I rischi finanziari: il rischio di insolvenza
Il rischio è fattore intrinseco in ogni forma di attività economica. Analizziamo il rischio di insolvenza: cos’è e come fronteggiarlo.
Il rischio di un’attività finanziaria è strettamente connesso con la natura stessa dell’attività, dal momento che nel momento in cui nasce un’attività finanziaria si parte da una prestazione certa, presente (es. la somma necessaria per acquisire un titolo, che esce quindi dalle casse dell’impresa o dell’investitore), ragionando su una prestazione incerta, futura.
Si distinguono varie tipologie di rischio:
- rischio di credito
- rischio di insolvenza
- rischio di liquidita
- rischio monetario
- rischio di controparte
- rischio operativo
- rischio di mercato
- rischio sistemico
Analizziamo qui il c.d. Rischio di insolvenza
Indice
Che cos’è il rischio di insolvenza ?
Per rischio di insolvenza si intende il rischio collegato alla probabilità che un valore economico dell‘attivo di bilancio di un operatore o un intermediario sia inferiore alle sue passività: ciò comporta un patrimonio netto in negativo.
Si tratta di un rischio presente per ogni tipologia di operatore economico e che assume particolare importanza nel caso in cui riguardi gli intermediari finanziari, date le catastrofiche conseguenze che ne potrebbero derivare.
Che si intende per solvibilità ed insolvenza?
La solvibilità è la possibilità di far fronte agli impegni assunti con i propri creditori ed è condizione necessaria affinché un’impresa possa continuare ad operare in modo continuo ed efficace. In caso contrario, i creditori non potranno essere soddisfatti e il debitore sarà insolvente.
È chiaro che una tale situazione diventa di estrema gravità per le banche, posto che la prima fonte di finanziamento delle banche stesse – e quindi i primi creditori della banca – sono i risparmiatori con i propri depositi.
Vale la pena di sottolineare poi che una cosa è la liquidità della banca, altra cosa è la solvibilità. Per liquidità si intende infatti la possibilità di far fronte agli impegni assunti a condizioni vantaggiose e convenienti; al contrario la solvibilità è la possibilità di far fronte agli impegni in ogni caso.
Cosa accade se la banca è insolvente?
Laddove il rischio di insolvenza si sia già manifestato, e quindi il patrimonio della banca sia negativo, la banca non può rimettersi in piedi da sola, rendendosi necessarie le procedure liquidatorie o i salvataggi.
Inoltre, come spesso è successo negli ultimi anni, l’insolvenza di una banca può diventare un rischio per il sistema stesso: si parla infatti di Rischio sistemico.
Come diminuire i rischi di insolvenza?
La prima e fondamentale difesa da una crisi di insolvenza e dalle conseguenze catastrofiche che ne potrebbero derivare è sicuramente il patrimonio dell’intermediario. Solo un patrimonio sempre ampiamente in attivo potrà permettere all’intermediario di difendersi dalle oscillazioni di valore. Si è detto, giustamente, al riguardo che la probabilità di insolvenza è inversamente proporzionale al livello del patrimonio [1].
Proprio per la dimensione critica che potrebbe assumere una crisi di insolvenza delle banche la regolamentazione, anche a livello europeo, è particolarmente attenta a garantire la stabilità degli intermediari facendo leva sui livelli minimi di patrimonio in relazione ad i rischi sopportati. Una banca che investe direttamente in fondi o in strumenti ad alto rischio, dovrà avere un patrimonio tale da poter coprire e fronteggiare tale rischio.
L’esperienza recente, purtroppo, ci insegna che non è sempre stata cosi…a discapito del risparmiatore.
note
[1]M.Onado, Economia e regolamentazione del sistema finanziario, Il Mulino, 2004