi è un susseguirsi di case e ville con piscina su tutta la costa (verificare su Google Earth per credere), fino alla splendida baia di Cala Loca che apre la strada verso Cogoleto e Arenzano. La costa ora torna più selvaggia, con meno abitazioni e piccole spiagge di sassi chiuse tra i crinali dei monti attraversati dalle gallerie della lunga strada costiera e della ferrovia. E’ come se l’uomo desse tregua al panorama prima dell’imponente agglomerato urbano che inizia a Voltri e finisce a Bogliasco con in mezzo lo spettacolo della vecchia, magnifica, storica, struggente, industriale, arroccata, città di Genova.

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I quartieri occidentali di Genova segnano il confine con la Riviera di Levante verso la quale nel mio sogno di viaggio la mia piccola imbarcazione volge la prua verso sud. La focaccia di Recco è motivo certo di sicuro approdo, così come il ricordo di una Margherita (non Margarita) ammirata secoli fa da una finestra di un hotel sulla spiaggia di Camogli: lei giocava con gli altri mentre io l’ammiravo.

Il lussureggiante promontorio di Portofino che si protende nel mare blu intenso con la sua costa rocciosa merita di ridurre al minimo i giri del motore per ammirare ogni anfratto. Decido di non scendere a Portofino per non fare la figura dello snob, ma il panorama obbliga ad una sosta in silenziosa contemplazione. Se non fosse per il boato di yacht e panfili sarebbe un paradiso.

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Il Golfo del Tigullio con Santa Margherita Ligure e in fondo Rapallo dove “tutti i fiori sai mi parlano di te” (Totò) e la parte occidentale con le rinomate Zoagli, Chiavari e Lavagna mi mettono l’acquolina in bocca per lo spettacolo che si aprirà qualche miglia più avanti.

L’ansia per l’approssimarsi del Mito inizia a Sestri Levante. A questo punto la costa ritorna davvero selvaggia, un piacere per gli occhi, almeno fino a Moneglia e poi la piccola Deiva Marina, che ha un nome così adriatico. E poi ancora mare e … monti nel mare, scogli, piccole insenature schiaffeggiate dalle onde, boschi che arrivano fino alle isolate spiagge.

Dopo Bonassola e il grande arenile turistico di Levanto le palpitazioni iniziano a crescere. La costa è da ‘mozzafiato’, quasi cattiva nella sua durezza, con le impervie scogliere che rendono l’acqua color cobalto: per vedere il fondale bisogna essere a pochi metri dalla riva.

Superata Punta Mesco, il Mito è lì, a portata di vista.
Sono le Cinque Terre, uno dei luoghi considerati più belli al mondo.
Non mi interessa descrivervi come le vedo nel mio sogno. Fatevene uno vostro.
Io so per certo che spengo il motore e vado a remi, voglio gustare ogni spicchio di panorama.

Citiamole, ma con rispetto: Monterosso. Vernazza. Corniglia. Manarola. Riomaggiore. Nelle prime quattro attracco e bevo un aperitivo. In un albergo di Riomaggiore prendo una camera e smaltisco.

L’indomani, con alle spalle il Mito, dirigo la prua verso un altro luogo sacro della Riviera di Levante, quel Portovenere che apre al Golfo dei Poeti, dove Byron, Shelley e Montale trovarono ispirazione. Prima di addentrarmi nel golfo mi concedo un giro completo dell’isola di Palmaria con il profilo di roccia scolpito verso il mare aperto.

Il viaggio sognato (un viaggio da sogno) finisce con un passaggio davanti al grande porto di La Spezia, dove il ricordo mi porta ad un paio di estati con gli amici quando il pullman ci portava verso Lerici, alle serate da ventenni sulla spiaggia che oggi … sogno di vedere dal mare.

Prima o poi questo viaggio lo faccio davvero.

Foto di Michele Testini

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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