09 febbraio 2015

Efficace a lungo termine la terapia genica con cellule T staminali

Una particolare classe di linfociti, le cosiddette cellule T staminali di memoria, modificate geneticamente per sopperire a difetti congeniti, è in grado di mantenere per più di dieci anni la  capacità di riprodursi e ripristinare le difese immunitarie. La scoperta è di grande importanza per applicazioni di terapia genica(red)

Un particolare gruppo di linfociti T, le cosiddette cellule T staminali di memoria (TSCM), è in grado di sopravvivere per oltre dieci anni conservando in vivo la capacità di differenziarsi in altri tipi di linfociti T. La scoperta - fatta da un gruppo di ricercatori del TIGET (Telethon Institute for Gene Therapy) e dell'IRCCS del San Raffaele di Milano - dimostra che cellule T staminali di memoria modificate con tecniche di ingegneria genetica possono essere sfruttate in modo sicuro ed efficace per l'immunoterapia nell'uomo.

Le cellule T staminali di memoria sono una classe di cellule T di scoperta abbastanza di recente, che si comportano come staminali, essendo in grado di rigenerarsi e trasformarsi in altri tipi di cellule T. Sul loro uso nell'uomo per curare patologie immunitarie gravava però un interriogativo: quanto dura la loro capacità di rigenerarsi e quindi la loro efficacia terapeutica?

Efficace a lungo termine la terapia genica con cellule T staminali
I diversi passaggi della ricerca (Cortesia IRCCS Ospedale San Raffaele)
La ricerca condotta da Luca Biasco e colleghi – pubblicata su “Science Translational Medicine” – ha seguito nel percorso clinico un gruppi di bambini affetti da una grave immunodeficienza ereditaria, il deficit dell'enzima adenosina deaminasi (ADA-SCID): la malattia è più nota come malattia dei “bambini nella bolla”, perché prima dello sviluppo delle nuove terapie i piccoli pazienti erano costretti a vivere segregati in un ambiente sterile.

Le prime terapie geniche efficaci consistevano in reinfusioni multiple di cellule T mature prelevate dal paziente e trattate geneticamente per correggere il difetto genetico. Questo cura richieva però la somministrazione settimanale a lungo termine anche di una terapia enzimatica sostitutiva. Successivamente, un gruppo di ricerca, sempre del San Raffaele, ha dimostrato che una singola infusione di cellule TSCM geneticamente modificate portava,
nella maggior parte dei casi, a una ricostituzione delle capacità immunitarie senza bisogno della terapia integrativa.

Per capire quanto queste cellule TSCM potessero persistere nell'organismo mantenendo le loro capacità, Biasco e colleghi hanno sviluppato una nuova tecnica per identificarle con una marcatura molecolare (una sorta di “codice a barre”): “Attraverso l’analisi nel tempo del loro 'codice a barre' molecolare abbiamo scoperto che queste cellule vivono molto a lungo, più di dieci anni, e sono in grado di generare tutti i tipi di linfociti T responsabili della risposta nei confronti di agenti patogeni”, ha detto Biasco.

In prospettiva, questi risultati saranno di estrema importanza non soltanto per la cura di pazienti affetti da immunodeficienze congenite e da HIV ma anche per lo sviluppo di nuove terapie contro il cancro basate su linfociti ingegnerizzati.