Milano, 19 settembre 2014 - 10:57

Ellison lascia la guida di Oracle
Finisce un’era alla Silicon Valley

Dopo Gates e Jobs molla uno dei pionieri dei colossi high-tech. Il fondatore diventa presidente, al suo posto due al vertice

di Giuliana Ferraino

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Larry Ellison, 70 anni compiuti in agosto, lascia il posto di amministratore delegato di Oracle, dopo 37 anni alla guida della società di software da lui co-fondata nel 1977. Per sostituirlo la società ha nominato due co-Ceo, Mark Hurd e Safra Catz, attuali suoi luogotenenti. Il passo indietro di Ellison , che conserverà il ruolo di presidente esecutivo, segna una svolta per la Oracle, ma anche per la Silicon Valley è la fine di un’epoca. Ellison è infatti uno degli ultimi pionieri e storici fondatori di colossi hi-tech a passare la mano, dopo Bill Gates, che ha lasciato la gestione di Microsoft per dedicarsi alle attività filantropiche, e Steve Jobs a d Apple, scomparso nell’ottobre 2011. Restano storiche le battaglie di Ellison contro Gates, che per decenni ha accusato senza usare mezzi termini il rivale di abuso di posizione dominante, con denunce davanti ai tribunali Antitrust in America e in Europa.

Ellison, quinto uomo pi ricco del mondo secondo la classifica di Forbes, con un patrimonio stimato 5 1miliardi di dollari, e appassionato velista (nel 2013, nella Baia di San Francisco ha coronato il sogno di vincere la Coppa America, sconfiggendo l’equipaggio neozelandese), oltre ad avere un ruolo attivo con supervisione su software e ingegneria hardware, resterà il primo azionista di Oracle, con il 25% del capitale. Catz, attuale chief financial officer, sarà responsabile della produzione, della finanza e degli affari legali, mentre Hurd, ex numero uno di Hewlett Packard, ingaggiato da Oracle del 2010, supervisionerà vendite, servizi e business unit. «Safra e Mark risponderanno ora al consiglio di amministrazione anziché a me», ha dichiarato Ellison spiegando che i tre hanno «lavorato insieme per almeno sette anni e puntiamo a continuare a lavorare insieme per il prossimo futuro». L’obiettivo? Completare la trasformazione di Oracle nella più grande società «cloud» del mondo. Ma le rassicurazioni che nulla cambierà dopo il cambio al vertice non sono bastate al mercato e dopo l’annuncio, nelle negoziazioni after-hours, ieri il titolo ha perso circa il 2% scendendo a 40,70 dollari.
I libri di management e l’esperienza insegnano che dividere il vertice in due non è la scelta ideale per l’azienda, ma spesso risponde a un problema «politico». Dietro, molte volte, si nasconde l’incapacità di affidare a una sola persona tutto il potere decisionale prima nelle mani del fondatore. In Italia, a d esempio, è stata la soluzione adottata alla Luxottica per rimpiazzare all’inizio di settembre Andrea Guerra, che fino ad allora aveva avuto carta bianca sulle decisioni strategiche del gruppo di Agordo fondato da Leonardo Del Vecchio.

Nell’annunciare il passaggio di consegne Oracle ha comunicato un piano di riacquisto di azioni proprie per 13 miliardi di dollari e i conti del primo trimestre fiscale. Nel periodo terminato il 31 agosto, il gruppo ha registrato profitti per 2,18 miliardi di dollari, in ribasso dello 0,3% da 2,19 miliardi messi a segno nello stesso periodo dell’anno prima, mentre i ricavi sono cresciuti del 2,7% a 8,596 miliardi di dollari, meno del +4-6% atteso dalla società.

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