Caccia ai finti disabili: in un registro on line permessi e proprietari
Sarà possibile verificare in tempo reale il regolare utilizzo. Un microchip consentirà di gestire gli ingressi nella Ztl
Caccia ai finti disabili. È la promessa del Cude, il contrassegno unificato disabili europeo, una banca dati online a supporto dei Comuni e dei comandi di Polizia locale che garantisce gestione efficiente e controllo in tempo reale dei contrassegni dei disabili per parcheggi e zone a traffico limitato.
A lanciare la campagna sono l’Anci Fvg e Federsanità Anci Fvg, promotori dell’adozione del Cude da parte dei Comuni, dopo aver incontrato a Udine Vincenzo Zoccano, presidente della Consulta regionale associazioni persone disabili e loro famiglie, nonché consigliere nazionale Unione italiana ciechi e ipovedenti, che ha illustrato i vantaggi della soluzione.
Il Cude è un registro unico accessibile via web a cui ogni amministrazione comunale può abbonarsi per mettere in rete il proprio database. In questo modo ogni contrassegno arancione per disabili è registrato: la polizia può interrogare il database attraverso una App direttamente da smartphone o da tablet per verificare in tempo reale numero di permesso, identità del proprietario, regolarità e tutte le informazioni necessarie.
Un’innovazione che interessa anche al Comune di Udine: «Ho chiesto una valutazione preventiva all’ufficio mobilità – spiega l’assessore alla Mobilità, Enrico Pizza – per integrare il Cude nella gestione della Ztl udinese che, secondo il bando di gara che sarà pubblicato a breve, sarà protetta da telecamere e da varchi elettronici».
In questo modo, Udine potrebbe diventare città pilota della regione, la prima ad utilizzare il registro unico. Il Cude, infatti, permette di gestire efficacemente gli ingressi in Ztl: su ogni contrassegno è possibile installare un chip (tecnologia Rfid a bassissimo costo) che è letto automaticamente dal varco consentendo o vietando l’accesso. Problema risolto anche per le auto che accompagnano temporaneamente una persona disabile perché l’accesso non è collegato al numero di targa ma direttamente al chip del contrassegno personale.
«Non possiamo che essere favorevoli a questo tipo di innovazione, facilmente applicabile dalle amministrazioni e a impatto zero », ha commentato il presidente di Anci Mario Pezzetta. «Rientra perfettamente nell’obiettivo perseguito da Anci di rendere più “smart” il territorio. Questa tecnologia agevola sia i cittadini con disabilità sia il lavoro di amministratori e polizia». (f.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori